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Giornata storica per l’Argentina: approvata la legge che legalizza l’aborto

11 Dicembre 2020 5 min lettura

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Giornata storica per l’Argentina: approvata la legge che legalizza l’aborto

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L'Argentina legalizza l'aborto in una giornata storica per i diritti delle donne

Aggiornamento 30 dicembre 2020: Nelle prime ore del mattino di oggi, dopo 12 ore di dibattito, l'Argentina è diventata la più grande nazione dell'America Latina ad aver legalizzato l'aborto aggiungendosi a Uruguay, Cuba e Guyana che già lo prevedono.

Con 38 voti a favore, 29 contrari e 1 astensione il Senato ha approvato il disegno di legge che legalizza l'interruzione di gravidanza entro le prime 14 settimane.

Mentre era in corso il dibattito migliaia di sostenitori e di oppositori del diritto all'aborto hanno animato la piazza, nei pressi del Palazzo del Congresso, cantando, esultando e pregando.

«La lotta per i diritti delle donne è sempre difficile e questa volta abbiamo anche dovuto fare i conti con una pandemia, per cui sono felicissima di questo risultato", ha detto la giornalista e attivista Ingrid Beck.

«C'è un'Argentina ipocrita che nega l'aborto, proprio come era abituata a negare l'omosessualità», aveva dichiarato il presidente Alberto Fernández alla vigilia del voto, definendo l'aborto un "problema di salute pubblica" e non una questione di polizia.

Fernández, che ha presentato la proposta di legge al Congresso, ha affermato che dal ritorno alla democrazia nel paese, nel 1983, più di 3.000 donne sono morte a causa di aborti clandestini e non sicuri in Argentina.

«La legalizzazione dell'aborto in Argentina è una vittoria enorme che tutela i diritti fondamentali e ispirerà il cambiamento in tutta l'America Latina", ha detto Tamara Taraciuk Broner, vicedirettrice per l'America di Human Rights Watch.

Prima di arrivare in Senato, all'inizio del mese di dicembre, il disegno di legge era stato approvato alla Camera con 131 voti favorevoli e 117 contrari.

Giornata storica per l'Argentina. Approvato alla Camera il disegno di legge che legalizza l'interruzione di gravidanza volontaria, in un momento cruciale per i diritti delle donne in America Latina.

Il provvedimento, che passa ora all'esame del Senato per essere approvato entro la fine dell'anno, consentirà di effettuare aborti volontari fino alla 14esima settimana di gravidanza.

Sostenuto dal presidente della Repubblica argentina Alberto Fernández - per il quale i diritti delle donne, come quelli delle persone gay e transgender, rappresentano un punto importante dell'agenda di governo – il progetto di legge è passato con 131 voti favorevoli, 117 contrari e 6 astensioni al termine di un dibattito, iniziato giovedì e proseguito venerdì, della durata di più di 20 ore.

«Sono convinto che sia responsabilità dello Stato prendersi cura della vita e della salute di coloro che decidono di interrompere la gravidanza», aveva detto meno di un mese fa Fernández in un video pubblicato su Twitter in cui annunciava la presentazione del disegno di legge in Parlamento, mantenendo la promessa fatta ai cittadini durante la campagna elettorale.

I manifestanti a favore della depenalizzazione dell'aborto, rimasti in attesa all'esterno del palazzo del Congresso a Buenos Aires per tutta la notte, sono esplosi di gioia quando al mattino è stato letto l'esito della votazione apparso sugli schermi giganti installati per l'occasione.

«Ho la pelle d'oca», ha detto Stefanía Gras, studentessa di psicologia di 22 anni «Mi sento come se stessimo scrivendo la storia».

Non lontano dalla sede del parlamento, un gruppo composto da alcune centinaia di oppositori ha contestato il risultato.

Nel 2018, dopo un dibattito di 15 ore, il Senato bocciò un'analoga proposta di legge con 38 voti contrari e 31 favorevoli.

Stavolta, però, grazie ad alcune modifiche al testo, all'inserimento dell'obiezione di coscienza e alla spinta ricevuta dal partito di governo, la discussione e la votazione al Senato potrebbero avere un esito diverso.

Nella maggioranza dei paesi sudamericani, l'impossibilità di ricorrere a interruzioni di gravidanza volontarie ha costretto milioni di adolescenti a portare a termine maternità indesiderate. Solo in Argentina, dal 2016 al 2018, più di 7.000 ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni hanno partorito a seguito di gravidanze nella maggior parte dei casi causate da stupro – secondo i dati forniti da un recente rapporto stilato dalla Rete argentina all'accesso all'aborto sicuro – e almeno 65 (di cui la metà ventenni e nove adolescenti) sono morte per complicazioni nello stesso periodo.

Solo nel 2016 40.000 donne (di cui 6.400 adolescenti di età compresa tra i 10 e i 19 anni) sono state ricoverate negli ospedali pubblici per problemi derivanti da aborti illegali.

Dal 2012 almeno 73 donne, oltre a medici e infermieri, sono finite in prigione o sono state trattenute in arresto con accuse di aborto illegale, affermano gli attivisti pro-aborto.

In Argentina l'interruzione di gravidanza è consentita solo in caso di stupro o se esiste un rischio per la salute della madre. Nella pratica, però, i medici, in particolare nelle zone rurali, sono spesso riluttanti a praticare anche aborti legali per paura di ripercussioni.

«L'approvazione di questo disegno di legge ci impedirà di essere usate come macchine procreatrici e ci consentirà di essere trattate come esseri umani con il diritto di decidere sui nostri corpi e sul nostro destino», ha commentato l'intellettuale e scrittrice argentina Gabriela Cabezón Cámara.

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La spinta per le riforme in Argentina fa parte di una "onda verde" favorevole all'interruzione di gravidanza volontaria consentita dalla legge che attraversa tutta l'America Latina ed è caratterizzata da un fazzoletto che è diventato il simbolo della campagna in tutta la regione.

Se il disegno di legge sarà approvato al Senato l'Argentina diventerà la quarta nazione in America Latina – dopo Cuba, Guyana e Uruguay – a legalizzare l'aborto.

Foto in anteprima via Inter-HN

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