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Guerra Israele-Hamas e Striscia di Gaza: che cosa dice il diritto internazionale umanitario?

2 Novembre 2023 7 min lettura

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Guerra Israele-Hamas e Striscia di Gaza: che cosa dice il diritto internazionale umanitario?

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di Clive Baldwin (senior legal adviser di Human Rights Watch)

Dopo l'attacco di Hamas a Israele e la conseguente campagna di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, si è aperto un dibattito, tra esperti e non, sul diritto internazionale umanitario (DIU) e sulla sua applicazione nelle attuali ostilità che coinvolgono Israele e i gruppi armati palestinesi. 

Con l'aumentare delle accuse, è importante comprendere la definizione legale di termini come "crimini di guerra" e il loro significato giuridico.

Il diritto internazionale umanitario, o diritto di guerra, esiste in qualche forma da migliaia di anni, ma la versione moderna è contenuta nelle Convenzioni di Ginevra del 1949, insieme ad altri trattati e al diritto internazionale consuetudinario.

Esso vincola gli Stati, compreso Israele, e i gruppi armati non statali coinvolti nei conflitti, tra cui Hamas e la Jihad Islamica, anche se non possono ratificare formalmente i trattati.

È importante sottolineare che per il diritto in questi casi non vale il principio di reciprocità: le norme si applicano a prescindere da ciò che ha fatto la controparte. Le violazioni - ad esempio colpire deliberatamente i civili o imporre punizioni collettive - non possono mai essere giustificate sostenendo che un'altra parte ha commesso a sua volta violazioni, o che ci sono squilibri di potere, o altre ingiustizie.

Le leggi di guerra si applicano solo in situazioni specifiche, in particolare durante un conflitto armato o un'occupazione. Altre leggi, in particolare quelle internazionali sui diritti umani, si applicano in ogni momento e regolano il dovere di tutti gli Stati di proteggere i diritti delle persone nel territorio in cui hanno giurisdizione, o un certo grado di controllo.

Il diritto internazionale umanitario regola la condotta delle ostilità ed è distinto dal diritto che regola la decisione di usare la forza. A prescindere dalla legalità della decisione di usare la forza, tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale umanitario.

Questo insieme di norme regola anche l'occupazione quando uno Stato esercita un controllo effettivo, senza consenso, su un territorio su cui non ha titolo di sovranità, come nel caso dell'occupazione israeliana del territorio palestinese.

A prescindere dalle rivendicazioni di annessione, secondo il diritto internazionale umanitario lo Stato occupante non acquisisce la sovranità sul territorio occupato. La potenza occupante deve garantire il trattamento umano della popolazione e provvedere alle sue necessità di base, compresi cibo e cure mediche.

Che cosa sono i crimini di guerra?

I crimini di guerra sono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse da individui che agiscono intento criminale. Per intento criminale si intende che la violazione è stata compiuta deliberatamente o incautamente. Gli individui che ordinano, assistono, aiutano e favoriscono queste violazioni sono perseguibili.

Che cos'è il diritto internazionale umanitario?

Il diritto internazionale umanitario (o "diritto bellico") è l'insieme delle norme applicabili durante i conflitti armati che regolano le modalità di guerra. Vi rientrano le norme volte a minimizzare i danni ai civili e alle strutture
civili, così come i danni ai soldati e ai combattenti catturati e feriti. Il diritto internazionale umanitario è disciplinato in trattati come le Convenzioni di Ginevra del 1949 e nel diritto umanitario consuetudinario. Si applica sia alle forze governative che ai gruppi armati non statali.

Che cosa si intende per "punizione collettiva"?

Nel diritto internazionale la punizione collettiva descrive ogni forma di sanzione che è imposta a individui o gruppi specifici per azioni che non hanno compiuto personalmente. Ad esempio, si parla di punizione collettiva quando un intero gruppo di persone è punito per un'azione che si sospetta sia stata compiuta da alcuni membri di quel gruppo.

Regole fondamentali del diritto di guerra

La regola fondamentale del diritto internazionale umanitario nei conflitti ("ius in bello") è che tutte le parti devono distinguere, in ogni momento, tra combattenti e civili. I civili e gli oggetti civili non devono mai essere il bersaglio di un attacco; le parti possono attaccare solo obiettivi militari e combattenti.

Non è sufficiente affermare che i civili non sono l'obiettivo dell'attacco; il diritto internazionale umanitario richiede che le parti in conflitto prendano tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni ai civili e agli oggetti civili.

Se un attacco non riesce a distinguere tra combattenti e civili, o se si prevede che possa causare danni sproporzionati alla popolazione civile rispetto al guadagno militare, allora è vietato.

Secondo il diritto internazionale umanitario, chiunque sia preso in custodia, come i prigionieri di guerra, deve essere trattato in modo umano. La presa di ostaggi e l'utilizzo di persone come "scudi umani" sono vietati.

Nel caso di un attacco che possa colpire la popolazione civile, le leggi di guerra richiedono che le parti diano un "efficace preavviso", a meno che la situazione non lo consenta. L'efficacia dipende dalle circostanze, e se i civili non sono in grado di allontanarsi verso una zona più sicura, l'avvertimento non sarà efficace.

Tuttavia, l'avvertimento non solleva le parti dall'obbligo di proteggere i civili. I civili che non evacuano in seguito a un avvertimento continuano a essere protetti. Non devono comunque essere presi di mira e gli aggressori devono adottare tutte le misure possibili per proteggerli.

Sono vietate le dichiarazioni che non sono veri e propri avvertimenti, ma che mirano a usare la minaccia della violenza per diffondere il terrore tra la popolazione, ad esempio costringendola ad andarsene.

L'occupazione israeliana

Dal 1967 Israele occupa la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e Gaza, che insieme costituiscono i Territori Palestinesi Occupati (TPO).

A dispetto di quanto sostiene il governo israeliano, il ritiro delle forze di terra da Gaza nel 2005 non ha posto fine all'occupazione di Gaza.

Da allora, infatti, Israele ha mantenuto un controllo effettivo su Gaza, comprese le acque territoriali e lo spazio aereo, la circolazione di persone e merci, tranne che al confine di Gaza con l'Egitto, e le infrastrutture su cui Gaza si basa, rendendo la Striscia una prigione a cielo aperto.

Secondo il diritto internazionale umanitario, Israele è tenuto, in quanto potenza occupante, a garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali della popolazione di Gaza, come cibo e acqua.

Il diritto internazionale dei diritti umani regola anche i doveri legali delle autorità israeliane nei confronti della popolazione degli OPT, soprattutto in considerazione della lunga durata dell'occupazione.

Inoltre, Hamas e l'Autorità Palestinese, che sono de facto autorità di governo su molti palestinesi, hanno la responsabilità di proteggere i diritti umani della popolazione che governano. Le loro funzioni non negano i doveri di Israele in quanto potenza occupante.

Crimini di guerra

I crimini di guerra sono gravi violazioni del diritto bellico commesse da individui con intento criminale, che agiscono cioè in modo deliberato o incauto. I crimini di guerra includono l'attacco intenzionale ai civili, la presa di ostaggi e le punizioni collettive.

Gli attacchi aerei e missilistici di Israele, Hamas e altri gruppi armati contro i civili, o che colpiscono indiscriminatamente, violano il diritto bellico e, se commessi con intento criminale costituiscono un crimine di guerra.

Chiunque commetta un crimine di guerra è penalmente perseguibile, così come chi è responsabile di ordinare, assistere o facilitare un crimine di guerra. I comandanti e i leader civili possono essere penalmente perseguibili in base al principio della responsabilità di comando, se a sono conoscenza (o se avrebbero potuto esserlo) di crimini commessi dai loro subordinati, ma non sono stati in grado di prevenirli, o di punire i responsabili.

Nel corso delle ultime settimane, in Israele e in Palestina sono stati e continuano ad essere commessi molteplici crimini di guerra, ed è motivo di estrema preoccupazione il fatto che le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi stiano conducendo attacchi illegali e indiscriminati a danno dei civili.

L'uccisione deliberata di civili israeliani e la presa di centinaia di ostaggi da parte di Hamas e di altri gruppi armati sono crimini di guerra, così come il lancio indiscriminato di missili contro le comunità israeliane. Secondo il governo israeliano, dal 7 ottobre sono stati uccisi circa 1400 israeliani.

Israele ha continuamente bombardato la Striscia di Gaza, un'area densamente popolata dove vivono 2,3 milioni di persone. Dal 7 ottobre sono stati uccisi oltre 8000 palestinesi, tra cui oltre 3000 bambini, secondo il Ministero della Salute di Gaza. In alcuni casi, le bombe hanno ridotto in macerie interi isolati e persino ampie parti di quartieri.

Le forze israeliane hanno usato il fosforo bianco, una sostanza chimica che si incendia a contatto con l'ossigeno, causando gravi e terribili ustioni, su quartieri densamente popolati. Il fosforo bianco può bruciare fino alle ossa e le ustioni sul 10% del corpo umano sono spesso fatali.

Israele si è anche impegnato in una punizione collettiva della popolazione di Gaza, tagliando cibo, acqua, elettricità e carburante. Questo è un crimine di guerra, e lo è anche bloccare volontariamente i soccorsi umanitari diretti ai civili in difficoltà.

Durante i precedenti cicli di ostilità, anche nel 2021, Human Rights Watch ha documentato gravi violazioni delle leggi di guerra da parte delle forze israeliane e dei gruppi armati palestinesi.

Desta preoccupazione anche il fatto che Israele abbia ordinato lo sfollamento di gran parte della popolazione civile di Gaza, che è consentito solo se necessario per la sicurezza dei civili o per ragioni militari imperative. La popolazione civile deve poter tornare al più presto - lo sfollamento permanente è un crimine.

Inoltre, le autorità di occupazione israeliane hanno commesso e continuano a commettere altri crimini internazionali, anche con gli insediamenti in Cisgiordania. Se la potenza occupante trasferisce una qualsiasi parte della sua popolazione civile nel territorio occupato, direttamente o indirettamente, si tratta di un crimine di guerra.

Human Rights Watch e altre organizzazioni per i diritti hanno anche scoperto che le autorità israeliane stanno commettendo i crimini contro l'umanità dell'apartheid e della persecuzione contro milioni di palestinesi. L'oppressione sistematica della popolazione di Gaza fa parte di questi crimini in corso.

I crimini internazionali dovrebbero portare a delle responsabilità. La Corte Penale internazionale (CPI) dell'Aia ha giurisdizione sui crimini di guerra e altri gravi crimini internazionali commessi nei o dai Territori Occupati Palestinesi (il territorio dello Stato di Palestina è membro della CPI), e da cittadini palestinesi.

Il procuratore della Corte ha un'indagine in corso, aperta dal suo predecessore nel 2021, su possibili crimini in Palestina.

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Human Rights Watch ha esortato il procuratore a rilasciare una chiara dichiarazione formale su come il mandato della Corte si applichi al contesto attuale, il che fornirebbe un segnale cruciale sul fatto che tutti i responsabili di crimini di guerra potrebbero essere perseguiti.

Chiamare in causa i responsabili affinché rispondano delle proprie azioni è vitale per porre fine alle atrocità.

Immagine in anteprima: frame video Wall Street Journal via YouTube

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