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Parlami dei videogiochi. Abbiamo ascoltato la voce di bambini e adolescenti

28 Giugno 2021 55 min lettura

Parlami dei videogiochi. Abbiamo ascoltato la voce di bambini e adolescenti

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Negli ultimi mesi abbiamo assistito all’attenuazione della copertura apocalittica sui videogiochi dopo che il loro uso è stato reso socialmente accettabile dalle iniziative intraprese per aiutare i più giovani a rimanere a casa nel rispetto delle restrizioni per contrastare la pandemia.

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Non è ancora subentrata una copertura competente e approfondita di una cultura sempre più diffusa che sta trasformando la nostra società. Sui videogiochi permangono i pregiudizi fertilizzati da una parte della comunità di esperti sui tempi di esposizione, sul legame infondato con la violenza e sull’impatto che possono avere nella crescita di un individuo.

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A tali pregiudizi conseguono le tentazioni a vietare più che a informare, a educare e a renderne più accessibile l’uso. Se le preoccupazioni degli adulti hanno finora dominato la comunicazione sui media nuovi e tradizionali, manca ancora del tutto la voce di videogiocatori e videogiocatrici.

A fine gennaio di quest’anno la scrittrice e giornalista statunitense Anne Helen Petersen ha pubblicato sulla sua newsletter un articolo rivolto a indagare la cultura dei videogiochi attraverso il punto di vista di ragazze e ragazzi. Ha raccolto 11 interviste condotte e trascritte da un familiare sulla base di una serie di domande che aveva loro inviato con lo scopo di “sentirli parlare della loro relazione con i giochi che giocano: cosa gli piace, quando gli piace giocare, come li fanno sentire i giochi, con chi gli piace giocare e come rispondono all'ansia per il loro tempo di gioco/schermo”.

A partire da questo articolo abbiamo ragionato sulla possibilità di realizzare un progetto analogo di studio culturale. Abbiamo così costruito un’intervista composta di 27 domande, delle quali 21 sono state rivolte a conoscere le preferenze di gioco, le modalità di gioco e le riflessioni individuali sull’uso dei videogiochi e sull'utilità dei dispositivi durante la pandemia. Dato il periodo che stiamo vivendo, le ultime 6 domande sono state dedicate a esplorare le opinioni dei partecipanti sulla scuola e sulla didattica a distanza. Le interviste sono state condotte da una persona adulta a un/una intervistato/a di età compresa tra 6 e 17 anni e sono state inviate in forma scritta o audio-registrata.

Nel periodo compreso tra il 7 e il 20 aprile abbiamo ricevuto 72 interviste, di cui 40 in formato testo (tra le quali tre scritte a mano dall’intervistato/a) e 32 in formato audio. Le intervistate sono state 18 (25%), di età compresa tra 6 e 16 anni (età media=10.83) e gli intervistati 54 (75%), di età compresa tra 7 e 17 anni (età media=11.59 anni). A condurre le interviste sono stati la madre in 29 casi (40%), il padre in 16 casi, un insegnante in 11 casi, una insegnante in 5 casi, una zia in 8 casi, un’amica di famiglia in 2 casi e un fratello in 1 caso.

Elenchiamo di seguito, nei pratici paragrafi a tendina, le risposte fornite a ciascuna domanda della prima parte relativa ai videogiochi mentre le risposte alle domande sulla scuola saranno presentate nella seconda parte. Dato l’elevato numero di interviste e l’impossibilità di riportarne integralmente i testi e le trascrizioni, abbiamo selezionato per ogni domanda un numero variabile di risposte fornite dai 72 partecipanti, in base alla rilevanza e all’approfondimento. Ogni paragrafo contiene alcuni dati descrittivi e le risposte testuali aggregate per contenuti. A garanzia dell’anonimato, abbiamo anche chiesto ai partecipanti di scegliere un nome con cui identificarsi in modo da specificarlo ad ogni citazione, assieme all’età al momento dell’intervista.

Per comprendere pienamente gli effetti dei videogiochi sulla cultura e sulla società, è fondamentale conoscere chi sta crescendo maneggiandoli come parte centrale delle proprie esperienze di vita. L'esplorazione che ci hanno concesso i 72 intervistati restituisce un quadro molto istruttivo e complesso che mostra da un lato la loro consapevolezza verso i temi trattati e dall'altro gli effetti della disinformazione nella formazione di credenze e pregiudizi.

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Le risposte a questa prima domanda hanno dimostrato come possa essere riduttivo, soprattutto per le/gli adolescenti, parlare di un unico videogioco preferito. Se per Virgilian 11 anni “dipende. Da giocare da solo senza nessun amico, Brawl Stars da tablet o da telefono e invece da giocare in squadra con i miei amici Fortnite. Se dovessi scegliere... Fortnite”, per Saturno 14 anni “non ho proprio un gioco preferito ma mi piacciono i gdr, gli open world e i souls-like”, per Gatta Stellata 9 anni “non ho proprio un videogioco preferito perché mi piacciono tanti videogiochi, però quelli che uso di più sono Minecraft, Roblox e Among us” e per Dante 14 anni “è una domanda che non ha una risposta, diciamo Minecraft che è il gioco con cui ho giocato di più”.
Il nome più ricorrente tra i videogiochi è Minecraft con 22 preferenze, seguito da Fortnite con 16 preferenze, Roblox con 5, Brawl stars, Animal crossing, FIFA 21 e altri.

Tra chi ha scelto Minecraft, le possibilità di creare, esplorare e costruire sono gli aspetti più apprezzati. Fabioski 11 anni e Barney 13 anni ne apprezzano “la grafica”, Spokyj 8 anni “che è geometrico”, per Noah 9 anni “mi piace perché insegna cose che non ti insegnano subito a scuola. Per esempio, la maestra ci ha detto che il vetro si fa con la sabbia e io lo sapevo già”, per IlBaroneRosso 14 anni “il fatto che posso giocarci sia da solo sia in compagnia, e non ho limiti in quello che posso fare”, per Procione12 9 anni “che puoi completare tutte le sfide anche in modo competitivo e liberare la tua creatività” e per Dante 14 anni “l'online, il multiplayer quindi giocare con altre persone”. Tra chi ha scelto Fortnite, viene apprezzata la possibilità di giocare e interagire con gli amici e di combattere. Fulmine 9 anni spiega che “si può giocare con i propri amici parlando attraverso delle cuffie e un microfono”, ad Artemisia 15 anni piace “principalmente la strategia, infatti per giocare bisogna riuscire a creare tattiche e non morire ma anche la collaborazione con gli altri”, a Ratufa 12 anni che “è creativo”. Tra chi ha scelto Roblox, vengono apprezzate le molteplicità di giochi e mappe da esplorare. Come racconta Whiskey 13 anni “ci stanno un sacco di videogiochi dentro ed è più possibile trovare cosa ti piace”, Sweet Unicorn 09 11 anni aggiunge che “ci sono molte mappe, molti mondi da esplorare, comunque uno può divertirsi in tanti altri mondi... è molto vario”, per New York 11 anni “è un gioco di gruppo e quindi si può giocare comodamente su un divano ognuno a casa propria” e per Gatta Stellata 9 anni “è proprio bellissimo perché tu ci puoi giocare con i tuoi amici, puoi diventare amico in quel videogioco e giocare insieme tipo sulla mappa di Adopt me e quindi è anche una fonte di cose per giocare insieme che abbiamo usato molto, almeno io in classe mia, durante il lockdown di due mesi dell'anno scorso”. Tra chi gioca a Brawl stars, Karolus09 11 anni racconta “mi piace perché gioco con i miei amici e poi in generale, la grafica” e per Koala09 11 anni “puoi giocare con gli amici e ovviamente anche da solo per fare degli obiettivi, che anche se non sai cosa fare il gioco ti dà degli obiettivi”.

Riguardo ad Apex Legends, Ragionier Ricola 15 anni scrive “ci posso giocare con i miei amici, stando ognuno a casa nostra”. Di Dark Souls III erkebabbaro 14 anni apprezza “il gameplay e le atmosfere fantasy dark”. Super Mario Bros è il videogioco preferito da Tamù 10 anni per “il personaggio. Poi, il tipo di gioco, mi piacciono platform, sia quelli vecchi che quelli attuali”. Di League of Legends Abete Mugo 17 anni racconta che “si può giocare sia singolarmente ma anche in gruppo e quindi si possono fare partite cooperative e mentre si gioca si può parlare, scherzare e insomma stare assieme, inoltre mi piace il modo in cui questo gioco riesca a legare il game play quindi il modo in cui si gioca al fattore della storia e del design dei personaggi. In questo videogioco ritrovo la tematica fantasy che mi appassiona e, nel contempo, mi pongo anche una sfida nel giocare, nel riuscire a mettere alla prova i miei limiti contro altre persone”. Rubens 11 anni apprezza “la difficoltà” in Fall Guys. Lentuno 10 anni, Zeus09 12 anni e Stick 12 anni hanno scelto FIFA 21 perché sono appassionati di calcio e “quel gioco parla di calcio” e Kamakura 12 anni aggiunge “non solo si può giocare a calcio ma si possono fare anche carriere”. Mangoz 12 anni invece è appassionato di basket e gioca a NBA 2K21. Uma2011 10 anni gioca a Stylist perché “parla di moda” e Sabrina 16 anni ad Animal Crossing perché è “un buon passatempo e anche rilassante”. Di Luigi’s Mansion 3 a Powerly 11 anni piace “il fatto che ci sia una storia dietro. È fatto molto bene il videogioco, la grafica e le musiche sono molto belle” e a Magic 6 anni “che si cattura i fantasmi e il boss è molto bello e si liberano tutti”. A Toca World gioca KaiaMimì 7 anni dove “puoi fare le case con la porta e il campanello, ti danno i regali e puoi fare i personaggi come ad esempio mamma, papà, le amiche ecc”. Al “gioco degli ubriachi tradotto: Human Fall Flat” gioca Cecio 7 anni perché “è libero e puoi fare quello che vuoi con i personaggi e ci possiamo giocare in due”. Ad Ariosto 14 anni piace la saga di videogiochi Yakuza perché “ha una storia coinvolgente ed è divertente”. Polpo_10 12 anni gioca a Jurassic World Evolution perché “devi crearti il tuo parco e scegliere come portarlo avanti”. Piacciono i Pokemon ad Atreyu 11 anni e a Euripide 8 anni. The Legend of Zelda: Breath of the Wild è il videogioco preferito di Karategirl 12 anni perché “è diverso da altri videogiochi, non devi solo combattere, non è sempre uguale, ha tante missioni diverse” e a Capibara 12 anni per “l’openworld”. A Chungus 17 anni piace Counter-Strike: Global Offensive per “il gioco di squadra e il fatto che uno deve improvvisare sul momento una strategia per vincere”. Saturno 14 anni scrive “non ho proprio un gioco preferito ma mi piacciono i gdr, gli open world e i souls-like, mi piace la vasta varietà di cose che si possono fare e riguardo ai souls-like mi piacciono perché data la loro difficoltà una volta finiti danno molta soddisfazione”. Sofocle 15 anni gioca a The Sims per “il fatto di essere molto libero di agire come vuoi”.

Più della metà delle persone intervistate ci gioca da uno a tre anni, in 13 hanno iniziato a giocare da pochi mesi, in 10 giocano da 4 o più anni, come M.muscoloso 9 anni “sì molto tempo, non lo so 5 anni”, Dante 14 anni che ha Minecraft da “due anni dopo che è uscito, dal 2012 e dopo non ho più smesso di giocarci, dai 6 anni di età”. Whiskey 13 anni ammette, a Roblox “ci giocavo da tanto tempo, non è che gioco tanto ai videogiochi, preferisco guardare i video”.

Nel raccontare come funziona il videogioco preferito in molti si sono premurati di fornire i dettagli e le istruzioni affinché chi avesse poi letto o ascoltato la spiegazione si sentisse in grado di provare il gioco senza difficoltà o timori. P4nd4 13 anni riguardo a Minecraft ha scritto che “ci sono due modalità: • creativa: hai tutti i blocchi che esistono e puoi fare da subito quello che vuoi, quindi ad esempio costruire delle città o delle isole da zero (c’è gente che fa città come NY da zero) oppure puoi fare vari mini giochi come parkour; • sopravvivenza: parti da niente e pian piano prendendo blocchi ti fai il tuo inventario andando in miniera, ecc. Anche qui costruisci quello che vuoi ma le risorse non sono illimitate come in creativa, quindi è più difficile. Per finire il gioco devi andare nell’END (che è un’altra dimensione) e sconfiggere il drago. Esistono diverse versioni, ma la migliore per installare MOD (cioè pacchetti che aggiungono varie cose come blocchi, mondi, portali, mostri, animali…) è la Java per PC. Io ne ho diverse oltre a questa (quella per WINDOWS 10, quella mobile e quella PS3) ma la mia preferita è la Java. Per avere Minecraft devi registrarti sul sito della Mojang e comprare il gioco. Le MOD: per installarle devi avere anche Minecraft Forge (un programma gratuito). Forge va reinstallato ogni volta che cambi versione di Minecraft. Per usare Forge, se non l’hai già fatto, devi avviare la versione di Minecraft con cui vuoi usare le MOD, poi installi Forge, poi vai sul sito curseforge, cerchi le MOD che ti interessano, le scarichi, poi per Windows fai tasto Windows+R (si apre avvia) e scrivi: %appdata% (invio) cerchi la cartella ‘minecraft’ apri la cartella MODS, copi il file di MOD scaricato dalla cartella download e la incolli nella cartella MODS. Per fare tutto questo ti serve avere Java di Oracle sul PC. A volte le MOD non vanno e devi avere Jarfix. Ci sono altri 2 tipi di file per migliorare/modificare la grafica: • shaders: sono le più pesanti e rendono la grafica di Minecraft quasi realistica (meglio avere un buon computer per queste); • resourcepack: sono più leggere e servono a modificare un po’ gli oggetti (es. stile medievale, colori, forme, ecc.) o migliorare la grafica. Per avere queste due cose devi avere l’optifine che si scarica online ed è gratuito (ma devi già avere sul pc Java di Oracle e jarfix). I file che scarichi li devi mettere in .minecreaft/shaders o .minecraft/resourcepack”.

Abete Mugo 17 anni spiega così League of Legends: “Sebbene il gameplay sia fine a se stesso e ricavi alcune cose dalla storia che ci sta dietro ma possa tranquillamente funzionare da solo senza una storia, i produttori di LofL sono riusciti a legarlo molto bene alla storia che ci va dietro perché hanno costruito un intero mondo in cui i personaggi si muovono e, fino a qualche tempo fa, in realtà le cose erano piuttosto statiche quindi tu potevi sapere che ruolo aveva quel personaggio nel proprio mondo però non è che le cose cambiassero con il tempo, mentre adesso cercano con i nuovi personaggi che aggiungono al videogioco di far muovere avanti la storia e quindi collegare i personaggi gli uni agli altri per rafforzare questo aspetto del videogioco”. Powerly 11 racconta i dettagli di Luigi’s Mansion 3: “inizialmente c'è Luigi nell'autobus insieme a tutti i suoi amici Toad, Mario, Peach, perché hanno ricevuto un invito all'hotel Miramostri. Insieme c'è anche il Poltercucciolo che è un cane fantasma che fa da guida nel gioco. Quando entri nell'hotel ti fa esplorare e parlare con i vari personaggi. Poi quando arrivi a parlare con il personaggio che ti fa il check-in c'è un'altra animazione dove conosci la proprietaria che si chiama Malberta Crisantemi, vai all'ascensore, vai alla camera e esplori un po' la camera. Durante la notte senti un urlo, è Peach che urla. Allora Luigi decide di andare a controllare nelle stanze di tutti e non c'è nessuno. Allora va verso l'ascensore però si nasconde dietro il muro perché sente dei rumori. Allora si affaccia e vede la proprietaria che è un fantasma e Re boo che è un'altra specie di fantasma che è il boss finale. Luigi gli parla un po' e poi scappa perché Re boo è un cattivo, quindi scappa verso una cassetta che lo porta verso una lavanderia e dalla lavanderia va verso questa specie di seminterrato dove trova l'oggetto principale di tutto il gioco ovvero il Poltergust G-OM che via via acquisirà nuovi potenziamenti. Con il Poltergust G-OM catturi i vari fantasmi che trovi nell'hotel che ti ostacolano e i mini boss e anche il boss finale. Luigi's Mansion 3 come primo personaggio deve liberare il professor Strambic che anche lui è uno dei personaggi principali e aiuta Luigi in tantissime cose... Lo scopo del gioco è liberare gli amici di Luigi che sono stati catturati dal Re boo e intrappolati in vari piani in dei quadri. Luigi deve battere i mini boss a ogni piano che danno dei pulsanti per l'ascensore. Quando arrivi all'ultimo piano puoi raggiungere il tetto con le scale, dove trovi Re boo che vuole intrappolare tutto il palazzo in un quadro gigante. Lo scopo è sconfiggerlo, oltre a liberare gli amici e, dopo, i fantasmi dell'hotel diventano buoni e ricostruiscono l'hotel daccapo perché crolla”, mentre Bottas 11 anni è sintetico e rassicurante su Fortnite: “Come se fosse un gioco per adulti però è in versione bambino, un po' strano da spiegare, in cui si spara però non ti fanno vedere ste cose, è molto più family friendly”, Capibara 12 dice di The Legend of Zelda: Breath of the Wild che “consiste nel salvare un regno da una calamità” e Saturno 14 anni spiega che “i souls-like sono giochi che per essere giocati richiedono un po’ di pazienza, non perché bisogna risolvere enigmi o rompicapo, ma perché con l’andare avanti nel gioco ti si parano davanti dei “boss” che sono nemici molto più forti di quelli che si possono comunemente trovare in giro per la mappa e che richiedono anche molta più abilità per sconfiggerli (i miei souls like preferiti sono Bloodborne e Sekiro). Gli open world sono giochi che come particolarità e, come può suggerire il nome, sono appunto dei mondi aperti nei quali puoi esplorare tutta la mappa con molto spesso ambientazioni spettacolari. I gdr sono giochi invece nei quali tu (cosa che avviene anche nei souls like) puoi scegliere che tipo di personaggio essere e scegliere che equipaggiamento usare durante il gioco”.

Circa un quarto degli intervistati gioca da sola/o perché, ad esempio, per Ariosto 14 anni “il gioco è a giocatore singolo”, Kamakura 12 anni scrive “non posso connettermi”, Sbamz 14 anni scrive “perché i miei amici ci giocano in piattaforme diverse, come la PS4, io invece ci gioco col pc” e Saturno 14 anni “perché parte di questi giochi sono offline quindi non si può giocare con altre persone”. Circa un quinto degli intervistati gioca con un familiare, prevalentemente un fratello o una sorella, più raramente con il padre e quasi mai con la madre. Tamù 10 anni scrive “di solito sempre da solo ma quando mio padre ha voglia giochiamo insieme”. La maggior parte gioca con i compagni di scuola e gli amici, come M.muscoloso 9 anni “sì con i miei compagni di classe ogni venerdì”, Checco 16 anni che gioca “con compagni ed ex compagni di scuola, a volte con sconosciuti anche di altre nazionalità” e Pit 11 anni racconta che “l'ultima volta che ci ho giocato con qualcuno era con una mia compagna di classe ed è stato molto divertente”. P4nd4 13 anni precisa “con i miei compagni di classe ma devo fare una distinzione perché in Java (che è quella che uso io) non è possibile giocare con gli amici direttamente, ma bisogna essere ospitati su un server (ce ne sono anche gratuiti). Fino a due anni fa usavo anche la versione di Microsoft per giocare con un amico delle elementari. In questo caso per giocare insieme era sufficiente che io che avevo creato il mondo fossi online”. Per Rubens 11 anni “è online, è come se ci fosse sempre qualcuno” e IlBaroneRosso 14 anni scrive “con amici che mi sono fatto provenienti da tutta Italia”. Dante 14 anni racconta “normalmente io vado su alcune piattaforme social come può essere Telegram o Discord e ci sono veri e propri gruppi che vengono creati per far sì che le persone si possano conoscere. Ad esempio, io scrivo su un gruppo ‘cerco qualcuno per giocare Bed wars’ e vedo chi mi risponde, poi inizio a giocarci e se mi trovo bene, bene, se no chiudo lì e passo a un altro. Non ho mai giocato con gente che conosco”. Per Marzio 14 anni “si può giocare in molti, ma meno si è e meglio è, perché sennò si fa confusione. Max 20 persone, sennò esplode il PC”. Ratufa 12 anni confida “siccome io non ce l’ho, ci gioco a casa loro”, a casa di due compagni di classe. Barney 13 anni racconta “ci gioco insieme a due amici da molto tempo però solo ultimamente siamo riusciti a creare un server cioè un mondo che condividiamo”.

Quasi tutte le persone intervistate che giocano con qualcuno ritengono sia “bello” e “divertente”. Per Checco 16 anni “è la parte più divertente, parlare, scambiarsi strategie e suggerimenti, aiutarsi e anche arrabbiarsi e perdere insieme” e per Virgilian 11 anni “molto più divertente di giocare da solo perché è molto più strategico e sinceramente mi impegno un po' di più per far vedere che sono forte”. Abete Mugo 17 anni aggiunge più dettagli “solitamente siamo o collegati con la chat vocale del videogioco però dato che spesso alcuni hanno problemi con questa chat utilizziamo delle chat vocali esterne come Discord. Ci organizziamo o magari semplicemente entriamo su LOfL, troviamo qualcuno e allora iniziamo a giocare assieme e mentre giochiamo parliamo di quello che sta succedendo nel videogioco o magari anche di altre cose”. Artemisia 15 anni scrive “lo preferisco rispetto a quando gioco da sola perché mi piace poter contare anche su altre persone mentre gioco”, come Spokyj 8 anni “bello perché se ci gioco da solo mi annoio”, Magic 6 “è molto bello ma soprattutto con meno difficoltà” e KaiaMimì 7 anni che gioca a Toca World rivela “giochiamo insieme in videochiamata e ci diciamo i trucchetti su come sbloccare i segreti, quale pacchetto abbiamo comprato o se ce n’è uno nuovo, e anche chi far abitare nelle case che creiamo”. Per Zeus09 12 anni che gioca a FIFA 21 “più bello perché gioco con la mia famiglia”. Papaya 13 anni riconosce anche i limiti del gioco assieme “è divertente perché possiamo chiacchierare e ridere, ma in alcuni casi è una limitazione perché bisogna essere d'accordo su ciò che bisogna costruire, quindi se a me viene un'idea e a lui non piace non possiamo farla” e Nessuno08 12 anni ammette con rammarico “loro sono più bravi e io faccio schifo”, per Powerly 11 anni “fa leggermente più arrabbiare perché non fanno proprio quello che vuoi te e poi è più facile” e Polpo_10 12 anni conferma “diciamo che abbiamo idee completamente diverse quindi a volte facciamo dei casini ci arrabbiamo e quindi diciamo che per un po' non ci giochiamo più insieme”. Ci sono anche altri risvolti utili nel giocare assieme come rivelano Erginio Massoru 11 anni “mi trovo bene perché se tipo dei compiti non li ho capiti gli posso chiedere quell'esercizio oppure giochiamo insieme ... sei in compagnia e puoi anche parlare” e Piede 12 anni “è bello perché mi diverto e poi alcune persone che dal vivo hanno un altro carattere mentre giochiamo si esprimono di più”.

Le risposte a questa domanda si sono estese da “con nessuno” di Karategirl 12 anni e Polpo_10 12 anni “con nessuno perché è un gioco mio e credo di essere l'unico che ha quel gioco, mi piace giocarci da solo” a Chungus 17 anni e Whiskey 13 anni che hanno risposto “con più gente, con più persone” e “con chiunque sarebbe disposto a giocare”. C’è chi come Papaya 13 anni vorrebbe giocarci “con mia sorella, ma lei non vuole”, come Eschilo 12 anni “con papà, ma a lui non piace perché per lui è noioso” oppure M.muscoloso 9 anni “con la mamma e il papà” e Rocky 13 anni “qualche volta con i miei genitori così sapranno cosa gioco e almeno sapranno di cosa parla”. Johnnygroot 9 anni confida “beh ci vorrei giocare con tutta la classe, mi piacerebbe poter giocare tutti insieme, fare un mondo tutti insieme perché su Minecraft si possono fare i mondi, mi piacerebbe fare un mondo tutti insieme” ma Pit 11 anni prende atto “con più miei amici solo che non hanno il gioco”. A Sweet Unicorn 09 11 anni “va bene così, stare con la mia migliore amica mi va bene di già, non c'è una persona con cui vorrei giocare” e P4nd4 13 anni pure si accontenta “sono già a posto a giocarci con i miei amici”. Mettersi alla prova con i giocatori esperti è l’aspirazione di Artemisia 15 anni “con qualche giocatore professionista per esempio Kroatomist”, di El Greco 12 anni “mi piacerebbe giocare con un gamer (Technoblade)”, Noah 9 anni “a Minecraft mi piacerebbe giocare con uno youtuber che si chiama Lyon. Anche con KeNoia che è sempre una youtuber” e di Billy 11 anni “vorrei giocarci con giocatori fortissimi come Streamer”. Abete Mugo 17 anni racconta che “gli amici che conosco quasi tutti li ho conosciuti direttamente sul videogioco, non sono ancora riuscito a conoscerli nella vita reale per colpa della situazione in cui ci troviamo però quando si potrà, penso che ci conosceremo di persona. Ho cercato alcune volte di convincere alcuni amici che già conoscevo a provare il videogioco, qualcuno lo ha anche provato ma probabilmente non era il loro genere e quindi non sono riuscito ad attirare molte persone”.

Rispetto alle proprie capacità nel videogioco preferito, almeno quelle autoriferite, c’è chi non si ritiene particolarmente bravo/a come Checco 16 anni “nient’affatto”, Ragionier Ricola 15 anni “non particolarmente”, Delhi 8 anni “non tantissimo”, Chungus 17 anni “no, sono argento 1 che è il livello più basso”, Alpha Wolf 10 anni “un po’” e Demon 11 anni “un pochino”. Oltre la metà ha risposto alla domanda con un “sì” o “sì abbastanza”. C’è chi ha fatto dei confronti, come Bibbo 10 anni “secondo me sono bravo a giocarci ma ovviamente ci sono persone mooooolto più brave di me”, Aragorn 11 anni” io personalmente sì, anche se vedendo i giocatori fortissimi del mondo mi sembra di essere una particella”, Johnnygroot 9 anni “beh non lo so, rispetto ad altre persone o youtuber non tanto però sto imparando”, Mangoz 12 anni “bravino. Anche se rispetto a quelli davvero forti sono scarso” e Ucra 13 anni “sì in confronto a quando ho iniziato che facevo un po' schifo, sono molto migliorato e ora mi ritengo abbastanza forte, sopra la media”. Riconoscono le loro abilità Virgilian 11 anni “non bravissimo ma neppure tanto scarso, nella media”, Papaya 13 anni “mi reputo abbastanza bravo. Ho un amico però che mi reputa molto bravo a costruire, mi reputa un pro player”, New York 11 anni “sì perché ormai sono diventata esperta”, IlBaroneRosso 14 anni “dopo circa 6 e passa anni di gioco mi considero MOLTO bravo”, Billy 11 anni “si, infatti posso accedere ai tornei di livello medio” e Gatta Stellata 9 anni “dipende, sopravvivenza così e così, in creativa secondo me sono brava, perché sono una persona che secondo me e anche secondo gli altri in realtà, cioè secondo le mie compagne di classe, ho una grande creatività e quindi con Minecraft ti puoi stravagare e la puoi tirare fuori”. Abete Mugo 17 anni riflette “questa è una domanda interessante. Allora, mi ritengo modestamente bravo, non posso dire di essere un pro player in termine tecnico, non ho tutte le conoscenze e le abilità per fare delle partite perfette, anche perché in generale non mi ritengo una persona estremamente brava ai videogiochi in generale, però modestamente me la cavo e ci sono alcune partite in cui veramente do il meglio di me. Spesso nell'ambito di LofL si sente parlare di tilt o insomma di persone che tiltano, italianizzando il termine, quindi che perdono un po' il controllo e si lasciano trascinare dalle emozioni mentre stanno giocando e quindi dimostrano il peggio delle proprie qualità. Non mi ritengo una persona estremamente trascinata da questa situazione però capita spesso che la giornata non stia andando bene e quindi inizio a giocare e inizio a morire un po' di volte sul campo di gioco e allora inizio a giocare sempre peggio e finisce che in tre partite non riesco a fare nulla di decente”.

Sulle reazioni di paura o di rabbia che il videogioco preferito può scatenare, le risposte sono state sia generali sia specifiche, sia distaccate che partecipate. Circa un quarto ha risposto con un laconico “no”. Per Gatta Stellata 9 anni “c'è qualcosa non che mi fa arrabbiare ma tipo che quando perdo comunque non è che sono felice però chi se ne frega, comunque è un videogioco, quindi non è che è vita o morte” e Rocky 13 anni dice “Warframe sì perché ci sono infinite possibilità e ci sono tante persone che son molto più brave e ho paura se non so cosa fare o se sto facendo qualcosa di sbagliato mentre ci gioco o sto perdendo delle cose, è molto complicato”. C’è chi ha risposto cercando di contestualizzare, come Bibbo 10 anni che scrive “dipende da quali giochi, Minecraft per esempio ci sono momenti di terrore e momenti in cui dai da mangiare ai maialini”, Uma2011 10 anni, che gioca a Stylist, “mi fanno arrabbiare le pubblicità”, Polpo_10 12 anni spiega “spaventare no niente, arrabbiare sì perché i dinosauri devono anche vivere in gruppo e quando muore qualcuno del gruppo gli altri dinosauri non hanno i comfort adatti e allora rompono la gabbia e succede il panico nel parco e quindi è un po' un casino poi recuperare tutto, mi succede sempre quindi...” e Karategirl 12 anni “mi fa arrabbiare che quando prendi un'arma più forte, i mostri diventano sempre più forti anche loro”.

Una reazione piuttosto condivisa da chi gioca a Minecraft è quella espressa da Sbamz 14 anni “mi fa spaventare quando c’è un Creeper (un mob ostile) che esplode e ti uccide a tradimento”. Lentuno 10 anni ammette “spaventare no però mi fa molto arrabbiare perdere” e lo segue Rubens 11 anni “mi fa arrabbiare quando perdo in finale o perdo sfortunatamente “. Altri fattori scatenanti sono quelli tecnici, come racconta Nessuno08 12 anni “mi fa arrabbiare quando la connessione non va e ti si blocca tutto e ti fa uscire, spaventare no” e come scrivono Ragionier Ricola 15 anni “mi arrabbio quando perdo per colpa dei “bug” del gioco (ovvero quando il gioco non funziona come dovrebbe e/o ci sono rallentamenti dovuti alla connessione)” e Tamù 10 anni “quando il controller non fa l’azione che vorrei”. Un’altra reazione negativa comune è scatenata da chi non rispetta le regole del gioco. Chungus 17 anni confida “una cosa che mi fa arrabbiare sono quelli che barano che tanto poi comunque vengono bannati pochi giorni dopo che però comunque possono rovinare una partita” e Abete Mugo 17 anni aggiunge “che mi spaventa non credo, che mi fa irritare beh a volte ci sono dei giocatori, c'è un termine tecnico che si chiama flaming, che vuol dire insultare le altre persone sulla chat di gioco, e quello spesso mi dà fastidio anche perché a volte quelli che flammano si mettono a insultare le altre persone e non hanno veramente i motivi per farlo o comunque mi dà fastidio a volte che la partita non va come vorrei che andasse. Io sono anche abbastanza calmo però ci sono altri miei amici che giocano con me che si arrabbiano un sacco se il gioco non gli sta andando bene o magari spesso la scusa che si tira fuori è il fatto che quelli che producono LofL non sappiano gestire il proprio gioco e quindi che il videogioco sia pieno di bug, anche se secondo me non è proprio così”. Infine, Billy 11 anni confida “mi arrabbio anche perché io seguo tanto i giocatori fortissimi per imparare dalle loro meccaniche di gioco e però quando dico le istruzioni ai miei amici questi a volte non mi seguono. Mi arrabbio anche con mia cugina perché vuole sempre che gli do le mie armi, gufa perché dice ‘vinciamo, vinciamo!’ e poi non vinciamo e quindi porta sfiga dirlo e infine gli dico di venire nel mio luogo di gioco e lei invece dopo mezz’ora sta ancora nello stesso luogo perché vede Tik Tok mentre gioca con me”.

Le risposte a questa domanda aggiungono una lunga lista di preferenze: quasi tutti gli intervistati giocano almeno a un altro videogioco. Tuttavia, c’è anche qualche rivelazione, come Cavaliere laser 9 anni che ha confidato “mi piacerebbe giocare col mio telefono ché c'erano tanti giochi” oppure Koala09 11 anni “a volte gioco a FIFA con mio papà oppure a volte quando mi supplica a Fortnite con mio fratello oppure Minecraft”. Dante 14 anni ha fornito un resoconto motivato “sono un po' un casual gamer che però va sui generi giochi di ruolo, giochi di solito in terza persona - Minecraft è in prima persona anche quando sei in terza - in terza persona invece tu vedi il tuo corpo esterno. Normalmente, gioco questi tipi di giochi qua, ce ne sono tanti, io di mio non amo gli sparatutto, preferisco giochi con storia... i giochi horror io proprio non li tocco perché non mi piacciono. Questo è uno dei miei preferito Horizon Zero Dawn. A me piacciono i giochi esplorativi, open world ovvero con una mappa enorme la maggior parte delle volte, completamente esplorabile e poi per me è anche importante la grafica, il movimento del personaggio, il comparto sonoro sono molto importanti per me. Un gioco può avere una storia bellissima ma se non ha una bella grafica io lo boccio e poi grafica non è sinonimo di realismo, Minecraft non è un gioco realistico ma è un gioco bellissimo perché ha una grafica molto studiata perfetta. Poi Ghost of Tsushima è un gioco che ho acquistato. Questo e quello prima sono due esclusive Playstation quindi solo PS4 o PS 5. Questo è un gioco americano però a stampo giapponese, anche questo è libera esplorazione”.

L’orario più consueto della giornata che viene dedicato ai videogiochi è quello del pomeriggio, dopo aver fatto i compiti e prima di cena, come hanno risposto, ad esempio, Aragorn 11 anni “dopo pranzo, poi faccio i compiti e dopo gioco ancora per un po’ prima e a volte anche dopo cena”, Koala09 11 anni “la maggior parte delle volte appena torno da scuola mangio e poi ci gioco, poi faccio i compiti oppure la sera che magari mi metto d'accordo con gli amici” e Polpo_10 12 anni “verso la sera, di solito dopo le 6-6.30, i miei genitori mi lasciano a quell'ora”. Più raramente si gioca anche la sera dopo cena, come Sbamz 14 anni “alle cinque/sei del pomeriggio oppure alle otto e mezza di sera, quando ho finito i compiti e dopocena”, Mangoz 12 anni “di solito la sera dopo cena, se ho finito i compiti”, Picatchu 9 anni “di sera, prima di cena e anche dopo a volte” e Marzio 14 anni “nel pomeriggio dalle 18 alle 19, a volte anche dopo cena subito dopo mangiato”. Tra le persone intervistate è più frequente giocare tutti i giorni rispetto ad alcuni giorni a settimana, come invece racconta Checco 16 anni “tra le 17 e le 21, uno o due giorni a settimana”. Gli orari tendono a essere più flessibili il sabato e la domenica, come espresso da Powerly 11 anni “il sabato e la domenica in vari orari”, Spider 7 anni “il sabato e la domenica dopo colazione” e Ragionier Ricola 15 anni “nel weekend se non ho troppi compiti scolastici, gioco molto di più. Se non ci fosse la pandemia preferirei uscire”.

Il tempo dedicato ai videogiochi dipende anche dalla necessità di condividere uno stesso dispositivo con altri membri della famiglia, così scrive Mia 10 anni “a Minecraft quando mia sorella ha finito i compiti perché uso il suo pc, se mi lascia. A Gacha dopo cena col telefono di papà” e racconta Piede 12 anni “la sera che devo dare il computer a qualcuno non posso giocarci”. Un altro fattore che condiziona gli orari è la disponibilità di compagni/e di gioco: Demon 11 anni “se riesco a trovarmi con mia cugina alle 6 tipo”, NiceMoon 12 anni “con mio cugino verso le 6 di sera oppure più presto se uno ha impegni, se no primo pomeriggio”, Chungus 17 anni “la sera, a volte anche un po' prima, dipende anche dagli orari delle persone con cui ci gioco”. C’è chi invece non ha particolari limitazioni nel tempo che può dedicare ai videogiochi, come mostrano le risposte di Procione12 9 anni “quando ho voglia”, Sweet Unicorn 09 11 anni “in momenti della giornata, non a un'ora precisa, quando posso”, El Greco 12 anni “non ho orari precisi, quando ho del tempo libero”, Uma2011 10 anni “l'ora non ce l'ho, quando capita”, Noah 9 anni “quando sono libera dopo scuola o quando ho voglia”, e Dante 14 anni “tutti i giorni, dipende, ci sono giorni che sto fuori tutto il tempo con gli amici e la sera torno, faccio un'oretta e poi chiudo e giorni, weekend normalmente, in cui uno si sveglia fa colazione con calma si mette a giocare, fa i compiti poi si mette ancora a giocare, guarda qualche video dipende”. Le restrizioni necessarie ad affrontare la pandemia hanno anche portato a maggiori concessioni come spiegano Whiskey 13 anni “durante la quarantena dell'altr'anno giocavo tutta la giornata ma ora che è ricominciata scuola dal vivo gioco dalle 6 alle 8”, Virgilian 11 anni “considerando che ci gioco un bel po' [ha sempre avuto un tempo di gioco limitato ma ovviamente la questione COVID ha un po' distrutto tutte le regole che vengono imposte dato che i bambini non possono vedersi e l'unica socialità che hanno è giocare insieme] ci gioco dalle 6 alle 8 fino all'ora di cena”.

Rispetto al tempo dedicato ai videogiochi dalle persone intervistate, si va dai 30-40 minuti di Euripide 8 anni “posso giocare mezz’ora (1 ora se gioco con i miei fratelli o mia cugina)”, Erginio Massoru 11 anni “mezz'ora, massimo 40 minuti”, Koala09 11 anni “mezz'ora al giorno però non tutti i giorni, la mamma sceglie quando farmi giocare, a volte vengono gli amici a casa e lì magari gioco un po' di più “, Karolus09 11 anni “all'inizio potevo giocare tipo un'ora, adesso i miei genitori mi stanno limitando e gioco mezz'oretta “, Gatta Stellata 9 anni “dipende, se sono da sola non troppo, tipo 40 minuti; se sono in videochiamata con le amiche mia madre e mio padre mi lasciano invece più libertà perché comunque sto con la mia migliore amica e con le altre amiche” e New York 11 anni “massimo 40 minuti al giorno ma non tutti i giorni”, alle 4 ore o più di Ratufa 12 anni “massimo 4 ore in un giorno”, Ucra 13 anni “quanto voglio, all'incirca 4-5 ore” e Piede 12 anni “per 7 ore, dipende da quando posso però di solito esco quando sono libero”. Talvolta il tempo massimo di gioco è determinato dalle contingenze, come espresso da Checco 16 anni “finché non mi sloggiano perché i genitori vogliono vedere la TV “, Bibbo 10 anni “ci posso giocare fino a che non faccio i compiti “, Virgilian 11 anni “finché il papà non urla (lo dicono insieme padre e figlio)”, erkebabbaro 14 anni “finché non è pronta la cena”, Powerly 11 anni “finché la mamma non mi dice di smettere, non c'è un tempo preciso”, KaiaMimì 7 anni “ci posso giocare quanto voglio ma poi devo fare i compiti o andare a dormire”, Johnnygroot 9 anni “finché i miei genitori mi dicono basta, non c'è un tempo limite... con mia madre è un'ora, con mio padre mezz'ora però alcune volte è un po' più ... alcune volte un po' meno” e Mia 10 anni “finché mamma non ci chiama ad apparecchiare”. C’è chi non ha limiti e può gestire il tempo con responsabilità come Karategirl 12 anni che risponde “bella domanda, non lo so, gioco quando non ho compiti o se non esco o non leggo....”, Ragionier Ricola 15 anni “non ho vincoli precisi “, P4nd4 13 anni “quanto voglio, basta che faccio le cose che devo fare “, Papaya 13 anni “non ho un tempo limitato perché ci gioco poco “, IlBaroneRosso 14 anni “il mio tempo di gioco è limitato dagli altri impegni, e ovviamente attività giornaliere (es. colazione, sonno...)” e Ariosto 14 anni “quanto voglio ma poi a volte mi stanco in fretta e smetto anche dopo un oretta”.

Il momento di concludere il gioco e spegnere il dispositivo può essere vissuto con diversi gradi di partecipazione emotiva, dalla tranquillità al disappunto, dalla rassegnazione alla rabbia. Bibbo 10 anni ha risposto “beh… si, non mi piace smettere di giocare per fare i compiti” e Barney 13 anni “soprattutto quando gioco con i miei amici e mi sto divertendo molto”.
Più di un quarto delle persone intervistate ha risposto a questa domanda con “sì”, “abbastanza” o “un pochino”, senza aggiungere altri commenti. Mentre a Cavaliere laser 9 anni dispiace “tanto, mi arrabbio pure”, così come a Noah 9 anni “molto perché mi diverto molto con i miei amici” e a Virgilian 11 anni “un sacco”. Meno di un quinto ha risposto “no”, “non particolarmente”. A Johnnygroot 9 anni dispiace “beh poco non tanto perché di solito io lo faccio di sera, quindi dormo e quando dormo ho la mia gatta che sta lì con me, quindi non è che mi dispiace molto”, così Rocky 13 anni che continua “fino a quando i miei genitori mi dicono di smettere ma non sono arrabbiato, se loro vogliono usare la televisione allora smetto” e per Koala09 11 anni “dipende quando, la maggior parte di volte no perché so che devo fare i compiti e quindi se faccio i compiti dopo vado al campetto, quindi sono felice diciamo che so che se non smetto non faccio i compiti e non vado al campetto”. Non dispiace di finire di giocare a New York 11 anni “no perché mi accontento” e a Polpo_10 12 anni “no, no tanto il giorno dopo riparto da lì e non succede niente se adesso devo smettere tanto si riparte dal punto di prima”. Dispiace talvolta a Pit 11 anni “alcune volte sì e alcune volte no”, Sweet Unicorn 09 11 anni “a volte, dipende, perché metti che ci ho giocato poco e allora vorrei continuare un po' di più e a volte non son dispiaciuta perché scelgo proprio io di smettere” e ad Anonimo(267) 9 anni “dipende, se finisco la partita no ma se la partita non è finita e devo smettere per forza sì”. Difatti, il tipo di reazione è spesso collegato al momento del gioco in cui avviene l’interruzione, come confermano El Greco 12 anni “non sempre, solo se sto giocando con amici o se sto costruendo qualcosa di interessante”, Procione12 9 anni “dipende a che punto del gioco devo smettere!”, Ragionier Ricola 15 anni “solo quando i miei genitori mi vengono a interrompere per andare a letto, mentre sto facendo una partita”, Piede 12 anni “soltanto quando i miei amici stanno ancora giocando, mi dispiace che sono l'unico che se ne va” e Marzio 14 anni “dipende. Se non hai concluso nulla sì, ma se sei soddisfatto e fai quello che volevi fare ne esci contento”.

Abete Mugo 17 anni argomenta “a volte se ho fatto delle belle partite e quindi sono soddisfatto riesco ad andarmene tranquillamente e andare a fare qualcos'altro senza problemi però spesso se ad esempio una partita mi è andata male e non sono soddisfatto mi capita di essere lì e pensare di fare un'altra partita però è un po' tardi, ho giocato tanto quindi sono indeciso, spesso prevale quasi più la parte facciamo un'altra partita e speriamo che vada bene, solo che di solito se la partita prima è andata male finisce che anche la partita dopo va male. In questo caso il videogioco potrebbe quasi sembrare una dipendenza perché ogni volta che fai una partita vorresti farne un'altra e spesso cerco di pormi dei limiti anche se non è proprio semplicissimo”.

Le strategie raccontate nelle risposte rivelano soprattutto dei tentativi di guadagnare del tempo prima di smettere di giocare: NiceMoon 12 anni “chiederei a mia mamma di darmi ancora un po' di tempo”, Euripide 8 anni “mi faccio chiamare un po’ di volte, provo a chiedere ancora 5 minuti … e poi spengo”, Bibbo 10 anni “quando i miei genitori mi vengono a chiamare dico tipo <”ASPETTA ASPETTA ASPETTA!”>”, Fulmine 9 anni “chiedo 5 minuti in più ai miei genitori. A volte me li danno”, Johnnygroot 9 anni “dico un altro minuto, un altro secondo poi dicono un secondo è passato, poi dicono basta iniziano a urlare e devo smettere per forza”, Virgilian 11 anni “che continuo a giocare e mentre cerco di ascoltare quello che mi dicono i miei amici, dico 'aspetta, aspetta un secondo, un secondo finisco l'ultima uccisione, aspetta aspetta' e alcune volte quando non smetto, il papà mi spegne direttamente la console (ridono)”, Tamù 10 anni “dico ‘possiamo rimandare a dopo perché adesso mi sto divertendo troppo?’”, Nessuno08 12 anni “continuo a giocarci”, Bottas 11 anni “lo accetto”, Magic 6 anni “faccio finta di non aver sentito”, Piede 12 anni “di solito chiudo la porta ma dopo un po' che mia madre entra in stanza e mi dice di smettere smetto “, Atreyu 11 anni “chiedo ai miei genitori se posso giocarci un altro po' [e loro rispondono?] no”, Barney 13 anni “chiedo se posso giocare un altro po' e se è sì sono felice se è no gioco un'altra volta”, Picatchu 9 anni “vado e poi ritorno”.

In alcuni casi non è necessario un richiamo per smettere, come hanno scritto Eschilo 12 anni “la maggior parte delle volte metto un timer e smetto da solo” e Sabrina 16 anni “dipende, se ho altri impegni smetto comunque, altrimenti continuo”. Meno di un quinto riferisce che non succeda di non voler smettere, come hanno risposto fabioski 11 anni “non succede niente perché smetto volentieri”, Delhi 8 anni “a me piace di poterci giocare un'ora e mezza” e Noah 9 anni “non mi sembra che ci sia stata una volta in cui ho detto che volevo continuare a giocare”.

Una dozzina di persone intervistate riferisce di arrabbiarsi, come scrivono Spokyj 8 anni, Alpha Wolf 10 anni e M.muscoloso 9 anni “mi arrabbio” e come raccontano Ragionier Ricola 15 anni “mi altero solo quando i miei genitori mi impongono di smettere per motivi che non condivido”, Lentuno 10 anni “mi arrabbio con i miei genitori”, Aragorn 11 anni “a volte mi arrabbio un po’ però poi mi passa subito”, El Greco 12 anni “smetto lo stesso anche se un po' mi arrabbio” e Ariosto 14 anni “può succedere che litigo con mia madre”. Può anche accadere che si arrabbi un genitore, come nel caso di Karategirl 12 anni “la mamma mi richiama e si arrabbia”, Pit 11 anni “papà si arrabbia”, Koala09 11 anni “succede che la mamma mi dice spegni se no non ci giochi per una settimana e allora spengo” o entrambi, come per Whiskey 13 anni “raramente questo succede ma se succede i miei genitori s'arrabbiano”, Spider 7 anni “dico no però i miei genitori mi urlano dietro”, Viserion 011 10 anni “mamma e papà si arrabbiano” e Cavaliere laser 9 anni “arrivano i miei genitori e me la spengono loro”. Abete Mugo 17 anni racconta che “ci sono delle giornate in cui passo tante ore lì a giocare perché faccio una partita dopo l'altra e magari non mi accorgo del tempo che passa e dopo un po' mi accorgo che sono passate ore e ore e veramente mi chiedo cosa ho fatto in tutto quel tempo quando potevo fare un sacco di cose e vabbè. Diciamo che quando gioco da solo è un po' più semplice andarsene, perché sono da solo e basta che spenga il computer, non devo salutare nessuno, però d'altra parte quando sono da solo sono un po' più preso dalle emozioni e dal fatto che se una partita non mi è andata bene e non sono soddisfatto avrei voglia di farne ancora. Però d'altra parte quando sono con gli amici mi dà più fastidio dover andarmene e dover salutare gli altri sapendo che magari loro faranno un'altra partita e invece io dovrò fare qualcos'altro”.

Le risposte a questa domanda sono state piuttosto unanimi, l’87,5% riferisce che non sia mai (65%) o quasi mai accaduto: Bottas 11 anni “no, soltanto a ricreazione “, Powerly 11 anni “con le insegnanti no ma tra di noi moltissimo “, Gatta Stellata 9 anni “con gli insegnanti di sicuro no, con i miei amici è un argomento proprio di cui si parla... ah Brawl stars è l'unico gioco che usa tutta la classe”, Marzio 14 anni “no quasi mai. Ma ho avuto la fortuna di trovare un professore di informatica che ci capisce, e a volte ne parla. E anche un prof di scienze, capita che faccia battute sui videogiochi “, Sbamz 14 anni “no, a parte quando si parla di sicurezza online e, solitamente, se ne parlano è per dire che dobbiamo giocarci di meno”, Barney 13 anni “non molto spesso, soltanto quando capita l'argomento che a volte il professore o la professoressa invece di interrogare o di spiegare parla con noi semplicemente così senza uno scopo didattico, a volte succede, principalmente con il prof di musica che ci lascia del tempo se abbiamo finito la lezione a volte parliamo”.

Alcune esperienze sono capitate a IlBaroneRosso 14 anni “sì, abbiamo anche fatto un paio di progetti usando il sopracitato videogioco (Minecraft)”, El Greco 12 anni “si, è capitato, abbiamo parlato di giochi perché l’insegnante ci giocava”, Ariosto 14 anni “a volte, con i professori/e più giovani”, Johnnygroot 9 anni “con una maestra una volta ci abbiamo parlato, è stato bello perché potevamo esprimerci anche, abbiamo parlato un po' di videogiochi e poi basta”, Eschilo 12 anni “sì, con la prof di italiano abbiamo parlato anche dell’uso corretto dei dispositivi e della quantità di tempo passata sui dispositivi e sui social”, Papaya 13 anni “in questo periodo stiamo facendo un laboratorio che in realtà è sul cyberbullismo, ma l'argomento principale è il videogioco perché attraverso questo puoi essere bullizzato. Ti prendono in giro se sei troppo scarso o se vinci troppo” e a Noah 9 anni “più che altro con la maestra di italiano che se non lo conosce ci chiede più o meno come funziona”.

Le risposte a questa domanda rivelano qualche resistenza nel condividere il proprio mondo con gli adulti, mitigata dalla conoscenza diretta di adulti che giocano. Saturno 14 anni scrive “non saprei, sono sicuro che molti adulti parlano dei videogiochi come il peggior male esistente - come a volte anche giornali e notizie - perché li reputano infantili e diseducativi quando in realtà è pieno di giochi che riescono a insegnarti molte cose”. Un piccolo gruppo (18%) sostiene che gli adulti non dovrebbero usare i videogiochi. Difatti, secondo Ragionier Ricola 15 anni “no; ognuno ha i propri interessi, anche in base alla propria età”, anche Tamù 10 anni è per il “no, perché hanno altre cose da fare”, come per Piede 12 anni “no soltanto i bambini e i ragazzi dovrebbero giocarci mentre gli adulti non tanto, potrebbero usarlo come passatempo” e Ucra 13 anni “per divertirsi sì però devono pensare anche al dovere quindi a lavorare”. Inoltre, Artemisia 15 anni scrive “secondo me non è necessario perché alla fine rimangono un mondo che appartiene ai ragazzi” e per IlBaroneRosso 14 anni “bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare, cioè, gli adulti si sono “presi” già spazi molto grandi (es. Facebook). I ragazzi sono già nella mentalità, mentre gli adulti devono fare un processo mentale complicato, e certe volte (se vogliono entrare in questo mondo vastissimo) dovrebbero avere l’umiltà di chiedere al proprio figlio, che questi giochi li conosce molto di più di loro, una mano o un consiglio”.

Un altro piccolo gruppo (17%) è a conoscenza di adulti che giocano, come svela Billy 11 anni “gli adulti già ci giocano perché su Tik Tok li vedo”, mentre raccontano le proprie esperienze Anonimo(267) 9 anni “mio papà un po’ gioca e, a volte, giochiamo insieme”, Noah 9 anni “i miei genitori sanno giocare”, Koala09 11 anni “per esempio mio papà ha iniziato a giocare e adesso non riesce a smettere a Candy Crush”, Barney 13 anni “sì, come con Little Nightmare che ho iniziato a giocarci con mio padre e mi sono divertito un sacco e dico sempre che dobbiamo rigiocarci, è come introdurre un adulto nel tuo mondo di fantasia, è molto divertente per me”, Mia 10 anni “si, anche papà e mamma ci giocano” e Picatchu 9 anni “ci gioca la mia tata ai videogiochi”.
In alcune risposte, viene lasciata libertà di scelta, come esprimono Aragorn 11 anni “non saprei, è una loro decisione", Procione12 9 anni “boh... cioè, se vogliono perché magari potrebbe nascere una passione...”, NiceMoon 12 anni “uno non deve sentirsi obbligato a fare una cosa, però certi videogiochi possono diventare utili anche per gli adulti” e Sbamz 14 anni “boh, sono belli, ma non si può forzarli. Magari provarli senza dire subito che fanno male”. Gatta Stellata 9 anni è più cauta “secondo me sì perché ci capirebbero meglio e però anche no perché gli adulti non sono sotto controllo quando usano i videogiochi, loro non sono abituati ad usare i videogiochi come noi che ci siamo vissuti, quindi poi quando li fai iniziare non smettono più, si attaccano al dispositivo elettronico e è finita, levarglielo è finita non ci riesci più”. Per Marzio 14 anni “dipende. Se un adulto supera i 50 anni non sono cresciuti con le tecnologie come noi, però non farebbe male perché ci sono parecchi giochi di svago che riescono a calmarti in momenti di stress e ansia. E servirebbe a tutti”.

Tuttavia, la maggior parte delle risposte suggerisce che gli adulti dovrebbero usare i videogiochi, spiegandone i motivi. Per Abete Mugo 17 anni “sicuramente molti adulti non avendo mai provato l'esperienza non sanno bene di cosa si tratti. Sanno che è un passatempo però spesso pensano che sia semplicemente un gioco come tutti gli altri. C'è molto dietro a un videogioco rispetto ad un qualsiasi altro passatempo, ci può essere tutta una cultura che ci va dietro”, per Sofocle 15 anni “sì, perché capirebbero meglio i motivi per cui giochiamo e perché per alcuni sono una parte importante del loro tempo”, anche per Papaya 13 anni “sì. Perché nel caso in cui un genitore vuole vietare un videogioco a un bambino deve conoscerlo e deve spiegargli il motivo”, Mangoz 12 anni confida “magari giocare di più con i figli”, così come per Eschilo 12 anni “sarebbe bello se i genitori li usassero di più insieme a me. Anche perché la maggior parte delle volte non giocano con me perché non hanno voglia o non hanno tempo”. Infine due riflessioni, quella di Johnnygroot 9 anni “ogni tanto sì perché secondo me i videogiochi ti insegnano molto beh servono molto ai bambini per il futuro, perché un bambino che prende quel gioco lo prende e lo sceglie e quindi secondo me i videogiochi servono per il futuro perché ti danno un insegnamento che tieni caro, un po' nel cervello ogni tanto ti ritorna, comunque sì ogni tanto dovrebbero giocarci [...] tu scegli quel videogioco e sai che qualcosa di simile lo farai, a me per esempio piace Minecraft che è un gioco dove puoi costruire oppure esplorare e a me piacerebbe per esempio esplorare, costruire case e altre cose” e di Dante 14 anni che dice “nessuno deve essere costretto, secondo me è un'esperienza, ci sono tantissimi adulti che giocano ai videogiochi e la maggior parte, vedi youtuber, vedi questo canale EveryEye, ha anche un sito web e un giornale di videogiochi. Una roba che esiste in America in realtà da tanto tempo, son molto seguiti: è la testata giornalistica che ha più di 15 milioni di iscritti su youtube e centinaia di milioni di utenti che li seguono sui social. Purtroppo, in Italia è visto ancora come una categoria di nicchia e loro portano notizie dal mondo dei videogiochi, fanno recensioni sui videogiochi che escono nel corso del tempo, son professionali. Poi ci son tanti canali che io seguo, questi sono due adulti, loro hanno fatto la storia di youtube e portano recensioni dei videogiochi - Quei Due Sul Server - Ci sono già molti adulti che giocano ai videogiochi. Diciamo che da adulto uno ha altre priorità secondo me però il sabato sera o la domenica sera ti metti lì e fai la partita con gli amici o anche da solo secondo me sarebbe bello oppure anche un giorno metterti col figlio a giocare a capire come funzionano le cose ... con la mamma non ci gioco, ci parlo”.

L’insieme delle risposte fornite segna i gradi di separazione tra i due mondi, almeno quelli percepiti dai più giovani. Ad eccezione di 5 risposte “non so”, di Anonimo (44) 11 anni “mio papà gioca ogni tanto, mentre mia mamma no. Non saprei...”, erkebabbaro 14 anni “sanno poche cose, ma non è importante che ne sappiano di più” e di tre risposte che presuppongono qualche conoscenza da parte degli adulti, come quella di Sofocle 15 anni “i miei genitori ne sanno abbastanza in quanto è parte del lavoro di mio padre lavorare sul rapporto dei ragazzi con i videogiochi. Anche i miei zii conoscono i videogiochi” e di El Greco 12 anni “gli adulti dovrebbero sapere quasi tutto in quanto i videogiochi sono programmati e creati da adulti”, la maggioranza degli intervistati ritiene che gli adulti abbiano da imparare tutto o quasi tutto sui videogiochi e dai videogiochi. Per Fulmine 9 anni gli adulti sanno “niente, poco, molto poco”, per Spokyj 8 anni “non sanno come si gioca, non si divertono”, così come per Viserion 011 10 anni “non sanno come si gioca”, Erginio Massoru 11 anni ritiene che non sappiano “le tecniche per vincere oppure per fare delle missioni difficili” e secondo Atreyu 11 anni “gli adulti ci mettono un po' più di tempo dei bambini a capire cosa si deve fare”.

“Non sanno quanto sono divertenti” hanno risposto KaiaMimì 7 anni e altri 10 intervistati. Per Sabrina 16 anni non sanno “che sono molto rilassanti e permettono di staccare durante una giornata difficile e pesante”, per Polpo_10 12 anni gli adulti non sanno “che videogiochi perché non vuoi parlare, non c'hai voglia di far delle cose e giochi e loro credono che sia tanto per far qualcosa perché non sai cosa fare ma in realtà posson dare una mano i videogiochi” e , continua Barney 13 anni “non sanno che sono soprattutto in questo periodo il modo di unirci, non sono semplicemente dei giochini virtuali, quando apro un videogioco entro in un altro mondo entro nel mondo del videogioco a cui sto giocando e questo non tutti gli adulti riescono a capirlo”, secondo Marzio 14 anni “tutti pensano che sia uno spreco di tempo, ti si sciupano gli occhi, ecc. Ma non capiscono cosa significa per noi ragazzi giocarci. E poi nella situazione di quest’anno, ancora di più”. Gatta Stellata 9 anni esclama “ah gli adulti dei videogiochi non sanno niente, li pensano come una perdita di tempo, che stai davanti a uno schermo, appiccicato ma non capiscono l'arte come dicevo prima perché, per capire bene l'arte dei videogiochi devi fare i videogiochi, senza però esagerare, come fanno gli adulti se provi a farglieli usare, che si drogano di videogiochi praticamente”.

Siamo di fronte a pregiudizi bidirezionali, insomma, e molte risposte riproducono le percezioni negative che gli adulti hanno dei videogiochi.

Per Mangoz 12 anni “pensano che fanno male, ma è un passatempo divertente e, per certi versi, è la base della nostra generazione, insieme a internet. Sempre tenendo tempi di gioco adeguati” e Chungus 17 anni aggiunge “che non sono questi enti malvagi che ti entrano nel cervello ma son semplicemente degli attrezzi: dipende c'è un giocatore responsabile e un giocatore irresponsabile”. Gli adulti scrive P4nd4 13 anni “hanno dei pregiudizi: non è che se giochi tanto a un VG sei dipendente”, secondo Zeus09 12 anni “magari perché sentono che è un gioco violento... su Fortnite che io ci giocavo dicevano che era un gioco che faceva male e qui e là, dicevano che io non potevo giocarci tanto però in verità dipende da come lo usi, perché se tu giochi un gioco bene, in un modo bello, magari tu puoi giocarci con gli amici ma se tu magari giochi online magari insulti le persone e robe del genere non è così bello”. “Non sono una droga, loro pensano che sia una specie di droga che fa male”, “non è vero che ti fa diventare più stupido” e “non è vero che fanno male se usati responsabilmente” affermano rispettivamente Sbamz 14 anni, Piede 12 anni e Ariosto 14 anni. In fondo, gli adulti non ne conoscono i benefici: non sanno dice Whiskey 13 anni che “alcuni possono insegnare regole della vita o possono diventare utili”, per Ucra 13 anni “non sanno che alcuni videogiochi allenano anche la testa, a usare il cervello, a pensare più velocemente”, per Ragionier Ricola 15 anni “che sono anche istruttivi; sviluppano i riflessi e la coordinazione oculo-manuale. Richiede anche molta rapidità di decisione”, per Sweet Unicorn 09 11 anni “che molti videogiochi insegnano anche delle cose importanti, tipo le mappe di Roblox... tipo Adopt me, mai fidarsi degli sconosciuti, cose così” e per Rocky 13 anni “beh non sanno che son come i libri: ci sono così tanti tipi di videogiochi che uno deve essere adatto a te è come immergersi in un altro mondo, tu devi usare l'immaginazione e puoi fare quello che vuoi e ti fa pensare e ti fa immaginare. Non è che sei solo davanti a uno schermo: ti aiuta socialmente e mentalmente”.

Ci sono poi le riflessioni di IlBaroneRosso 14 anni sul fatto che gli adulti non sanno “che un gioco online non si può mettere in pausa, e che bisognerebbe sapere che giochi ha il figlio. Un bambino di 8 anni non può avere un gioco sparatutto dove si viene a contatto con persone toxic che ti insultano la madre per uno sbaglio piccolissimo o perché li uccidi. Questo è solo un esempio, la parte nascosta agli adulti è molto grande” e di Dante 14 anni “gli adulti sottovalutano i videogiochi nel senso che li vedono come giochini, quando chi lavora nell'ambito dei videogiochi guadagna milioni, banalmente la Sony avrà un valore azionario di più di 10 miliardi di dollari secondo me, e c'è un business intorno, quindi non è soltanto il giochino che uno fa normalmente, ormai è come un libro, come un fumetto, alcuni videogiochi sono vere e proprie opere d'arte, hanno una sceneggiatura incredibile, quindi non sono soltanto robe con cui ti diverti un'ora o due..... come un film, la differenza è che dura di più e che tu interagisci, sei tu a comandare il personaggio. Ad esempio, ogni anno c'è l'evento Game of the Year in cui vengono consegnati premi a giochi appartenenti alle diverse categorie e poi c'è il premio al titolo dell'anno. Quest'anno è stato assegnato a un gioco uscito quest'estate The Last of Us Part II, che è un gioco che ha vinto oltre al premio titolo dell'anno, ha vinto altri 5-6 premi e ha preso una valutazione altissima ed è considerato uno dei giochi migliori del decennio. È un gioco che io ho preso, ci ho giocato e non è il gioco che tu giochi un'oretta due, ci gioco tutti i giorni perché è una storia che dura una ventina di ore se la tiri per le lunghe ed è una storia che ti tocca. Alla fine mi son messo a piangere cosa che a me normalmente non succede né guardando i film né giocando ai videogiochi però è proprio una storia che ti coinvolge e il fatto che sia tu a vivere in prima persona, a controllare il personaggio, fa tanta roba secondo me”.

Per concludere con le parole di fabioski 11 anni, gli adulti si perdono “la felicità di scoprire un nuovo mondo”.

Questa domanda offre la prospettiva per osservare come si siano sedimentate la comunicazione allarmistica e la disinformazione degli ultimi anni sui videogiochi. In molte risposte ricorre il termine “dipendenza” e il riferimento a spiegazioni infondate di carattere generale e non esperienziale, in fondo appaiono già strutturati i pregiudizi propri degli adulti verso le nuove tecnologie. Così si susseguono Picatchu 9 anni “sì al cervello, alcuni ci muoiono tipo”, Nessuno08 12 anni “alla mente se ci stai troppo poi potresti avere dei problemi col cervello”, M.muscoloso 9 anni “sì, possono fare male perché ti rincretinisci”, Capibara 12 anni “possono creare violenza, dipendenza”, Anonimo(267) 9 anni “sì, quando si gioca troppo (molto più di me) e si può diventare dipendenti”, Kamakura 12 anni “a volte. Possono creare violenza, dipendenza e problemi psicologici”, Sofocle 15 anni “si. Perché utilizzarli troppo causa cali di attenzione”, Uma2011 10 anni “sì, alla mente poi ti possono venire le allucinazioni”, 31 Matti 9 anni “sì, possono fare male perché ti rincretinisci”, Aragorn 11 anni “sì - io so che i videogiochi possono far venire delle malattie come l’epilessia, o comunque se ci giochi continuamente tutto il giorno finisci per perdere un po’ il senno ed anche la vista”, El Greco 12 anni “si, possono causare morte perché poi nella vita reale credi di essere nel videogiochi e fai danni. E aumenta la aggressività”, Karolus09 11 anni “sì, ovviamente dipende dal gioco, magari i giochi di guerra, se vuoi imitare il videogioco puoi litigare con tuo fratello ci provi e magari gli puoi far male e ti genera anche dipendenza”, Cecio 7 anni quasi rassicura “pochino pochino se ci gioco troppo. Comunque, a me non fanno male”, poi Mia 10 anni “magari alcuni che sono tanto violenti, perché poi magari diventi violento anche tu”, Alpha Wolf 10 anni “si se gioco troppe ore mi viene il mal di testa”, P4nd4 13 anni “sì se giochi e basta (non mangi, non bevi, non vai in bagno…). Su YT ci sono dei video che fanno vedere cosa succede se hai questo problema”. Stick 12 anni si rassicura “forse ci sono anche dei giochi dove ti arrabbi e diventi nervoso però a me non succede praticamente mai”.

Il contrasto tra esperienza e suggestioni informative è espresso nella risposta di Gatta Stellata 9 anni “dipende dai videogiochi e poi però non credo, a meno che non è qualche videogioco tipo strano però dipende anche dalla persona, a me secondo me no perché io non sono una persona che crede a tutto, tipo ti faccio questo, vengo a casa, ti uccido se non fai questo e comunque mica mi conosci e disinstallo il videogioco, quindi a me no però dipende dal bambino. [pensavi a qualcosa di specifico?] Pensavo a dei videogiochi in cui ti chiama qualcuno, tipo dei videgiochi in cui ti dicono fai questo sennò vengo e uccido i tuoi genitori [ma esistono videogiochi così?] io non ne ho mai incontrati però hanno detto una volta sui giornali mi pare che uno si era, che un bambino si era suicidato per queste cose ma comunque non so come ha fatto a crederci e perché non l'ha disinstallato ... Ti chiedono di fare qualcosa in tutti i videogiochi ... [di fare qualcosa nella vita reale?] no questo mai”. Per Dante 14 anni “i videogiochi son pericolosi come i social come ogni cosa che riguarda il mondo dell'internet, come se fai giochi single player si può sviluppare dipendenza come ogni cosa: bisogna starci attenti” e aggiunge “come i social, puoi entrare in contatto con gente tossica, toxic come li definiamo noi, con gente che ti insulta o può arrivare al cyberbullismo però diciamo che normalmente quando una persona gioca ai videogiochi o ci gioca con gli amici, i suoi amici di scuola della vita reale oppure se conosce una persona su Discord ad esempio si mette in chat vocale a insultarlo tu sul tasto destro chiudi la videochiamata e non lo vedi mai più in vita tua quella persona. Il cyberbullismo nei videogiochi è molto difficile che avvenga, possono capitare episodi spiacevoli”.

Ci sono poi delle risposte più ponderate: Sabrina 16 anni “si, come tutte le cose dipende da come le usi, non bisogna mai abusarne. Per molte persone i videogiochi possono diventare un’ossessione questo porta a dimenticare alcune priorità come la scuola, il lavoro e la famiglia”, Checco 16 anni “est modus in rebus. Non bisogna esagerare”, Cavaliere laser 9 anni “se hai uno schermo piccolo forse agli occhi, senno no, puoi giocarci tranquillamente”, NiceMoon 12 anni “sicuramente tutte le cose che sono online hanno un lato negativo, per esempio nei videogiochi tu incontri altra gente non tutte le persone sanno come comportarsi o non rispettano le altre persone e possono ferirle fare bullismo, poi alcuni giochi hanno contenuti che non sono adatti a tutte le età, hanno creato i PEGI apposta, infatti alcuni giochi sono estremamente paurosi oppure hanno dei contenuti che i più piccoli sarebbe meglio non esporli”. Saturno 14 anni, infine, prende le distanze “secondo me assolutamente no e tutti i casi di ragazzi ai quali sono accadute cose terribili per aver “GiOcAtO aI vIdEoGiOcHi” a parer mio sono legati a fatti esterni perché non è plausibile che un ragazzo si faccia del male per aver perso ad un videogioco”.

Ad eccezione di tre “no”, una risposta “un pochino” e tre intervistati che non si sono espressi, come Cecio 7 anni “non lo so, sono troppo abituato”, tutte le altre risposte a questa domanda elencano più o meno dettagliatamente una serie di benefici dei videogiochi. Per Barney 13 anni “ci sono giochi che sviluppano la tua creatività, la tua intelligenza, la tua cooperazione anche. C'è un gioco che si chiama It takes two, che significa ne servono due, dove appunto lo scopo è riuscire a cooperare con un amico o comunque con qualcuno quindi secondo me ci sono giochi costruttivi sì”, per Checco 16 anni “Sono utili per migliorare l’inglese e acquisire terminologia tecnica, per interagire con gli altri anche nel conflitto. Si impara a gestire l’insulto, puoi capire quando sbagli. Si impara a capire anche il mondo in cui viviamo avendo consapevolezza della Community. Il concetto di Community rappresenta l’ambiente in cui ci si muove, per esempio in Fortnite la Community è prevalentemente composta da bambini, mentre la Community di Call of Duty è popolata da razzisti e persone malvagie. Si impara a gestire il proprio comportamento nell’ambiente e a scegliere con chi giocare anche decidendo di isolare chi non ci piace” e per Gatta Stellata 9 anni “sì, possono fare bene. Primo, sono una fonte di chiacchiericcio; secondo, divertono molto; terzo, quando sei stanco sono una cosa davvero rilassante; quarto, giocarci con gli amici è bellissimo, tu giochi ai videogiochi e poi con gli amici chiacchierate di altri fatti, proprio state in un altro pianeta”.

Stick 12 anni racconta “io ho capito che cosa significa il gioco di squadra in diversi giochi” e Saturno 14 anni scrive che “è pieno di giochi che riescono a trasmetterti emozioni con la trama”. Secondo Tamù 10 anni “possono far bene per imparare alcune cose come, tipo quando c’è la lava possiamo capire in maniera più precisa il rumore che fa”, per Rubens 11 anni “si sviluppa la velocità delle mani”, Capibara 12 scrive che “possono aumentare i riflessi”, per IlBaroneRosso 14 anni “grazie ai videogiochi nascono amicizie, o addirittura conoscenze tecniche (programmazione di mod, traduzione di plugin, ecc.)”, per Piede 12 anni “quando tu e un'altra persona non avete un gran rapporto, magari grazie ai videogiochi puoi rafforzare questa amicizia e nella vita reale vi conoscete meglio” e per Ragionier Ricola 15 anni “si; dando l’opportunità a persone con difficoltà sociali di interagire, essendo un mondo in cui non si può discriminare l’aspetto fisico (non potendosi vedere). Permette anche di interagire con persone che altrimenti non potresti incontrare; sia i tuoi compagni durante una pandemia, che altre persone che abitano lontano”. Anche Atreyu 11 anni considera che “soprattutto quelli online in questo periodo possono far bene perché già che stiamo in DAD e non possiamo giocare con i nostri amici, almeno possiamo invitarli in una partita online e giocarci un po' insieme”. Infine, Dante 14 anni riflette “certo di sicuro sì, io penso a una persona che è disabile o che ha difficoltà motorie e che non può muoversi, di sicuro giocare ai videogiochi è un sollievo perché puoi coinvolgere tante persone, puoi muoverti in un mondo virtuale e quindi di sicuro per questa categoria di persone possono essere un aiuto e poi ad esempio io ho conosciuto due amici nella vita reale grazie ai videogiochi perché ho scoperto che abitavano vicino a me li ho incontrati, eran simpatici, e adesso sono ancora in contatto con loro, ogni tanto ci sentiamo, hanno la mia età. I videogiochi hanno un lato brutto e un lato bello come tutte le cose in questo mondo. Però non è più come negli anni 70 con il Commodore 64 che avevi le cose a pixel, a quadratini, è diventato un branco nuovo della cultura, dei media, quindi io li considero alla pari dei libri e dei fumetti, nel senso che quando eran nati i fumetti eran visti come una roba stupida, lo stesso vale per i videogiochi. Evoluzione del cinema forse? Sì/no, io li vedo un po' diversi” .

Anche le risposte alla domanda sul tempo di esposizione agli schermi rivelano gli effetti dei pregiudizi e della disinformazione nella costruzione di opinioni che possono discostarsi dai fatti e dalle esperienze effettive. Per l’82% delle persone intervistate, stare troppo sugli schermi fa male, con risposte che vanno da “un pochino” di Cecio 7 anni a “assolutamente sì, è per questo che io non ci sto tanto” di Aragorn 11 anni.

Tra questi estremi si collocano le risposte di Viserion 011 10 anni “forse”, Noah 9 anni “sì ma non ci faccio mai caso”, Anonimo (44) 11 anni “i miei genitori mi hanno spiegato che stare troppo tempo su videogiochi o social, può portare a cali di attenzione; bisognerebbe evitare dopo cena perché si possono avere disturbi del sonno o fare fatica ad addormentarsi”, NiceMoon 12 anni “sì perché effettivamente quando mi è capitato di passare tanto tempo davanti al tablet o al computer dopo ero un po' intontita o comunque tutti i rumori se usavo le cuffie erano più strani ma siccome non ci sono mai stata più di tantissimo tempo di fila penso che possa far male, non è sicuramente sano neanche per gli occhi”, Spider 7 anni “diciamo di sì, dev'essere così perché gli occhi danno fastidio”, Demon 11 anni “penso di sì perché l'ho letto da qualche parte, a volte mi viene un po' mal di testa ma non troppo forte, quando ci gioco di più”. Solo in due hanno risposto “no”; Picatchu 9 anni ci ha riflettuto “può essere anche di no tipo se... ci sono alcuni tizi a volte giocano 20 ore di seguito e non muoiono”. La restante parte degli intervistati ha fatto dei distinguo: Ariosto 14 anni “all’inizio sì poi ci si abitua alla luce dello schermo”, Bibbo 10 anni “dipende: fa male quando si sta attaccati tutto il giorno agli schermi; se quando si guarda si sta vicino allo schermo, o lontano dallo schermo; e con quale tipo di schermo (TV, PC, Telefono, ecc…)”, Chungus 17 anni “sì e no. Anche uno al lavoro sta troppo sugli schermi e quindi son gli schermi il problema, non i videogiochi”, Sbamz 14 anni “non lo so se fa male agli occhi, perché lo dicono tutti ma nessuno ti spiega perché”, Gatta Stellata 9 anni “dipende in quale senso fa male, se fa male per il cervello... troppo troppo farebbe tipo 5 ore, 3 ore 2 ore? 4 ore però dipende cioè non è che fa male nel senso... secondo me fa male agli occhi perché lo schermo emana una cosa che fa male agli occhi però a lungo, però non si vede molto. Ci sono dei miei compagni di classe a scuola che giocano ai videogiochi tipo 5-7 ore, oppure una mia amica che ci gioca tantissimo però loro non stanno male comunque quindi non so, dipende dalle persone”. Per Bottas 11 “è meglio giocare un tot di tempo e poi fare una pausa di gioco” e Barney 13 anni aggiunge “io su qualsiasi schermo uso sempre la modalità 'salva occhi' oppure abbiamo comprato degli occhiali che proteggono dalla luce blu, dove si presenta tutto un po' più sulla tonalità del giallo e non so in che modo ma influisce sulla quantità di luce blu che ricevono i tuoi occhi e infatti mi sento gli occhi più rilassati”.

Sull’utilità dei dispositivi durante la pandemia il parere degli intervistati è stato quasi unanime. Quasi, perché Johnnygroot 9 anni ha detto che “sarebbe meglio stare tutti al parco, tutta la classe al parco distanti, molto distanti con la mascherina e si potrebbe fare lo stesso”, per Euripide 8 anni “non tanto” e per Delhi 8 anni “è più bello giocare normalmente senza gli schermi”.

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Ragionier Ricola 15 anni ha espresso la sua risposta in modo colorito “Si; senza saremmo già tutti “fottuti”.

Un apprezzamento dell’utilità arriva anche da Powerly 11 anni “moltissimo, la cosa principale è la DaD, ché usi il computer, senza DAD saresti senza scuola, se sei in quarantena saresti senza scuola se non hai il computer; anche per gli amici, per vedere gli amici”, Checco 16 anni “molto, per relazionarci. Anche prima lo facevamo con i social, ma adesso è diventato l’unico modo”, Barney 13 anni “sono stati molto molto utili per me ma anche per tutti perché era l'unico modo di tenerci in contatto, per continuare a vederci, continuare a parlare tra di noi, quindi sono stati veramente utili e continuano ad esserlo”, Alpha Wolf 10 anni “si, per non annoiarsi e per fare videochiamate coi miei nonni e amici”, Saturno 14 anni “ovviamente si altrimenti moltissima gente sarebbe rimasta disoccupata e la scuola non sarebbe riuscita ad andare avanti”, El Greco 12 anni “utilissimi, sia per la DAD che per lo smart working che per mantenere i contatti con amici e conoscenti”, Koala09 11 anni “sì per me sono stati un sacco utili specialmente quando avevo il covid solo io e i miei compagni di classe andavano in presenza. Io attraverso Brawl stars sentivo due amici, ci parlavamo, intanto che giocavamo insieme”, Marzio 14 anni “col caos totale e inaspettato sono stati una valvola di sfogo, un’“uscita”, che ha sostituito le uscite con le amiche (non che sia andata meglio, ma immagino come sarebbe stato senza neanche quelli)”, Gatta Stellata 9 anni “quando eravamo tutti chiusi in casa durante quei due mesi di lockdown totale e nessuno poteva vedersi, skype ci ha uniti, sinceramente. Io e i miei compagni di scuola abbiamo creato una chat, un gruppo di skype a cui c'erano tutti, tutti che vedevano tutte le cose e era superdivertente e mandavamo video foto messaggi e poi alcuni miei amici hanno iniziato a usare skype proprio per la pandemia e anche si facevano queste lunghe videochiamate a parlare e a giocare”, IlBaroneRosso 14 anni “certo! Durante la pandemia non sentendomi molto con i miei “amici” reali passavo ore con altre persone conosciute online, oppure leggevo pagine a caso e non di Wikipedia per passare il tempo”, Kamakura 12 anni “Sì, hanno aiutato a distrarci da questo periodo nero”, Anonimo (44) 11 anni “certamente, ci hanno tenuto compagnia e hanno permesso di collegarsi con amici e compagni”, Demon 11 anni “può essere un modo per incontrarsi virtualmente”, Abete Mugo 17 anni “sono stati utili per sostituire alcune cose che non si possono fare come incontri o svolgere varie mansioni che lavorano online e dal punto di vista dei videogiochi è stato comunque utile per trovare dei rapporti sociali sebbene attraverso uno schermo con altre persone”, Noah 9 anni “sì perché potrebbero dirti cose importanti che tu non sai di questa pandemia. E puoi sentire i tuoi amici a distanza”, Bibbo 10 anni “si, specialmente per la didattica a distanza”, Polpo_10 12 anni “avrei preferito non usarli però comunque son serviti a dare una mano, a fare videolezioni e a continuare a studiare”.

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