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22 Giugno 2020

La riapertura delle scuole in Europa e in Italia dopo il lockdown: una sfida necessaria non priva di rischi

La chiusura delle scuole, con la successiva graduale riapertura dopo il lockdown, è al centro di dibattiti e critiche per le possibili conseguenze che questa decisione può avere sulla società e sugli stessi studenti. Come si legge infatti in un articolo pubblicato su The Lancet, che ragiona su come la crisi legata alla COVID-19 possa offrire un’opportunità per ripensare la scuola del futuro, “la chiusura delle scuole e l'impatto psicologico sulla salute dei bambini e degli adolescenti, causato dal rimanere a casa per diverse settimane con incerte prospettive per il prossimo futuro, è un problema cruciale”. “Le conseguenze peggiori di questa chiusura temporanea le subiscono i bambini più vulnerabili che fanno affidamento sulla scuola per esigenze educative, nutrizionali e di salute (...). Oltre alla possibile mancanza di sostegno dei genitori a casa, emergono importanti disparità nell'accesso alle risorse dell’apprendimento digitale”. Questioni sociali e culturali che si legano inesorabilmente al ruolo dei bambini e degli adolescenti nella diffusione del virus e quindi alla sicurezza sanitaria di un paese. La domanda a cui si cerca di dare una risposta è la seguente: ‘Riaprendo le scuole c’è il rischio concreto che i contagi tornino a salire?’. Anche perché il ritorno a scuola, seppur graduale, deve anche fare i conti con il fatto che a essere coinvolti non sono solo gli studenti, ma tutta la “macchina della scuola”: “Vale a dire, occorre tenere conto che aprire le scuole significa far tornare al lavoro anche insegnanti, personale amministrativo e addetti a servizi come pulizie, mense e sorveglianza. Per di più, gli studenti non possono essere teletrasportati in classe, ma c’è tutta una componente di trasporto – pubblico e privato – che determina traffico, occasioni di contagio e riflessi su tutta la filiera (pensiamo all’approvvigionamento delle mense, o agli insegnanti che risiedono fuori regione)”. In Italia, nel rapporto elaborato dalla fondazione Bruno Kessler e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 30 aprile scorso, che ha guidato il governo Conte alla cosiddetta ‘Fase 2’, la scuola viene individuata come il luogo in cui si verificano il maggior numero di contatti tra le persone. Il documento stima che la sola riaperture degli istituti avrebbe portato l’indice Rt – cioè il tasso di contagiosità dopo l'applicazione del lockdown, un valore ritenuto dall’ISS fondamentale per capire l’andamento dell’epidemia – sopra a 1, con il conseguente aumento del contagio. Questo rapporto è stato però criticato per le sue stime. In un intervento pubblicato su Scienza in Rete, si legge che in quel momento non era realistico “quantificare la possibile diffusione della patologia stessa in seguito alla riapertura delle scuole”, non conoscendo ad esempio in che modo i bambini diffondono il virus. Proprio su questo aspetto, a inizio maggio un articolo pubblicato su Nature spiegava che in base alle conoscenze scientifiche non era ancora chiaro come i bambini trasmettessero il nuovo coronavirus. Anche se i bambini rappresentano una piccola parte dei casi confermati di COVID-19 in diversi paesi del mondo, “i ricercatori sono divisi sul fatto che questi abbiano meno probabilità rispetto agli adulti di contrarre e diffondere il virus”. Da una parte, alcuni esperti sostengono che “un numero crescente di prove suggerisce che i bambini non sono responsabili della maggior parte della trasmissione di COVID-19 e per questo i dati supporterebbero la riaperture delle scuole. Altri ricercatori, invece, sono più cauti e contrari a un ritorno rapido degli studenti nelle aule: “Affermano che l'incidenza dell'infezione nei bambini è inferiore rispetto agli adulti in parte perché non sono stati tanto esposti al virus, soprattutto per via della chiusure delle scuole. Inoltre, i bambini non vengono sottoposti a test con la stessa frequenza degli adulti, perché tendono ad avere sintomi lievi o assenti”. Per questo motivo, prima delle riapertura delle scuole, dovrebbero essere predisposti buoni sistemi di sorveglianza e test. Anche Science Magazine parla di “mistero” riguardo al “ruolo” degli adolescenti e dei bambini nella pandemia, sottolineando appunto la scarsità degli studi sulla frequenza con cui i bambini trasmettono COVID-19. Per questo motivo, sono stati annunciati nuovi studi specifici. Nel frattempo, bisogna saper gestire il rischio collegato alla riapertura dell’attività didattica nel migliore dei modi. Quasi tutti i paesi, fra cui Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Danimarca, che hanno già riaperto le scuole, seppur gradualmente, hanno dovuto affrontare casi di focolai (di cui non si conosce sempre l'origine) che hanno portato alle temporanea chiusura delle strutture. Con il calo dei contagi registrati nei propri territori, molti governi hanno deciso di riaprire le scuole in maniera graduale e con diverse misure di distanziamento, mentre altri invece hanno rimandato il ritorno in classe a settembre, al prossimo anno scolastico. Scelte politiche caratterizzate dalla difficoltà di ripensare il sistema scolastico, dall’ansia dei genitori, dalle critiche, in alcuni casi, dei sindacati di settore, dalla pressione per far ripartire un fondamentale comparto per la crescita e lo sviluppo di una società e dal timore dei governi per nuove impennate di contagi nel proprio paese e quindi una possibile reintroduzione di nuovi blocchi. Come hanno riaperto e si preparano a riaprire le scuole in vari paesi. [Leggi l'articolo su Valigia Blu]

13 Ottobre 2020 17:18
Trump, il super diffusore di disinformazione (con l’aiuto dei media)

Trump non ha bisogno dei russi per diffondere disinformazione. Ci pensano benissimo i media mainstream a dargli una mano. Il voto postale è sicuro, casi di frode sono rarissimi e hanno una portata talmente limitata da essere irrilevanti. Eppure milioni di americani, secondo diversi sondaggi, si sono convinti che il voto postale sia causa di brogli elettorali di massa.
Si potrebbe pensare che sia colpa delle "fake news", dei social media e delle infiltrazioni russe. E invece sorpresa: la principale fonte di disinformazione sul voto postale è il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump. In questo aiutato dai media mainstream di tutto lo spettro politico, che sistematicamente ne amplificano il messaggio. A dimostrarlo un nuovo studio del Berkman Klein Center for Internet and Society at Harvard University, che ha analizzato, quantitativamente e qualitativamente, 55mila storie pubblicate dai media online (inclusi siti online di TV, giornali e radio locali e fonti esclusivamente online, forum di siti che vanno da Huffington Post e Breitbart a Townhall o DailyKos fino a blog personali) attraverso Media Cloud, 5 milioni di tweet attraverso Brandwatch, 75mila post di pagine Facebook usando CrowdTangle, relativi al voto per posta e al rischio brogli, pubblicati fra il 1 marzo e il 31 agosto 2020.

1 Ottobre 2020 17:16
Cosa sappiamo delle prove della virologa cinese, Li-Meng Yan, sul virus fabbricato in laboratorio

A settembre Li-Meng Yan, virologa cinese, intervistata da Fox News, ha raccontato senza dubbi o esitazioni che il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia in corso, è stato creato in laboratorio, come ha cercato poi di dimostrare in un articolo pubblicato su una piattaforma open access. Dall'isolamento del SARS-CoV-2 i tentativi di sostenere che il virus provenisse dal laboratorio di massima sicurezza di Wuhan (WIV) sono stati tanti. Ma erano affermazioni non supportate da evidenze o ricostruzioni pseudo-scientifiche inattendibili, secondo cui era stato disperso per negligenza un virus isolato in natura e studiato al WIV, o che al WIV stavano modificando per motivi sperimentali. Se così fosse stato, quei virus avrebbero riportato nella loro sequenza una precisa impronta molecolare e qualche traccia delle manipolazioni, che SARS-CoV-2 invece non ha. Nell'articolo, Li-Meng Yan costruisce una narrazione molto articolata, cerca di dimostrare con dovizia di dettagli, che chi non ha competenze in biologia molecolare fatica a seguire, come SARS-CoV-2 sia stato (o potrebbe essere stato) creato in laboratorio, per collocare alla fine la pistola fumante nelle mani di Shi ZhengLi, ricercatrice del laboratorio WIV. Ma, a un'analisi attenta, l'articolo risulta pieno di lacune e con chiari intenti politici.

18 Settembre 2020 17:15
Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi: la pandemia sta aggravando le disuguaglianze economiche

Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi. Tra le principali conseguenze negative della pandemia di COVID-19 c'è il rafforzamento delle diseguaglianze economiche. Secondo il Fondo Monetario Internazionali (FMI) nel 2020 la crescita globale prevista sarà di –4,9%, mentre la ripresa dovrebbe essere più graduale di quanto stimato in precedenza. L'FMI spiega inoltre che l'impatto negativo sulle famiglie a basso reddito è particolarmente pesante. Una situazione che mette "a repentaglio i significativi progressi compiuti nella riduzione della povertà estrema nel mondo gli anni '90". L'impatto socio-economico della pandemia COVID-19 rischia di colpire in maniera particolare i minori, secondo l’UNICEF. In particolar modo nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Aumento di disuguaglianze e povertà non sono però fenomeni limitati ai paesi più poveri. Infatti, persone che prima lavoravano e che non si erano mai sentite obbligate a cercare aiuto ora stanno facendo la fila ai banchi alimentari anche ad esempio negli Stati Uniti, in Spagna e in Gran Bretagna.

17 Settembre 2020 17:13
La corsa geopolitica al vaccino che rischia di minare la fiducia dei cittadini

Quando è iniziata la corsa per la produzione dei vaccini per debellare la COVID-19, uno degli scenari più temuti dagli scienziati e dagli esperti di salute pubblica di tutto il mondo era rappresentato dal sacrificio della sicurezza di un eventuale vaccino in nome della velocità. Da subito, politica e scienza hanno parlato linguaggi diversi, tra chi annunciava che avremmo avuto un vaccino “entro 12 o 18 mesi” e chi, invece, predicava prudenza e invitava a non fare proclami, cercando di spiegare quanto fosse lungo l’iter di approvazione di un vaccino. Questo perché creare un vaccino è, per certi versi, la parte più semplice. Dimostrare che è sicuro ed efficace e che può essere usato in grandi fasce della popolazione e in grandi quantità, può richiedere invece anche decenni. «Sembra che ci sia una corsa per comprimere i tempi, sopprimere le scadenze e ignorare i problemi di sicurezza», ha detto Paul Offit, capo del Vaccine Education Center del Children's Hospital di Filadelfia, negli USA. Il risultato è che sempre più persone, non necessariamente antivacciniste, stanno nutrendo dubbi sulla sicurezza di un eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus e non sono predisposte a essere vaccinate, rischiando così di pregiudicare l’efficacia di un’eventuale campagna di vaccinazione.

12 Settembre 2020 17:12
QAnon, la nuova ‘religione’ complottista dell’era Trump nata sul web, entrata nella realtà ed esplosa con la pandemia

Anche se può sembrare strano, il potere negli Stati Uniti non lo esercita il governo federale. Tutt’altro: è in mano ad un’oscura cricca di potenti pedofili che adorano Satana, succhiano il sangue dei bambini per rimanere in salute, e si sono infiltrati in tutti i gangli delle istituzioni politiche, mediatiche e culturali – Hollywood compresa. Fortunatamente, a tenere testa a questo “Stato nello Stato” ci sono Donald Trump e un gruppo di militari sotto copertura. Il presidente e altri “patrioti” stanno segretamente conducendo una guerra contro questa cricca, e tra poco i traditori finiranno a Guantanamo a scontare il resto dei loro giorni. Un anonimo funzionario dell’intelligence, conosciuto come “Q”, racconta questa grande battaglia attraverso messaggi criptici postati online. O almeno, questa è la convinzione centrale di “QAnon”- il nome della più assurda, complicata e diffusa teoria del complotto negli Stati Uniti. Sebbene le teorie del complotto facciano più presa in tempi di grandi sconvolgimenti politici e sociali, secondo diversi esperti QAnon è un qualcosa di profondamente diverso da quanto abbiamo visto finora. “È sicuramente alimentato da paranoia e populismo”, ha scritto la giornalista Adrianne LaFrance, “ma anche dalla fede religiosa. QAnon combina il fascino per il cospirazionismo con l’aspettativa di un futuro radicalmente diverso e migliore”. Preso alla lettera, tuttavia, il futuro di QAnon è apocalittico e violento. Se i tuoi avversari politici smettono di essere tali, e sono raffigurati come adoratori di Satana che bevono il sangue di bambini innocenti, eliminarli fisicamente diventa una soluzione praticabile. E il “Grande Risveglio” – il momento in cui la cricca sarà sconfitta – è di fatto un colpo di stato militare in cui politici e oppositori spariscono in campi di concentramento senza alcun processo. Non a caso, l’FBI l’ha inserito nella lista delle “minacce domestiche”. Nonostante ciò, Donald Trump si è rifiutato di prendere le distanze; anzi, l’ha velatamente supportata, definendo i seguaci della teoria come “persone che amano il loro paese”. In questo lungo articolo abbiamo ripercorso la storia di QAnon, rintracciato i suoi precedenti storici e culturali, e cercato di capire come mai delle previsioni completamente sballate abbiano generato un movimento globale.