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Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio 2023: risorse utili per la prevenzione e per una comunicazione responsabile

10 Settembre 2023 6 min lettura

Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio 2023: risorse utili per la prevenzione e per una comunicazione responsabile

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Samaritans tutti i giorni dalle 13 alle 22 al numero 06 77208977 o il Telefono amico allo 02 2327 2327, tutti i giorni dalle 10 alle 24  oppure invia un messaggio
Se persone amiche o conoscenti hanno pensieri suicidari o se conosci qualcuna/o che ha perso una persona cara per un suicidio, i Samaritans possono aiutarti a
Imparare a leggere i segnali di rischio.

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Vogliamo contribuire anche quest’anno alla Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio - World Suicide Prevention Day promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2003 e dall'Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP nell'acronimo inglese)– dando il nostro contributo alla sensibilizzazione e ribadendo l’importanza di una comunicazione responsabile sui suicidi.

Secondo quando riporta la IASP, “il suicidio si colloca costantemente tra le prime 20 cause di morte a livello globale in tutte le fasce d'età. Un decesso su 100 nel mondo è il risultato di suicidio”. Può interessare ciascuna e ciascuno di noi e una persona a noi vicina in diversi momenti delle nostre vite. Con la sua campagna #CreatingHopeThroughAction, la IASP vuole ricordare che esiste un'alternativa al suicidio: "Le nostre azioni, non importa quanto grandi o piccole, possono dare speranza a coloro che sono in difficoltà".

Tuttavia, i toni sensazionalistici con cui ancora continuano a essere riportate le notizie di un suicidio sui mezzi dell’informazione generalista e i comunicati stampa allarmistici rallentano la diffusione di consapevolezza nella comunità, rafforzano lo stigma e l’isolamento sociale, acuiscono il dolore e la sofferenza di chi ha perso una persona cara per suicidio.

La giornata di oggi serve a diffondere contenuti costruttivi e anche a stringere una comunità attorno alla convinzione che sia possibile fare la propria parte affinché si parli di più della prevenzione dei suicidi e si condividano storie di speranza. Serve a dare spazio alle persone sopravvissute a un suicidio e alle persone che sono rimaste con i ricordi, i sensi di colpa e la fatica di andare avanti sbilanciate da una parte recisa. A prendersi il tempo di ascoltare storie di rinascita e storie di reciproco aiuto, di faticosi percorsi di cura e d’instaurarsi di nuovi legami.

“Perdonare me stessa e perdonare Luigi è stato il primo passo per la serenità. Finalmente ero serena pensando a mio figlio e non incolparmi più per non aver compreso mi alleggeriva l’anima. Il gruppo mi diede l’opportunità di condividere ed esternare il dolore, mi aiutò a capire che si può e si deve continuare a vivere dopo il suicidio di un proprio caro e che ci si può aiutare condividendo un dolore, anche se enorme, così come si condividono le gioie. Scoprii che c’era chi riusciva a capire i miei cambi di umore improvvisi, chi come me di tanto in tanto riusciva a sorridere senza provare rimorso per averlo fatto” (Dal libro Un’altra vita. Viaggio straordinario nella mente di un suicida di Diego De Leo).

Alcuni giorni fa Telefono Amico ha reso noto che le richieste d’aiuto pervenute nei primi mesi di quest’anno sono aumentate rispetto allo stesso periodo del 2022. La notizia è stata data con gli usuali toni allarmistici. Eppure è rassicurante che si richieda di più aiuto nelle situazioni di crisi in modo da poterle affrontarle, che ci si senta legittimati a farlo e che ci siano servizi competenti ad accogliere quelle richieste. Questo a fronte di un tasso globale di suicidio che in Europa diminuisce gradualmente.

La pandemia ha aiutato a maturare questa legittimazione a esprimere le vulnerabilità a cui si va incontro nel corso della vita e a ricercare supporto. Secondo il comunicato stampa, “le segnalazioni sono arrivate prevalentemente da giovani tra i 19 e i 35 anni e da adulti tra i 46 e i 55 anni, ma negli ultimi anni è stato registrato un aumento di contatti anche da parte di under 19 via WhatsApp e mail”. Questi dati dimostrano quali siano i canali prescelti, in base alle fasce di età, per chiedere aiuto e quanto sia importante la loro diversificazione. Tuttavia, tali dati rivelano come le persone con più di 60 anni tendano a non richiedere aiuto pur essendo esposte a rischio di suicidio fino ad età molto avanzate.

Occorre allora che gli avvisi sui servizi di aiuto e sulle linee telefoniche si trovino parimenti online e presso gli ambulatori di medicina generale, le farmacie, i posti di lavoro e di aggregazione frequentati anche dalle persone anziane. Non devono mancare nei servizi socio sanitari, negli ospedali, nelle carceri, nelle scuole e nelle università. La comunicazione deve poi essere mirata anche agli uomini che hanno un rischio raddoppiato di mortalità per suicidio rispetto alle donne.

Nella rappresentazione mediatica trovano ampia copertura i suicidi di persone giovani e questo condiziona la percezione su quali siano le fasce più a rischio e le azioni da intraprendere. Difatti, gli uomini tra i 45 e i 65 anni presentano i rischi più elevati e gli interventi a supporto del reddito costituiscono strategie di prevenzione efficaci. La sensibilizzazione e la prevenzione appaiono particolarmente importanti nell’attuale contesto di crisi economica.

Come riportato l’anno scorso, la pandemia non ha inciso sui tassi dei suicidi, in base ai dati finora disponibili sull’andamento delle serie storiche, almeno in quei paesi in cui esistono registri nazionali ed esistono raccolte di dati in tempo reale.

L’Italia non è tra questi. Certe percentuali che capita di leggere sui giornali intorno a questo periodo dell'anno sono piazzate senza quelle spiegazioni contestuali che sono essenziali a comprendere l'affidabilità dei dati a meno che non si voglia rilasciarli per procurare allarme e entrare in tendenza.

È importante che la ricerca sui suicidi continui in modo da indirizzare con ragionevolezza le azioni politiche. Allo stesso tempo è fondamentale che la comunicazione si conformi alle raccomandazioni internazionali per non farsi portatrice da un lato della normalizzazione del suicidio come strategia socialmente accettata per la risoluzione di una crisi perché non lo è e dall’altro del rischio-beneficio di identificazione che porta una maggiore esposizione a storie di suicidio, di pensieri suicidari e di autolesionismo.

Di seguito è elencata una selezione di risorse per la prevenzione e per la comunicazione del suicidio.

Risorse utili per la prevenzione:

Samaritans

Telefono Amico

La prevenzione del suicidio: guida per insegnanti e operatori scolastici, OMS 2000

Prevenire il suicidio in carcere. Le linee guida dell'OMS e la realtà italiana. Manuale per operatori penitenziari e sanitari a cura di Alessandra Oretti e Giulio Castelpietra in collaborazione con l'OMS, 2012

Prevenzione del suicidio, Ministero della Difesa

Risorse per i professionisti e le professioniste della comunicazione:

Come parlarne, Papageno.News

Preventing suicide: a resource for media professionals, OMS 2017

Preventing Suicide - A resource for filmmakers and others working on stage and screen, OMS 2019

Best practices and recommendations for reporting on suicide, Reporting on suicide

Ethical reporting - how to cover suicide responsibly, di Abeer Ayyoub, Al Jazeera 2023

Per concludere, riproponiamo la grafica su Cosa NON fare e Cosa fare quando si riporta la notizia di un suicidio.

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Immagine in anteprima via wallpaperflare.com

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