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La Russia ha messo al bando il “movimento pubblico internazionale LGBT” definendolo estremista

30 Novembre 2023 4 min lettura

La Russia ha messo al bando il “movimento pubblico internazionale LGBT” definendolo estremista

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Lo scorso 30 novembre, la Corte suprema della Federazione russa ha approvato la mozione del ministero della Giustizia russo di riconoscere il “movimento internazionale LGBT” come “organizzazione estremista”. Il ministero della Giustizia aveva presentato la causa alla Corte suprema lo scorso 17 novembre. La decisione della Corte è avvenuta a porte chiuse, dopo quattro ore di discussione. La decisione della Corte suprema apre le porte a un nuovo drammatico capitolo della repressione del Cremlino nei confronti della comunità queer.

La mozione del Ministero si basa sulla legge n. 114/FZ del 25 luglio 2002 “sul contrasto ad attività estremiste”, il cui Articolo 1 presenta la definizione di “estremismo” con una formulazione estremamente vaga. L’“estremismo”, infatti, non viene definito tramite specifiche caratteristiche ideologiche, bensì attraverso una lunga serie di azioni, che può essere modificata dal Parlamento secondo necessità (e infatti, così è stato, per ben due volte). Queste azioni spaziano dalle “minacce alla sicurezza dello Stato” allo “svilimento della dignità nazionale”, passando per “l’incitamento a odio e ostilità” e per “atti di terrorismo”.  è proprio l’approssimazione del testo legislativo a garantire alle autorità russe la sostanziale libertà di applicare questa legge ai casi più disparati, e a renderla, dunque, un efficace strumento di repressione.

La comunità queer è per definizione priva di confini, aperta e fluida - non può essere ricondotta a un centro nevralgico o organizzativo, né circoscritta entro i limiti formali di un’associazione, un movimento, o un’organizzazione, né essere ridotta a una rete di gruppi e movimenti. Ospita al suo interno una costellazione di istanze diverse, di individui e di gruppi, operanti su territori diversi, non in comunicazione fra loro, e i cui manifesti politici sono spesso in parziale contraddizione. Il riconoscimento della “comunità LGBT+” come “organizzazione internazionale” da parte del Cremlino è un’azione strumentale, volta ad aumentare esponenzialmente la repressione contro la comunità queer su territorio russo. 

Il riconoscimento di un’entità fluida e vaga come “organizzazione” rende perseguibili penalmente tutte le persone, i gruppi e le organizzazioni che hanno apertamente supportato la comunità queer e la sua lotta per diritti e libertà. Nel mirino, però, c’è anche chi ha fatto coming out in merito alla propria identità di genere o al proprio orientamento sessuale, o chi è sospettato di appartenere alla comunità queer. Ciò implica che non le azioni, bensì l’identità di milioni di persone sarà ufficialmente classificata come un crimine ai sensi del Codice penale, in quanto istanza estremista. Il Cremlino ha sostanzialmente dato concretezza giuridica a un attore politico inesistente (una “organizzazione internazionale” LGBTQ+) per poter perseguire penalmente centinaia di migliaia di individui su basi identitarie.

L’approvazione della mozione ha risvolti molto concreti: lo status di “organizzazione estremista” comporta il divieto formale di esporre simboli o slogan associati alla comunità queer. La pena per chi è “coinvolto nell’organizzazione” prevede sia sanzioni amministrative che reclusione fino a sei anni. Chi è impegnato nel “coordinamento” di attività riconducibili all’”organizzazione estremista”, invece, rischia fino a sei anni di carcere. Inoltre, il riconoscimento del movimento LGBTQ+ come “organizzazione internazionale” apre le porte alla persecuzione sistematica dei membri della comunità queer in quanto agenti stranieri, grazie alla legge apposita del 2012 e al suo inasprimento in seguito all’invasione dell’Ucraina. In ogni caso, la legge è già stata adoperata più volte come strumento di repressione nei confronti della comunità queer.

Il riconoscimento della comunità queer come “organizzazione internazionale” è l’ennesimo passo lungo la parabola violenta del Cremlino nella repressione delle persone LGBTQ+. Nel dicembre scorso, Vladimir Putin aveva già firmato una legge che ampliava le restrizioni alla “promozione della propaganda LGBT” - vale a dire, su ogni istanza che possa essere considerata promotrice di idee e stili di vita non corrispondenti ai “valori tradizionali” proposti (o per meglio dire, imposti) dallo Stato russo. La legge è stata poi ulteriormente ampliata nel luglio del 2023, prendendo di mira le persone trans. Bisogna anche ricordare l’omicidio di Elena Grigoreva, attivista di punta per i diritti LGBTQ+, uccisa nel 2019 in seguito a numerose minacce Gli inquirenti hanno chiuso il caso arrestando un uomo di origine kirghisa, tra i dubbi e le proteste dei movimenti locali. 

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Da anni, il Cremlino porta avanti un fruttuoso sodalizio con la Chiesa ortodossa russa in merito a diritti umani, diritti civili e valori tradizionali, che li ha resi attori di punta dei conflitti ideologici sull’identità e i valori chiave di una determinata società - vale a dire, nelle culture war globali. La strenua opposizione di Vladimir Putin e del patriarca Kirill alle battaglie dell’ala progressista occidentale li ha resi leader principali delle istanze neoconservatrici. La Chiesa ortodossa russa del patriarca Kirill è principale promotrice della lotta contro la comunità queer, nonché strenua sostenitrice della politica estera violenta e imperialista del Cremlino.

L’opposizione russa, però, ha risposto prontamente alla nuova stretta del Cremlino. Novaja Gazeta, e altri media indipendenti hanno rilasciato dichiarazioni di supporto e solidarietà alla comunità queer. Il progetto a difesa dei diritti umani e a sostegno dei perseguitati politici OVD-Info ha pubblicato un lungo testo ricco di dati drammatici sulla “queerfobia di stato”, e ha espresso la piena solidarietà alla comunità. Altri gruppi e progetti, come Activatica e SOTAvision, hanno sostituito il loro logo originale con la bandiera arcobaleno.

Immagine in anteprima: frame video Reuters via YouTube

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