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Alexei Navalny, l’oppositore politico più temuto da Putin, trasferito in una colonia penale per isolarlo politicamente in vista delle elezioni

19 Dicembre 2023 5 min lettura

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Alexei Navalny, l’oppositore politico più temuto da Putin, trasferito in una colonia penale per isolarlo politicamente in vista delle elezioni

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Alexei Navalny è stato trasferito in una colonia penale nel nord della Russia

Aggiornamento 27 dicembre 2023: Alexei Navalny è vivo. È stato trasferito in una colonia penale nel nord della Russia, chiamata IK-3 e costruita negli anni Sessanta dove si trovava un gulag, un campo di lavoro forzato per gli oppositori politici russi sotto il regime comunista di Stalin. A farlo sapere la portavoce dell’oppositore politico di Putin, Kira Yarmysh. 

La IK-3 è tradizionalmente usata per detenuti ritenuti pericolosi e recidivi. Oltre che per la sua posizione estremamente isolata, è nota anche per la brutalità con cui vengono trattate le persone detenute. La procura di Yamalo-Nenets ha segnalato in almeno due occasioni il mancato rispetto di una serie di leggi sulla sicurezza, sulle norme antincendio, sugli standard sanitari della prigione e sul trattamento riservato ai detenuti, chiedendo di prendere provvedimenti.

Secondo i suoi legali, l’obiettivo è isolare Navalny dai suoi collaboratori e dall’esterno in vista delle prossime elezioni presidenziali russe, previste per il prossimo marzo, in cui Putin si ricandiderà per il suo quinto mandato da presidente.

Come commenta su Facebook lo storico Giovanni Savino,

“Il tragitto compiuto per trasferire Navalny riflette la volontà di estrometterlo dalla possibilità di esprimersi su quanto avviene in Russia, e non è un caso che il trasferimento sia avvenuto in queste settimane, quando Vladimir Putin ha annunciato la sua ricandidatura e ha tenuto la conferenza stampa/linea diretta, e in contemporanea si svolgono le operazioni per la registrazione dei candidati e la raccolta firme per coloro che passano il primo filtro del Comitato centrale elettorale.

Avere Navalny lì vuol dire tentare di renderlo inoffensivo: si tratta della colonia penale più a nord della Russia, nello stesso villaggio c'è la "Gufo polare" (dove si pensava inizialmente fosse stato inviato il politico) che ospita gli ergastolani, tra cui il serial killer del parco moscovita di Bica Aleksandr Pičuŝkin, autore di 49 omicidi accertati (ne rivendica 60) e Nurpaša Kulaev, unico terrorista restato in vita dopo il massacro di Beslan del 2004.

Ricevere notizie e fornire la propria opinione sarà molto più difficile per il politico: si può utilizzare il sito per inviare lettere, predisposto dal Servizio federale penitenziario, però nel caso della colonia penale in questione prima si passa dalla censura, poi vengono stampate le missive e inviate in seguito al destinatario via posta, con un'attesa che va dai tre giorni lavorativi alle due settimane”. 

Quanto e come le nuove condizioni di detenzione “riusciranno a segnare la volontà di Navalny, è tutto da vedere”, conclude Savino, “ma al momento appare difficile poter riuscire ad aver accesso al dibattito e al pubblico, una mossa volta a render il politico lontano non solo geograficamente dalla scena”.

Lunedì 18 dicembre, Alexei Navalny, l'oppositore politico russo più temuto da Putin, avrebbe dovuto presentarsi in un tribunale di Mosca, ma i giudici hanno deciso di interrompere le udienze giudiziarie contro di lui: la sospensione durerà “fino a quando non sarà accertata la sua ubicazione”, hanno dichiarato i suoi avvocati. È solo l’ultimo capitolo del mistero che circonda la sparizione di Navalny, che è scomparso la scorsa settimana dal carcere IK-6 nella regione di Vladimir, vicino a Mosca, dov’era detenuto: il sospetto è che sia stato trasferito in una colonia a “regime speciale”, dove potrebbe essere tenuto in isolamento secondo il regime carcerario più duro della Russia, oppure che sia stato ucciso.

Alexei Navalny, l’oppositore politico più temuto da Putin

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che la sua assenza equivale a una “sparizione forzata”. “Sono molto preoccupata per il fatto che le autorità russe non rivelino dove si trova Navalny per un periodo di tempo così prolungato”, ha affermato la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Russia, Mariana Katzarova. “Ho appreso che l'udienza in tribunale sulle violazioni dei diritti umani di Navalny durante la detenzione, prevista per venerdì, non ha avuto luogo”. E aggiunge: “Gli avvocati di Navalny, ai quali è stato impedito di incontrarlo dal 6 dicembre, sono stati informati dal tribunale che il loro cliente non è più detenuto nella regione di Vladimir, senza fornire ulteriori dettagli”.

Già il 7 e l’11 dicembre erano saltate le udienze di altri processi in cui Navalny è coinvolto: avrebbe dovuto partecipare in videoconferenza dal carcere, ma il personale aveva dichiarato ai suoi avvocati che il collegamento era saltato per un “problema di elettricità”. Il suo nome non compariva più nell’elenco dei detenuti della struttura, e il 12 dicembre la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, aveva rivelato che un impiegato del carcere le aveva detto che Navalny aveva “lasciato la loro struttura”, ma che non sapeva dove fosse stato trasferito. Successivamente Yarmysh ha raccontato che il suo team ha inviato richieste a quasi 200 centri di detenzione preventiva russi alla ricerca di ulteriori informazioni sul leader dell'opposizione scomparso, senza però riuscire a trovarlo.

A inizio dicembre, Navalny aveva avuto un malore a causa delle scarse condizioni igieniche e di nutrizione nel carcere di Vladimir: i suoi sostenitori temono che possa aver avuto una ricaduta e possa essere stato ricoverato in ospedale. Il Cremlino, nel frattempo, non risponde alle domande su dove si trovi Navalny: il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la sua squadra non ha “né il desiderio né la capacità di seguire il destino dei prigionieri”.

Il 7 dicembre i sostenitori di Navalny hanno lanciato una campagna anti-Putin: in varie città sono stati appesi cartelloni pubblicitari con un codice QR che rimanda a un sito che invita a usare tattiche non violente e “partigiane” per esprimere il dissenso contro il presidente russo. L’obiettivo è contrastare la sua candidatura per il quinto mandato presidenziale, invitando gli elettori a non votare per lui. Il giorno successivo, l’8 dicembre, Putin ha annunciato formalmente che si candiderà: diversi collaboratori di Navalny hanno ipotizzato che ci sia un legame tra la candidatura di Putin e la sparizione del leader dell’opposizione, per silenziarlo.

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Putin sta vincendo?

Nel 2020 Navalny era stato avvelenato con il Novichok, agente nervino sviluppato negli anni ‘70 e ‘80 in Russia: per essere curato era stato trasferito in Germania e poi era tornato in Russia, dove è stato arrestato. Tra le accuse c’è quella di aver fondato e finanziato attività e organizzazioni che le autorità russe ritengono “estremiste”. Lo scorso agosto Navalny è stato condannato ad altri 19 anni in una colonia a "regime speciale": attualmente è imputato in 14 processi e potrebbe ricevere fino a 35 anni di carcere, che si andrebbero ad aggiungere ai 30 che sta già scontando.

Immagine in anteprima: frame video Euronews via YouTube

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