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In diretta dall’Egitto: una riflessione sulla nuova Costituzione

31 Dicembre 2012 13 min lettura

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In diretta dall’Egitto: una riflessione sulla nuova Costituzione

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Come da previsione la Costituzione è passata.
Il  SÌ ha vinto con il 63% ma l'affluenza è stata purtroppo bassa, appena il 34% circa.
Io ho votato il primo sabato di referendum. Sono rimasta in fila per quattro ore consecutive e fortunatamente, stavolta, ho votato vicino casa.
Ho votato NO, non perché non approvi la nuova Costituzione ma perché non mi fido, come moltissimi, dei Fratelli (non) Musulmani.

Il referendum è stato molto criticato soprattutto durante il primo sabato di votazioni, quando sono state tantissime le segnalazioni di brogli nei seggi, di giudici-non-giudici, di persone a cui era stato impedito di votare o di persone cacciate.  Nei nostri seggi non abbiamo riscontrato problemi, e neanche in altri luoghi del Cairo e del sud dell'Egitto, dove amici e parenti hanno votato tranquillamente.
Comunque sia andata, ormai è fatta.
Brogli o meno ha vinto il SÌ e non possiamo far altro che accettarlo democraticamente.

Come avevamo già detto i partiti laici hanno invitato a votare NO, i Fratelli (non) Musulmani ed il partito salafita Nour invitavano a votare SÌ.
I gruppi di estrema destra (gruppi e non partiti politici) come El Salafeia Jihadeya o i peggiori Tawifkir el Hegra invitavano a votare NO, innanzitutto perché per loro la Costituzione è troppo laica e per nulla islamica e poi per avere possibilità di candidarsi all'Assemblea costituente eletta dal popolo qualora la Costituzione non fosse passata.
Per questi motivi sono rimasti molto delusi dal risultato e già da tempo stanno cercando di imporre le loro regole in giro per l'Egitto senza riscuotere, naturalmente e fortunatamente, successo.
Sono loro infatti i sostenitori della polizia morale, la stessa presente in Iran e in Arabia Saudita, che controlla il rispetto della moralità per le strade.
Si racconta che, nei giorni passati, alcuni membri di questi gruppi abbiano provato "a far rispettare" la moralità soprattutto tra le donne, ricevendo in cambio bastonate e pugni da quelle ritenute "immorali". Uno di questi episodi è avvenuto ad Abu Sir, alle porte di Sakkara, in aperta campagna appena fuori il Cairo, ed un altro a Banha, a circa 50 km a nord del Cairo, sul Delta del Nilo.
Ad Abu Sir, otto componenti del gruppo Tawfikr el Hegra hanno contestato un centimetro di pelle che usciva dalla galabeya di una donna che vendeva frutta al mercato. La donna, insieme ad altre donne del mercato, ha picchiato gli otto uomini facendoli finire in ospedale e alla richiesta delle autorità se volessero o meno denunciare l'accaduto, gli uomini hanno dichiarato di non voler sporgere denuncia.
Stessa sorte riservata ad un gruppo recatosi in un centro di bellezza a Benha incitando le donne "immorali" a smettere di acconciarsi i capelli e truccarsi. Anche in quel caso le donne hanno reagito fisicamente, senza alcuna paura.

Il partito salafita Nour si dichiara completamente estraneo a questi gruppi, che dice di non approvare né finanziare. I Fratelli (non) Musulmani, invece, incitano le donne egiziane a reagire in maniera decisa di fronte a richieste o minacce di qualsiasi tipo da parte di membri di questi gruppi.
Ciò che è certo è che ora più che mai nessuno rimane in silenzio di fronte a situazioni del genere. Mi chiedo, però, perché non si faccia una legge punitiva nei confronti di queste persone.

Tornando alla Costituzione non sono dispiaciuta che sia passata. Nonostante il mondo gridi ad un nuovo Iran o all'inizio della fine, continuo a credere e vedere che questa Costituzione di iraniano o apocalittico non abbia assolutamente nulla.
L'ho letta e riletta, me la sono fatta tradurre in italiano da mio marito ed ho seguito i vari dibattiti televisivi che naturalmente sono sempre di parte. Misr 25, canale della fratellanza, dipinge questa Costituzione come la migliore mai scritta; OnTv e CbC, emittenti degli oppositori, gridano alla fine della libertà e all'inizio della morte dell'Egitto.
Thawrat Badawi, famoso costituzionalista, laico per eccellenza, ha giudicato la Costituzione egiziana "buona e soddisfacente".
Tra tutti, il suo giudizio mi sembra il più bilanciato.

Se analizziamo la Costituzione stessa, leggendola con calma e senza pregiudizi, sicuramente perverremmo allo stesso giudizio di Badawi.
Prima di tutto dobbiamo sfatare la leggenda della Costituzione costruita in quindici ore, come in molti continuano a credere.
La Costituzione approvata dal referendum è la stessa approvata dall'Assemblea costituzionale il 3 ottobre scorso e firmata da Amr Mousa, dalla chiesa copta e da Al-Azhar. Si tratta dell'ultima versione prima che l'Assemblea abbandonasse nuovamente i lavori per protesta.
Il famoso e mal fatto tour de force del 29 novembre è servito a votare la Costituzione e non a rifarla, e questo naturalmente non toglie il fatto che si sia trattato di un'elezione attuata in maniera incompleta, alla presenza di non tutti i membri e con "toppe" qua e là per finire tutto prima possibile.

Al testo della Costituzione dobbiamo dare atto che molte cose presenti adesso non c'erano al tempo di Moubarak.
I cristiani e gli ebrei non erano nominati, così come il reato di tortura e il sostegno alle donne vedove e in difficoltà.
Tra la Costituzione del 1971 e quella attuale c'è una differenza chiara, è stato dato un taglio più umano e vicino al cittadino, con lo stesso sostegno e protezione economica dello SCAF e della magistratura, riferimenti come sempre inviolabili.

Ecco alcuni degli articoli secondo me più importanti ed anche più discussi della nuova Costituzione:

- articolo 2: "L'Arabo è la lingua ufficiale, l'Islam è la religione di stato e la legislazione è basata sui principi della Sharia".
Quest'articolo è identico a quello della costituzione del 1971, nessuna modifica.
Il termine "Sharia" è la vera arma mediatica usata in questi giorni e l'unica parola considerata in tutta la costituzione.
Ma che significa "Sharia"? Nell'immaginario comune significa che le donne dovranno vestirsi coperte dalla testa ai piedi, che nessuno potrà bere alcolici, che gli omosessuali saranno lapidati come gli adulteri e che l'Egitto entrerà nel baratro più nero. In realtà non vuol dire nulla di tutto questo. La parola "Sharia" significa "condotta religiosa" e regola argomenti civili quali, ad esempio, il matrimonio, l'eredità, il divorzio. Non ha nulla a che vedere con le punizioni corporali, la lapidazione, la legge del taglione. La Costituzione ispirandosi alla Sharia vuole trarre spunto per gli argomenti riguardanti il diritto civile e solo ed esclusivamente riferendosi ai musulmani (come specificato nell'articolo 3).
Le punizioni, la pena di morte e le leggi punitive rientrano nello "Hudud" e non sono applicabili con semplicità. Nemmeno in uno Stato realmente islamico, in cui la Sharia fosse la Costituzione (e non ad essa ispirata), si potrebbero applicare le regole dello Hudud che sono applicabili solo ed esclusivamente nel caso in cui uno Stato fosse al 100% socialmente ed economicamente equo. In uno Stato in cui non ci siano poveri, in cui tutti abbiano equamente cibo e benessere. Non mi pare sia il caso dell'Egitto e di nessun altro Stato. Perfino il Profeta Mohammed (pace e preghiera su di Lui) applicò le leggi penali dello Hudud una sola volta nella Sua vita, rendendosi conto che erano impossibili da attuare.
L'Iran ad esempio, utilizza l'Hudud come leggi penali, nonostante sia "contro l'Islam", ma lì sono gli Ayatollah a dettare le regole.
Qui, in Egitto, il codice penale non c'entra nulla con lo Hudud;

- articolo 3: "La Sharia cristiana e la Sharia ebraica sono i principi su cui vengono regolati gli affari religiosi, gli statuti personali e la scelta di guida spirituale per gli egiziani appartenenti a queste religioni".
Questo significa che nessun egiziano copto dovrà seguire le leggi islamiche contro la propria volontà e che la legge garantisce (come d'altronde è sempre stato) che ognuno segua i precetti della propria religione;

- articolo 4: "Al-Azhar è un organo islamico indipendente, con autonomia nei suoi affari interni, con la responsabilità di predicare l'Islam, la teologia, la lingua araba in Egitto e nel mondo. Dovrà essere consultato nell'ambito della legge islamica (la Sharia islamica). Il Grande Mufti non può essere destituito. Il metodo di scelta deve avvenire tra i membri di Al-Azhar. Lo Stato deve assicurare sufficienti fondi ad Al-Azhar per raggiungere i suoi obiettivi".
Quest'articolo non era presente nella Costituzione del 1971. Prima d'ora era il Presidente a scegliere chi fosse e chi non fosse il Gran Mufti. Inoltre quest'articolo specifica che è Al-Azhar a dover essere interpellato in caso di attuazione della Sharia, come d'altronde avveniva già in passato;

- articolo 9: "Lo Stato deve garantire eguali opportunità e sicurezza a tutti i cittadini senza nessuna discriminazione";

- articolo 10: "La famiglia è la base della società ed è fondata sulla religione, sulla moralità e sul patriottismo. Lo Stato deve preservare la genuinità della famiglia egiziana, la stabilità e proteggerne i valori morali. Lo Stato deve assicurare servizi sanitari gratuiti alla mamma e al bambino e deve essere in grado di conciliare i diritti della donna tra la sua famiglia e il suo lavoro. Lo Stato deve fornire sostegno speciale alle donne capofamiglia, alle vedove e alle donne divorziate".
Quest'articolo, che trovo ottimo, è stato invece contestato dai partiti liberali in quanto la Costituzione considererebbe la donna solo come madre di famiglia, cosa che chiaramente non è. Inoltre, e finalmente direi, a parte il sostegno sanitario gratuito, c'è anche il sostegno alle vedove e alle donne divorziate. Non tutti sanno, e forse neanche i vari Sabbahi e Baradei, che le donne egiziane divorziate che vivono nelle campagne e nei villaggi desertici o rurali hanno una vita a dir poco infernale. Conosco personalmente giovani donne divorziate che oltre a non riuscire più a maritarsi (è raro, in quelle zone, che una donna divorziata si risposi), sono impossibilitate a lavorare o a spostarsi anche per pochi chilometri, da sole. Il fatto che queste donne, vittime dell'ignoranza e dell'indifferenza, vengano finalmente considerate, è un gran passo in avanti.
Credo sia importante vedere le cose dal punto di vista della gente di questo paese e non da quello occidentale, perché per noi potrebbe essere facile divorziare, andare a vivere da sole e rifarsi una vita. Per le donne egiziane, divorzio è sinonimo di una tomba dentro casa senza la minima indipendenza;

- articolo 16: "Lo Stato è impegnato nello sviluppo della campagna e del deserto, impegnandosi a migliorare il livello di vita dei contadini e della gente del deserto ( i beduini)".
Ho già affrontato, una volta, l'argomento delle terribili condizioni di vita delle campagne del sud. Spero di cuore che finalmente molte persone ritornino visibili agli occhi del paese, visto che fino ad oggi nessuno le considerava;

- articolo 20: "Lo Stato deve proteggere le sue coste, i mari, i corsi d'acqua e i laghi, preservare monumenti e riserve naturali, e rimuovere eventuali abusi".
Quest'articolo è importante non solo per le coste e i mari ma per i monumenti, visto che ogni tanto qualche salafita propone soluzioni incredibili quali cera o lenzuoli vari per coprire opere d'arte;

- articolo 35: "Tranne i casi di delitto in fragrante, nessuna persona può essere arrestata, sospettata o impedita di muoversi se non dopo un ordine della corte. Chiunque venga arrestato deve essere informato entro 12 ore del motivo dell'arresto per iscritto ed il motivo deve essere presentato entro 24 ore alla corte. Deve essere interrogato solo in presenza di un avvocato e deve essere a lui provveduto un avvocato in caso di necessità. Chi viene arrestato ha diritto di appellarsi alla corte contro le misure d'arresto";

- articolo 36: "Chiunque venga arrestato, detenuto o fermato, deve essere trattato con dignità umana. Torture fisiche o mentali non devono essere inflitte. Solo luoghi igienicamente ed umanamente adeguati potranno essere usati per la detenzione. Le violazioni di queste norme possono portare alla detenzione. Ogni dichiarazione ottenuta in una delle situazioni qui sopra non rispettate verrà considerata nulla ed inutile".
Gli articoli 35 e 36 mi riportano indietro ai tempi di Moubarak, quando la polizia al solo fine di stilare rapporti arrestava ragazzi che avevano come unica colpa quella di non avere la carta di identità, facendoli sparire per giorni e senza spiegazioni. Giovani morti nelle questure o nelle carceri, a suon di botte o di stenti, senza aver fatto nulla.
Questa legge è una rivoluzione in sé, una vittoria e chi ha lottato per la rivoluzione dovrebbe saperlo benissimo.
È un articolo che uccide l'arma di terrore per decenni usata dal regime di Moubarak: la polizia e il suo potere illimitato;

- articolo 44: "Insultare uno dei messaggeri e profeti di qualsiasi religione è proibito".
Questo articolo, visto come "limitazione della libertà è, secondo me, solo un invito al rispetto di tutte le religioni;

- articolo 45: "La libertà di pensiero e opinione è inviolabile. Ogni individuo ha la libertà di esprimere la propria opinione e diffonderla verbalmente, in maniera scritta o illustrata, o in qualsiasi altra maniera di espressione".
In un passato in cui libri ed immagini venivano censurati, così come canzoni o pensieri, credo che anche questo sia un ottimo articolo;

- articolo 48: "La libertà della stampa, dei media e dei giornali deve essere garantita. I media devono essere liberi e indipendenti di servire la comunità esprimendo differenti opinioni nell'opinione pubblica, e contribuire a formare e dirigere in conformità con i principi fondamentali dello Stato e della società, e di mantenere i diritti, le libertà e i doveri pubblici, nel rispetto della vita privata dei cittadini e delle esigenze di sicurezza nazionale. La chiusura o la confisca dei mezzi di comunicazione è vietata se non con un ordine del tribunale. Il controllo sui media è proibito, ad eccezione della censura specifica che può essere imposta in tempo di guerra o di mobilitazione pubblica";

- articolo 50: "I cittadini hanno il diritto di organizzare incontri pubblici, cortei e manifestazioni pacifiche, disarmate e sulla base delle regole della legge. Il diritto di riunione privata è garantito senza necessità di preavviso. Le forze dell'ordine non devono partecipare o intercettare tali riunioni private".
Naturalmente quest'articolo non c'era ai tempi di Moubarak, quando più di tre persone ferme per strada venivano fermate ed arrestate;

- articolo 70: "Ogni bambino, dalla nascita, ha diritto ad un nome proprio, alle cure della famiglia, ad un'adeguata nutrizione, all'alloggio, ai servizi sanitari e religiosi e allo sviluppo emotivo e cognitivo. Lo Stato cura e protegge il bambino in caso di perdita della famiglia. Lo Stato, inoltre, tutela i diritti dei bambini disabili e la loro riabilitazione e integrazione nella società.
Il lavoro minorile è vietato prima della fine dell'età d'istruzione obbligatoria e successivamente in situazioni di lavoro non adatte all'età o che impediscono al bambino una corretta formazione. Un bambino può essere arrestato per un periodo specifico e deve essere provvisto di assistenza legale e di un luogo comodo e separato dagli altri, in base al sesso, all'età e al tipo di reato e deve essere tenuto lontano dai luoghi di detenzione per adulti".
Quest'articolo, che molti dicono non proibisca il lavoro minorile, in realtà considera il lavoro possibile per i ragazzini che hanno terminato gli studi obbligatori, ovvero la terza media (16 anni circa, visto che qui c'è la sesta elementare). Obbligare un bambino ad attendere la maggiore età per lavorare sarebbe naturalmente giusto, ma rapportato alla situazione di molte famiglie, che devono contare sul lavoro di un figlio per sopravvivere, forse l'età scolare obbligatoria non è il male assoluto sempre se poi il lavoro si addica all'età del ragazzino;

- articolo 219: "I principi della Sharia islamica contengono elementi di importanza generale, le regole fondamentali, le regole di giurisprudenza e le fonti credibili accettate dalle dottrine sunnite e dalla maggioranza della comunità".
Quest'articolo, che si collega all'articolo 2, specifica a quale Sharia islamica ci si stia riferendo. L'Islam è diviso in sunnita e sciita. La popolazione egiziana è a maggioranza sunnita e quest'articolo specifica che la Sharia da seguire per i cittadini di religione islamica è quella sunnita basata sulle quattro scuole religiose islamico-sunnita (Hanafita – Melekita – Hembalita - Shafaita);

- articolo 226: "La carica presidenziale si esaurisce quattro anni dopo la data d'insediamento. Il presidente può essere rieletto una sola volta".
Quindi se tutto va bene, non avremmo più presidenti trentennali.

- articolo 232: "I leader del disciolto Partito Nazionale Democratico (quello di Moubarak) saranno esclusi dal lavoro politico e sarà loro proibito partecipare alle elezioni presidenziali e legislative per un periodo di dieci anni a partire dalla data di approvazione della presente Costituzione. Ciò è valido per tutti coloro che erano membri della segreteria del partito, del Comitato politico o dell'Ufficio politico, o che sono stati membri dell'Assemblea del popolo o del Consiglio della Shura durante i due mandati legislativi precedenti la rivoluzione del 25 gennaio".
Quest'articolo, importantissimo al fine di tagliare le radici definitivamente del vecchio regime, non è andato giù a moltissimi personaggi politici, uno fra tutti Shafiq, che nei giorni degli ultimi scontri incitava dal suo lussuoso appartamento a Dubai a votare NO a tutti i costi.

Questi articoli sono solo alcuni dei 236, che potete leggere in inglese e in arabo.

Venerdì 29 dicembre Morsi ha tenuto un discorso di fronte la Camera alta, composta da 90 membri di cui 75 sono personaggi appartenenti alle organizzazioni femminili, alla chiesa copta e ai partiti laici e liberali. Solo 15 i membri provenienti dai partiti islamici.
Il 27 dicembre i superpoteri di Morsi sono passati ufficialmente a loro.

Intanto il partito salafita Nour sta per spaccarsi in due, dando vita ad un altro partito chiamato Watani (nazionale) di cui potranno far parte anche gli egiziani copti.
L'altro ieri, in un congresso tenutosi in Egitto sul turismo e lo sviluppo economico, il portavoce del partito salafita Nour, Nader Bakkar, ha affermato che uno dei punti principali dell'economia dell'Egitto è il turismo che deve essere risollevato in qualsiasi maniera. Il turismo, ha affermato, deve essere libero e di ogni tipo, senza alcuna restrinzione, né per gli alcolici né per l'abbigliamento.

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Sebbene il turismo in Egitto sia aumentato rispetto al Capodanno dell'anno scorso, non ha raggiunto i livelli di una volta. Quello italiano, che accennava a riprendersi, è nuovamente calato dopo gli ultimi avvenimenti delle settimane scorse.

Questo è il mio ultimo post dell'anno.
Siamo sopravvissuti ai Maya e a Morsi (finora), speriamo di farcela meglio l'anno prossimo.
Auguro a tutti voi che mi leggete un anno pieno di soddisfazione e serenità ed auguro al mio Egitto pace, unità e giustizia per tutti.

Jasmine Isam
Jasmine Isam è nata a Roma da padre egiziano e madre italiana. Dal 1997 vive al Cairo con il marito archeologo col quale gestisce un’agenzia di viaggi. Mamma di due bambini sostiene la Rivoluzione alla quale partecipa in piazza e attraverso un suo blog che stiamo ospitando.

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