Fuori da qui Post

Tentativo di golpe in Germania: l’ennesimo anello di una lunga catena di violenza politica contraddistinta dalla fusione tra estremismo di destra e complottismo

9 Dicembre 2022 6 min lettura

Tentativo di golpe in Germania: l’ennesimo anello di una lunga catena di violenza politica contraddistinta dalla fusione tra estremismo di destra e complottismo

Iscriviti alla nostra Newsletter

6 min lettura

All’alba del 7 dicembre del 2022 circa tremila agenti delle forze dell’ordine tedesche hanno perquisito più di 130 abitazioni in Germania, Austria e Italia, arrestando 25 persone.

Quest’ultime sono state accusate di far parte di un gruppo – chiamato il “Consiglio” – che stava preparando un colpo di stato per “rovesciare l’ordine costituito”. Altre 27 persone risultano indagate per vari reati, incluso il terrorismo.  

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i preparativi andavano avanti dal novembre 2021. Uno dei leader di questo gruppo è l’aristocratico 71enne Heinrich XIII, un principe appartenente alla casata di Reuss della Turingia.

Altri membri di spicco del gruppo sono Birgit Malsack-Winkemann – giudice ed ex deputata del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) – e Rüdiger von Pescatore, un ex parà dell’esercito congedato negli anni Novanta per aver rubato armi dai depositi delle forze armate della Germania dell’Est.

Non si tratta dell’unico arrestato con esperienza militare. Tra questi c’è anche Maximilian Eder (fermato a Perugia), un ex colonnello dell’esercito che ha partecipato attivamente alle proteste anti-restrizioni pandemiche. Significativamente, la polizia ha perquisito anche una base del Kommando Spezialkräfte (KSK, le forze speciali della Bundeswehr) a Calw, nel Land meridionale del Baden-Württemberg.

Come riporta il quotidiano Die Zeit, le forze dell’ordine hanno scoperto che il gruppo “non solo era più organizzato di quello che si pensava all’inizio, ma era pure molto avanti nei preparativi del golpe”.

Il “Consiglio”, infatti, era impostato come una specie di governo ombra. Heinrich XIII aveva il ruolo di presidente, Malsack-Winkemann di ministra della giustizia, e von Pescatore di capo dell’esercito. Der Spiegel spiega che membri del gruppo si allenavano al poligono, avevano accumulato grosse somme di denaro e acquistato telefoni satellitari nel caso in cui la rete mobile non funzionasse più.

Tra le varie cose, il piano prevedeva la formazione di milizie armate in tutto il paese, attacchi alle infrastrutture energetiche, l’assalto al Bundestag, il rapimento di parlamentari e per l’appunto un golpe.

Una volta preso il potere, il nuovo “governo” avrebbe cercato il riconoscimento da parte di altri paesi – a partire dalla Russia. Tra le persone arrestate figura anche la compagna russa di Heinrich XIII, Vitalia B., che sarebbe stata incaricata di attivare canali diplomatici con le autorità russe.

Al di là dell’aspetto operativo (un simile piano era chiaramente inattuabile), è l’aspetto ideologico che colpisce di più e dunque merita di essere approfondito. Come ha scritto Jeremy Cliffe su The New Statesman, siamo di fronte a una “fusione tra vecchie e nuove forme di estremismo in Germania e altrove”.

E oltre all’estremismo di destra, a caratterizzare gli aspiranti golpisti è soprattutto l’adesione a svariate teorie del complotto.

Figli del Secondo Reich

A partire da Heinrich XIII, molti membri del “Consiglio” erano anche dei Reichsbürger, traducibile come “cittadini del Reich”.

Questo movimento informale – non esiste infatti una struttura verticistica o gerarchica – sostiene che la Repubblica federale tedesca non esista sul serio, ma sia in realtà una società per azioni fondata dagli Alleati dopo la Seconda guerra mondiale e controllata dagli Stati Uniti. Per i Reichsbürger il vero stato è quello del Secondo Reich, ossia l’impero tedesco durato dal 1871 fino 1918.

In questo senso, i “cittadini del Reich” sono l’equivalente tedesco dei sovereign citizen (“cittadini sovrani”) statunitensi – un movimento anti-tasse e anti-governativo sorto intorno agli anni Settanta, che non riconosce l’autorità federale e crede in astruse interpretazioni della common law.

Anche i Reichsbürger sono fissati con norme e cavilli giuridici, come ha sottolineato il giornalista Sergej Sumlenny su Twitter. E anche loro formano continuamente dei micro-stati (a volte nelle loro stesse abitazioni private), stampano carte d’identità e patenti fasulle e inondano i tribunali di ricorsi pseudo-legali, che vengono sistematicamente respinti.  

Ultimamente si è però osservata una netta radicalizzazione del movimento, specialmente durante la pandemia di Covid-19.

Molti “cittadini del Reich” hanno partecipato alle manifestazioni antivacciniste e anti-restrizioni, tra cui quella del 29 agosto del 2020 conclusasi con il tentato assalto al Reichstag, che a tutti gli effetti è stato un antipasto dell’assedio al Congresso statunitense del 6 gennaio del 2021.

Il movimento, inoltre, è legato ai Querdenker – i “pensatori laterali” che hanno organizzato varie manifestazioni anti-lockdown – e ha contribuito a diffondere la teoria americana di QAnon, che in Germania ha attecchito molto di più rispetto ad altri paesi europei.

Secondo i dati ufficiali del Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV, l'Ufficio federale per la protezione della Costituzione) i Reichsbürger sono circa 21mila. La stragrande maggioranza è di sesso maschile e ha un’età media di 50 anni. Di questi il 5 percento è riconducibile all’estremismo di destra, mentre il 10 percento è “potenzialmente violento”.

Sempre negli ultimi anni, diversi Reichsbürger sono stati trovati in possesso di veri e propri arsenali. Nel 2014, ad esempio, le forze dell’ordine hanno smantellato un gruppo che si faceva chiamare “lo Stato libero di Prussia” e stava allestendo una milizia armata.

Nel 2016, un “cittadino del Reich” cinquantenne ha ucciso un poliziotto durante una perquisizione nella sua abitazione, dove deteneva illegalmente più di 30 fucili e pistole. Nel 2017 l’uomo è stato condannato all’ergastolo.

Tag X

C’è poi un altro elemento inquietante che caratterizza i Reichsbürger: la nutrita presenza tra le loro fila di ex militari e appartenenti alle forze dell’ordine.

La questione va ben oltre gli arresti del 7 dicembre e degli stessi Reichsbürger, e riguarda più in generale le infiltrazioni dell’estrema destra all’interno delle forze armate – un problema sempre più evidente e politicamente esplosivo, come ha illustrato Nicola Carella in un dettagliato articolo su Jacobin.

Nella primavera del 2018, ad esempio, i giornali Taz e Focus hanno scoperto l’esistenza di un’indagine interna al ministero della difesa su un’associazione clandestina chiamata Hannibal, fondata nel 2015.

Tale gruppo era composto da circa duemila persone, di cui oltre duecento tra ufficiali e soldati, e aveva come obiettivo “la destabilizzazione dell’ordine costituito”. In alcune caserme sono state trovate liste di proscrizione con politici, giornalisti e attivisti da colpire.

I membri di Hannibal si preparavano anche al cosiddetto Tag X, il “Giorno X” in cui la società tedesca sarebbe collassata e gli estremisti di destra avrebbero preso il potere attraverso un golpe militare.

A tal proposito, le assonanze con altri miti di estrema destra sono fortissime – in particolare quello della “guerra razziale” teorizzata dall’ideologo nazista americano William Luther Pierce nel romanzo razzista e suprematista I diari di Turner. In uno dei passaggi più cruenti del libro si narra il “giorno del cappio” (Day of the rope), ossia l’esecuzione di massa di “traditori della razza” e nemici politici.

Di Hannibal faceva parte anche il tenente Franco Albrecht. Nel 2015, all’apice della “crisi dei migranti” europea, il militare era entrato in un commissariato e aveva fatto credere di essere un rifugiato siriano. Incredibilmente era riuscito a ottenere degli aiuti economici e un’udienza per discutere la sua “richiesta d’asilo”.

In quella veste – hanno ricostruito gli inquirenti – voleva commettere un attentato per far ricadere la colpa sui rifugiati, incitando così pogrom e atti di violenza razzista. Dall’indagine è poi emerso che Albrecht era un convinto sostenitore della teoria del complotto della “grande sostituzione”, al punto tale da inserirla nella sua tesi del master all’École spéciale militaire de Saint-Cyr.

Leggi anche >> La ‘grande sostituzione etnica’: la teoria del complotto razzista che ha conquistato la destra europea

Un altro caso clamoroso ha riguardato alcune unità delle Kommando Spezialkräfte: nel giugno del 2020 l’allora ministra della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer le ha sciolte perché ormai del tutto “compromesse” dalle infiltrazioni di estrema destra. La decisione è stata preso dopo la sparizione 48mila munizioni e 62 chili di esplosivo dai magazzini della KSK.

A tutto ciò vanno poi aggiunti diversi episodi riconducibili al modello del “terrorismo bianco” – tra cui l’attentato alla sinagoga di Halle, l’omicidio del politico della CDU Walter Lübcke e la strage di Hanau.

Volendo andare ancora più indietro nel tempo vanno citati i cosiddetti “delitti del kebab”, commessi tra il 2000 e il 2007 dalla cellula Clandestinità Nazionalsocialista (NSU), che ha agito impunemente per anni grazie alla sottovalutazione – per alcuni ai limiti della complicità – dei servizi di sicurezza interni.

Più in generale, l’estrema destra tedesca sta dimostrando un’elevatissima pericolosità. Secondo le statistiche ufficiali, nel 2021 sono stati commessi ben 24mila crimini attribuibili all’estrema destra – più della metà di tutti i reati di natura politica. Per l’ex ministro dell’interno Horst Seehofer si tratta della “più grande minaccia per la sicurezza della nazione”.

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

È in questo quadro, dunque, che va inserita la vicenda dei Reichsbürger golpisti. Che non è uno sgangherato cosplay tedesco di Vogliamo i colonnelli, ma l’ennesimo anello di una lunga catena di violenza politica contraddistinta dalla fusione tra estremismo e complottismo.

*Articolo pubblicato anche sulla newsletter Complotti!, che si occupa dell'impatto delle teorie del complotto sulla politica, sulla società e sulla cultura. Per iscriverti alla newsletter Complotti! clicca qui.

(Immagine in anteprima: screenshot via YouTube)

Segnala un errore