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Hong Kong, la polizia vieta la veglia annuale per ricordare le vittime del massacro di Tienanmen

4 Giugno 2020 7 min lettura

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Hong Kong, la polizia vieta la veglia annuale per ricordare le vittime del massacro di Tienanmen

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Condannato il magnate dei media Jimmy Lai per aver partecipato alla veglia commemorativa di piazza Tienanmen

Aggiornamento 10 dicembre 2021: Con un esito più che scontato si è concluso il processo che ha visto imputate decine di esponenti del movimento pro-democrazia che hanno partecipato, a giugno 2020, alla veglia non autorizzata in ricordo della repressione e del massacro di piazza Tiananmen avvenuti nel 1989.

In una delle ultime udienze è stato emesso il verdetto di colpevolezza nei confronti del magnate dei media, fondatore e proprietario del quotidiano Apple Daily Jimmy Lai, dell'avvocata e vicepresidente della Hong Kong Alliance in Support of Patriotic Democratic Movements of China (il gruppo organizzatore della veglia) Chow Hang-tung, e dell'attivista ed ex giornalista Gwyneth Ho.

I tre sono stati condannati per incitamento e partecipazione a un'assemblea illegale e sono stati tra gli ultimi a conoscere la sentenza poiché hanno scelto di contestare le accuse dichiarando la propria non colpevolezza. Durante il processo hanno infatti sostenuto di aver acceso candele durante la veglia a titolo personale e di non aver “incitato” altri a partecipare alla manifestazione non autorizzata.

Tuttavia, la giudice della corte distrettuale Amanda Woodcock ha respinto le argomentazioni “francamente insensate” e ha affermato che la loro partecipazione “è stata un atto di sfida e di protesta contro la polizia”.

Lai, Chow e Ho conosceranno la pena da scontare il 13 dicembre e rischiano un massimo di cinque anni di detenzione.

Mentre Lai è stato messo in carcere all'inizio di quest'anno per aver preso parte a manifestazioni a favore della democrazia, a Chow e Ho è stata negata la libertà su cauzione poiché coinvolte in altri processi per capi d'accusa che verranno giudicati in base alla legge sulla sicurezza nazionale che Pechino ha imposto a Hong Kong lo scorso anno.

Dal 1990, ogni anno, il 4 giugno decine di migliaia di manifestanti organizzano una veglia a Victoria Park, il parco situato nel quartiere commerciale di Causeway Bay a Hong Kong. Si riuniscono per ricordare l'anniversario del massacro di Tienanmen - che ebbe inizio in quel giorno con la repressione militare che pose fine a mesi di dimostrazioni studentesche - accendendo fiaccole e ascoltando gli interventi dei membri dell'Alleanza di Hong Kong a sostegno dei movimenti democratici patriottici in Cina e degli esponenti dei partiti pan-democratici di Hong Kong.

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Mentre nella Cina continentale la data passa forzatamente inosservata, a Hong Kong - anche dopo il passaggio sotto il controllo di Pechino nel 1997 - è stata sempre commemorata in modo particolarmente sentito.

Fino a quest'anno.

Per la prima volta, infatti, la polizia di Hong Kong ha vietato la manifestazione, ufficialmente a causa del COVID-19.

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In una lettera inviata lunedì 1 giugno a Richard Tsoi, organizzatore dell'evento e vicepresidente dell'Alleanza di Hong Kong a sostegno dei movimenti democratici patriottici in Cina, le forze dell'ordine hanno comunicato di aver dato parere contrario all'evento a causa delle misure di distanziamento sociale attualmente in vigore.

“Le assemblee pubbliche sono un'attività ad alto rischio a causa del grande assembramento. La polizia ritiene che l'evento non solo possa aumentare le possibilità dei partecipanti di contrarre il virus, ma anche di minacciare la vita e la salute dei cittadini, mettendo in pericolo la sicurezza pubblica e compromettendo i diritti di altre persone", si legge nel documento.

Dal mese scorso, infatti, a causa della pandemia, le autorità della Regione hanno esteso le restrizioni ai cittadini, includendo il divieto di raduni pubblici con più di otto partecipanti.

In risposta al parere contrario espresso dalle autorità, l'Alleanza di Hong Kong ha invitato le persone che avrebbero partecipato alla fiaccolata, a prendere parte a una veglia online che prevede l'accensione di candele a Victoria Park e un minuto di silenzio alle 20.09.

Il presidente dell'Alleanza di Hong Kong Lee Cheuk-yan ha dichiarato ai giornalisti che i suoi membri ricorderanno le vittime del massacro riunendosi in gruppi di otto persone.

«Piangeremo singolarmente. Ci auguriamo che in tutti i distretti della città siano accese candele, tra cui le nostre a Victoria Park», ha detto. «Ogni fiaccolata è autopromossa e non costituisce un'assemblea».

Per Michael Mo, consigliere del distretto di Tuen Mun e attivista pro-democrazia, il governo ha usato la pandemia come scusa per impedire ai cittadini la commemorazione.

In risposta alla decisione della polizia, il vicedirettore di Amnesty International per l'Asia orientale e sudorientale, Joshua Rosenzweig, ha affermato che l'emergenza dovuta al COVID-19 non deve essere usata come pretesto per soffocare la libertà di espressione e che le autorità avrebbero dovuto sostenere l'iniziativa, aiutando a rispettare il distanziamento sociale, invece di vietarla.

«Nelle ultime settimane, abbiamo visto la polizia di Hong Kong reprimere ripetutamente le proteste pacifiche con arresti di massa arbitrari e uso eccessivo della forza, incluso l'utilizzo di gas lacrimogeni e proiettili urticanti», ha proseguito.

«Ritenendo "illegale" questo importante evento commemorativo, la polizia ha di nuovo esacerbato inutilmente il clima accrescendo le tensioni, mentre migliaia di persone vogliono semplicemente accendere una candela in memoria di chi ha perso la vita durante gli eventi orribili del 4 giugno 1989», ha detto.

«Con questo divieto e una disastrosa legge sulla sicurezza nazionale incombente, non è chiaro se la veglia di Tienanmen a Hong Kong potrà ancora avere luogo», ha concluso.

Secondo Louisa Lim, docente presso l'Università di Melbourne e autrice di “Repubblica popolare di Amnesia: Tienanmen rivisitata”, l'evento annuale di Hong Kong è fondamentale per mantenere viva la memoria di ciò che accadde.

«È importante a più livelli: come gesto simbolico ribelle nei confronti del Partito comunista rispetto a un evento che il popolo di Hong Kong non dimenticherà» - spiega a Coda - «ma anche perché, per molti cittadini, rappresenta la prima esperienza da attivisti».

Quando le è stata chiesta un'opinione sulla cancellazione dell'iniziativa, Lim ha raccontato il suo incontro con Zhang Xianling a Pechino nel 2013. Zhang è membro delle Madri di Tienanmen, un gruppo di attivisti composto dai genitori delle vittime del massacro del 1989. Quando Lim ha mostrato a Zhang le foto della veglia di Hong Kong, la donna è rimasta senza parole.

A causa della censura, Zhang credeva, insieme alla sua piccola organizzazione, si stare combattendo da sola. Non avrebbe mai immaginato una simile partecipazione. La fiaccolata commemorativa di Hong Kong le è sembrata "una fiaba".

Per Lim se la veglia sarà bandita per sempre, “diventeremo tutti come le madri di Tienanmen”, perché non poter più celebrare quell'evento collettivamente rappresenterà “una perdita enorme”.

Quando Bonnie Leung ha partecipato alla sua prima veglia, il 4 giugno 2007, era una studentessa universitaria.

«Non avevo capito quanto fosse una manifestazione sentita fino a quando non ho partecipato e ho acceso una candela», ha raccontato, sottolineando il forte senso di aggregazione che contraddistingue l'iniziativa. «Ho avuto la netta sensazione che le persone si preoccupassero e che si prendessero cura l'una dell'altra».

Da allora Leung non è mai mancata all'appuntamento. Attualmente è un'attivista pro-democrazia.

«La veglia del 4 giugno dà ispirazione», ha detto. «Credo fermamente che ci formi come cittadini, perché Hong Kong è l'unico luogo dove questo evento può essere ancora commemorato, dove si può organizzare una cerimonia e che può passare il testimone alle generazioni future».

All'annuncio della presentazione della risoluzione della nuova legge sulla sicurezza - approvata dal Congresso Nazionale del Popolo il 28 maggio - C.Y. Leung, ex capo dell'esecutivo di Hong Kong e predecessore dell'attuale Carrie Lam, ha dichiarato che l'evento commemorativo del 4 giugno, ai sensi del provvedimento che sarà approvato, potrà essere vietato e l'Alleanza di Hong Kong dichiarata illegale.

Leung ha sottolineato che lo scopo della legislazione non sta nel dissuadere le persone dall'organizzare proteste, ma di combattere il terrorismo e sradicare le attività di coloro che sostengono l'indipendenza di Hong Kong.

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«La veglia è uno dei segni più tangibili di come Hong Kong sia diversa dal resto della Cina», ha affermato, invece, Tonyee Chow, vice presidente dell'Alleanza di Hong Kong. «Un divieto permanente della veglia manderebbe un pessimo segnale al mondo, causando ripercussioni sullo stato dei diritti umani e delle libertà nella Regione».

Il memoriale stesso - sostiene Chow - non è sovversivo e neppure particolarmente radicale.

«Chiede solo giustizia per i torti del passato», sottolinea, poi domandandosi: «Se non possiamo nemmeno farlo in pubblico, che cosa dimostra Hong Kong? Di essere soltanto un'altra città della Cina?».

foto in anteprima via dr. trey

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