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Santiago, strage del treno: non solo errore umano

26 Luglio 2013 4 min lettura

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Santiago, strage del treno: non solo errore umano

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Sette giorni di lutto in Galizia e tre di lutto nazionale, per il più grande incidente ferroviario spagnolo degli ultimi 40 anni. Il bilancio delle vittime del deragliamento, avvenuto mercoledì alle 20:44 in prossimità della stazione di Santiago, è di 78 morti e una trentina di feriti gravi. Tra le vittime c'è anche un ragazzo italiano di 25 anni, Dario Lombardo, studente siciliano che si trovava in vacanza in Galizia, la cui morte è stata confermata dal Ministero degli Esteri italiano.

Nella lista delle vittime compare anche una seconda persona nata in Italia, ma di cui la Farnesina non ha dato notizia. Ipotizziamo che possa essere dovuto al fatto che, pur essendo nata a Roma, non avesse la nazionalità italiana. Si chiamava Carla Revuelta Careaga ed era la regista di alcune delle serie televisive più famose in Spagna.

Le cause dell’incidente rimangono ancora da accertare, ma al di là delle speculazioni e delle inesattezze pubblicate tra ieri e oggi (non solo in Italia), conoscere il funzionamento del sistema di sicurezza installato sul quel tratto di ferrovia sembra essere la chiave per capire cosa sia andato storto. Segnaliamo tre articoli de El País molto interessanti (12, 3) che aiutano a fare chiarezza sulla possibile dinamica dell'incidente.

Il sistema di sicurezza e di frenata installato nel tratto di ferrovia dove è accaduto l'incidente, chiamato ASFA, è quello che si usa nelle vie tradizionali, ed è molto diverso dal sistema di sicurezza installato sulle vie dell'Alta Velocità, chiamato ERTMS/ETCS, che regola automaticamente la velocità del treno durante tutto il tragitto. In situazioni normali, infatti, ASFA non effettua nessun controllo sulla velocità del treno.

Come funziona l'ASFA? È sufficiente a garantire la sicurezza?

Manuel Mato, macchinista che ha percorso diverse volte quello stesso tragitto, spiega ai microfoni della Cadena Ser Radio che in questo caso specifico il sistema avrebbe potuto fermare il treno automaticamente SOLO se avesse superato i 200 km/h: il limite di velocità assoluto impostato su quel modello. Abbiamo riscontrato questa informazione con alcuni ferrovieri di Madrid, che ci confermano che l'unica situazione nella quale l'ASFA blocca il treno automaticamente (a parte il superamento del limite di velocità assoluto) è per impedire uno scontro tra veicoli nello stesso binario.

Il macchinista dopo l'incidente

Dopo un immenso rettilineo di 80 km ad Alta Velocità nel quale era installato il sistema  ERTMS/ETCS, il treno passa alla ferrovia ordinaria che precede la stazione di Santiago di Compostela. Poco prima dell'incidente il treno viaggiava a 190 km/h, secondo quanto dichiarato dello stesso macchinista (in una comunicazione telefonica con la centrale) nei minuti immediatamente successivi all'incidente. Quella curva, molto pronunciata, doveva essere percorsa a 80 km/h.

Quindi, stando alla ricostruzione dei principali giornali spagnoli, pare che il macchinista, Francisco José Garzón Amo, si sia accorto tardi della velocità e abbia provato a frenare, senza riuscire però ad evitare la catastrofe. Si stima che il tempo di frenata per quel treno, dai 190 km/h agli 80 km/h, sia di 56 secondi (fonte: Cadena Ser Radio).

In risposta al Sindacato dei ferrovieri, che già da ieri aveva criticato l'efficacia e l'adeguatezza del sistema di sicurezza installato nel punto in cui il treno è deragliato, questo pomeriggio l'impresa pubblica che gestisce le infrastrutture ferroviarie, Adif, ha dichiarato a Europa Press che l'ASFA in quel punto del tracciato è sufficiente a garantire la sicurezza. La domanda si pone il Sindacato dei ferrovieri è: come può essere considerato "sufficiente" un sistema di sicurezza che permette un errore umano con simili ripercussioni?

Si spera che la scatola nera, nelle mani degli inquirenti, aiuti a dissipare ogni dubbio.

Il macchinista è imputato di 'Homicidio Imprudente'

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In questo momento Garzón è ricoverato in ospedale, sotto arresto da parte della Polizia Giudiziaria. Nella tarda mattinata il capo della Polizia di Galizia, Jaime Iglesias, ha riferito ai giornalisti dell'agenzia Reuters: "(Il macchinista) è sotto arresto dalle 20:00 di ieri, gli si imputa un atto delittivo vincolato con l'incidente", senza specificare il delitto. Dopo avergli chiesto se il delitto fosse 'omicidio per imprudenza', il capo della Polizia ha risposto ai giornalisti: "Non vorrei andare oltre (...) Imprudenza in relazione al fatto prodotto". Il delitto che gli si imputa è quindi "Homicidio Imprudente": equivalente al nostro Omicidio ColposoGli inquirenti stessi hanno comunque invitato alla prudenza nel giudicare le responsabilità della tragedia.

Questo pomeriggio il macchinista si è rifiutato di deporre alla Polizia (è un suo diritto), e potrà mantenere questa postura fino allo scadere delle 72 ore previste dalla legge prima che l'imputato venga messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Allora dovrà rispondere direttamente al giudice.

(Articolo aggiornato il 26 luglio 2013 alle ore 22:30) 

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