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Rete Libera Tutti

3 Luglio 2011 4 min lettura

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Rete Libera Tutti

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Prima di tutto dovremmo fare una ola 2.0 a Luca Nicotra, segretario di Agorà digitale e all'avvocato Fulvio Sarzana, che ha dato vita insieme ad altre associazioni a sitononraggiungibile.it , perché senza di loro questa delibera ammazzaweb, voluta dall'AgCom, sarebbe passata nel silenzio totale. Si sono impegnati, hanno scritto un Libro bianco su diritti d'autore e diritti fondamentali nella rete Internet diritti su Internet, hanno informato noi tutti di quello che stava succedendo, hanno cercato e ottenuto l'incontro (tragico-comico) con il Presidente dell'AgCom Calabrò.

Rete Libera Tutti: quello che sta succedendo in queste ore è una nostra piccola e straordinaria "Primavera", farà da modello, ne sono sicura, per i rapporti futuri tra cittadini e potere. E il modello, come ha ben detto Julio Alonso in questa bellissima intervista di Michele Azzu per l'Espresso "Italia, suicidio on line", prevede che non ci possa essere protesta senza informazione. E una volta informati, in un contesto come questo, non si può non impegnarsi (dentro e fuori la Rete) per protestare. 
Una protesta pacifica, civile e superinformata, come stanno dimostrando tutti quelli che nel gruppo facebook  "Svegliati e reagisci Italia" stanno contribuendo: i contenuti prima di tutto. Perché questa non è una protesta per dire no, ma per fare proposte alternative a una legge, a mio avviso, aberrante, un pasticcio che porta con sè il rischio mostruoso di censura, contribuendo all'ombra lunga sulla libertà in rete, come ha ben detto Juan Carlos De Martin sul Sole 24 Ore:

"Anche l'Italia contribuisce al cambio di scenario. Il nostro paese rischia di diventare la prima grande democrazia avanzata a permettere a un ente amministrativo di decidere di diritti fondamentali come la libertà di espressione. L'Agcom da mesi lavora a un provvedimento che introdurrebbe una procedura puramente amministrativa per sanzionare usi ritenuti illeciti di contenuti tutelati dal diritto d'autore. Negli ultimi giorni si è prefigurata un'improvvisa accelerazione del processo, che nei primi mesi di quest'anno era stato trasparente e inclusivo. Le prossime settimane diranno se e in che misura l'Italia contribuirà al tentativo dei decisori tradizionali di prendere il controllo di quella rete ideata, arricchita e popolata da tutti, tranne che da loro e dalle istanze che rappresentano".

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Domani lunedì 4 luglio, Agorà digitale e Valigia blu daranno il via alla mobilitazione offline. Con la protesta dei palloncini davanti alla sede AgCom di Roma (c'è chi ha organizzato anche la protesta davanti alla sede AgCom di Napoli) ma il momento culminante di questa protesta organizzata in Rete per tutti (che ha visto l'impegno di tanti: Giulia Innocenzi, Guido Scorza, Alessandro Capriccioli, Pippo Civati, Alessandro Gilioli, Marco Pierani, Marco Scialdone, Vittorio Zambardino, Juan Carlos De Martin, oltre a Luca Nicotra e Fulvio Sarzana...) sarà martedì 5 luglio con La Notte della Rete
Ognuno ha messo a disposizione con generosità e gratuitamente (che modello! :D) competenze, tempo, idee. 
Che sta succedendo?
Succede che la Rete ha dettato l'agenda e la politica in ritardo e a fatica ha risposto. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini con un intervento su La Stampa ha detto: "No a troppi paletti...", avrei preferito proprio no paletti ma va bene anche così; il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani con una dichiarazione ufficiale sostiene che l'AgCom deve fermarsi: nessun bavaglio alla nostra democrazia; il deputato del PDL Roberto Cassinelli, in solitaria nel suo partito, si augura che l'AgCom sospenda immediatamente l'esame del provvedimento e lasci al Parlamento l'incombenza di predisporre gli strumenti più idonei alla tutela del diritto d'autore; il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, sul suo profilo Facebook fa sapere che: "La Rete è l'ultimo baluardo per la libera informazione e non deve subire censure. Per questo, abbiamo già presentato un'interrogazione parlamentare contro la delibera dell'Agcom".

L'Agcom ha comunicato - si vede che la pressione sta salendo - che dopo il 6 luglio ci saranno altri 15 giorni per le osservazioni e poi l'approvazione. Che significa secondo me? Che ci stanno provando. Il 6 faranno calmare le acque e poi in piena estate quando l'attenzione sarà calata potranno far passare liberamente e senza tante polemiche la delibera che farà del nostro Paese un vero e proprio laboratorio per la censura "globale" alla Rete. 
Cosa chiediamo?
Luca Nicotra è stato chiaro: "L'AgCom deve porre in moratoria la regolamentazione o metterà a rischio non solo la libertà di espressione, informazione e accesso alla conoscenza, ma lo stesso funzionamento democratico delle istituzioni". E soprattutto la parola torni al Parlamento. In ogni caso se la delibera venisse approvata, la nuova regolamentazione dovrà passare al vaglio di Bruxelles e ci potrà essere anche da parte delle associazione dei consumatori il ricorso al Tar. 
Se la delibera passa?
La protesta deve continuare. Guido Scorza ha ne già parlato individuando un piano giudiziario e un piano di mobilitazione della società civile. E intanto spostiamo i nostri siti su server stranieri, come suggerisce sempre Julio Alonso

"Il consiglio che posso dare agli italiani, se la delibera venisse approvata, è di trasferire i loro siti su server esteri, possibilmente in Islanda che ha un'ottima legislazione in materia di libertà d'informazione in Rete. Può fare la differenza nel medio e lungo periodo. Certo, se fossero oggetto di censura i loro siti potrebbero essere non visibili dall'Italia per via dei firewall, ma sempre meglio che farsi cancellare il sito e il dominio, no? Ci sono provider stranieri che, basando la loro mission aziendale sulla neutralità della Rete, hanno creato un vantaggio competitivo, come 1984hosting, il cui motto è: "Proteggere i diritti civili e politici dei nostri clienti, contro ogni governo". Questo è un esempio su come si possono capire i cambiamenti in atto nella società e nella Rete, cercando di creare valore. Economico, certo, ma soprattutto sociale".

E poi arriverà ancora una volta la Rete a salvarci e a indicarci come aggirare la censura... Perché "Di solito più i governi mettono limiti del genere, più i cittadini trovano modi per aggirare le censure, e questo accade in tutto il mondo".

Consigli di lettura: 
Arianna Ciccone
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