Oltre 90 le vittime del duplice attentato. Anders Behring Breivik, 32 anni, confessa la carneficina sull'isola di Utoya.
A quanto pare il responsabile della strage di Oslo rischia il massimo della pena. Che in Norvegia non è l'ergastolo, perché lì non esiste, ma, per nostra massima sorpresa, solo 21 anni. Dopo aver scontato i 21 anni, il detenuto viene nuovamente giudicato. Se il pubblico ministero convince il giudice che c’è ancora un reale pericolo per la società, la Corte può condannare il carcerato ad altri cinque anni. E alla fine di questi ulteriori 5 anni il processo si ripete.
L'atroce carneficina di Oslo ci ha fatto scoprire dunque che c'è un Paese dove il massimo della pena è 21 anni e non contempla l'ergastolo. Questo ci ha fatto pensare che quel Paese si affidi ad un sistema penitenziario che prevede il recupero e non solo la punizione. Così abbiamo fatto un po' di ricerche su Internet e abbiamo trovato alcuni articoli che ci hanno aperto una finestra su una civiltà che definiremmo dell'altro mondo.
In un pezzo del 2006 di Cinzia Sasso per Repubblica si racconta del carcere di Batoey (nella foto).
Oeyvind Alnaes, il direttore del carcere di Bastoey, per quindici anni ha lavorato nei penitenziari "normali", quelli chiusi; poi ha chiesto e ottenuto di inventare Bastoey, un altro modo di espiare la pena.
Queste le sue parole a Cinzia Sasso: "La prigione non migliora la gente. Per questo abbiamo dovuto cercare altre strade. Se tratti male una persona, quello che la persona impara è a trattare male gli altri; se li vedi come pericolosi criminali continueranno ad essere pericolosi criminali; se rispetti, insegni a rispettare. Il massimo della pena, in Norvegia, è di 21 anni, perciò ogni detenuto, un giorno, tornerà ad essere il tuo vicino di casa. E se non gli insegni come comportarsi, allora sì che devi temere".
In questo articolo invece si parla del sistema penitenziario norvegese, che, come spiega il ministro della giustizia norvegese Knut Storberget, si basa sull'idea che per ridurre la criminalità non basta chiudere a chiave i criminali in una stanza, ma bisogna educarli e aiutarli con i fatti a reintegrarsi nella società. In Norvegia la punizione di un carcerato consiste nell’essere in carcere e non nel perdere i suoi diritti di cittadino.
Intanto leggiamo che Il premier Jens Stoltenberg alla messa funebre ha detto: "Al male reagiremo con più democrazia e più umanità".
È un pianto senza fine oggi per noi. Per quelle vittime, per il dolore, per la bellezza e l'immensità di quelle parole, per la grandiosità di un premier che parla in questo modo. Per una civiltà dell'altro mondo.
Vi riportiamo l'omaggio di Michael Moore alla Norvegia con alcune scene del film Sicko tagliate perché gli americani non avrebbero mai creduto potesse esistere davvero un paese così generoso e amichevole!