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Un militare ucraino avrebbe coordinato gli attacchi al gasdotto Nord Stream. L’inchiesta di Washington Post e Der Spiegel

17 Novembre 2023 5 min lettura

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Un militare ucraino avrebbe coordinato gli attacchi al gasdotto Nord Stream. L’inchiesta di Washington Post e Der Spiegel

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A coordinare l’attacco ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, che vanno dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico, nel settembre del 2022 sarebbe stato un alto ufficiale militare ucraino, il colonnello delle forze speciali ucraine, Roman Chervinsky. È quanto emerge da due indagini giornalistiche condotte separatamente da Washington Post e Der Spiegel che hanno raccolto informazioni provenienti “da funzionari ucraini e di altri paesi europei e da altre persone a conoscenza dei dettagli dell'operazione segreta”.

Roman Chervinsky, un colonnello 48enne decorato che ha prestato servizio nelle forze speciali ucraine, sarebbe stato il “coordinatore” dell'operazione Nord Stream, gestendo la logistica e supportando una squadra di sei persone che avrebbe affittato una barca a vela sotto falsa identità e usato attrezzature per immersioni in profondità per piazzare cariche esplosive sui gasdotti. 

Tuttavia, Chervinsky non avrebbe agito da solo e non sarebbe la mente dell’operazione. L'ufficiale avrebbe preso ordini da ufficiali ucraini più anziani in una catena di comando che conduce fino al Gen. Valery Zaluzhny, il più alto ufficiale militare ucraino, hanno rivelato le fonti (che hanno parlato a condizione di restare anonime) sentite dal Washington Post. Il ruolo di Chervinsky mostrerebbe, dunque, il coinvolgimento dei vertici militari ucraini nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, sulla cui responsabilità stanno ancora indagando diversi Stati. O quantomeno un possibile legame con l’attentato.

Ma soprattutto la figura del colonnello evidenzia le dinamiche complesse e le rivalità interne tra establishment militare e di intelligence ucraino e leadership politica. In questi anni Chervinsky ha svolto diverse missioni segrete, ha ricoperto posizioni di rilievo nell'agenzia di intelligence militare del paese e nel Servizio di Sicurezza dell'Ucraina, ed è professionalmente e personalmente vicino ai principali leader militari e della sicurezza.

Da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina, nel febbraio 2022, Chervinsky ha prestato servizio in un'unità delle forze operative speciali ucraine e si è concentrato sull'attività di resistenza nelle aree del paese occupate dalla Russia, secondo quanto riferito da persone a conoscenza dei suoi incarichi. Il colonnello riferiva al Magg. Gen. Viktor Hanushchak, un ufficiale esperto e rispettato, che a sua volta comunicava direttamente con Zaluzhny.

Nel 2020, il colonnello ha supervisionato un piano per attirare in Bielorussia i combattenti del gruppo mercenario russo Wagner, con l'obiettivo di catturarli e portarli in Ucraina per affrontare le accuse. L'operazione fu poi interrotta presumibilmente per una fuga di notizie dopo un rapporto dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina. Il presidente Zelensky e il Capo dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina, Andriy Yermak, sono stati criticati per l'interruzione dell'operazione, la cui esistenza fu messa in dubbio dallo stesso Zelensky.

A Washington Post e Der Spiegel, Chervinsky ha anche detto di aver “pianificato e messo in atto” operazioni per uccidere i leader separatisti filorussi in Ucraina e per “rapire un testimone” che potesse confermare il ruolo della Russia nell'abbattimento del volo Malaysia Airlines 17 nella regione orientale del Donbas nel 2014, che causò la morte di tutti i 298 passeggeri e dei membri dell’equipaggio. L'anno scorso, un tribunale olandese ha condannato due russi e un ucraino per l'abbattimento dell’aereo, colpito da un missile terra-aria russo Buk.

Ad aprile Chervinsky è stato arrestato in un carcere di Kyiv per abuso di potere in un piano che aveva l’obiettivo di convincere un pilota russo a volare in Ucraina e a consegnare il suo aereo, nel luglio 2022. Le autorità sostengono che Chervinsky abbia agito senza autorizzazione e che l'operazione abbia rivelato le coordinate di un campo d'aviazione ucraino, provocando un attacco missilistico russo che ha ucciso un soldato e ferito altre 17 persone. Il colonnello ha respinto le accuse e ha definito l’arresto una punizione politica per le sue critiche al Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e alla sua amministrazione di non aver preparato sufficientemente il Paese all'invasione russa.

Il nome di Chervinsky non è ancora stato comunicato ai procuratori della Procura federale tedesca, dell'Ufficio federale di polizia criminale e della Polizia federale, che stanno indagando su ignoti per sabotaggio dopo le esplosioni del Nord Stream. Tuttavia, secondo le fonti, il suo nome è già noto ad altre autorità federali.

Chervinsky ha negato anche qualsiasi coinvolgimento nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream: “Tutte le speculazioni sul mio coinvolgimento nell'attacco a Nord Stream sono state diffuse dalla propaganda russa senza alcun fondamento”, ha dichiarato al Washington Post e a Der Spiegel che hanno contattato anche i portavoce del governo ucraino senza però ricevere risposta. 

Finora sull’accertamento delle responsabilità dell’attacco ai gasdotti sono state avanzate diverse ipotesi che hanno puntato verso la Russia, gli Stati Uniti e l’Ucraina. Le indagini ufficiali condotte in Svezia, Danimarca e Germania hanno dato finora poche risposte. Un esperto ha paragonato la situazione a un giallo di Agatha Christie, in cui tutte le parti coinvolte – Russia e Ucraina - sembravano avere un movente o avrebbero potuto trarre vantaggio dalla situazione. 

Già lo scorso agosto, il settimanale tedesco Der Spiegel aveva scritto che tutti gli indizi sembravano puntare verso l’Ucraina senza però riuscire a mostrare prove definitive tali da poter accertare la responsabilità ucraina. Un team di giornalisti investigativi di Der Spiegel e dell’emittente pubblica tedesca ZDF aveva noleggiato una barca a vela, l’Andromeda, utilizzata presumibilmente da un’unità di sei persone, sommozzatori e specialisti di esplosivi, per piazzare gli esplosivi sui tubi di Nord Stream. L’imbarcazione era stata noleggiata a Rostock, in Germania, ed era partita per un’operazione di tre settimane durante la quale – scrive Der Spiegel – “hanno piazzato diversi ordigni esplosivi sulle condutture che corrono lungo il fondo del Mar Baltico e hanno fatto saltare in aria tre dei quattro tubi che compongono Nord Stream 1 e 2”. Il team di giornalisti investigativi aveva ripercorso il tragitto dell’Andromeda per raccogliere le prove. Secondo le fonti di Der Spiegel, gli investigatori erano certi che i sabotatori fossero in Ucraina prima e dopo l'attacco e che nomi di aziende, intermediari, indirizzi IP di e-mail e telefonate, dati di localizzazione e numerosi altri indizi puntavano verso l’Ucraina. 

I primi a parlare dell’Andromeda erano stati l’emittente pubblica tedesca ARD e dal quotidiano Die Zeit che avevano ipotizzato che per il sabotaggio fosse stato utilizzato uno yacht di 15 metri, l’Andromeda, appunto, e che gli autori dell’attacco fossero sei persone (cinque uomini e una donna) di nazionalità incerta. Il procuratore svedese, Mats Ljungqvist aveva scartato questa ipotesi perché il tipo di esplosivo utilizzato portava a escludere la responsabilità di un gruppo indipendente, come sostenuto dal media tedeschi, e faceva propendere invece per un “attore statale”. 

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A giugno un articolo del Washington Post aveva parlato di una responsabilità ucraina dietro l’attacco ai gasdotti e aveva chiamato in causa una catena di comando che conduceva fino al comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny. Tuttavia, riportava l’articolo del Washington Post, il presidente ucraino Zelensky non sarebbe stato informato dei piani.

Ora, la nuova inchiesta di Washington Post e Der Spiegel, che individua nel colonnello delle forze speciali ucraine, Roman Chervinsky, l’anello di congiunzione di tutto questo, e mostra, come detto, le complesse dinamiche tra establishment militare ucraino e leadership politica. Finora, Zelensky ha ripetutamente negato ogni coinvolgimento dell’Ucraina. “Non lo farei mai”, aveva dichiarato al quotidiano tedesco Bild, aggiungendo che vorrebbe "vedere le prove".

Immagine in anteprima: frame video nbcnews.com

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