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Le donne afghane sfidano il divieto di accedere all’università. Talebani sempre più isolati dalla comunità internazionale

22 Dicembre 2022 6 min lettura

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Le donne afghane sfidano il divieto di accedere all’università. Talebani sempre più isolati dalla comunità internazionale

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All'indomani del divieto di accesso alle università imposto dai talebani, con una comunicazione inviata dal ministero dell'Istruzione superiore afghano alle istituzioni accademiche, decine e decine di studentesse stanno protestando all'esterno dei campus di varie facoltà del paese esponendo striscioni e recitando slogan come: “L'istruzione è un nostro diritto, le università dovrebbero essere aperte”.

Con indosso lo hijiab, secondo quanto disposto dal codice di abbigliamento imposto a partire dall'agosto 2021 quando i talebani sono tornati al potere, tante ragazze si sono riunite a Kabul ma anche in altre città aghane. Molte hanno manifestato in lacrime. Sogni e aspirazioni coltivati fino a qualche giorno prima sono andati distrutti.

«Ci siamo sentite tutte come uccelli in gabbia, ci siamo abbracciate, abbiamo urlato e pianto. Perché sta succedendo proprio a noi?», ha detto all'agenzia di stampa AFP Amini, una studentessa di infermieristica di 23 anni.

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Quando è stato dato l'annuncio le attività universitarie erano già sospese per la pausa invernale, nonostante molti studenti stessero comunque frequentando le facoltà per sostenere esami o studiare nelle biblioteche.

Hasti, studentessa del terzo anno di scienze politiche, è tra coloro i cui esami sono stati annullati a causa del divieto.

«Ho fatto del mio meglio per prepararmi. Per me è tutto molto difficile, perché interrompendo lo studio tutti i miei obiettivi non potranno più essere raggiunti. Se la situazione resterà questa, donne e ragazze saranno sepolte vive», ha commentato.

Un dimostrante, che ha partecipato a una delle manifestazioni, ha raccontato che alcune ragazze sono state arrestate da poliziotte, due sono state rilasciate, mentre altre sarebbero rimaste in custodia.

Secondo alcuni media locali anche alcuni giornalisti sarebbero stati arrestati, come riferito da DW.

Sono state organizzate manifestazioni anche presso l'Università di Nangahar, nell'Afghanistan orientale. Studenti di medicina hanno abbandonato gli esami per protestare contro l'esclusione delle loro colleghe.

«Alcune studentesse ci hanno chiesto di non sostenere gli esami perché a loro non era più permesso», ha raccontato alla Reuters Zia, uno studente di medicina venticinquenne. Dimostrando coraggio i ragazzi hanno acconsentito alla richiesta non sostenendo gli esami.

Frustrazione e indignazione per il divieto sono stati espressi anche sui social media, riporta DW.

Gli utenti di Twitter e Facebook, dove è ancora permesso esprimersi liberamente, hanno utilizzato l'hashtag #LetHerLearn per protestare contro la decisione dei talebani.

“Siamo arrivati all'università alle 6.30 del mattino”, ha twittato Tamana Aref, una studentessa, allegando foto che mostrano strade vuote nelle vicinanze della Kardan University di Kabul. “Ai ragazzi è stato permesso di entrare, a noi hanno puntato le pistole contro e ci hanno detto di tornare a casa”.

Un'altra utente, Hadia Rahmani, ha scritto in un post su Facebook: “Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Verrà vietato anche girare per strada”.

La decisione dei talebani è stata fortemente condannata all'estero, anche da paesi del Medio Oriente. Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Qatar e Turchia sono tra quelli che hanno manifestato ferma condanna dopo l'annuncio che le donne sarebbero state sospese dalle università in Afghanistan.

Il ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita ha espresso “stupore e rammarico per la decisione del governo provvisorio afghano di negare alle ragazze afghane il diritto all'istruzione universitaria ”, e ha chiesto a Kabul di annullare il provvedimento che ha suscitato sorpresa in tutti i paesi islamici.

Amiera al-Hefeiti, vice ambasciatrice alle Nazioni Unite degli Emirati Arabi Uniti – che si sono rivelati alleati chiave dell'amministrazione talebana – ha deplorato con forza la decisione durante una sessione sull'Afghanistan.

Il Pakistan, con il ministro degli Esteri Bilawal Bhutto, ha dichiarato il suo disappunto per il divieto e ha esortato le autorità talebane a riconsiderare la questione.

Il Qatar, che ha svolto un ruolo chiave di mediazione durante i negoziati tra talebani e Stati Uniti, ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime “profonda preoccupazione e delusione”.

“Queste pratiche negative avranno un impatto significativo sui diritti umani, lo sviluppo e l'economia in Afghanistan”, ha detto il ministero degli Esteri.

“In quanto paese musulmano in cui le donne godono di tutti i loro diritti, in particolare l'istruzione, lo stato del Qatar chiede al governo provvisorio afghano di rivedere la sua decisione in linea con gli insegnamenti della religione islamica sui diritti delle donne”, ha proseguito.

In un tweet Ibrahim Kalin, portavoce presidenziale della Turchia, ha scritto che il divieto è “contro lo spirito dell'Islam” e che “non trova posto nella religione”.

La missione Onu in Afghanistan ha esortato l'amministrazione talebana a revocare “immediatamente” la decisione. Ha anche chiesto la riapertura degli istituti femminili a partire dalle scuole secondarie di primo grado chiuse a marzo.

Il governo gestito dai talebani dovrebbe "porre fine a tutte le misure che impediscono alle donne e alle ragazze di partecipare pienamente alla vita pubblica quotidiana", ha affermato l'ONU.

Il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha espresso costernazione per l'annuncio dei talebani che hanno così definitivamente compiuto passi indietro nel loro obiettivo di essere accolti dalla comunità internazionale.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha definito il divieto un “grave passo indietro” e ha avvertito i talebani che “il mondo sta guardando”.

La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha accusato i governanti talebani di aver preso la decisione di “distruggere” il futuro del paese.

Il regime talebano non ha rilasciato commenti sull'indignazione suscitata a livello internazionale. Un portavoce del ministero dell'Istruzione superiore dell'Afghanistan ha soltanto annunciato che il ministro terrà in settimana una conferenza stampa per “approfondire la questione dell'accesso alle università alle donne”.

(Immagine in anteprima: frame video via YouTube)

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