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“I nostri figli non sono fertilizzante!”: le donne russe che protestano contro la mobilitazione militare

28 Settembre 2022 4 min lettura

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“I nostri figli non sono fertilizzante!”: le donne russe che protestano contro la mobilitazione militare

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di Meduza

Il 25 settembre gli abitanti del Daghestan hanno dato vita a diverse proteste contro la mobilitazione decisa dal governo russo. La più grande di queste proteste si è svolta nella città di Makhachkala. A partire dalle tre del pomeriggio circa, ora di Mosca, i residenti, per lo più donne, si sono riuniti nel centro della città. Il canale Telegram "Morning Dagestan", che prima dell'azione di protesta contava più di 30 mila iscritti, ha pubblicato un appello a manifestare. Alle 16 erano uscite circa 100 persone, riferisce la testata locale Chernovik: "si sono riuniti madri e bambini, le generazioni più anziane e i giovani". A giudicare dai video dei testimoni, alla protesta di Makhachkala erano presenti alcune centinaia di persone. Hanno cantato "No alla guerra!", "No alla mobilitazione" e "I nostri figli non sono fertilizzante!".

Le manifestanti si sono scontrate con la polizia, sostenendo che la Russia ha iniziato la guerra. "La Russia ha attaccato l'Ucraina. Non siamo cieche", hanno detto. Le donne hanno anche chiesto che la polizia non interferisse nella loro protesta. Un dipendente del ministero degli Affari Interni è stato costretto a fuggire. 

La polizia ha effettuato arresti usando metodi violenti. Diversi uomini sono stati picchiati e portati al ministero degli Affari interni. Un agente ha picchiato al volto un uomo fermato, mentre altri lo tenevano per le braccia. Anche le donne sono state arrestate brutalmente. I manifestanti hanno cercato di liberare le persone arrestate, comprese quelle a bordo dei veicoli della polizia, anche picchiando gli stessi agenti. In serata sono state inviate altre squadre di polizia ed è arrivata la Guardia Nazionale.

Stando a quanto dichiarato a OVD-Info da chi manifestava, la polizia ha usato pistole stordenti e spray al peperoncino, "contorto gli arti delle persone e spinto le donne con particolare crudeltà". La polizia ha anche sparato colpi in aria. Anche un uomo in abiti civili ha aperto il fuoco in aria con una pistola (non si sa se fosse un manifestante o un agente in borghese).

Secondo gli attivisti per i diritti umani, tra gli arrestati c'era anche la madre di un neonato. Il telefono di un giornalista di Chernovik è stato confiscato due volte e Murad Muradov, giornalista di Kavkazsky Uzel, è stato arrestato. Non si conosce il numero esatto degli arresti. OVD-Info ha dichiarato che alle 20:30 (ora di Mosca) erano state arrestate cinque persone, ma a giudicare dai video circolanti il numero reale è più alto.

Proteste contro la guerra e la mobilitazione si sono svolte anche nel villaggio di Endirey, sempre in Daghestan, il 25 settembre.

Sulla scia delle proteste, Sergey Melikov, leader della Repubblica del Daghestan, ha annunciato che sono stati commessi degli errori all'inizio della mobilitazione. "Se è vero che sono state mobilitate persone che non erano in lista - tra cui studenti, padri con più figli piccoli, ragazzi che non hanno mai impugnato un fucile in vita loro - bisogna correggere immediatamente il tiro. Sono consapevole che errori del genere sono stati commessi all'inizio della mobilitazione", ha scritto su Telegram. Melikov ha invitato le persone i cui diritti sono stati violati durante la mobilitazione a contattare gli uffici di arruolamento della repubblica.

Azioni contro la mobilitazione si sono svolte anche in altre regioni della Russia. A Jakutsk, nella Siberia orientale, circa 400 persone, la maggior parte donne, hanno protestato ballando una danza circolare tradizionale yakuta chiamata osuokhay. A un certo punto, le donne danzanti hanno accerchiato la polizia, cantando "Lasciate vivere i nostri figli!". Quando la polizia ha iniziato a effettuare arresti, la protesta si è fermata. Almeno 24 persone sono state arrestate a Yakutsk, riporta OVD-Info. La Camera civica della Jacuzia ha annunciato che si è svolto "un osuokhay, una benedizione delle madri affinché i loro mariti e figli tornino vivi".

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A Nalchik, nella Repubblica di Cabardino-Balcaria, si è svolta una protesta nella piazza davanti al palazzo del governo. A giudicare dalle registrazioni video, vi hanno preso parte alcune decine di persone. In una registrazione, si sente una donna anziana dire: "Non consegnerò mio marito, non lo consegnerò, anche se mi sparano!".
In cinque giorni di proteste contro la mobilitazione, sono state arrestate più di 2 mila persone. Il 21 settembre, quando sono iniziate le proteste, sono state arrestate 1369 persone in 43 città, secondo OVD-Info. Il 24 settembre, 833 persone in 36 città. Il 25 settembre, alle 20.30, sono state arrestate 32 persone.

Articolo originale pubblicato in inglese sul sito indipendente russo Meduza (traduzione dal russo all'inglese di Emily Laskin) - per sostenere il sito si può donare tramite questa pagina.

(Immagine in anteprima via Twitter)

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