Fuori da qui In breve Post

Turchia, la protesta di migliaia di studenti contro la nomina del nuovo rettore dell’Università Boğaziçi di Istanbul voluta da Erdogan: “È in pericolo la nostra libertà”

7 Gennaio 2021 5 min lettura

author:

Turchia, la protesta di migliaia di studenti contro la nomina del nuovo rettore dell’Università Boğaziçi di Istanbul voluta da Erdogan: “È in pericolo la nostra libertà”

Iscriviti alla nostra Newsletter

4 min lettura
Le proteste degli studenti non si fermano: le nuove generazioni si ribellano contro Erdoğan

Aggiornamento 4 febbraio 2021: Almeno 250 persone a Istanbul e altre 69 ad Ankara sono state arrestate questa settimana, la stragrande maggioranza dei quali studenti, in seguito agli scontri tra manifestanti e polizia che hanno segnato una delle più grandi manifestazioni di protesta in Turchia dal movimento Gezi Park del 2013.

Erdoğan ha detto mercoledì che il suo governo non permetterà alle proteste di Boğaziçi di andare fuori controllo, accusando i manifestanti di essere "terroristi" e "giovani LGBT" che lavorano contro i "valori nazionali e spirituali" della Turchia.

Behrem Evlice, uno studente di scienze politiche al quarto anno, ha dichiarato al Guardian: "Siamo così arrabbiati in questo momento, e non sono solo gli studenti di Boğaziçi, ma gli studenti e i giovani di tutta la Turchia. [Lo Stato] ci ha attaccati con la polizia e la violenza. Cercano di diffamarci etichettandoci come terroristi, quando tutto ciò che vogliamo è avere voce in capitolo su come viene gestita la nostra università. Fondamentalmente, c'è una crisi economica in Turchia e sanno che perderanno voti... Stanno solo cercando di dividere le persone".

I critici di Erdoğan denunciano il monopolio del suo potere e l'indebolimento delle norme democratiche, che si sono intensificati dopo il fallito colpo di Stato del 2016 e che hanno portato la presidenza, fra le altre cose, a imporre le nomine dei rettori delle università. Negli ultimi cinque anni, più di una dozzina di università in tutto il paese sono state chiuse.

Quasi due decenni di governo dell'AKP, scrive il Guardian, hanno spinto le istituzioni e la società turche su un percorso radicalmente religioso e socialmente conservatore; è improbabile che la nuova ondata di proteste muova l'ago politico in un paese profondamente polarizzato in cui la repressione statale della protesta pacifica è diventata la norma.

Ma mentre molte persone delle generazioni più anziane sono grate a Erdoğan per aver costruito strade e ospedali e innalzato il tenore di vita per le classi lavoratrici, la Generazione Z turca non ha mai conosciuto altro che il governo dell'AKP, negli ultimi anni definito dall'instabilità politica e dalle turbolenze economiche. E questa generazione ora rappresenta un nuovo test per la presa del partito sul potere.

Nonostante i tentativi di Erdoğan di allevare quella che definisce una "generazione devota", i giovani disoccupati e sempre più lontani dalla religione sembrano rifiutare la sua visione del futuro della Turchia.

Le persone nate tra la metà degli anni '90 e l'inizio del 2010 costituiscono il 39% della popolazione turca composta da 82 milioni di cittadini e ci saranno circa 5 milioni di nuovi elettori alle prossime elezioni, programmate per il 2023 - un cambiamento demografico che potrebbe avere enormi implicazioni politiche, mentre l'AKP continua a perdere consensi.

Migliaia di studenti stanno manifestando in Turchia per protestare contro la nomina di Melih Bulu a rettore dell’Università Boğaziçi di Istanbul da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan. Nel 2015, Bulu era stato candidato al parlamento per il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), fondato da Erdogan.

Dal 4 gennaio, quando sono iniziate le proteste, sono state arrestate 36 persone dopo scontri con la polizia in tenuta antisommossa. Per i manifestanti, la nomina di Bulu è un tentativo di limitazione delle libertà accademiche. 

Bulu sarebbe il primo rettore a essere scelto al di fuori della comunità universitaria dal colpo di stato militare del 1980. Dagli anni ‘90 fino al 2016, infatti, i rettori dell'Università Boğaziçi sono stati nominati tramite elezioni. Ma dal 2018 Erdogan ha assunto il potere di nominare i rettori delle università pubbliche. 

L'Università Boğaziçi, che prende il nome dallo stretto del Bosforo su cui si affaccia il campus, è stata fondata nel 1863 ed è ritenuta una delle università più prestigiose della Turchia. È nota per aver promosso cause progressiste e per la libertà di pensiero. Nel 1997 è stata l’unica istituzione accademica a sfidare il divieto di indossare il velo nei campus universitari, mentre nel 2018 molti suoi studenti sono stati arrestati dopo le manifestazioni contro il coinvolgimento militare della Turchia in Siria.

I manifestanti, che hanno riempito le strade con le bandiere arcobaleno a sostegno dei diritti LGBT e hanno urlato slogan come “Melih, dimettiti” e “AKP, giù le mani dalla nostra università”, chiedono il diritto di poter eleggere il rettore universitario e il rilascio dei 36 detenuti. 

In un'intervista alla televisione turca, Bulu ha detto che non si sarebbe piegato alle pressioni e non di non aver intenzione di dimettersi perché la sua nomina “rispettava gli standard globali”. Inoltre, ha rivelato di essere un fan dell'heavy metal e dei Metallica, e così gli studenti hanno fatto della canzone della band “Master of Puppets” la colonna sonora delle proteste. 

Il direttore del partito ultranazionalista MHP e partner della coalizione di governo di Erdogan, Devlet Bahceli, ha chiesto un giro di vite, dicendo che le manifestazioni “devono essere represse” prima che si espandano. “Coloro che stanno cercando di danneggiare la Turchia usando come scusa la nomina di questo rettore sono pedine dei terroristi e dei separatisti mascherati da studenti”. Secondo Bahceli l’obiettivo dei manifestanti sarebbe “creare una nuova Gezi Park”, riferendosi alle proteste del 2013.

Erdogan non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche. Intanto, il governatore di Istanbul, Ali Yerlikaya, ha vietato “tutti i tipi di incontri, manifestazioni e marce” nella parte europea della città, dove si trova l’università. Yerlikaya ha giustificato il divieto come misura per frenare la diffusione del nuovo coronavirus. Le autorità turche hanno recintato il campus universitario per impedire nuove manifestazioni. Secondo l'agenzia di stampa francese AFP, più di mille manifestanti si sono radunati lungo il fiume Bosforo, prima di attraversare la parte asiatica di Istanbul.

È improbabile che le proteste universitarie, sebbene inaspettate, possano avere alcun effetto in un paese in cui la repressione delle manifestazioni pacifiche sono diventate la norma, scrive Bethan McKernan, corrispondente dalla Turchia per il Guardian. Dal fallito colpo di Stato del 2016, migliaia di accademici, avvocati, giornalisti, funzionari pubblici e militari sono stati arrestati o detenuti per presunti legami con il terrorismo.

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

Leggi anche >> Media in Turchia: un laboratorio di censura e controllo

“Avevamo qualche speranza di poter cambiare le cose democraticamente, spiegando quello che vogliamo, ma oggi tutti gli elicotteri volano sopra di noi, ci sono poliziotti ovunque. Non accadrà”, ha detto al Guardian Ömer, appena laureato in economia aziendale.

Immagine in anteprima: frame video via yahoo.com

Segnala un errore