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Afghanistan, ucciso in un agguato il giornalista Bismillah Adil Aimaq. È il quinto reporter a perdere la vita negli ultimi due mesi

2 Gennaio 2021 3 min lettura

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Afghanistan, ucciso in un agguato il giornalista Bismillah Adil Aimaq. È il quinto reporter a perdere la vita negli ultimi due mesi

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Un giornalista afghano e attivista per i diritti umani è stato colpito e ucciso, venerdì 1 gennaio, da uomini armati non identificati nell'Afghanistan occidentale.

Bismillah Adil Aimaq, caporedattore di una stazione radio locale, è il quinto giornalista ucciso negli ultimi due mesi nel paese devastato dalla guerra. Secondo Reporter senza frontiere, mesi fa Aimaq era sopravvissuto a un altro attentato alla sua vita.

Il giornalista era sulla strada vicino a Feroz Koh, la capitale della provincia di Ghor, stava tornando a casa in città dopo aver visitato la sua famiglia in un villaggio vicino, quando uomini armati hanno aperto il fuoco contro il veicolo.

Sempre più attivisti per i diritti umani e figure filogovernative, oltre che giornalisti, sono nel mirino di violenza e attentati. Molti degli incidenti non sono stati rivendicati da alcun gruppo militante, ma le autorità accusano i talebani di essere responsabili della maggior parte delle uccisioni. Un portavoce talebano, Zabihullah Mujahid, riporta il Guardian, assicura che i talebani non sono in alcun modo collegati alla sparatoria.

Solo una settimana fa Rahmatullah Nekzad, a capo del sindacato dei giornalisti nella provincia di Ghazni (dove ampie zone sono sotto il controllo dei talebani), è stato ucciso in un attacco da parte di uomini armati davanti alla sua casa. Nekzad collaborava con Associated Press dal 2007. In precedenza aveva lavorato per il canale TV satellitare Al Jazeera.

L'intelligence afghana ha poi dichiarato che due responsabili di quell'attacco sono stati arrestati e ha trasmesso un video dei due che dichiarano di essere talebani e confessano l'omicidio. Tuttavia, i talebani, anche in questo caso, hanno negato un loro coinvolgimento nell'omicidio, definendolo un atto codardo.

Altri due giornalisti sono stati uccisi in due attentati separati. Di Mohammad Ilyas Dayee avevamo parlato su Valigia Blu. Aveva 33 anni, e aveva dedicato tutta la sua vita a raccontare le storie della terra dove è nato e viveva. Il 12 novembre è rimasto ucciso a Lashkar Gah, capitale della provincia meridionale di Helmand, nell'esplosione di un ordigno posizionato sulla sua auto, mentre portava la madre in ospedale. Il fratello di Dayee, ex giornalista di Deutsche Welle, e altre due persone, tra cui un bambino, sono rimasti feriti nell'attentato. Qadir Habib, proprietario di Radio Free Afghanistan, ha definito devastante la notizia dell'uccisione di Ilyas Dayee. A ottobre il giornalista aveva confidato ad alcuni suoi colleghi che i talebani gli avevano intimato di non parlare delle recenti operazioni condotte nella provincia di Helmand, né di qualsiasi loro perdita in termini di territorio e di vite umane e di non riportare nessuna notizia su presunte violazioni dell'accordo firmato con gli Stati Uniti che prevede il ritiro delle truppe straniere dal paese.

Leggi anche >> Afghanistan, ucciso il giornalista Ilyas Dayee: “Raccontava al mondo la speranza e il dolore della sua gente”

Pochi giorni prima della morte di Dayee, Yama Siawash, giornalista di Tolo TV, il più grande canale di notizie dell'Afghanistan, è morto in un attacco simile a Kabul. Anche in questo caso nessun gruppo ha rivendicato l'uccisione.

"Tutti noi i giornalisti stiamo affrontando gravi minacce, ma è difficile, se non impossibile, che ci sia garantita la sicurezza mentre facciamo il nostro lavoro", ha detto al Guardian Anisa Shaheed di Tolonews, giornalista premiata per i suoi coraggiosi reportage da Reporter Senza Frontiere quest'estate.

“Viviamo in un paese in guerra; non c'è via d'uscita ", ha detto. “Le nostre famiglie sono preoccupate e ci chiedono di lasciare il nostro lavoro, ma questa è la nostra patria. È nostra responsabilità informare, continuare a lavorare".

Reporter senza frontiere ha definito l'Afghanistan uno dei paesi più mortali al mondo per i giornalisti.

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Questa settimana, la Commissione indipendente per i diritti umani dell'Afghanistan ha denunciato che le uccisioni mirate di giornalisti afghani sta portando all'autocensura nei media. Diverse donne giornaliste donne hanno lasciato il lavoro a seguito di ripetute minacce.

La violenza è aumentata in tutto l'Afghanistan, anche se i talebani e il governo di Kabul continuano i negoziati di pace iniziati a settembre. I colloqui, dopo alcuni progressi, sono stati sospesi fino all'inizio di gennaio e si teme, scrive il Guardian, che la ripresa possa essere ulteriormente ritardata.

Immagine anteprima via Reporter Senza Frontiere

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