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Yemen, la comunità delle “donne delle microreti solari” tra guerra civile e COVID-19

5 Gennaio 2021 6 min lettura

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Yemen, la comunità delle “donne delle microreti solari” tra guerra civile e COVID-19

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Prima che iniziasse la guerra civile in Yemen reperire cibo e carburante era già un'impresa. Solo il 23% della popolazione aveva accesso a fonti di energia.

Oggi, a quasi cinque anni dall'inizio del conflitto, più dell'80% della popolazione ha bisogno di qualche genere di assistenza e più della metà delle comunità rurali non ha accesso all'energia elettrica poiché i prezzi dei combustibili fossili continuano ad aumentare e gli embarghi rendono il carburante ancora più difficile da acquistare.

Con la diffusione della COVID-19 la crisi si è ulteriormente aggravata.

Più di due famiglie su cinque sono state private della fonte primaria di reddito e a pagarne il prezzo più alto sono le donne che subiscono danni maggiori rispetto agli uomini.

«Le donne devono occuparsi solo dei lavori domestici», ha detto ad Al Jazeera Huda Othman Hassan, una giovane donna di Abs, nel distretto rurale di Bani Qais, a nord-ovest dello Yemen, vicino al confine con l'Arabia Saudita.

«Nonostante fossimo istruite e laureate, fino a qualche tempo fa non avevamo potere decisionale né potevamo lavorare.»

Grazie al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) da più di un anno e mezzo Othman, insieme ad altre nove donne, gestisce ad Abs una microrete solare che si trova a soli 32 chilometri dal fronte di una guerra che ha ucciso decine di migliaia di persone e ha causato oltre 3,3 milioni di sfollati.

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Oltre al gruppo di imprenditrici, altri due nuclei hanno ricevuto in dotazione una stazione di microreti solari che sono situate ad Abs e nel governatorato di Lahij, nel sud del paese. Entrambe sono gestite da dieci giovani uomini, il 30% dei quali sfollati.

Tutte e tre gli impianti – prime fonti di energia gestite privatamente nello Yemen – producono e vendono energia pulita e sostenibile ai residenti locali a un prezzo notevolmente vantaggioso. Se fino a qualche tempo prima la fornitura di energia costava 0,34 centesimi di euro all'ora, con le microreti il prezzo si è abbassato fino a 0,016 centesimi, abbattendo del 65% il costo delle bollette.

Il risparmio ha generato un enorme beneficio sull'economia di famiglie e attività commerciali permettendo alle persone non solo di poter continuare a lavorare dopo il tramonto, ma anche di guadagnare di più.

«Nella mia comunità, andavamo a dormire alle sette di sera. Ora possiamo svolgere molte attività di notte», racconta Iman Ghaleb Al-Hamli, direttrice della stazione di Abs.

«Una donna ha venduto una delle sue pecore per comprare una macchina da cucire per lavorare a casa di notte, dopo aver messo i figli a letto.»

Secondo quanto riferito da Al Jazeera, grazie alle microreti solari, 2.100 persone hanno potuto utilizzare i propri risparmi per creare piccole imprese. Ad oggi circa 10.000 yemeniti hanno beneficiato dell'energia fornita dalle tre stazioni.

Prima di potersi approvvigionare dalla microrete solare, la comunità di Othman non era in grado di accedere all'energia a causa dei costi elevati. La maggior parte delle persone, infatti, utilizzava una torcia o una lampadina da cinque watt con una piccola batteria.

Con la microrete solare non solo si garantisce un risparmio economico notevole fornendo energia pulita e rinnovabile, alternativa a quella inquinante prodotta dai generatori diesel, ma si aiutano anche le donne a guadagnare un reddito stabile e ad acquisire nuove competenze professionali.

Lo Yemen è, infatti, il fanalino di coda nell'indice sull'uguaglianza di genere delle Nazioni Unite con opportunità di lavoro molto limitate, soprattutto nelle zone rurali. Per questo motivo la possibilità di gestire un progetto innovativo ha cambiato letteralmente la vita di chi se ne sta occupando.

«All'inizio ci prendevano in giro perché ci dicevano che volevamo fare un lavoro da uomini. Ora che siamo imprenditrici la comunità ci rispetta. Vengono alla stazione e ci chiedono se ci sono opportunità di lavoro perché vogliono che le loro donne partecipino al progetto. Stiamo raccogliendo consensi come “le ragazze della microrete”», ha detto Ghaleb.

«Ho acquisito competenze tecniche, come caricare le batterie, collegare i cavi, misurare la potenza e convertirla da corrente continua a corrente alternata e controllare la capacità in KW", ha spiegato Amena Yahya Dawali, funzionaria tecnica presso la stazione di Abs.

Durante i venti giorni di formazione, oltre ad aver acquisito competenze tecniche le donne hanno appreso anche conoscenze aziendali e finanziarie.

Il programma è sostenuto anche dall'Unione Europea e implementato dalla Sustainable Development Foundation (SDF) e CARE International.

«Il progetto ci ha dato fiducia in noi stesse, per poter partecipare attivamente nella società e ha infranto la linea di confine nel rapporto con gli uomini», ha aggunto Dawali. «Adesso contribuiamo attivamente al budget mensile della famiglia per acquistare cibo e altre necessità».

Alcuni credevano che il programma fallisse a causa della sofisticata conoscenza richiesta e della relativa inesperienza degli operatori delle strutture. Dopo più di un anno tutte e tre le microreti solari funzionano a pieno regime garantendo un modello prezioso per la creazione di posti di lavoro in un paese affamato dalla guerra civile e ormai senza infrastrutture.

«Le centrali elettriche esistenti non funzionano più e l'attuale infrastruttura di trasporto dell'energia non arriva alle aree rurali» ha dichiarato Arvind Kumar, project manager dell'UNDP per lo Yemen.

«Le aree rurali sono il cuore dell'economia dello Yemen, dove agricoltura, acqua, servizi pubblici ed economia locale dipendono in gran parte dai combustibili fossili. Senza reddito, lavoro e con il prezzo del petrolio in aumento, le comunità rurali avrebbero continuato a lottare per reggersi in piedi. In questo contesto, le microreti solari, che siano piccole o medie, sono la strada da seguire.»

All'inizio del 2020, il progetto della microrete gestita dalle donne in Yemen è stato insignito del premio annuale dell'organizzazione benefica per l'innovazione climatica Ashden, che ha sede a Londra e che opera nel campo dell'energia sostenibile e dello sviluppo.

«Le ONG locali credevano che il progetto avrebbe dovuto affrontare enormi sfide perché è altamente tecnico e queste donne non avevano mai fatto nulla di lontanamente simile», ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione.

«È stato detto che se si aveva intenzione di mettere una costosissima attrezzatura nelle mani di persone che non l'avevano mai fatta funzionare il progetto si sarebbe concluso entro quattro mesi. Oggi, a più di un anno, la rete funziona ancora, producendo energia e reddito. Nulla è stato rubato o vandalizzato. La comunità ne vede i vantaggi e lo protegge».

Il successo della prima fase del progetto UNDP mostra una possibile soluzione al problema della scarsa energia nello Yemen. L'UNDP è attualmente impegnato a trovare finanziamenti per creare altre 100 microreti solari per mantenere aperti ospedali e scuole durante il conflitto e la pandemia.

Da quando è iniziata la guerra entrambe le parti hanno cercato di limitare l'accesso reciproco ai combustibili fossili da cui dipende lo Yemen. Le forze della coalizione filo-governativa guidata da Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti hanno impedito alle navi autorizzate dall'ONU di attraccare e scaricare nel nord. Sull'altro fronte i ribelli guidati dagli Houthi hanno recentemente sospeso i voli umanitari per Sana'a, la capitale del paese.

«La parte più importante di questa iniziativa è vedere i beneficiari non più vulnerabili e dipendenti dagli aiuti umanitari poiché ora hanno un modo sostenibile per produrre reddito», ha detto Kumar.

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Le microgrid solari dell'UNDP sono una fonte di speranza perché consentono alle comunità yemenite di costruire un futuro migliore e più sostenibile per gli anni a venire.

«Il futuro è promettente», afferma la direttrice della microrete Ghaleb. «Il nostro sogno è stato realizzato con questa prima stazione. Adesso aspiriamo a coprire l'intera regione.»

foto anteprima via UNDP Yemen

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