Il mondo sta trattando i sintomi sanitari ed economici della pandemia ma non le sue cause, esito dello stravolgimento degli ecosistemi e dell’impatto dell’uomo sull’ambiente. Se ci limiteremo a mitigare gli effetti economici e sulla salute pubblica e non interverremo sui contesti ambientali che creano le condizioni per i salti di specie dei virus, ci troveremo di fronte ad altre pandemie. È la sintesi del rapporto "Prevenire la prossima pandemia" a cura del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) e dell'International Livestock Research Institute (ILRI). La fauna selvatica e il bestiame sono le fonti della maggior parte dei virus che infettano gli esseri umani, spiega il rapporto. «La deforestazione di ambienti tropicali e l'allevamento industriale su larga scala di animali, in particolare suini e polli ad alta densità potrebbero essere la causa di futuri salti di specie. Se non cambiamo radicalmente i nostri comportamenti rispetto all'ambiente circostante, le cose peggioreranno molto. Ciò che stiamo vivendo ora sembrerà niente al confronto».