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Trump fuori controllo e il tentativo di colpo di Stato: cosa è emerso dall’ultima sconvolgente audizione sull’assalto al Congresso

1 Luglio 2022 6 min lettura

Trump fuori controllo e il tentativo di colpo di Stato: cosa è emerso dall’ultima sconvolgente audizione sull’assalto al Congresso

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Audizione dopo audizione, la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’assalto al Congresso degli Stati Uniti sta facendo emergere le immense responsabilità di Donald Trump e del suo entourage prima, durante e dopo quell'esplosione di violenza che ha portato alla morte di sette persone e al ferimento di centinaia.

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L’ultima audizione, che si è tenuta martedì 28 giugno 2022 in via eccezionale, è stata senza alcun dubbio la più potente e al tempo stesso devastante per l’ex presidente. Per due ore la Commissione ha interrogato Cassidy Hutchinson, la 26enne ex assistente di Mark Meadows, l’ultimo capo di gabinetto dell’amministrazione Trump.

Nelle vesti di assistente, Hutchinson ha partecipato a molte riunioni cruciali del periodo conclusivo della presidenza di Donald Trump e aveva un ufficio nella West Wing della Casa Bianca, nonostante la giovane età.

Le sue rivelazioni – alcune di prima mano, altre apprese de relato – sono state assolutamente sconvolgenti. Come ha detto alla CNN Elie Honig, un ex procuratore federale e statale, la sua deposizione “ha avuto l’effetto di una bomba” e ha fatto luce sugli aspetti più convulsi e cruciali di quella giornata drammatica, come mai era stato fatto finora.

Di seguito ho raccolto i momenti più significativi della sua deposizione, includendo altri elementi venuti fuori nel corso dell’ultima audizione.

Trump sapeva che i manifestanti erano armati e ha chiesto di rimuovere i metal detector

Poco prima del comizio incendiario all’Ellisse a Washington D. C., tenutosi la mattina del 6 gennaio, Donald Trump voleva che lo spazio antistante il palco fosse completamente occupato dai manifestanti.

Molti di loro però erano stati tenuti fuori dal perimetro di sicurezza allestito dalle forze dell'ordine, poiché armati fino ai denti. Secondo la testimonianza di Hutchinson, Trump ha esplicitamente chiesto che fossero rimossi i metal detector per farli passare.

“Non me ne frega un cazzo se sono armati,” avrebbe detto secondo la donna. “Non sono qui per farmi del male. Togliete quei cazzo di metal detector e lasciateli passare, possono marciare verso il Campidoglio da qui.”.

In altre parole, Trump sapeva perfettamente che alcuni suoi sostenitori era armati e avevano intenzioni ostili – e per lui non c’era alcun problema, anzi.

Hutchinson ha anche confermato un altro dettaglio emerso nelle precedenti audizioni, ossia che Trump era a favore dei cori che chiedevano l’impiccagione di Mike Pence e “non ci vedeva nulla di male”. Pur sottoposto a incredibili pressioni, il vicepresidente si era infatti rifiutato di rovesciare il risultato elettorale – e dunque era automaticamente diventato un “traditore”.

Trump ha cercato di afferrare il volante della macchina presidenziale per tornare al Campidoglio

Una volta finito il discorso all’Ellisse, una parte dei manifestanti si è diretta subito verso il Campidoglio e ha dato il via all’assalto.

Vista la situazione esplosiva, gli agenti del Servizio segreto hanno caricato Trump sulla “Bestia” (l’auto presidenziale) per riportarlo sano e salvo alla Casa Bianca. Non appena se n’è accorto, ha rivelato Hutchinson, l’ex presidente è andato su tutte le furie e ha intimato di essere riportato al Congresso.

Sono il cazzo di presidente, portatemi subito al Campidoglio”, avrebbe detto Trump. Di fronte al rifiuto degli agenti l’ex presidente avrebbe addirittura cercato di afferrato il volante con una mano, mentre con quella libera avrebbe preso il collo l’uomo che guidava. In sostanza, Trump ha avuto uno scontro fisico con gli uomini della sicurezza perché voleva mettersi alla testa del corteo ed entrare nel Congresso.

Su Truth Social, la piattaforma lanciata da Trump dopo essere stato bannato da Twitter, l’ex presidente ha respinto la versione di Hutchinson definendola “falsa” e “delirante”.

Una volta Trump ha scagliato il suo pranzo contro una parete della Casa Bianca

A proposito di scatti di rabbia: Hutchinson ha raccontato che nel dicembre del 2020 Trump ha scagliato il suo piatto sul muro della sala da pranzo della Casa Bianca, sporcandolo di ketchup.

L’ex assistente ha visto la scena in prima persona, parlando di “ketchup che colava dalla parete” e “pezzi di porcellana per terra”. La stessa ha detto di aver aiutato un commesso a pulire.

Trump si era alterato dopo aver letto un’intervista all’Associated Press dell’allora procuratore generale William Barr, che aveva parlato di elezioni regolari e senza alcun broglio. Sempre secondo Hutchinson, l’ex presidente non era nuovo a uscite di questo genere.

L’inquietante deposizione dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale Mike Flynn

La deposizione dell’ex generale Michael Flynn è stata senza dubbio una delle più inquietanti; e non per quello che ha detto, ma per i suoi silenzi.

Flynn è un personaggio a dir poco controverso. È stato consigliere per la sicurezza nazionale nell’amministrazione Trump; è stato condannato per falsa testimonianza nell’indagine sul “Russiagate”, per poi essere graziato dall’ex presidente; è noto per promuovere svariate teorie del complotto, anche e soprattutto per un tornaconto economico; e nel 2021 ha caldeggiato un golpe negli Stati Uniti durante un evento legato al movimento complottista di QAnon.

Bene: nel corso dell’interrogatorio condotto dalla deputata repubblicana Liz Cheney, Flynn si è ripetutamente avvalso della facoltà di non rispondere.

In particolare, non ha risposto alle seguenti domande: “Lei crede che le violenze del 6 gennaio fossero moralmente giustificate?”; “Lei crede che le violenze del 6 gennaio fossero legalmente giustificate?”; e “Lei crede nel pacifico trasferimento dei poteri?”

Come ha notato il commentatore della CNN Chris Cillizza, Flynn si è rifiutato di dire “se crede o meno in uno dei principi che formano il cuore pulsante della democrazia americana”.

Persino il figlio di Trump pensava che la situazione fosse sfuggita di mano

Dal racconto di Hutchinson e da altri elementi raccolti dalla Commissione, è evidente che il 6 gennaio la situazione fosse completamente sfuggita di mano – e che nessuno abbia avuto il coraggio di affrontare e fermare Trump, per lo meno in tempo utile per evitare la carneficina.

In base alla testimonianza della donna, quando è iniziato l’assalto l’allora consulente giuridico della Casa Bianca – l’avvocato Pat Cipollone – avrebbe detto che “finiremo per essere incriminati di ogni reato possibile immaginabile”.

Il capo di gabinetto Mark Meadows, dal canto suo, ha riferito allo stesso Cipollone che “Trump non vuole fare nulla”; al che l’avvocato ha risposto che “bisogna fare qualcosa, altrimenti le persone moriranno e avremo le mani sporche di sangue”.

In un messaggio mostrato nel corso dell’audizione, persino Donald Trump Jr. si è lamentato con Meadows sul fatto che il padre non stesse facendo abbastanza per fermare l'assedio. “Deve condannare questa merda, subito”, ha scritto il figlio dell’ex presidente.

Al di là degli aspetti penali, che la Commissione e il Dipartimento della giustizia stanno valutando con estrema attenzione, il dato politico di queste audizioni non potrebbe essere più chiaro: il 6 gennaio del 2021 non è stata una “rivolta” né tanto meno una “protesta”, ma il tentato colpo di Stato di un presidente del tutto fuori controllo, in guerra aperta contro la realtà e la democrazia.

Immagine di copertina: Donald Trump a un comizio elettorale in Arizona, nel 2020, via Wikimedia Commons.

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