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Crimini di guerra in Ucraina: la Corte Penale Internazionale ha emesso due mandati di cattura contro alti ufficiali russi

7 Marzo 2024 3 min lettura

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Crimini di guerra in Ucraina: la Corte Penale Internazionale ha emesso due mandati di cattura contro alti ufficiali russi

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Martedì 6 marzo la Corte Penale Internazionale (CPI), con sede all’Aia, ha emesso due mandati di arresto per Sergei Kobylash e Viktor Sokolov. I due alti ufficiali dell’esercito russo sono accusati di crimini di guerra commessi da “almeno il 10 ottobre 2022 ad almeno il 9 marzo 2023”. Tra questi, i lanci di missili condotti dall’esercito sotto il loro comando, e che hanno colpito le infrastrutture elettriche ucraine.

Kobylash, classe 1965, all’epoca dei fatti contestati ricopriva il rango di comandante dell’aviazione a lungo raggio della divisione aerea russa. Sokolov, nato nel 1962, nel periodo era invece comandante della flotta del Mar Nero. I crimini di guerra di cui sono accusati comprendono violazione dello Statuto di Roma, tra cui l’aver commesso attacchi contro strutture civili e l’aver causato danni accidentali eccessivi a civili o strutture civili. I due sono accusati anche “del crimine contro l’umanità di atti inumani”. 

Secondo la Corte, in qualità di alti ufficiali, Kobylash e Sokolov sarebbero responsabili di aver commesso questi atti congiuntamente all’esercito russo, o di non aver comunque “esercitato un adeguato controllo sulle forze sotto il loro comando”. Il periodo in cui si riferiscono le accuse ha visto le forze armate russe condurre attacchi che hanno colpito in varie località ucraine centrali elettriche e sottostazioni.

In un comunicato, la camera penale della CPI ha spiegato che il contenuto dei mandati è lasciato “in forma segreta” al fine di tutelare l’incolumità dei testimoni e le stesse indagini. Tuttavia ha ritenuto di divulgare la notizia dei mandati di cattura verso Kobylash e Sokolov, così come le accuse mosse loro, per “prevenire ulteriori possibili crimini”, dato che il conflitto è ancora in corso.

La stessa CPI, infatti, ha in passato emesso in relazione all’invasione su larga scala dell’Ucraina altri due mandati di cattura. Risalgono al marzo 2023 i mandati emessi per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, rispettivamente presidente e commissaria per i diritti dei bambini della Federazione Russa. L’accusa nei loro confronti è di deportazione e trasferimento illegale di minori dalle zone occupate in Ucraina.

Oltre a queste accuse, l’invasione su larga scala dell’Ucraina aveva visto pronunciarsi nel marzo 2022 la Corte Internazionale di Giustizia, principale tribunale delle Nazioni Unite. In quell’occasione la Corte aveva sostenuto l’illegittimità delle operazioni militari in Ucraina della Russia, chiedendone l’immediato ritiro. La stessa Ucraina, inoltre, aveva presentato un caso perché la Corte riconoscesse come infondate le accuse di genocidio della popolazione russofona in Donbas, accuse mosse dalla Russia per giustificare l’invasione su larga scala. Su quest’ultimo la Corte deve ancora pronunciarsi.

Su X/Twitter, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato i mandati di cattura a  Kobylash e Viktor Sokolov. “Ogni comandante russo che ordina attacchi contro civili e infrastrutture critiche ucraine deve sapere che sarà fatta giustizia. Ogni autore di tali crimini deve sapere che sarà chiamato a risponderne. La giustizia internazionale richiede tempo, ma è inevitabile” ha scritto Zelensky. 

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Karim Khan, procuratore della CPI, ha invece dichiarato a commento della notizia: "Tutte le guerre hanno delle regole. Queste regole vincolano tutti, senza eccezioni". Khan ha inoltre aggiunto che la CPI continuerà a cercare la cooperazione della Russia, nonostante i rifiuti finora ricevuti. Come riportato da Reuters, il ministro della Difesa russo non ha risposto alla richiesta di un commento sui mandati di cattura.

(Immagine: grab via YouTube)

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