Fermare la ricerca non “ferma i virus”: l’epidemia felina a Cipro e la crociata contro i biolaboratori
5 min letturaÈ una notizia di un paio di giorni fa: il National Institutes of Health (NIH) diretto da Jay Bhattacharya (e a salire di responsabilità di Robert F. Kennedy Jr. e Donald Trump) ha individuato e ha deciso di interrompere (in virtù di un ordine esecutivo dello scorso 5 maggio) una quarantina di progetti attualmente finanziati dall'ente perché ritiene che possano essere considerati ricerche Gain of Function (GOF, ovvero progetti che apportano in modo sperimentale - e in condizioni controllate - modifiche a livello genomico a un microrganismo, che lo rendono più o meno infettivo o resistente a farmaci, rispetto a quello di origine) e potenzialmente pericolosi.
Queste ricerche ovviamente sono strettamente regolate e controllate sia dall’ente finanziatore sia dalla struttura in cui vengono portate avanti, e vengono approvate solo se giustificate per studi sia essenziale lavorare col microorganismo completo, per esempio per studiare le sue interazioni con l’ospite.
Cosa è la Gain of Function
Per ricerca Gain of Function (GoF) e Loss of Function (LoF) si intendono le modifiche a livello genomico apportate in modo sperimentale (ed in condizioni controllate) a un microrganismo, che lo rendano più (oppure meno) infettivo o resistente a farmaci, rispetto a quello di origine. Tanti studi funzionali vengono fatti in modo assolutamente sicuro senza ricorrere a GoF o LoF usando pseudovirus, virus modificati ed innocui in cui studiare per esempio la capacità di legare un recettore cellulare. In alcuni casi però è necessario studiare il virus intero. La ricerca GoF è regolata molto rigidamente sia dagli enti finanziatori che da quelli in cui viene effettuata, e nella maggior parte dei casi riguarda microorganismi di limitata patogenicità.
La recente pandemia di Covid-19 ha avuto una conseguenza inattesa: l'interesse per la sperimentazione in campo microbiologico e virologico, comprese le applicazioni di gain of function, è uscito dai suoi due ambiti tradizionali, quello legittimo della comunità scientifica (che tramite apposite commissioni la regola e stabilisce se un progetto vada sviluppato o meno), e quello opportunistico della comunità pseudoscientifica e complottista (che, con buona pace di chi ci lavora davvero, da sempre sente il fascino della ricerca sui virus e cerca di sostenere che qualsiasi virus che circoli sia stato prodotto in laboratorio da scienziati malvagi) per diventare oggetto di strumentalizzazione e propaganda politica.
Così, mentre la balla che il virus HIV che causa l'AIDS fosse stato creato nel laboratorio militare americano di Fort Detrick oppure dalla CIA per eliminare selettivamente afroamericani e omosessuali è rimasta una convinzione limitata solo a certi ambienti, la tesi dell'origine del virus SARS-CoV-2 da sperimentazioni condotte nel Wuhan Institute of Virology è passata dall'essere solo un'ipotesi indagata dalla comunità scientifica a diventare certezza su base politica.
La decisione è stata presa da una commissione politica sulla base di nessun elemento concreto, nessuna evidenza scientifica, ma la politica non ha bisogno di evidenze scientifiche. Specialmente se, altro elemento inatteso, si è fusa per comunanza di interessi con quel mondo che fino a ieri definivamo complottista, ma oggi ha in mano la ricerca scientifica e la sanità del paese più potente e più influente del mondo. Con la collaborazione anche di una piccola parte del mondo accademico che in pandemia era stata messa da parte per le sue idee ed ora ha il suo momento di rivalsa.
La conseguenza è che la ricerca scientifica è diventata oggetto di propaganda politica, è finita per essere considerata uno spreco di soldi pubblici da limitare per quanto possibile (il tax dollar waste è diventato una sorta di mantra di questa amministrazione, che pure sta mettendo cifre folli nel bilancio dell’antiimmigrazione), e il termine biolab (laboratorio biologico), ha gradualmente assunto nella mente di tante persone il significato di un luogo dove si lavora allo sterminio del genere umano.
Il termine biolabs – da quelli segreti in Ucraina in cui (non) si modificavano virus letali da mandare in Russia con gli uccelli migratori a qualsiasi laboratorio nel mondo in cui si studiano virus (quelli in cui si studia il cancro non sono sempre biolabs?) a quelli cinesi, americani, olandesi (solo un esempio recente di laboratori in cui (non) sono stati creati virus letali, da SARS-CoV-2 ad H5N1) – ormai suona come qualcosa di cui avere paura.
Eppure, mentre ci si accanisce contro la sperimentazione GOF potenzialmente pericolosa dei biolabs, c'è un laboratorio biologico che ne crea in continuazione, ed è madre natura. Certo non possiamo chiuderlo, ma possiamo sorvegliarlo. Il problema è che una volta deciso che l'ultima pandemia è iniziata in un laboratorio cinese, e che è così che succedono queste cose, che bisogno c'è di controllare quello che succede in natura? Basta chiudere i nostri biolabs o i progetti sviluppati in quei biolabs (e Trump lo sta facendo) e si può anche smettere di fare sorveglianza e monitoraggio (e Trump lo sta facendo).
Ma siccome le cose invece non vanno così, vorrei raccontare che da qualche parte del mondo, probabilmente sull'isola di Cipro (dove è stato scoperto), un coronavirus felino del genera alpha (un FCoV-2) ha ricombinato con un coronavirus particolarmente virulento (un pCCoV) che invece infetta i cani. Il virus ricombinante (chiamato FCoV-23) continua a infettare i gatti ma è più virulento, infetta più facilmente, e ha un tropismo più esteso (infetta più tipi cellulari) perché viene riconosciuto e tagliato da proteasi che si trovano in diversi tipi cellulari. In più, una volta nelle cellule dell'ospite, il nuovo virus ricombinante FCoV-23 va molto frequentemente incontro a una piccola delezione nel dominio 0 di Spike che ne altera l'affinità per il recettore trasformandolo (come può succedere nei coronavirus felini) nella forma che causa una peritonite infettiva (FIP) che nel gatto è quasi sempre letale. Il virus, infatti, è stato scoperto proprio a causa di un'improvvisa epidemia di FIP nei gatti di Cipro, un aumento rapido dei casi di almeno 50 volte (il virus è stato isolato nel 2023 e si stima che nei primi sette mesi del 2023 si siano registrati sull'isola circa 8,000 casi di FIP).
In pratica un evento di gain of function in due step successivi, avvenuto non sappiamo dove, non sappiamo come, ha reso letale un coronavirus che in genere provoca sintomi lievi.
Ora non mi stupirei se arrivasse qualcuno a raccontarci che FCoV-23 è stato modificato in qualche biolab mediante sperimentazione di gain of function, perché altrimenti come fa un pezzo di un virus di cane a finire dentro un virus di gatto, mica puo' succedere… E certo poi, due eventi successivi sono una cosa che mica succede da sola...
FCoV-23 non è in grado di infettare cellule umane. Ma se fosse stato in grado di farlo, scommettiamo che qualcuno avrebbe immediatamente messo sotto accusa tutti i biolabs di Cipro?
Immagine in anteprima: frame video EveryCat Health Foundation via YouTube








Beatrice
« Idiocracy », tratto da una storia vera.