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Ungheria, il governo propone di vietare la diffusione di contenuti LGBTQ+ ai minori di 18 anni

14 Giugno 2021 10 min lettura

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Ungheria, il governo propone di vietare la diffusione di contenuti LGBTQ+ ai minori di 18 anni

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La Commissione Europea avvia una procedura di infrazione contro Ungheria e Polonia per discriminazione delle comunità LGBT+

Aggiornamento 16 luglio: La Commissione Europea ha avviato delle procedure di infrazione nei confronti dell’Ungheria e della Polonia per i loro provvedimenti che discriminano le comunità LGBT+: la legge ungherese, approvata recentemente, che vieta di fatto la diffusione di contenuti LGBTQ+ ai minori di 18 anni, e le regioni della Polonia che si sono dichiarate zone LGBTI-free. I due Stati membri hanno due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione, prima tappa della procedura di infrazione che potrebbe portare a un deferimento alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. 

"L'uguaglianza e il rispetto della dignità e dei diritti umani sono valori fondamentali dell'Ue, sanciti dall'articolo 2 del trattato dell'Unione Europea. La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere questi valori", scrive la Commissione nel comunicato stampa in cui ha annunciato l’avvio delle procedure di infrazione.

Le autorità polacche, ha spiegato la Commissione, non hanno collaborato con le sue indagini per appurare se le zone LGBTI-free infrangono la legge dell'UE sulla uguaglianza e la tutela dei diritti fondamentali.

L’annuncio delle procedure d’infrazione nei confronti di Ungheria e Polonia è arrivato dopo il grave scontro giudiziario tra la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e il Tribunale Costituzionale polacco. Il 14 luglio la Corte di Giustizia europea aveva stabilito che la legge che attacca l’indipendenza dei giudici era incompatibile con il diritto dell'UE. Decisione definita incostituzionale e inapplicabile al sistema giudiziario polacco dal Tribunale Costituzionale, disconoscendo così l’autorità della Corte di Giustizia dell’UE e spianando la strada a un potenziale conflitto di difficile risoluzione tra Polonia e Unione Europea.

Ungheria, legge anti-Lgbt+: il Parlamento Europeo a favore di un’azione legale urgente contro il governo

Aggiornamento 9 luglio 2021: Con 459 voti favorevoli, 147 contrari e 58 astensioni, il Parlamento europeo ha votato a favore di un'azione legale urgente contro l’Ungheria per la legge approvata a metà giugno dal parlamento ungherese che vieta la diffusione di contenuti LGBT+ ai minori di 18 anni. 

Il Parlamento ha esortato la Commissione europea a utilizzare un nuovo strumento che consenta all'Unione Europea di ridurre gli stanziamenti di bilancio agli Stati membri in violazione dello Stato di diritto, e ha sollecitato un'azione legale contro il governo guidato da Viktor Orban presso la Corte di giustizia europea. La nuova legge viola “valori, principi e diritto dell'UE” ed è “un altro esempio intenzionale e premeditato del graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria”, hanno affermato i parlamentari europei.

A fine giugno, la Commissione Europea aveva avviato un’azione legale contro l'Ungheria per chiedere l’abrogazione della legge, respinta nei giorni scorsi dal governo ungheresi.

“L'omosessualità è equiparata alla pornografia. Questa legislazione usa la protezione dei bambini come una scusa per discriminare le persone a causa del loro orientamento sessuale. È una vergogna”, ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Parlamento europeo. 

La Commissione Europea avvierà un procedimento legale contro l'Ungheria per la controversa legge approvata dal parlamento ungherese che vieta la diffusione di contenuti LGBT+ ai minori di 18 anni. 

“Il disegno di legge ungherese è una vergogna”, ha detto ai giornalisti la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. “Utilizzerò tutti i poteri della Commissione per garantire che i diritti di tutti i cittadini dell'UE siano garantiti”.

“Ho incaricato i miei Commissari di scrivere una lettera di costituzione in mora alle autorità ungheresi esprimendo le nostre preoccupazioni da un punto di vista legale prima che il disegno di legge entri in vigore”, ha aggiunto la presidente. “Questo disegno di legge discrimina chiaramente le persone sulla base del loro orientamento sessuale e va contro tutti i valori fondamentali dell'Unione europea. Credo fermamente in un'Unione Europea in cui le persone siano libere di amare chi voglio. E credo in un'Unione Europea che abbracci la diversità. Questo è il fondamento dei nostri valori: è qualcosa che riguarda la dignità umana, l'uguaglianza e i diritti umani fondamentali. Non scenderemo a compromessi su questi principi”.

Una lettera di costituzione in mora è il primo passo di una procedura di infrazione. La Commissione concede allo Stato membro notificato fino a due mesi per rispondere. Se la risposta non è ritenuta soddisfacente, la Commissione può ricorrere a un parere motivato: una richiesta di conformarsi al diritto dell'UE. Se gli Stati membri si rifiutano di collaborare, la questione potrebbe essere deferita alla Corte di giustizia europea.

L’azione legale annunciata dalla presidente von der Leyen segue la dichiarazione congiunta presentata nei giorni scorsi da Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, e sottoscritta da quattordici paesi UE (tra cui l’Italia), che chiedeva alla Commissione Europea di “utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire il pieno rispetto del diritto dell'UE, anche sottoponendo la questione alla Corte di giustizia europea”.

“[La legge] rappresenta una forma flagrante di discriminazione basata sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sull'espressione e quindi merita di essere condannata. L'inclusione, la dignità umana e l'uguaglianza sono valori fondamentali della nostra Unione europea e non possiamo scendere a compromessi su questi principi”, si leggeva nel testo sottoscritto dai 14 paesi. “La stigmatizzazione delle persone LGBTIQ costituisce una chiara violazione del loro diritto fondamentale alla dignità, come previsto dalla Carta dell'UE e dal diritto internazionale”.

Inoltre, diversi leader UE hanno espresso la loro indignazione nei confronti del provvedimento anche durante la seduta del Consiglio europeo del 24 giugno con “toni insolitamente personali ed emotivi”, riporta Politico. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha suggerito che Orbán dovrebbe lasciare l'UE mentre il lussemburghese Xavier Bettel ha parlato delle sue lotte per essere accettato come gay: “Non sono diventato gay. Lo sono, non è una scelta", ha detto Bettel rivolto al primo ministro ungherese. “Mia madre odia che io sia gay, e ci convivo. E ora tu lo metti in una legge. Ti rispetto, ma questa è una linea rossa. Riguarda i diritti fondamentali, il diritto di essere diversi”. Nel corso dell’incontro Rutte ha apertamente chiamato in causa l'articolo 50, la disposizione del Trattato UE utilizzata per innescare l'uscita di un paese dall’Unione. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito problematica la legge, in particolare riguardo l’equiparazione tra omosessualità e pedofilia.

Il parlamento ungherese ha approvato la legge di contrasto alla pedofilia che prevede, tra i suoi emendamenti, il divieto di diffondere contenuti che promuovono il cambiamento di genere e l’omosessualità nelle scuole e in TV ai minori di 18 anni.

La legge, promossa dal partito al governo Fidesz, guidato dal primo ministro Viktor Orban, è passata con 157 voti a favore e uno solo contrario. L’esito del voto non è mai stato in discussione considerata l’ampia maggioranza di cui gode Fidesz.

Oltre 5mila persone si erano radunate il 14 giugno davanti al parlamento ungherese per protestare contro l’approvazione del provvedimento.

“Ci sono contenuti che i bambini al di sotto di una certa età possono fraintendere e che possono avere un effetto dannoso sul loro sviluppo, o che i bambini semplicemente non possono elaborare al punto da confondere i loro valori morali o la loro immagine di se stessi o il mondo”, ha dichiarato un portavoce del governo ungherese.

In base la legge, vanno vietati film e libri rivolti ai minori di 18 anni che parlano di una sessualità diversa da quella eterosessuale, e pubblicità che mostrano omosessuali o transgender. Una campagna pubblicitaria come quella della Coca-Cola nel 2019, che mostrava coppie gay sorridenti ed era dichiaratamente contro la discriminazione delle persone omosessuali, ora sarebbe vietata. Secondo quanto affermato da attivisti che hanno studiato la legge, i programmi TV e i film con personaggi gay, o anche una bandiera arcobaleno, potrebbero essere consentiti solo in fascia protetta.

“È una giornata nera per i diritti LGBTI e per l’Ungheria”, ha commentato la sezione ungherese di Amnesty International. “Collegare questi emendamenti a un disegno di legge che cerca di reprimere gli abusi sui minori sembra essere un tentativo deliberato del governo ungherese di confondere la pedofilia con le persone LGBTI”, ha aggiunto il direttore di Amnesty International Ungheria, Dávid Vig.

Anna Donáth, membro dell'opposizione ungherese, che fa parte del gruppo liberale nel Parlamento europeo, ha invitato le autorità dell'Unione Europea ad agire immediatamente nell’incontro dei 27 paesi UE che si terrà a Lussemburgo la prossima settimana: “La legge è incompatibile con i valori fondamentali delle società democratiche europee e con i valori dei cittadini ungheresi ed è solo l'ultimo di molti vergognosi attacchi ai diritti LGBTIQ da parte del governo di Viktor Orbán”, ha affermato Donáth.

In risposta alla legge la comunità LGBT si appresta a organizzare un imponente gay pride. “Abbiamo che pensato che fosse davvero importante mostrare alle persone LGBT che non sono sole e che ci sono molte persone che le difendono”, ha detto al Guardian Viktória Radványi del Budapest Pride.

Il timore è che le persone LGBTQ+ abbiano sostituito rifugiati e migranti come bersaglio del governo in vista delle elezioni del prossimo anno. “È straziante. Gli adolescenti ci mandano messaggi dicendoci che si svegliano la mattina piangendo perché non dopo l’approvazione della legge non riescono più a immaginare come possano vivere una vita piena e relativamente felice in Ungheria”, ha aggiunto Radványi. Per questo il Budapest Pride sarà un’occasione per “mostrare a tutte le persone che hanno paura e pensano di non poter essere felici perché questo governo sta schiacciando i diritti umani, la libertà di parola e la libertà dei media che c'è ancora speranza e che ci sono molte persone che sono sempre più organizzate”.

In Ungheria, il partito al governo Fidesz, guidato dal primo ministro Viktor Orban, ha presentato un disegno di legge di contrasto alla pedofilia che prevede, tra i suoi emendamenti, il divieto di diffondere contenuti che promuovono il cambiamento di genere e l’omosessualità nelle scuole. 

Secondo l’emendamento presentato lo scorso 10 giugno, vanno vietati film e libri rivolti ai giovani sotto i 18 anni che parlano di una sessualità diversa da quella eterosessuale, e pubblicità che mostrano omosessuali o transgender come parte della quotidianità, riporta Süddeutsche Zeitung. Il disegno di legge intende tutelare il “diritto dei bambini alla propria identità di genere ricevuta alla nascita” e propone di istituire un elenco di organizzazioni autorizzate a fare educazione sessuale nelle scuole.

"Questo disegno di legge rischia di limitare seriamente la libertà di espressione e i diritti dei bambini", ha affermato in una nota il gruppo per la difesa dei diritti civili Hatter che insieme ad altre sei organizzazioni ha chiesto il ritiro del provvedimento che potrebbe essere votato la prossima settimana. Secondo Hatter, si tratta di una misura simile alla legge introdotta in Russia nel 2013 che impone multe salate per la diffusione della cosiddetta "propaganda gay" ai minori di 18 anni. Il Budapest Pride, un'alleanza di gruppi LGBT ungheresi, ha esortato gli attivisti a fare pressione sul presidente degli Stati Uniti Joe Biden per sollevare la questione in Europa nei prossimi giorni.

Leggi anche >> L’Ungheria impone un’avvertenza in un libro di favole LGBTQ+: “Non in linea con i ruoli di genere”

Il disegno di legge è in continuità con altre decisioni prese negli scorsi mesi. A gennaio il governo aveva ordinato di stampare un disclaimer su un libro per bambini intitolato “Il paese delle meraviglie è per tutti” che includeva alcune storie a tema LGBTQ+. Il disclaimer avrebbe dovuto avvisare i lettori che il volume conteneva comportamenti non in linea con i ruoli di genere tradizionali. Il libro è stato pubblicato da Labrisz, un’associazione per i diritti delle donne lesbiche, bisessuali e trans e rielabora alcune delle favole più famose, inserendo personaggi provenienti dai gruppi sociali più fragili. Lo scopo, spiegava all’epoca l’associazione, è quello di educare i bambini al rispetto delle differenze. Tra le storie contenute nel volume, si trova quella di una cerva alla quale viene consentito di diventare un maschio, una poesia su un principe che sposa un altro principe, storie che riguardano le minoranze rom o persone disabili, la favola di Biancaneve che diventa quella di “Foglianera”, con la protagonista dalla pelle scura.

Leggi anche >> Ungheria, il governo propone una legge che vieta l’adozione a coppie dello stesso sesso. “I bambini devono essere cresciuti seguendo i valori cristiani”

A fine 2020 la ministra della Giustizia ungherese Judit Varga ha presentato al parlamento un disegno di legge che vieta l’adozione per coppie di persone dello stesso sesso. Il provvedimento consente l’adozione alle sole coppie sposate e ai single che ottengono un permesso speciale del ministero con la delega alla Famiglia. In quell’occasione il governo di Orbán aveva anche presentato una modifica costituzionale secondo la quale i bambini devono essere cresciuti seguendo i cosiddetti “valori cristiani”. Inoltre, a maggio 2020, l’Ungheria aveva approvato una legge che vieta il riconoscimento legale delle persone transgender o intersex sui loro documenti. 

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Orban ha intensificato la sua agenda cristiano-conservatrice in vista delle elezioni che si terranno all'inizio del 2022. Al potere da oltre un decennio, il primo ministro ungherese ha fortemente ristretto diritti umani, libertà di stampa e indipendenza dei media ed è sotto indagine formale dell'Unione Europea per violazioni degli standard UE sullo stato di diritto.

Immagine in anteprima: Gay Pride Budapest (2017), Christo, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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