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Le proteste contro le misure anti-covid: un fenomeno globale tra paure, disinformazione e infiltrazioni di estrema destra

10 Settembre 2020 17 min lettura

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Le proteste contro le misure anti-covid: un fenomeno globale tra paure, disinformazione e infiltrazioni di estrema destra

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Lockdown, restrizioni, limiti ai propri movimenti. Negli ultimi mesi per contrastare la pandemia di COVID-19, i cittadini di molti paesi nel mondo hanno dovuto rispettare misure di distanziamento, blocchi di attività lavorative e scolastiche e obblighi di prevenzione – come indossare una mascherina – stabiliti (in modalità e tempistiche differenti) dai rispettivi governi centrali e locali. 

Prima e durante l’allentamento delle restrizioni, una minoranza della società ha iniziato però a scendere in strada per protestare contro queste misure – ritenute un attacco alle libertà personali – e le loro conseguenze negative per l'economia. Simili manifestazioni, cresciute e diffusesi negli ultimi mesi, si sono registrate in più parti del mondo – ad esempio negli Stati Uniti d’America, in Canada, in America latina, nel Regno Unito, in Germania, in Francia, in Spagna, in Italia, in Australia, ecc –, diventando un "fenomeno globale". In molti casi però sono state alimentate anche da infondate teorie cospirative (vecchie e nuove) che hanno creato un’ondata di disinformazione e notizie false sul virus, con diversi gruppi di estremisti (in particolare di destra) che hanno cercato di capitalizzare il sentimento di totale sfiducia verso le istituzioni tra i partecipanti a queste proteste per rafforzare la propria causa.

Per questo motivo, tutti questi raduni e movimenti, pur nelle specificità dovute alle realtà differenti in cui nascono, presentano elementi in comune da non sottovalutare e da non liquidare come semplici fenomeni da baraccone, ma da analizzare per capire cosa abbiamo di fronte a noi.

La grande protesta in Germania, tra il paradosso della prevenzione e il rischio estrema destra

L’approccio rapido e organizzato della Germania, a inizio pandemia, è stato lodato per esser riuscito a controllare l’epidemia. Questo successo però non ha impedito la nascita di uno dei più importanti movimenti di protesta anti restrizioni in Europa. Come spiega infatti Thorsten Quandt, professore all'Università di Münster che ha svolto ricerche sulle cospirazioni sulla pandemia legate ad ambienti di destra, «i virologi dicono che non c'è gloria nella prevenzione. Se le misure di prevenzione hanno successo, infatti, la gente non vede più il pericolo» e non ne riconosce i meriti. 

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Sabato 29 agosto, lungo le strade del centro di Berlino hanno manifestato contro il governo e le suo politiche anti-covid decine di migliaia di persone (dalle 20 mila alle 40 mila) provenienti anche da altre parti del paese e dall'estero. Una grande manifestazione chiamata “Giornata della libertà” e con le stesse motivazioni si era svolta il 1 agosto sempre nella capitale tedesca. Eventi che hanno alimentato nel paese polemiche e dibattiti sui confini tra il diritto di assemblea e la protezione della salute pubblica. 

Entrambe le manifestazioni berlinesi sono stati organizzate – grazie anche all’utilizzo di gruppi e pagine social e di app di messaggistica – da “Querdenken 711” (“Pensiero laterale 711”), gruppo nato a Stoccarda (0711 è il prefisso della città del sud-ovest della Germania) e fondato dall’imprenditore e candidato sindaco Michael Ballweg, che da mesi pianifica simili eventi di protesta. L’adesione è cresciuta nel tempo: si è passati dalle circa 50 persone di metà aprile a Stoccarda, alle decine di migliaia di oltre tre mesi dopo nella capitale tedesca. In una sezione del sito di "Querdenken 711" diversi video – in inglese, spagnolo, francese e italiano – invitano le persone alla partecipazione: “(...) Dobbiamo stare insieme per i nostri diritti. Noi possiamo decidere come vogliamo vivere e non il governo”. Nel proprio manifesto l’organizzazione chiede la revoca delle restrizioni decise dal governo perché ritenute un attacco alle proprie libertà personali garantite dalla Costituzione tedesca, dichiara di essere apartitica e di non escludere “alcuna opinione”. Nel sito viene inoltre specificato: “Siamo democratici. Le idee estremiste di destra, estremiste di sinistra, fasciste, disumane non hanno posto nel nostro movimento. Lo stesso vale per qualsiasi tipo di violenza” e compaiono anche indicazioni su come ottenere l’esenzione dall’utilizzo della mascherina, ritenuta un simbolo di schiavitù, su come parlare con gli agenti di polizia durante i raduni e su come ottenere aiuto legale in caso di arresto nel corso delle proteste.

Queste proteste hanno visto la presenza di una grande folla estremamente variegata: si va dai cittadini semplicemente contrari alle misure prese dal governo, agli scettici o negazionisti del nuovo coronavirus, ai complottisti e cospirazionisti legati a diverse teorie, fino agli antivaccinisti. Una studentessa di 22 anni presente alla manifestazione ha dichiarato ad AFP: «Siamo qui per dire: dobbiamo stare attenti! Crisi del coronavirus o no, dobbiamo difendere le nostre libertà». Vari sono stati gli slogan scanditi durante la protesta, racconta Kate Brady su Deutsche Welle: “Non dare una possibilità a Bill Gates" (dall’inizio della pandemia Bill Gates è finito al centro di bufale e attacchi per il suo impegno nella lotta al virus e per il suo sostegno, anche finanziario, ai vaccini), "Basta con la museruola!", "Nessuna vaccinazione obbligatoria!". In occasione dell'ultima protesta berlinese, poi, diversi giornalisti sono stati filmati da alcuni manifestanti in maniera incessante, anche quando non facevano interviste ma, ad esempio, mangiavano. Nei mesi precedenti, durante altre proteste anti lockdown, sono stati registrati diversi atti di violenza verso i giornalisti. La mancanza di fiducia verso la stampa, ritenuta un organo di propaganda e falsità, è infatti un atteggiamento fortemente presente nei raduni organizzati da "Querdenken 711".

Accanto a bandiere arcobaleno o con il volto  di Gandhi, si sono visti poi anche diversi simboli e bandiere legate a gruppi politici e movimenti di estrema destra. A maggio Thomas Haldenwang, il presidente dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), aveva avvertito del tentativo da parte di gruppi estremisti, «in particolare quelli di destra», di sfruttare le manifestazioni contro le misure anti-covid per veicolare le proprie posizioni. In vista del 29 agosto diversi esponenti di gruppi di estrema destra si sono mobilitati per sostenere e appoggiare attraverso i propri canali social la manifestazione. Il giorno prima dell’evento a Berlino, inoltre, sempre il BfV ha dichiarato che gli inviti a partecipare alla mobilitazione da parte dell'estrema destra erano stati più ampi e più intensi rispetto al precedente raduno del primo agosto. 

La giornata di sabato 29 – in mattinata era stato sciolto dalla polizia di Berlino un raduno perché non venivano rispettate le misure di distanziamento per prevenire eventuali contagi – ha visto migliaia di persone protestare in modo pacifico. La cronaca dei fatti ha però registrato anche diversi scontri con la polizia, con lanci di pietre e bottiglie, che secondo le autorità sarebbero stati causati da agitatori di destra. Nel tardo pomeriggio, poi, circa 300-400 persone, in parte appartenenti a gruppi di estrema destra, hanno superato le barriere predisposte e raggiunto la scalinata esterna del Palazzo del Reichstag, sede del parlamento federale tedesco, per poi essere fermate dalla polizia sulla porta di ingresso. Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica federale tedesca, ha definito il gesto un “attacco inaccettabile al cuore della nostra democrazia". Alla fine della giornata la polizia ha arrestato 316 persone.

Nei giorni successivi il presidente del BfV ha dichiarato che gli estremisti di destra e i membri del "Reichsbürger" (ndr, noti anche come “i cittadini del Reich”: movimento che non riconosce l’autorità dello Stato tedesco, che vede tra i propri sostenitori anche antisemiti e nazisti e ritenuto dall’intelligence interna affine all’uso di armi e violenza) erano riusciti a occupare uno spazio di risonanza nella mobilitazione, «sfruttando gli eventi di protesta eterogenei». Per questo motivo, secondo Haldenwang, le preoccupazioni delle autorità espresse in precedenza sembrano essere state confermate: «Stiamo studiando da vicino se la fusione di diversi gruppi di estrema destra stia assumendo una dimensione ancora più ampia e se questi attori stiano diventando capaci di connettersi tra loro». Per il vice presidente del sindacato di Polizia, Jörg Radek, dalle prime manifestazioni in poi, l'influenza dei gruppi estremisti di destra sul movimento di protesta si è consolidata: «La destra sta per dirottare completamente il movimento». Il 10 settembre il capo dei servizi di intelligence dello stato di Berlino, Michael Fischer, ha detto che alle proteste hanno partecipato tra i 2500 e 3000 estremisti di destra e "cittadini del Reich".

Michael Ballweg, fondatore di “Querdenken 711”, ha preso le distanze dal tentativo di assalto alla sede del Parlamento tedesco da parte di qualche centinaio di manifestanti: «Non hanno nulla a che fare con il nostro movimento». Sempre Ballweg, in una sucecssiva intervista settembre all’emittente televisiva Südwestrundfunk (SWR), è tornato sulle critiche ricevute per la presenza di estremisti di destra alle manifestazione di agosto, ribadendo che il movimento è democratico e che “né le idee estremiste di sinistra né quelle di destra” hanno posto al suo interno. Ballweh ha inoltre detto che essendo grandi raduni pubblici, non è possibile controllare tutte le persone che partecipano e ha chiesto a coloro che prenderanno parte alle prossime manifestazione di «prestate attenzione a partecipanti di quel genere (...)».

Per Simon Teune, sociologo all’Università tecnica di Berlino e studioso del movimento, però, gli organizzatori dietro a "Querdenken 711" in passato hanno dimostrato «di non avere paura del contatto con i negazionisti dell'Olocausto e con i cospirazionisti». La presenza di estremisti, secondo lo studioso, potrebbe comunque creare un deterrente in futuro sulla partecipazione di altri manifestanti. Durante l’evento del 29 agosto, ci sono state diverse contro manifestazioni in cui si contestava ai manifestanti anti lockdown di protestare “a fianco dei nazisti”.

Come stessi slogan e cospirazioni si propagano in altre piazze anti-covid europee

Sentimenti, situazioni e dinamiche simili si sono verificate anche in molte altre manifestazioni anti restrizioni nel mondo. A fine agosto, migliaia di persone si sono radunate anche a Trafalgar Square, nel centro di Londra, per protestare contro le misure anti-covid. Una manifestante di 36 anni ha dichiarato al Guardian di essere presente per «sostenere il movimento per la libertà» e per «creare consapevolezza»: «Sento che la maggior parte delle persone è stata ingannata». 

Anche in questo caso, riportano i media, gli slogan e le richieste dei partecipanti sono stati variegati: cartelli con la scritta "bufala COVID", "nessun vaccino obbligatorio", "nessun blocco", attacchi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definita “World Hoax Organization” (Organizzazione mondiale dell'inganno) e a Bill Gates e riferimenti alla teoria cospirazionista priva di fondamento scientifico secondo cui ci sarebbe un collegamento tra 5G e il virus.

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Dal palco della protesta, racconta ancora il Guardian, è stata negata la gravità della pandemia e il governo è stato accusato di aver tentato di limitare le libertà civili. David Icke – 68 anni, ex calciatore e noto sostenitore di diverse teorie del complotto infondate sul nuovo coronavirus (Facebook e Youtube hanno rimosso le sue pagine e i suoi profili per aver pubblicato continuamente disinformazione sull’epidemia di COVID-19 ) e negazionista dell’Olocausto – ha detto ai manifestanti presenti in piazza di essersi riuniti «perché una malattia pericolosa, una malattia mortale si sta diffondendo su questa terra e in questo mondo. Non è la COVID-19… è il fascismo!». «Vogliono renderci schiavi. Pensano che siamo pecore, che accetteremo tutto senza combattere. Beh, si sbagliano», gli ha fatto eco un manifestante. 

Channel 4 spiega che dietro l’organizzazione della manifestazione a Londra ci sono state diverse sigle e che in alcuni casi non risulta ancora del tutto chiaro chi vi sia impegnato: “Una pagina di crowdfunding che ha raccolto più di 14.000 sterline per organizzare l'evento, lo descrive come ‘uno sforzo di collaborazione tra molti gruppi, tra cui: #StopNewNormal #FreePeopleAlliance #SaveOurRights #StandUpX #CollectiveAction Against BillGates e molti altri che stanno lavorando con noi’". Tra quelle note, ad esempio, "StandUpX" divulga tramite il proprio sito affermazioni controverse o false sulla pandemia: si  equipara il sistema di tracciamento delle persone positive nel Regno Unito alle attività della Gestapo, la polizia segreta nazista; si diffondono false notizie sulle attività della Bill & Melinda Gates Foundation, fondazione privata benefica a sostegno, tra le altre cose, della ricerca di un vaccino contro il nuovo coronavirus

Tra le figure che hanno parlato dal palco dell’evento ci sono stati esponenti di partiti euroscettici di destra, personalità legate al mondo antivaccinista e coloro che promuovono false pratiche di prevenzione contro il nuovo coronavirus, racconta James McMahon su Vice UK. Nel suo reportage il giornalista spiega che a colpirlo però è stata la tipologia della maggior parte delle persone presenti in piazza: “Se una volta chi credeva nella cospirazione era descritto come diverso, solitario e disadattato sociale, non c'è differenza in questo caso tra questa folla e ciò che potresti vedere in un qualsiasi altro sabato in un centro commerciale o nel parco. Persone di tutte le età sono qui. Di tutte le etnie”. Il collante che unisce le persone presenti sembra essere formato da due stati emotivi: rabbia e paura. “Incontro persone che hanno paura di perdere il lavoro, persone che sono state licenziate”. 

Sempre il 29 agosto anche a Parigi si è svolto un raduno anti lockdown. La presenza dei manifestanti è stata però nettamente inferiore rispetto agli eventi di Berlino e Londra. Le Monde parla di qualche centinaio di persone che si sono radunate a Place de la Nation. Secondo uno studio basato su un'analisi di diversi gruppi Facebook francesi a sostegno delle proteste, le caratteristiche che accomunano queste persone sono una sfiducia nei confronti delle istituzioni politiche e mediatiche, un rifiuto degli obblighi e delle élite, una permeabilità alle teorie del complotto e un utilizzo privo di analisi critica dei social network.

Anche in questo raduno gli slogan sono stati contro l’uso delle mascherine definite come “la porta verso la dittatura mondiale”, contro la “dittatura sanitaria”, per la “libertà di scelta”, contro i vaccini, il 5G, e George Soros – al centro da anni di teorie cospirative prive di fondamento portate avanti in particolare da ambienti di estrema destra.

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Quella della “dittatura sanitaria” è un slogan ripetuto in molte di queste manifestazioni. Non ha fatto eccezione quella svoltasi lo scorso 5 settembre a Roma contro le misure decise dal governo Conte II. 

In piazza della Bocca della Verità, circa 1500 persone (secondo la Questura) hanno affermato di «essere il popolo», chiesto di «liberare i bambini da questa dittatura» e denunciato che la verità sulla pandemia «non ci è stata detta in modo totale». A sostegno dell’evento vari gruppi, tra cui antivaccinisti, contrari al 5G, associazioni che si richiamano alla famiglia come “Madri in Rivolta” e “Popolo delle Mamme”. Quest’ultima – che conta un gruppo privato su Facebook con oltre 25 mila iscritti – nel proprio sito sostiene “che il Governo stia illegittimamente limitando le libertà personali e i diritti inalienabili dei cittadini, previsti dai trattati internazionali e garantiti dalla Costituzione” e che “tali limitazioni danneggiano soprattutto la fascia più debole della nostra società: i bambini”.

Tra gli oratori presenti sul palco anche Giuliano Castellino di Forza Nuova (formazione neofascista), condannato lo scorso luglio in primo grado a 5 anni e 6 mesi per l’aggressione a due giornalisti durante l’anniversario degli omicidi di via Acca Larentia a Roma). Presente in piazza anche la deputata, ex Movimento 5 stelle, Sara Cunial, sostenitrice di svariate teorie del complotto. Un identico copione è andato in scena il giorno successivo a Padova durante un'altra manifestazione "contro il governo che con le misure anti-covid metterebbe in pericolo la libertà e l'autodeterminazione del popolo in favore di non ben precisati poteri forti che vorrebbero 'mettere le mani sulla libertà delle persone'", riporta l'Ansa. Anche in questo caso, si è registrato un episodio di violenza nei confronti di giornalisti.

Il richiamo alla "protezione dei bambini" è un altro tema che rimbalza da una manifestazione all’altra e che trova in parte origine in una nuova teoria del complotto priva di fondamento: "QAnon". Cartelli, slogan e riferimenti a questa teoria del complotto nata nel 2017 negli Stati Uniti d’America – secondo cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarebbe impegnato in una guerra segreta contro una potente élite di pedofili adoratori di Satana – sono comparsi in questi differenti raduni. La BBC spiega che “c'è stata a lungo una sovrapposizione tra influencer di QAnon e cospirazionisti sulla pandemia, ma le proteste a Londra e in altre città in tutto il mondo sono state la più grande dimostrazione offline dei loro crescenti legami”. Secondo Jovan Byford, psicologo alla Open University, «l'abuso sui minori è l'incarnazione della depravazione sessuale e morale, qualcosa di indiscutibilmente demoniaco. Per questo, inglobandolo nella teoria [cospirativa] aiuta a portare l'idea della mostruosità e dell'iniquità dei cospiratori fino all'assoluto e indiscutibile estremo».

Il sostegno di Trump e il ruolo delle milizie antigovernative: le proteste negli Stati Uniti d'America

Anche negli Stati Uniti d’America le proteste anti lockdown si sono contraddistinte per essere contenitori di svariate recriminazioni. Rachel Meade sul Washington Post racconta come queste manifestazioni siano nate nel Michigan per poi propagarsi nel resto del paese. “A metà aprile – scrive la giornalista – un certo numero di persone che si opponevano alle restrizioni dello Stato (ndr, decise dalla governatrice democratica Gretchen Whitmer) hanno aperto diverse pagine Facebook. Una di queste era “Michiganders Against Excessive Quarantining”, gestita da Garrett Soldano, un chiropratico (ndr, la chiropratica è una medicina alternativa priva di fondamento scientifico). Al suo apice, ha avuto 380 mila follower che condividevano storie su come il lockdown avesse influito negativamente sulle loro attività e sulla salute mentale (...)”. 

Facebook ha però chiuso la pagina “per violazione degli standard della comunità” e così Soldano ne ha aperta un’altra chiamata “Stand Up Michigan” a sostegno di manifestazioni “per la libertà”. Successivamente il gioielliere Anthony DiMaggio ha organizzato “Operazione Gridlock”, la prima protesta a Lansing, capitale dello Stato del Michigan, promossa anche da diversi gruppi repubblicani pro-Trump, in cui i manifestanti, guidando le proprie auto, sono arrivati fino alla sede del governo ed esposto cartelli con scritte come "la sicurezza senza libertà si chiama prigione”. Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso vicinanza politica a queste proteste twittando: “LIBERATE IL MICHIGAN”.

In seguito sono state organizzate altre manifestazioni in altri Stati, con gruppi di attivisti conservatori che si sono uniti per sostenerle. Secondo documenti ottenuti dal Guardian, inoltre, uno dei più importanti gruppi di protesta anti-lockdown, "American Revolution 2.0 (AR2)", ha ricevuto un ampio supporto dall'estrema destra. A caratterizzare queste proteste rispetto a quelle europee è stato l'appoggio ricevuto dalle milizie antigovernative. Nel Michigan, ad esempio, questi gruppi privati hanno sostenuto un barbiere nella riapertura del proprio negozio, nonostante le nuove leggi prevedessero la chiusura per contrastare la diffusione del virus. 

Quando il 30 aprile sempre in Michigan si è dovuto votare per estendere lo stato di emergenza (poi revocato), si sono presentati al palazzo del Campidoglio centinaia di manifestanti anti lockdown, alcuni dei quali, appartenenti a una milizia locale, pesantemente armati, al grido “lasciateci entrare!”. Sono stati anche esposti simboli razzisti. L'evento che ha scatenato polemiche, dibattiti e preoccupazione nell’opinione pubblica.

Sarah Anthony – afroamericana del Partito democratico e membro della Camera dei rappresentanti del Michigan che dopo il 30 aprile ha acquistato un giubbotto anti proiettile –, ha dichiarato al New Yorker: «Le persone sono arrabbiate perché stanno perdendo il loro lavoro, perché costrette a chiudere le loro attività. Ma ci sono elementi, estremisti, che stanno usando questa opportunità per scatenare odio (...) Queste situazioni stanno creando una tempesta perfetta». 

In generale, il mondo delle milizie private negli Stati Uniti è variegato e ogni gruppo ha obiettivi diversi, ha spiegato a Vox Jared Yates Sexton, autore di The People Are Going to Rise Like the Waters Upon Your Shore: A Story of American Rage: «Alcune sono interessate solo a proteggere se stessi e le loro famiglie dal collasso sociale, altre stanno cercando di combattere il Nuovo Ordine Mondiale, alcune sono esplicitamente interessate a creare uno stato etnico bianco per gli americani bianchi, altre ancora sono alla ricerca di quella seconda guerra civile che avrebbe inizio con una guerra razziale». Per Sexton, però, diverse milizie starebbero usando le proteste come copertura per reclutare più persone per la propria causa. Questo perché questi gruppi sono “sempre alla ricerca di momenti di vulnerabilità culturale e politica” e in una pandemia globale potrebbero averli trovati. 

Le possibili conseguenze di queste proteste e i rischi nel sottovalutarle

Come in Europa, le manifestazioni statunitensi anti lockdown si alimentano di teorie cospirative sulla COVID-19, sulla sua presunta origine e su un nuovo fascismo che starebbe per negare le libertà personali. Un aspetto comune che non si deve raccontare in maniera caricaturale. Il motivo lo spiega il New Yorker: “Nel 1964 Richard Hofstadter pubblicò il celebre saggio ‘The Paranoid Style in American Politics’, che metteva in guardia dal ridurre come fenomeno marginale la tendenza verso una ‘accesa esagerazione, sospettosità e fantasia cospirativa’. Hofstadter aveva anche individuato una pericolosa conseguenza di questa mentalità: ‘Poiché la posta in gioco è sempre un conflitto tra il bene assoluto e il male assoluto, ciò che è necessario non è il compromesso ma la volontà di combattere le cose fino alla fine’”. 

Per questi motivi è sbagliato considerare tutte queste proteste come insignificanti, scrive : "Dietro questa strana coalizione di cittadini comuni, teorici della cospirazione ed estremisti di destra c'è la convinzione di aver scoperto una verità nascosta, che è stata ignorata o malvagiamente sottaciuta – lo stesso impulso che alimenta i movimenti populisti in tutto il mondo. E tale convinzione (...) può sfociare nella violenza".

Tra le preoccupazioni espresse da chi nel mondo ha partecipato a queste proteste ci sono però anche legittimi dubbi e critiche legate alle conseguenze del lockdown sulla salute mentale, sulla crisi economica, sulle politiche del governo nella lotta al virus o su questioni a cui la scienza non è ancora riuscita a rispondere in modo chiaro. Dubbi e preoccupazioni che hanno portato molte persone ad abbracciare teorie cospirative, speculazioni infondate e disinformazione. Le teorie del complotto infatti passano per spiegazioni semplici e alla portata di tutti e hanno gioco facile sull'incertezza e sulla confusione relativa alla natura e ai rischi del virus.

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Secondo inoltre un rapporto di Hope Not Hate – organizzazione con sede nel Regno Unito impegnata contro il razzismo e il neofascismo – i vari gruppi sostenitori di differenti teorie cospirative, che hanno alimentato le proteste in questo periodo, sembrano sempre più disposti a unire le forze. Questi gruppi, poi, non essendo ben strutturati possono risultare vulnerabili ed essere sfruttati da organizzazioni politiche più solide, come quelle di estrema destra.

Questo scenario di sfiducia e speculazioni inconsistenti può comportare altri rischi, avverte L’Economist: si alimentano divisioni nella società, in un momento in cui una minaccia comune avrebbe potuto renderla unita e si rischia di screditare opinioni critiche perfettamente ragionevoli sulla risposta alla pandemia da parte di diversi governi.

Foto in anteprima via @TheGreatAdvent6

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