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L’onda verde conquista l’Europa: “È solo l’inizio. Cambieremo il corso della storia”

28 Maggio 2019 9 min lettura

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L’onda verde conquista l’Europa: “È solo l’inizio. Cambieremo il corso della storia”

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I Verdi passano a 74 seggi con l'ingresso nel loro gruppo del partito Pirata

Aggiornamento 6 giugno 2019: Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo è passato a 74 seggi grazie all'ingresso di 5 nuovi eurodeputati: 4 del partito Pirata ceco e tedesco e uno del partito tedesco Die PARTEI. "Procedono i negoziati con gli altri partiti", ha commentato la delegazione dei Verdi europei annunciando l'ingresso dei 5 nuovi eurodeputati.

"Oggi si parla di un'onda verde che passa attraverso l'Europa e arriva per la prima volta sulle rive dello Yorkshire. Abbiamo appena iniziato. Questo sarà più di un fugace sogno di una notte di mezza estate a Bruxelles. Cambieremo il corso della storia!".

Così ha twittato a caldo il ventinovenne sindaco di Sheffield Magid Magid, di origine somala e accolto nel Regno Unito come rifugiato quando aveva 4 anni, tra gli eurodeputati eletti tra i Verdi in Gran Bretagna.

Il risultato dei Verdi è uno dei dati più interessanti di queste elezioni europee. In un quadro politico complicato e frastagliato che ha visto perdere vistosamente consensi le due forze che hanno guidato le ultime due legislature e in cui non c’è stata la cosiddetta “ondata sovranista”, i Verdi sembrano rappresentare la vera novità di queste elezioni, capaci di saper coniugare l’emergenza climatica alle questioni della coesione sociale e della ridistribuzione della ricchezza e di un’Europa che difenda i valori della democrazia e non sia una serie di Stati nazionali forti, come dichiarato dall'eurodeputato olandese Bas Eickhout.

A questo va aggiunta la grande attenzione sul cambiamento climatico di questo ultimo anno, a partire dai rapporti dell’ONU sulla biodiversità in estinzione su vasta scala e dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dello scorso ottobre che aveva provato a prefigurare gli effetti più drammatici del riscaldamento globale nel caso in cui non riusciremo a limitare l'aumento delle temperature a 1,5 gradi entro i 2050, gli scioperi scolastici degli studenti in tutto il globo, l’impegno civico di Greta Thunberg e le azioni di disobbedienza civile di Extinction Rebellion (XR) che hanno portato la Camera dei Comuni del Regno Unito ad approvare una mozione presentata dal Partito Laburista che dichiara lo stato di emergenza climatica e ambientale. Una delle richieste di XR insieme alla transizione a un'economia a emissioni zero entro il 2025 e all’istituire "assemblee di cittadini" in cui si incontrano esperti del clima e persone di altra estrazione sociale, culturale, professionale, per fare pressione ai governi.

I gruppi tradizionali di centro-destra e centro-sinistra si sono indeboliti

Per la prima volta i due maggiori gruppi del Parlamento europeo, il Partito Popolare Europeo e il gruppo socialdemocratico non hanno i 376 seggi necessari per la maggioranza. I socialdemocratici hanno perso 45 seggi rispetto a 5 anni fa, arrivando a quota 146. Il Partito Popolare ne ha persi 41 ottenendone 180. In alcuni paesi, come la Francia, i partiti che hanno governato dal secondo dopoguerra non sono riusciti ad arrivare in doppia cifra, meglio in Spagna dove il Partito Socialista ha vinto comodamente.

Viene fuori un parlamento frammentato in cui per formare una maggioranza ci sarà bisogno del sostegno del gruppo liberale ALDE e forse dei Verdi, i due gruppi che sono cresciuti più di tutti. Quaranta dei 109 seggi di ALDE arrivano da “La République en marche / MoDem” del presidente francese Emmanuel Macron e dai LibDem del Regno Unito. Nonostante sia stato sconfitto dal Rassemblement National di Marine Le Pen, Macron – spiega il Guardian – potrebbe avere ancora più influenza a livello europeo perché per la prima volta avrà un nutrito gruppo nel Parlamento europeo.

Non c’è stata l’ondata di estrema destra

Nonostante il successo previsto in Polonia, Ungheria e Italia, l’ondata di estrema destra non si è concretizzata. I tre gruppi euroscettici (ECR, il gruppo a cui fa riferimento Fratelli D'Italia; ENF, il gruppo della Lega di Salvini e del Rassemblement National di Le Pen; EFDD, il gruppo di Farage) hanno eletto 172 parlamentari. Numeri, scrive il Guardian, che non consentono di poter incidere nell’attuale Parlamento europeo.

Il partito di estrema destra danese “The Danish People” ha visto dimezzarsi i suoi consensi e non sono arrivati i risultati sperati in Finlandia, Slovacchia, Olanda e Germania. Il Rassemblement National di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini sono stati i partiti più suffragati rispettivamente in Francia e Italia. Se RN ha ripetuto più o meno lo stesso risultato di 5 anni fa (22 seggi con il 23,31% nel 2019, uno in meno rispetto ai 23 seggi con il 24,86% del 2014), la Lega con i suoi 28 eletti è il partito che dà più eurodeputati al gruppo “Europe of Nations and Freedom Group”, ovvero il gruppo dei partiti nazionalisti.

Discorso a parte merita Fidesz, il partito di Viktor Orbán, che in Ungheria ha preso il 52% dei voti e 13 dei 21 seggi destinati al paese magiaro. "Siamo piccoli ma vogliamo cambiare l'Europa", ha detto, descrivendo le elezioni come "l'inizio di una nuova era contro la migrazione". Pur vicino alle posizioni della Lega di Matteo Salvini, Fidesz è collocato ancora all’interno del Partito Popolare Europeo.

La crescita dei Verdi

I Verdi hanno registrato il loro risultato migliore di sempre ottenendo 69 seggi, 18 in più rispetto al 2014, eleggendo almeno un eurodeputato in 15 paesi. I risultati più eclatanti in Germania dove con il 20,5% (quasi il doppio rispetto a 5 anni fa) sono stati il secondo partito dopo i conservatori della CDU guidati da Angela Merkel. I Verdi sono arrivati secondi anche in Finlandia (con il 16% dei voti), terzi in Francia (superando il 13%), Lussemburgo e Irlanda (dove per la prima volta in 20 anni elegge eurodeputati), ben piazzati anche in Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito, dove con l’11% dei voti (nel 2014 avevano raggiunto il 7,67%) hanno superato i Conservatori.

Verdi, Elezioni europee
via CNN

In Francia, commenta Angelique Chrisafis sul Guardian, l’ambiente è diventata la principale preoccupazione degli elettori francesi, oltre al costo della vita, da quando il ministro all’ambiente Nicola Hulot, noto ambientalista e in precedenza presentatore televisivo, si era dimesso perché il Presidente Emmanuel Macron stava facendo poco sul clima nonostante avesse lanciato lo slogan “Make this planet great again” in risposta alla decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di sfilarsi dall’accordo di Parigi del 2015. Il sostegno di tanti giovani elettori francesi ai Verdi potrebbe spingere il governo a cambiare rotta rispetto alle azioni da intraprendere sul clima.

Jonathan Bartley, il co-leader dei Verdi britannici, ha detto al Guardian che la rottura dei "vecchi schemi elettorali" e la diffusione della consapevolezza e della preoccupazione per la situazione del clima hanno contribuito a incrementare il sostegno nei confronti dei Verdi allo stesso modo in cui Ukip aveva intercettato la paura per l’immigrazione in passato: "C'è stata una tempesta perfetta che è accaduta in un breve periodo: il rapporto dell'ONU sull'estinzione su larga scala, il documentario di David Attenborough sul pianeta su Netflix, gli scioperi delle scuole e le azioni di disobbedienza civile di Extinction Rebellion. Tutte queste cose hanno davvero portato in cima all'agenda il tema del clima”.

All’inizio di maggio, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato una mozione presentata dal Partito Laburista che dichiara lo stato di emergenza climatica e ambientale, accogliendo una delle richieste del movimento “Extinction Rebellion”, che ad aprile ha organizzato a Londra per dieci giorni di seguito azioni di disobbedienza civile per chiedere anche al governo di impegnarsi in un'economia a emissioni zero entro il 2025 e di istituire "assemblee di cittadini" per controllare democraticamente il passaggio alla nuova economia.

A tutto questo va aggiunto l’impronta europeista del Partito, spiega l’altra co-leader del Partito, Siân Berry: "Il nostro messaggio ‘dì sì all'Europa, no ai cambiamenti climatici’ ha chiaramente avuto un effetto sugli elettori, molti dei quali hanno votato per il nostro partito per la prima volta”.

In un parlamento così frammentato, i Verdi (che faranno parte del gruppo “Greens/European Free Alliance insieme allo Scottish National Party, al Plaid Cymru del Galles e i Partiti Pirata svedese e tedesco) cercheranno di spingere per azioni più urgenti sul clima, giustizia sociale e libertà civili, stando a quanto dichiarato dai leader del gruppo. Ma non va bene dappertutto: male in Europa centrale, dove sono arrivati solo due seggi (in Austria), e in Europa orientale e meridionale, dove il gruppo non ha ottenuto nulla.

Il successo alle elezioni europee non è estemporaneo e arriva dopo altri buoni risultati alle elezioni politiche in alcuni paesi. I Verdi sono, infatti, al governo in Svezia e in Lussemburgo, hanno 20 parlamentari in Finlandia dopo aver ottenuto l'11,5% alle elezioni di aprile, sono giunti secondi alle elezioni dello scorso anno in Baviera, in Germania, ponendosi come argine all’estrema destra dopo il crollo del Partito Socialdemocratico. In Germania sono nelle amministrazioni che governano nove dei 16 Stati tedeschi.

Leggi anche >> Germania, l’esplosione dei Verdi vero argine all’estrema destra

"Grazie a tutti quelli che ci hanno dato fiducia. È una grande festa, ma anche una grande responsabilità tradurre in azione quello che la gente ci ha chiesto, come la protezione del pianeta e la lotta per le libertà civili", ha detto in una conferenza stampa una delle candidate principali dei Verdi al Parlamento europeo, la tedesca Ska Keller. Soprattutto, ha aggiunto i Verdi "vogliono realizzare un'azione sul clima ora, perché se aspettiamo ancora, sarà un disastro".

“I nostri elettori, in particolare le giovani generazioni, per molti dei quali siamo ora la loro prima scelta, sono profondamente preoccupati per il clima e sono europeisti, ma sentono che l'Ue non sta facendo molto. Vogliono che cambiamo il corso dell'Europa”, ha commentato l'eurodeputato olandese Bas Eickhout.

Manfred Weber, il principale candidato conservatore del Partito Popolare Europeo come presidente della Commissione, ha dichiarato che i Verdi "sono tra i vincitori di giornata e quindi un possibile partner. Dovremmo sederci insieme e stilare un mandato per i prossimi cinque anni".

Ma le negoziazioni non saranno semplici. I Verdi sosterranno una maggioranza solo se ci sarà un accordo sui contenuti che rispetti "i nostri tre principi chiave: azione per il clima, libertà civili e giustizia sociale", ha detto Keller durante la conferenza stampa. "Avremo bisogno di vedere azioni per il clima molto più serie, un vero cambiamento di atteggiamento: una tassa sulle emissioni di anidride carbonica, affrontando in modo corretto la questione del trasporto aereo, l'ecologizzazione dell'agricoltura", ha aggiunto Eickhout.

“Miriamo a negoziare un'agenda pro-Ue in cui la politica sui cambiamenti climatici sia centrale, non più solo simbolica, ma concreta", ha spiegato l’eurodeputato tedesco Sven Giegold. “Qualsiasi accordo con noi dovrebbe anche includere una politica dell'Ue in materia di investimenti e coesione sociale, oltre a un impegno assoluto per affrontare il problema della caduta dei diritti civili negli Stati dell'Ue, come Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Malta”. "Dobbiamo decidere: siamo un'Europa che difenderà i valori democratici o solo una serie di Stati nazionali forti?", ha affermato ancora Eickhout.

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Il risultato dei Verdi ha già spinto i partiti di centro-destra e centro-sinistra al governo in Europa ad avvicinarsi alle richieste di un’azione sul clima più concreta e urgente. Il primo ministro francese, Édouard Philippe, ha riconosciuto il "messaggio sull'emergenza ecologica", Markus Söder, a capo del partito gemello bavarese della Merkel, la CSU, ha detto che i Verdi sono ora il loro principale concorrente, e Udo Bullmann, leader del centro-sinistra Progressive Alliance of Socialists and Democrats (SPD) nel Parlamento europeo, ha affermato di aver sottovalutato il cambiamento climatico come un problema.

"È un messaggio molto chiaro da parte dei cittadini che vogliono che facciamo di più", ha dichiarato il primo ministro irlandese Leo Varadkar. 

Immagine in anteprima via Guardian

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