Post Fuori da qui

Tbilisi, oltre 100mila persone in piazza contro la legge sugli agenti stranieri. La Georgia sospesa tra la “legge russa” e l’integrazione europea

29 Aprile 2024 9 min lettura

author:

Tbilisi, oltre 100mila persone in piazza contro la legge sugli agenti stranieri. La Georgia sospesa tra la “legge russa” e l’integrazione europea

Iscriviti alla nostra Newsletter

9 min lettura
Il Parlamento approva in seconda lettura la legge sugli agenti stranieri

Aggiornamento 2 maggio 2024: Il primo maggio il Parlamento georgiano, in seduta plenaria, ha approvato in seconda lettura la legge sulla “trasparenza delle influenze straniere”, meglio nota come “legge sugli agenti stranieri”. La seconda lettura è passata con il voto compatto della maggioranza, 83 i favorevoli e 23 contrari, mentre, fuori dal Parlamento, decine di migliaia di persone hanno protestato contro il disegno di legge fino alle prime ore del mattino sia il 30 aprile che il primo maggio.

Nonostante le manifestazioni si stessero svolgendo in modo per lo più pacifico, la polizia ha usato la violenza caricando la folla e usando gas lacrimogeni, spray al peperoncino e pestaggi per disperdere le proteste. Dopo ogni intervento delle forze dell’ordine, la gente è tornata a radunarsi davanti al Parlamento, immagini già viste nel 2023. I manifestanti arrestati sono 63, tante le persone rimaste intossicate o ferite dai pestaggi della polizia; tra i feriti, Levan Khabeishvili, leader del Movimento Nazionale Unito (UNM), il principale partito di opposizione che il primo maggio si è presentato alla votazione in aula in sedia a rotelle.

Oltre 100mila persone si sono radunate intorno al Parlamento georgiano a Tbilisi il 28 aprile per protestare contro il disegno di legge sulla “trasparenza delle influenze straniere”, meglio nota come “legge sugli agenti stranieri”. Non si trattava di una manifestazione isolata, ma della più partecipata di un ciclo di proteste che si stanno svolgendo in Georgia dalla prima settimana di aprile e a cui ne hanno fatto seguito altre il 29 aprile, alla vigilia della votazione in seconda lettura del progetto di legge: due proteste parallele – una organizzata dal governo in supporto della legislazione e una, ancora una volta, per manifestare il dissenso nei confronti del provvedimento.

Le proteste sono iniziate l’8 aprile, quando l’Ufficio dell’Assemblea legislativa aveva approvato il disegno di legge per la discussione delle commissioni parlamentari, e si sono susseguite man mano che procedeva l’iter parlamentare. Una manifestazione molto partecipata, al grido di “Sì all’Europa, no alla legge russa”, ha avuto luogo a Tbilisi il 9 aprile, una data simbolica per la Georgia in cui si commemorano le vittime della repressione dell’Armata Rossa di una protesta antisovietica avvenuta nel 1989 nella capitale del paese.

Le manifestazioni hanno preso nuovo impeto a partire dal 15 aprile, quando la commissione Giustizia ha preso in esame e approvato in prima lettura il progetto di legge. Ci sono state manifestazioni nei pressi del Parlamento da parte di esponenti delle organizzazioni non governative e studenti. Alla tensione in strada ha fatto eco quella in aula, dove è scoppiata una rissa tra i parlamentari. La sera, un’imponente manifestazione, decine di migliaia i presenti, ha circondato l’Assemblea Legislativa, bloccando per ore il viale Rustaveli, una delle arterie più importanti di Tbilisi. Un’altra grossa protesta si è svolta nello stesso luogo il 16 aprile. Si è trattato di manifestazioni per lo più pacifiche, anche se la polizia e le forze speciali sono comunque intervenute arrestando una ventina di persone.

Dopo giorni di relativa calma, in cui a portare avanti il dissenso contro la legge sono stati soprattutto gli studenti, si è arrivati alle proteste di questi giorni. Il 29 aprile c’è stata nuovamente tensione in aula, tra parlamentari dell’opposizione espulsi e solo un gruppo limitato di giornalisti autorizzato a seguire i lavori della commissione. Intanto emergeva la natura poco spontanea della manifestazione filogovernativa, con i video dei pullman dei manifestanti – inclusi molti dipendenti pubblici, portati dalla provincia nella capitale per scendere in piazza (presumibilmente dietro un piccolo compenso, una pratica comune nello spazio post-sovietico) – che hanno fatto il giro dei social. I manifestanti e gli oppositori al disegno di legge sugli agenti stranieri, definiscono il provvedimento una “legge russa” per la sua somiglianza a una legislazione adottata nel 2012 in Russia con conseguenze catastrofiche per la libertà di espressione e associazione nel paese.

Le conseguenze della legge

Se venisse approvata, la legge imporrebbe alle entità giuridiche (organizzazioni della società civile e media) che ricevono almeno il 20% dei loro finanziamenti dall’estero di iscriversi a un registro di “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera”. Tali entità verrebbero obbligate a fornire dettagli sui propri finanziamenti allo Stato che otterrebbe accesso ad altre informazioni sensibili quali per esempio i contatti degli informatori delle testate giornalistiche. Le implicazioni sarebbero di natura anche più intangibile. Nei paesi nati dal crollo dell’Unione Sovietica, soprattutto tra le vecchie generazioni, l’idea di “agenti stranieri” ha una connotazione negativa, legata allo spionaggio. Oltretutto, negli ultimi anni il governo georgiano ha promosso una narrazione all’interno della quale le numerosissime organizzazioni non governative presenti in Georgia vengono screditate come “agenti stranieri”, che svolgono attività contro gli interessi del paese. 

La legge avrebbe un impatto rilevante sulla libertà di espressione e associazione nel paese in quanto la vasta maggioranza delle tante organizzazioni non governative, attive nei campi più disparati, riceve finanziamenti dall’estero per via della difficile situazione economica della Georgia. A queste si aggiungono le testate giornalistiche impossibilitate a operare senza i soldi delle cosiddette “potenze straniere”. Inoltre, come emerge da dichiarazioni da parte americana e di diversi membri delle istituzioni europee, l’eventuale adozione della legge incrinerebbe i rapporti con i partner occidentali della Georgia, arrestando il processo di integrazione europea del paese. In tal senso, ha ricevuto molta visibilità una risoluzione del Parlamento Europeo adottata il 25 aprile. Nel documento, di natura non vincolante, si legge esplicitamente che “i negoziati di adesione all’UE non dovrebbero essere avviati finché tale legislazione fa parte dell’ordinamento giuridico della Georgia”.

Per tutti questi motivi il progetto di legge sta trovando così tanto dissenso nell’opinione pubblica. Oltre ai membri delle organizzazioni non governative, innumerevoli personaggi noti del mondo della cultura e sportivi di primo piano, incluso il giocatore del Napoli Kvicha Kvartskhelia e i suoi compagni di nazionale, si sono espressi contro la legge facendo passare il messaggio che il futuro della Georgia è l’Europa. 

Molto negativo pure il parere della presidente della Georgia, Salome Zourabichvili. Pur detenendo una carica perlopiù cerimoniale, il capo di Stato da tempo è in aperto conflitto con il governo, e ha annunciato che porrà il veto sulla legge nel caso essa venga adottata (il veto può però essere superato dal Parlamento).

Se quanto raccontato vi sembra un film già visto, non vi sbagliate. Già un anno fa, nel marzo 2023, enormi proteste fermarono l’iter di un disegno di legge identico nella sostanza – cambiava solo la definizione: da “agenti di influenza straniera” nella versione del 2023 si è passati a “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera” in quella del 2024. Per via della forte risposta popolare il partito di governo, Sogno Georgiano, era stato costretto a ritirare la legislazione e aveva promesso al paese che non l’avrebbe più riproposta. Ma, tra la sorpresa degli osservatori, le cose sono andate diversamente e l’esecutivo spinge ora affinché la legge sulla “trasparenza delle influenze straniere” venga adottata entro la fine della sessione primaverile del parlamento, cioè il prossimo 28 giugno.

Sogno Georgiano ha difeso il disegno di legge, provando a far passare il messaggio che quella in discussione non è una legge russa, ma una legislazione per combattere influenze straniere dannose per il paese e per promuovere la trasparenza nei finanziamenti delle organizzazioni non governative. Il 12 aprile il ventiduenne Lazare Grigoriadis, la prima persona a essere arrestata durante le proteste del marzo 2023, dopo un lungo periodo in custodia cautelare è stato condannato a nove anni di carcere con l’accusa di aver attaccato un pubblico ufficiale e per incendio doloso. Posto che in Georgia il potere giudiziario non è indipendente da quello esecutivo, le tempistiche della condanna non sono una coincidenza: il governo vuole rendere chiara a tutti la fermezza delle proprie intenzioni. In reazione alla condanna, la presidente Zourabichvili, la sera del 12, in un’intervista al primo canale della TV di Stato, ha annunciato che avrebbe concesso la grazia a Grigoriadis perché a suo avviso non c’erano prove sufficienti della colpevolezza del ragazzo. La Presidente ha anche definito Sogno Georgiano come un: “Sogno Russo”. Dopo la lunga detenzione il ragazzo è stato scarcerato il 24 aprile e si è unito alle manifestazioni, una piccola vittoria per chi si oppone al disegno di legge. 

Cosa è cambiato rispetto a un anno fa?

Il tòpos della storia che si ripete due volte è generalmente abusato, ma ben si addice a descrivere quanto sta avvenendo in Georgia. La domanda da porsi in questo caso è: perché Sogno Georgiano è tornato sui propri passi riproponendo, in apparenza irrazionalmente, un disegno di legge così controverso? Cosa è cambiato nell’ultimo anno?

Sul piano internazionale, lo scorso 14 dicembre  la Georgia ha ottenuto l’agognato status di paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea. A novembre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva sottolineato la necessità di riforme per proseguire il processo di integrazione e rispondere “alle genuine aspirazioni europee della schiacciante maggioranza della popolazione”. Ci sono infatti pochi dubbi sul supporto della maggior parte dei cittadini all’ingresso nell’Unione Europea della Georgia come dimostrato anche dalle proteste dell’anno scorso contro la legge sugli agenti stranieri – le immagini dei manifestanti che, imbracciando bandiere europee, affrontavano gli idranti della polizia avevano fatto il giro del mondo. Le celebrazioni in tutto il paese dopo l’annuncio dell’ottenimento dello status di candidato sono una prova ulteriore di questo diffuso desiderio d’Europa.

Sul piano interno, il prossimo 26 ottobre ci saranno le elezioni parlamentari. La stagione elettorale è storicamente molto calda nel paese. Nel 2003 la Rivoluzione delle Rose, ovvero le proteste contro i brogli del governo uscente, portò alle dimissioni dell’esecutivo, a nuove elezioni e nel 2021 ci fu una serie interminabile di manifestazioni contro il governo prima e dopo la tornata elettorale.  

Si potrebbe pensare che Sogno Georgiano abbia bisogno della legge sugli agenti stranieri per silenziare le voci dissenzienti in vista delle elezioni, ma quella in corso è una manovra molto pericolosa per il partito – e proprio mentre il governo poteva incassare in chiave elettorale i frutti dei progressi nel processo di adesione all’Unione Europea.

Il giornalista Shota Kincha ha raccolto sul portale Open Caucasus Media diverse ipotesi di osservatori ed esperti sui motivi per cui è stata riproposta la legge sugli agenti stranieri. C’è chi parla di eventuali pressioni che il governo georgiano potrebbe aver ricevuto dal Cremlino o della certezza per il leader di Sogno Georgiano, Bidzina Ivanisvhili, di una prossima vittoria della Russia in Ucraina. L’esecutivo georgiano ha in effetti adottato una politica molto cauta nei confronti di Mosca nei due anni dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, andando contro il sostegno ostentato della maggior parte della popolazione per la causa ucraina. In base a entrambe queste teorie l’adozione della legge servirebbe quindi a sabotare intenzionalmente il processo di integrazione europea della Georgia, da sempre inviso al Cremlino. 

Altre ipotesi guardano più alla situazione interna del paese, tra chi teorizza, come menzionato, manovre per indebolire le opposizioni prima delle elezioni, e chi pensa che Sogno Georgiano voglia spaventare la popolazione con lo spettro di una Majdan in salsa georgiana. Il fantasma ucraino è stato peraltro evocato dal primo ministro Irakli Kobakhidze in un discorso alla nazione lo scorso 17 aprile in cui ha parlato della legge come una necessità per evitare “l’ucrainizzazione” della Georgia

Altri osservatori ipotizzano macchinose manovre per far recuperare la popolarità perduta agli esponenti di Sogno Georgiano (emblematici in tal senso i fischi in piazza nei confronti del premier e del sindaco di Tbilisi, Kakha Kaladze lo scorso 27 marzo, durante la festa per la storica qualificazione della nazionale maschile alla fase finale degli europei di calcio). 

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

Aldilà delle motivazioni del governo, tutti gli scenari rimangono aperti. Se il disegno di legge questa volta passerà, ci saranno, come detto, implicazioni molto negative sulla libertà di espressione e di associazione in Georgia e sul processo di integrazione europea del paese. Se nuove proteste fermeranno una seconda volta la legge, le elezioni del prossimo autunno potrebbero segnare il capitolo finale del governo ultradecennale di Sogno Georgiano. Tuttavia, per il momento non si vede una forza di opposizione abbastanza forte da poter competere con il partito attualmente al potere (le proteste contro la legge sugli agenti stranieri non sono ascrivibili a nessun movimento politico in particolare). 

Il ciclo di discussioni parlamentari e proteste è destinato a proseguire e le prossime ore o i prossimi giorni ci diranno quale sarà il destino di questo disegno di legge.

Immagine in anteprima: Tamar Khuntasaria via Facebook

Segnala un errore