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Il governo bielorusso ha rapito migliaia di bambini ucraini

18 Luglio 2023 4 min lettura

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Il governo bielorusso ha rapito migliaia di bambini ucraini

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Tra i crimini più efferati documentati a seguito dell’invasione su larga scala dell’Ucraina ci sono il trasferimento forzato e la deportazione di minori, a opera delle forze armate russe e delle autorità di occupazione. Migliaia di casi di bambini sottratti alle famiglie, a orfanotrofi e ospedali di cui si perde traccia e che finiscono nei territori occupati in Ucraina, o in Russia.

Lo scorso maggio era uscito un dettagliato rapporto OSCE dove si documentava questo fenomeno e le numerose violazioni dei diritti umani che comporta. Nel complesso si parla probabilmente di quasi 20mila bambini. Uno dei casi documentati riguardava un minore trasportato in Bielorussia.

Ora un’inchiesta esclusiva del Telegraph getta luce sulle responsabilità avute anche dalla Bielorussia e dal suo presidente Aljaksandr Lukašėnka nelle deportazioni. Dal settembre 2022, riporta la testata, si stima che più di duemila bambini ucraini di appena sei anni siano stati deportati in quattro campi sul territorio bielorusso. In alcuni casi i bambini sono stati sottoposti a un addestramento militare. Queste pratiche, come spiegato dall’OSCE, configurano una violazione della Convenzione di Ginevra, della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dello stesso Statuto di Roma della Corte penale internazionale,

Le prove raccolte, depositate alla Corte penale internazionale dell’Aia, collegano a questi crimini lo stesso presidente bielorusso e alcuni funzionari del paese. Crimini per i quali già pende un mandato di cattura internazionale emesso dalla CPI per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini del governo russo.

Le accuse al governo bielorusso sono state presentate dal National Anti-Crisis Management, organizzazione bielorussa creata nel 2020 per proteggere i diritti umani e operare per una pacifica transizione del potere. “Vogliamo dimostrare che queste attività organizzate dallo stesso Lukašėnka sono un crimine di guerra”, ha dichiarato Pavel Latushka, fondatore dell’organizzazione. 

I trasferimenti (all’interno del territori occupati) e le deportazioni (fuori dai confini ucraini) sono iniziati da dopo l’invasione della Crimea del 2014. Tuttavia Mosca ha intensificato questa pratica nel periodo precedente l’invasione su larga scala del febbraio 2022, modificando inoltre le leggi sull’adozione per renderle più facili. Darya Herasymchuk, commissaria presidenziale ucraina per i diritti dei minori, ha dichiarato al Telegraph che solo 361 bambini sono stati restituiti dalle autorità russe a quelle ucraine. Mentre sono più di 100 le cause intentate contro le pratiche di deportazione.

I bambini deportati sono “evacuati” dai territori occupati e finiscono in campi di detenzione o “campi di vacanza”: le evacuazioni avvengono ufficialmente per “motivi medici” o di “sicurezza”. Spesso i bambini vengono presi dalle famiglie dietro minacce o false promesse, o dietro pagamento. Alcuni di questi bambini vengono adottati, quasi sempre si perdono le loro tracce. In Bielorussia i bambini arrivano attraverso la città russa di Rostov: da lì varcano il confine in direzione di Minsk, dove sono smistati in varie strutture. 

I giornalisti del Telegraph hanno visionato un documento firmato da Dmitry Mezentsev, ex ambasciatore russo in Bielorussia e attuale presidente di un organismo di cooperazione tra i due paesi. Nel documento è per l’appunto chiesta la collaborazione tra le ferrovie statali russe e bielorusse, così da favorire il “trasporto dei bambini del Donbas per la riabilitazione nella fraterna Bielorussia”. Altre prove fornite alla CPI riguardano i media di Stato bielorussi, che dichiarano esplicitamente lo spostamento dei bambini per ordine del presidente Lukašėnka. 

Gli attivisti e gli avvocati che si sono occupati di raccogliere le prove hanno identificato almeno quattro località. Tre di questi campi si trovano nella regione di Minsk, la capitale, e comprendono anche il sanatorio di Ostroshitsky Gorodok, il centro nazionale per l’istruzione e la salute minorile di Zubronok e il campo di Dubrava, di proprietà dell’azienda statale di fertilizzanti Belaruskali. Il quarto si trova invece nella regione di Gomel.

Secondo gli attivisti, è stato girato in quest’ultimo campo il video presentato tra le prove alle CPI. Il video mostra le sorelle Grudzev, un duo pop bielorusso, mentre parlano ai bambini ucraini. “"Per vivere in pace, per far morire Biden, Dio mi perdoni, per far morire anche Zelensky e per far sì che Putin prosperi e prenda il controllo di tutta l'Ucraina” dicono le sorelle nel video.

I tre giornalisti del Telegraph Sophia Yan Verity Bowman e Nataliya Vasilyeva hanno anche scoperto che i bambini detenuti nei campi in Russia sono sottoposti a una vera e propria rieducazione. Viene loro detto di essere russi, sono costretti a imparare e parlare la lingua russa, e se rifiutano di obbedire sono puniti fisicamente. Sia nei campi russi che in quelli russi l’addestramento militare comportano l’uso di armi da fuoco.

Gli attivisti che hanno seguito questi casi hanno inoltre evidenziato il rischio che, qualora i minori compiano 18 anni dopo essere stati deportati, possano essere arruolati. 

Il governo bielorusso non ha risposto alla richiesta di commento da parte del Telegraph. A giugno il presidente Lukašėnka aveva annunciato di aver offerto al Cremlino di ospitare i bambini, finanziando il loro soggiorno. "È così che abbiamo iniziato a portarli qui", ha detto invece martedì scorso il presidente bielorusso "Aiutiamo a migliorare le loro condizioni di salute e loro se ne vanno. Anche se in realtà non vogliono andarsene".

Immagine in anteprima via The Telegraph

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