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“La più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Perché è importante parlare ancora del G8 di Genova venti anni dopo

15 luglio 2001 4 min lettura

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“La più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Perché è importante parlare ancora del G8 di Genova venti anni dopo

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È accaduto, può accadere ancora. Non si volta pagina su Genova senza questa consapevolezza. [Enrico Zucca, sostituto procuratore generale di Genova]

A Genova nel luglio 2001 si tiene il summit del G8, la riunione dei capi di Stato e di governo degli otto paesi più industrializzati della Terra (Usa, Canada, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Giappone e Russia). Oltre 300mila persone da tutto il mondo decidono di essere lì per contestare la loro visione di globalizzazione e la loro idea di sviluppo. Il movimento dei movimenti, erroneamente definito dai media "no global", è composto da migliaia di attivisti e associazioni (dalle associazioni religiose a quelle ambientaliste e pacifiste fino ai centri sociali) che uniscono le loro forze contro un avversario che capiscono di avere in comune: un modello di sviluppo basato su un’ideologia del mondo che mette al primo posto i profitti, l’economia e la finanza a cui contrapporre un’altra idea di globalizzazione. "Un altro mondo è possibile" sarà uno dei loro slogan più potenti nato in contrapposizione al "There is no alternative", "Non c'è alternativa", usato spesso dalla premier britannica Margaret Thatcher (al potere dal 1979 al 1990) che, con Ronald Reagan, incarnò al massimo il pensiero neoliberista: un'altra globalizzazione è possibile in nome della solidarietà e dei diritti.

La risposta del potere fu violentissima: le giornate di Genova furono segnate da una gestione militare della piazza, con i cortei caricati in modo irrazionale e feroce dalle forze dell'ordine, l'uccisione del giovane Carlo Giuliani in piazza Alimonda, la sanguinosa irruzione della polizia alla scuola Diaz con manifestanti pacifici sorpresi e brutalmente picchiati nel sonno e i computer di avvocati e giornalisti indipendenti distrutti, gli abusi e le torture subite dai manifestanti arrestati nel carcere di Bolzaneto. Amnesty International la definirà "la più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale".

Con quella sospensione il nostro paese non ha mai fatto i conti davvero, non lo hanno fatto le forze dell’ordine, non lo ha fatto la politica (che tra l'altro bocciò la proposta di creare una Commissione parlamentare d'inchiesta per accertare le responsabilità istituzionali nei fatti del G8). Anche per questo è fondamentale mantenere viva la memoria di quel buco nero della democrazia, continuare a denunciare e a pretendere una riflessione sulle criticità sistemiche a partire dalla cultura delle forze dell’ordine e della loro affidabilità democratica. È di questi giorni la pubblicazione dei video dei pestaggi selvaggi ai danni di detenuti inermi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, degli abusi, del tentativo di falsificare le prove e del senso di impunità. Ad oggi, riporta Repubblica, sono sei le inchieste sugli abusi nelle carceri italiane, a Modena in particolare si indaga per tortura.

Oggi come allora sappiamo che tutto questo non è il frutto di “poche mele marce”.

Ecco perché ancora oggi è necessario raccontare cosa è stato il G8 di Genova. Ma è importante anche raccontare e ricordare chi erano gli uomini e le donne che in quel 2001 diedero vita a una delle mobilitazioni globali più straordinarie mai viste. Cosa proponevano, in cosa credevano, quali erano le loro istanze? Questa parte della storia del G8 di Genova è stata ignorata, negata, incompresa mediaticamente e politicamente. Quel movimento, come disse l'economista e attivista Susan George, era il primo movimento di massa che non chiedeva niente per sé, ma voleva giustizia per il mondo intero.

Citando il titolo del libro di Carlo Gubitosa e Mauro Biani, quelle donne e quegli uomini "hanno ragione da vent’anni". Il giornalista Lorenzo Guadagnucci, nell’introduzione, scrive: «Oggi paghiamo tutti – anche gli avversari di allora – la mancata considerazione delle buone ragioni di un movimento che forse era in anticipo rispetto ai tempi della politica, ma non rispetto ai tempi della storia. Il crac finanziario del 2007-2008, le nuove inutili guerre, il collasso climatico e anche la crisi dei sistemi sanitari furono ampiamente annunciati nelle giornate di Genova».

"A 20 anni dai giorni del G8 di Genova - scrive Altreconomia - molte domande sono ancora aperte. Perché è importante raccontare Genova a chi per anagrafe, per distrazione o per scelta non c’era? Che cosa è stato del “movimento”, di quell’afflato collettivo massacrato dai manganelli e dai media? In quali rivoli si è disperso il fiume di persone che ha manifestato? Qual è infine l’eredità di Genova e chi ha raccolto e perpetuato questo capitale di idee?".

In occasione dei 20 anni da quei terribili fatti come Valigia Blu abbiamo pubblicato tre articoli: "Il monopolio della forza e il diritto sospeso", firmato da Enrico Zucca, il magistrato che si occupò del processo per l'assalto alla scuola Diaz; "La speranza di un mondo più giusto, la ‘macelleria messicana’, la sospensione della democrazia: il G8 di Genova spiegato a chi ha oggi 20 anni", a cura di Carlo Gubitosa, autore di una delle più complete inchieste su quei giorni che videro la sospensione dei diritti umani e della democrazia nel nostro paese. Il suo libro "Genova nome per nome. Le violenze, i responsabili, le ragioni. Inchiesta sui giorni e i fatti del G8" è disponibile gratuitamente qui; "G8/Genova: il primo movimento di massa della storia che non chiedeva niente per sé, voleva solo giustizia per il mondo intero" di Luca Martinelli.

"La speranza di un mondo più giusto, la 'macelleria messicana', la sospensione della democrazia: il G8 di Genova spiegato a chi ha oggi 20 anni" è il tema del prossimo incontro di Valigia Blu Live, in diretta giovedì 15 luglio alle ore 18.30 sul gruppo Facebook  “VB Community”. Insieme ad Arianna Ciccone ci saranno Annalisa Camilli (Internazionale - potete ascoltare il suo podcast "Limoni - Il G8 di Genova vent'anni dopo" qui) e Luca Martinelli (Altreconomia).

L'incontro sarà poi disponibile anche in versione podcast qui e sul nostro canale YouTube.

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Immagine anteprima via Lorenzo Guadagnucci

 

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