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Twitter lancia Vine: e il tweet diventa un video di sei secondi

26 Gennaio 2013 3 min lettura

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Twitter lancia Vine: e il tweet diventa un video di sei secondi

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Risale allo scorso ottobre l'annuncio dell'acquisto di Vine da parte di Twitter e già all'epoca la notizia fece discutere: la piccola società gestita da tre ragazzi con base a New York non aveva neppure lanciato il suo prodotto e già si era vista corteggiare a suon di verdoni da uno dei giganti della baia di San Francisco.

Cos'ha di tanto speciale questo prodotto? Di app per realizzare brevi video con l'iPhone ce ne sono tante in circolazione, ma Vine permette di creare clip della durata massima di 6 secondi utilizzando una tecnologia innovativa che sfrutta lo schermo touch dello smartphone per coniugare in maniera perfetta la registrazione e il montaggio. In gergo si definisce punctuated recording e vuol dire che anziché registrare un flusso continuo da editare in un secondo momento, Vine consente di montare la clip mentre la si sta girando. Ed ecco il secondo dato fondamentale: Vine è perfettamente integrata con Twitter, con tutti i benefici che questo comporta.

L'obiettivo di Twitter è chiaro da tempo: diventare non solo una piattaforma di condivisione delle informazioni ma anche uno strumento di produzione di contenuti, investendo le proprie risorse nel potenziamento dell'esperienza mobile. Tutto è iniziato con la restrizione dell'accesso alle proprie API che ha decretato la fine di tanti servizi e app che vivevano spensieratamente sul dorso della balena di Twitter.

La sfida è partita ufficialmente con il lancio della nuova versione della propria app nel dicembre scorso, quando Twitter ha aggiunto la possibilità di applicare alle foto dei filtri stile Instagram. Dal canto suo, l'app fotografica più hipster del momento ha deciso di impedire alle sue foto di apparire in anteprima nella timeline di Twitter, preferendo (giustamente) dirottare il traffico sui profili Instagram lanciati due mesi fa. Sul fronte fotografico, insomma, è ormai guerra aperta con Facebook e Instagram.

Ed ora è arrivato il momento dei video. Nonostante le prime critiche degli esperti siano intrise di scetticismo, credo che il potenziale di Vine sia enorme e - per ovvi motivi - ancora inesplorato, soprattutto se si pensa all'uso creativo che potranno farne i brand, le celebrities, i giornalisti e i programmi televisivi (che in fondo sono i propulsori delle conversazioni su Twitter). Sarà sufficiente che una Coca Cola, una Lady Gaga o un Jimmy Kimmel qualunque comincino ad usare Vine per innescare una reazione a catena. E visto l'accurato lavoro di evangelizzazione che fa Twitter nel mondo dello spettacolo c'è da aspettarsi risvolti interessanti. Le conseguenze le vedremo presto sulle pagine di BuzzFeed sotto forma di meme.

È lecito - a questo punto - pensare che YouTube si darà una mossa cominciando a spingere la sua app YouTube Capture (della cui esistenza sono a conoscenza in pochi), magari integrandola con quella ufficiale che si basa principalmente sulla fruizione dei video. Una mossa del genere sbaraglierebbe la concorrenza.

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Significativa, in tal senso, è l'esperienza di Flickr, che nel giro di un anno si è visto rosicchiare tanti utenti da Instagram e da Facebook. Da piattaforma principale per la condivisione delle foto (la prima ad adottare Creative Commons) si era trasformata in una specie di archivio fotografico impolverito e colonizzato dagli acari. Con il lancio della nuova app - che sembra una versione adulta di Instagram - le cose sono cambiate: ora è una vera e propria macchina fotografica con decine di filtri e funzionalità interessanti. Provvidenziale è stato l'arrivo dell'ex ingegnere di Google Marissa Mayer, ora CEO di Yahoo!, che ha oliato gli ingranaggi ed ha messo a punto una nuova strategia per rilanciare tutti i prodotti, portando Flickr negli anni '10.

Dopo una lunga parentesi che ha visto fiorire e crescere servizi nati per facilitare la condivisione dei contenuti su più social network, il focus sembra essere tornato sulla produzione degli stessi e sulla ricerca dell'esclusività. Le piattaforme tendono a chiudersi e provano ad imporre nuovi standard facendosi i dispetti a vicenda. Se Vine avrà successo lo scopriremo con il tempo; questi strumenti non si giudicano dalle premesse e dalle intenzioni di chi li crea calandoli dall'alto, bensì dall'uso effettivo che ne faranno gli utenti. E in tal senso, al di là dell'uso nobile che si potrà fare di Vine, prepariamoci anche a vedere tante, tante mini clip di gattini.

 

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