Podcast Post

Russia – Ucraina a un anno dall’invasione su larga scala di Putin – Conversazione con Giovanni Savino e Oleksiy Bondarenko [podcast]

23 Febbraio 2023 4 min lettura

author:

Russia – Ucraina a un anno dall’invasione su larga scala di Putin – Conversazione con Giovanni Savino e Oleksiy Bondarenko [podcast]

Iscriviti alla nostra Newsletter

3 min lettura

"La guerra di conquista di Putin sta fallendo", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante la sua visita a sorpresa in Ucraina. Ha fatto sapere alla Russia e al mondo che l'America sosterrà l'Ucraina "finché sarà necessario". Il presidente russo ha comunque una propria concezione del successo, e ogni giorno in cui questa guerra continua è una vittoria per Putin. Capire come pensano gli autocrati è fondamentale per valutare cosa significa la guerra per la Russia e come Putin potrebbe comportarsi in futuro.

Molte analisi, compresa la mia, si sono concentrate su come la guerra si sia ritorta contro il Cremlino. Putin aveva intrapreso l'invasione con il desiderio di assicurarsi un posto nella storia come conquistatore imperiale. Invece, le sue forze armate sono state smascherate come deboli, demotivate e infestate da bugie istituzionalizzate (quando nessuno osa dire la verità al leader arrivano le decisioni sbagliate). Le truppe russe sono mal nutrite, vestite in modo inadeguato e dotate di armi datate e inferiori. La Russia è una cleptocrazia e l'esercito è stato devastato dalla corruzione e dal furto non meno di altre istituzioni statali.

Gli autocrati considerano il loro popolo come una risorsa da sfruttare e non si preoccupano di quanti dei loro uomini muoiano sul campo di battaglia o meno. Ecco perché centinaia di migliaia di giovani sono fuggiti dalla Russia: sanno che Putin li manderebbe a morire senza pensarci due volte. Questa mentalità brutale è in parte il motivo per cui Putin può protrarre a lungo la guerra.

Putin non ha nemmeno interesse ad abbreviare il conflitto, perché la sua guerra contro l'Ucraina non riguarda solo l'occupazione del territorio. È una guerra di annientamento che mira a sopprimere la sovranità, l'identità e la cultura dell'Ucraina. Per l'autocrate, ogni giorno trascorso a uccidere il nemico e a ridurre le sue città in macerie favorisce la causa.

Così come la favorisce il costringere milioni di persone a fuggire. Lo spopolamento fa il lavoro dell'autocrate se l'obiettivo è liberare il territorio occupato da ogni traccia del nemico. Dall'inizio della guerra, quasi sei milioni di ucraini sono stati sfollati internamente e altri otto milioni sono andati in esilio come rifugiati. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, almeno 7.100 civili ucraini sono stati uccisi e, al dicembre 2022, fino a 13.000 combattenti ucraini erano morti. Tutte queste sono ottime notizie per Putin; perché dovrebbe fermare la sua guerra proprio ora?" [Ruth Ben-Ghiat]

Partendo dalle figure di Putin e Zelensky, due leader molto diversi fra di loro, una differenza che ha giocato un ruolo importante nella narrazione del conflitto, cerchiamo di capire come sono cambiate la Russia e l'Ucraina a un anno dall'invasione. Cosa ci dicono gli ultimi discorsi di Putin e cosa significa la sospensione del trattato New Start sulla limitazione delle armi nucleari; cosa sta succedendo all'interno della verticale del potere di Putin, con l'irruzione sulla scena di personaggi "destabilizzanti" come Yevgeny Prigozhin, l'oligarca a capo del gruppo di mercenari della Wagner...  La politica ucraina, intanto, è sempre più caratterizzata da un accentramento di potere da parte dell’amministrazione presidenziale. Come è cambiato il sistema di potere in Ucraina? Qual è l'impatto dell'invasione e della mobilitazione sulla società russa? Dopo i primi mesi di proteste, soffocate nella repressione, la società russa sembra sempre più atomizzata e passiva, senza una vera e propria opposizione organizzata né in patria né all'estero difficilmente una mobilitazione dal basso potrà fermare Putin. Così come è molto difficile pensare, almeno nel breve termine, a un cambio di regime. La società ucraina, al tempo stesso sempre più unita ma anche atomizzata, dovrà a affrontare un futuro incerto tra milioni di ucraini fuggiti e che forse non toneranno più, le giovanissime vite, molto probabilmente la futura classe dirigente del paese, perse sul campo di battaglia, migliaia di bambini deportati in Russia, il destino dei cittadini nei territori occupati e le tensioni inevitabili nei territori liberati.

Anna Politkovskaja - nei reportage sulla seconda guerra in Cecenia - a un certo punto scrive: "È facile cominciare una guerra, quasi impossibile eliminare tutti i mostri che ha creato".

Conversazione con Giovanni Savino - storico, si occupa di nazionalismo russo e della ricezione del passato nella Russia contemporanea. Dopo aver insegnato in Russia, ha dovuto lasciare il paese nei primi giorni di guerra, e ha lavorato all'Università di Parma e ora è alla Federico II [qui il suo ultimo articolo per Valigia Blu "A un anno dall’invasione in Ucraina nessuno è in grado di fermare Putin"
- e Oleksiy Bondarenko -  insegna Comparative politics all’Università di Warwick (UK). Si occupa di élite, istituzioni informali e rapporti tra centro e regioni in Russia e Ucraina, è autore del libro collettivo "Ucraina, alle radici della guerra". Qui il suo ultimo articolo per Valigia Blu: "Ucraina dopo un anno di guerra: unita e atomizzata allo stesso tempo, con un’unica vera domanda alla quale nessuno può dare una risposta. Per quanto ancora?"

Alla fine del podcast cito due articoli pubblicati da Valigia Blu:

La scrittrice premio Nobel Svetlana Aleksievic: “La Russia sta facendo quello che i nazisti facevano sul suo territorio: ora abbiamo a che fare col fascismo russo”

‘Pasqua e Kalashnikov’: riflessioni sulla guerra in Ucraina di Maksym Butkevych, attivista antifascista

 

Musica: Tango - Tanani

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

 

 

Immagine anteprima: via Amnesty International

Segnala un errore