Le riaperture a partire dal 18 maggio saranno decise sulla base del monitoraggio del Ministero della Salute che analizza i dati sul tasso dei nuovi contagi, la stima aggiornata del valore di Rt (ndr, l'indice di trasmissibilità), il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica, e gli altri parametri definiti dal decreto del 30 aprile. Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE conferma come anche nella settimana tra il 7 e il 13 maggio l'alleggerimento di ospedali e terapie intensive e il rallentamento di contagi e decessi siano stati costanti. Tuttavia, spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, «se da un lato questi numeri alimentano l’ottimismo e invitano ad anticipare riaperture di attività e servizi, dall’altro bisogna essere consapevoli che l’epidemia è ancora attiva, che in Italia si stimano 3-4 milioni di persone contagiate e che i soggetti asintomatici rappresentano una fonte certa di contagio. Nel dibattito pubblico delle ultime settimane la vertiginosa rincorsa alle riaperture ha preso il sopravvento rispetto a una scrupolosa programmazione sanitaria della fase 2 su cui non mancano criticità. (...) Il "contagioso" entusiasmo per la fase 2 sta generando un pericoloso effetto domino sulle riaperture rischiando di vanificare i sacrifici degli italiani. Infatti, decidere la ripresa di attività e servizi sulla base di dati che, occupazione di posti letto a parte, riflettono ancora il periodo del lockdown, aumenta il rischio di una seconda ondata all’inizio dell’estate». La Fondazione GIMBE invita, dunque, alla massima cautela perché l’impatto dell’allentamento del lockdown iniziato lo scorso 4 maggio potrà essere valutato solo tra il 18 maggio e la fine del mese, peraltro presupponendo che la comunicazione dalle Regioni alla Protezione Civile avvenga in tempo reale. In sostanza, i dati sull’andamento dei contagi che informeranno le eventuali riaperture del 18 maggio fotografano ancora la fase di lockdown e anche il valore di Rt viene calcolato sui dati delle due settimane precedenti come precisato dall’Istituto Superiore di Sanità. Dunque, "se le riaperture annunciate per il 18 maggio si basano esclusivamente sul tasso di occupazione di posti letto in terapia intensiva e in area medica, tutte le Regioni sono pronte perché il dato è molto affidabile e soprattutto disponibile in tempo reale. Se al contrario entrano in gioco i casi notificati alla Protezione Civile e il valore di Rt, bisogna essere consapevoli che le decisioni in questo momento non possono per definizione essere informate dai dati perché l’impatto dell’allentamento del lockdown sarà misurabile solo a partire dalla prossima settimana". In questo post sintetizzavamo un articolo divulgativo del biologo americano Erin Bromage che illustrava le precauzioni da prendere nella cosiddetta fase 2. "Ora che ci è permesso di muoverci più liberamente nelle nostre comunità e di essere in contatto con più persone in più luoghi con maggiore regolarità, i rischi per noi stessi e per la nostra famiglia sono significativi", scrive Bromage. "Anche se siamo lanciatissimi verso la riapertura, conclude Bromage, continuiamo tutti a fare la nostra parte da cittadini, negli spazi privati, in pubblico e nei nostri luoghi di lavoro. Questo aiuterà tutti". [Leggi l'articolo sul Sole 24 Ore]