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Germania, chiuse entro il 2038 le centrali a carbone. Sarà il primo paese ad abbandonare sia questo combustibile fossile che il nucleare

18 Gennaio 2020 4 min lettura

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Germania, chiuse entro il 2038 le centrali a carbone. Sarà il primo paese ad abbandonare sia questo combustibile fossile che il nucleare

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Il governo guidato da Angela Merkel ha raggiunto un accordo con i Länder per chiudere le centrali a carbone entro il 2038. Era uno dei passaggi più delicati per l'attuazione del piano di superamento del carbone che il governo tedesco aveva annunciato praticamente un anno fa. Ora il piano dovrà essere approvato dal Parlamento.

All'epoca la Commissione per l’uscita dal carbone (composta da 28 membri votanti, tra cui rappresentanti dell'industria, dei sindacati, delle associazioni ambientaliste, più tre esponenti dei partiti al governo senza diritto di voto) aveva concordato le tappe del percorso che avrebbero portato all'uscita della Germania dal carbone. Oltre alla chiusura delle centrali, il piano prevede compensazioni per gli operatori delle centrali, forme di supporto alle regioni minerarie e misure per proteggere i consumatori dall'aumento dei prezzi.

In base al piano, la Germania dovrebbe smettere di produrre energia dal carbone entro il 2038, ma già nel 2032 sarà valutato se ci saranno le condizioni per anticipare la deadline al 2035. Nel dettaglio, il programma punta a eliminare 12,5 gigawatt (GW) di carbone entro il 2022, inclusi 3 GW di lignite, e poi altri 6 GW di lignite e 7 GW di carbon fossile entro il 2030.

Osservando il cronoprogramma gran parte delle centrali e miniere saranno chiuse tra il 2028 e il 2030, nel 2034 e nel 2038. Questo ha suscitato le perplessità delle associazioni ambientaliste che vorrebbero invece la totale decarbonizzazione del sistema energetico tedesco già entro il 2035.

Le regioni minerarie colpite dal piano (cioè Sassonia-Anhalt, Sassonia, Brandeburgo e Renania Settentrionale-Vestfalia) saranno compensate con 40 miliardi di euro. I fondi stanziati serviranno per la realizzazione di progetti infrastrutturali, la riconversione delle persone impiegate nelle centrali a carbone e nelle miniere di lignite e il risarcimento degli operatori: 2,6 miliardi di euro saranno destinati a Rwe, il più grande produttore tedesco di energia fossile, mentre poco più di 1 miliardo e mezzo sarà diviso tra i produttori di lignite dell'ex Germania Est. Inoltre, verrà fermato il disboscamento della foresta di Hambach dove era prevista la costruzione di una nuova miniera di lignite.

Contestualmente, la Germania porterà avanti anche il piano di chiusura delle centrali nucleari approvato dopo il disastro di Fukushima in Giappone nel 2011. «Siamo il primo paese che abbandona sia il nucleare che il carbone» ha commentato il ministro dell’Ambiente, Svenja Schulze. Armin Laschet, Presidente dello Stato del Nord Reno-Westfalia, ha definito l'accordo «un importante passo avanti per la protezione del clima».

Attualmente circa un terzo dell'elettricità prodotta in Germania proviene dal carbone (più della metà dalla lignite, la tipologia più inquinante), oltre il 35% arriva dalle energie rinnovabili (eolico, solare e biomasse) che coinvolgono un numero di occupati superiore a quello dell'industria fossile. Segno della transizione energetica verso un sistema a zero emissioni di carbonio che il paese ha avviato. Entro il 2030 il paese tedesco punta a ottenere il 65% dell'elettricità prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili.

Le fonti energetiche in Germania – via BBC

Nonostante i grandi investimenti degli ultimi anni che hanno portato il paese a produrre da 7 anni più energia da fonti rinnovabili che da combustibili fossili, la Germania resta il maggiore emettitore di gas a effetto serra dell'Unione europea (oltre il 22% di tutta l'Ue).

Sebbene il consumo di energia sia in calo e la produzione di elettricità da fonti rinnovabili sia in crescita, le emissioni di gas a effetto serra sono rimaste praticamente invariate al 27% dal 2009, poco al di sotto dei livelli del 1990, spiega il sito Carbon Brief. Di qui la necessità del piano per il superamento del carbone.

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Emissioni gas serra in Germania

Nel 2017 il consumo di lignite in Germania è stato il 44% del totale dell'Unione europea, seguito da Polonia (16%), Repubblica Ceca e Grecia (entrambe al 10%), Bulgaria (9%) e Romania (7%).

Il consumo di lignite nell'Ue – via BBC

La decarbonizzazione dell'economia è una delle sfide di tutta l'Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra che contribuiscono al riscaldamento globale. La maggior parte dei 28 stati dell'Ue punta a diventare "carbon neutral", cioè con emissioni di carbonio bilanciate da misure di riduzione come la piantagione degli alberi.

Immagine in anteprima via The Local

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