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Famiglie e scuola: risparmiare con gli ebook autoprodotti dagli insegnanti?

16 Settembre 2014 6 min lettura

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Famiglie e scuola: risparmiare con gli ebook autoprodotti dagli insegnanti?

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Come far spendere meno alle famiglie per i libri di testo scolastici? Una delle soluzioni proposte dal Governo è quella che i libri di testo tradizionali vengano sostituiti da ebook “creati” dagli stessi professori della scuola, e poi messi in rete ed adottati da tutte le altre scuole italiane. Una soluzione che, almeno virtualmente, sembra l'uovo di Colombo per far risparmiare alle famiglie centinaia di euro per comprare libri e libri digitali delle case editrici tradizionali.

La polemica con l'editoria scolastica è vecchia e anche in parte fondata. Ogni anno le case editrici pubblicano libri di testo che molto spesso differiscono di pochissimo dall'edizione dell'anno precedente, solo per costringere le famiglie e gli studenti a comprare il libro nuovo e non riutilizzare quello di fratelli o amici, o affidarsi al mercatino del libro usato. Detto questo, l'idea dell'ebook autoprodotto dagli insegnanti è praticabile o ha anch'essa numerosi punti oscuri che rischiano di trasformarla in un fallimento?

Ebook

Il primo punto è quello del formato. Le scuole potranno produrre testi digitali, che dovrebbero essere quindi fruiti dagli alunni tramite tablet o almeno e reader. Peccato che le classi in cui gli alunni hanno tutti in dotazione un tablet siano decisamente poche, e che le scuole non abbiano di norma i fondi per comprare agli alunni il tablet. Dunque l'ebook “gratuito” creato dalla scuola come verrà fruito? Le famiglie risparmieranno il costo dei libri, ma dovranno comprare di tasca propria il tablet ai figli?

Inoltre anche solo per pubblicare o impaginare un libro digitale, ci vorranno specifiche competenze da parte dei docenti. Si provvederà a finanziare corsi di formazione in tutte le scuole per i professori che vogliono pubblicare il loro libro? Saranno forniti i programmi gratuitamente per pubblicare ebook? E in che formato dovranno essere formattati i testi? Perché non tutti i tablet ed i supporti leggono ogni tipo di formato. Il Ministero dovrà dare quindi delle linee guida specifiche anche sui formati compatibili.

La qualità

Scrivere un libro di testo per la scuola è una operazione molto complessa. Nelle case editrici scolastiche si lavora quasi sempre con un team di autori per ogni singolo libro: c'è chi si occupa di stendere i testi, chi di creare le esercitazioni ed i laboratori, chi di fare le schede riassuntive, di approfondimento o i materiali semplificati per gli alunni stranieri, per i BES, per le varie categorie di alunni disabili. Gli autori dei libri di testo delle case editrici quasi sempre sono o sono stati docenti, ma quando producono un testo scolastico sono autori, e quindi devono avere competenze diverse dal docente di classe. Anche se è abbastanza normale che un docente di classe produca alcuni materiali per la sua classe (usando un tempo le fotocopie, oggi magari anche formati elettronici di vario tipo), è assai raro che un docente produca un intero libro, persino della materia che insegna da anni. Questo perché in quanto docente, anche se bravo, non è detto che abbia le competenze necessarie per essere un autore di manuale. Sono due cose profondamente diverse: non è detto che chi spiega, anche magnificamente, inglese in classe, o italiano o matematica, sia anche in grado di scrivere un libro di testo di italiano, inglese o matematica, così come non è detto che il pur bravissimo giornalista conduttore del tg della sera sappia anche essere un magnifico inviato di guerra sul campo o un cronista di nera.

Il docente di classe, quindi, potrebbe non essere banalmente in grado di scrivere un intero libro di testo, o, anche lavorando in team con colleghi della stessa scuola, non è detto che sia in grado di produrre qualcosa di veramente valido. Da sempre le case editrici cercano nelle scuole i docenti che sono in grado di scrivere anche libri e li mettono sotto contratto proprio per questo: chi sa scrivere un libro di testo è raro.

Cosa pensa di fare invece il Ministero? Come già avviene in alcuni progetti sperimentali, tipo Book in progress, si pensa di creare una rete di scuole con una scuola capofila; all'interno di ogni scuola vengano nominati i coordinatori dei progetti dei vari libri, che coprono quindi diverse discipline. I docenti della scuola scrivono il libro intero o una parte di esso ed il coordinatore, come ogni coordinatore scientifico, si prende la briga di verificare la qualità o armonizzare le varie parti, e certificare che rispondono agli standard. I libri così prodotti verranno poi inviati al Ministero per avere una approvazione, e saranno immessi poi in una rete nazionale, rendendoli scaricabili dalla varie scuole, gratuitamente.

Il progetto così formulato lascia però in qualche modo aperte molte questioni. In primis i finanziamenti: sia a livello locale, sia a livello nazionale si dovrà creare una struttura per impostare, coordinare e verificare la validità degli ebook prodotti di tutte le materie, quindi ci vorrà una miriade di sottocommissioni. Bisognerà quindi trovare i fondi per pagare il coordinatore del progetto e una serie di esperti, in sede ministeriale e locale, che verifichino che il materiale prodotto sia valido, non sia plagio di qualcos'altro, non contenga errori. In pratica ogni scuola dovrà dotarsi di una struttura molto simile a quella di una normale casa editrice, con correttori di bozze, editor, e tutte le figure professionali che servono a trasformare un manoscritto in un libro di testo. Non è così scontato che queste professionalità si possano trovare già all'interno della scuola, anzi è difficile. Se un docente di matematica, putacaso, può anche essere in grado di scrivere un libro di testo della sua materia, ci vorrà poi un collega (ferrato nella materia) che sappia correggere le bozze, verificare e fare l'editor dei vari libri, controlli e certifichi la veridicità delle affermazioni contenute, trovi le immagini da usare per illustrare il testo, sani i problemi eventuali per il copyright di testi da inserire o di immagini. Tutta questa gente bisognerà, banalmente, pagarla. Con che fondi non è chiaro.

Il problema degli autori

Altro dubbio che coglie leggendo la proposta è: ma il docente che scrive il libro, come viene retribuito? Una casa editrice tradizionale paga l'autore per scrivere il libro. Su ogni testo l'autore o riceve i diritti o viene pagato a forfait. I libri scolastici delle case editrici costano perché la struttura della casa editrice (quella che, come abbiamo visto prima, verifica, edita il testo, corregge le bozze, etc.) costa, ma anche perché l'autore del testo viene retribuito.

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Gli ebook ministeriali dovrebbero essere immessi nella rete scolastica e non avere, a quanto si capisce, un prezzo di vendita. Nel progetto Book in progress le linee guida richiedono esplicitamente che gli autori-docenti rinuncino ai diritti economici e non possano usare il materiale da loro prodotto a fini commerciali, e i libri prodotti dal progetto hanno un prezzo per rientrare dal costo vivo della pubblicazione.

Quindi gli autori lavorano gratis? Scrivere un testo scolastico è, come abbiamo detto, un lavoro estremamente complesso. Anche se si può partire con una base di appunti e di materiali scritti, o video e audio elaborati in classe, questi sono solo la materia bruta. Per creare un libro di testo che possa sostituire quelli professionali prodotti dalle case editrici, anche ammesso che il docente abbia già tutto il materiale in forma grezza, ci vogliono poi centinaia di ore di scrittura, rilettura, invenzione di esercizi, di schede. Oltre al lavoro a scuola, il docente che diventa autore di un libro o di una parte di esso deve mettere in conto di lavorare un monte ore spaventoso, a casa. Lavoro che, da quello che si capisce, nessuno gli pagherà, perché alla fine il suo testo, anche se fosse adottato in tutte le scuole di Italia in quanto ha prodotto un tomo imprescindibile per lo studio della sua materia, didatticamente fenomenale, verrà diffuso in pratica gratis. Una domanda banalissima: perché un docente dovrebbe farlo?

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