«Rischiamo l’annichilimento di milioni di persone, con il prossimo virus»: lo scrissero gli studiosi, dopo l’epidemia di Sars. Dai mercati cinesi alla risposta politica, dalla gestione degli ospedali a quella dello stigma: perché non è stato fatto nulla per prepararci? Come riassume David Quammen, la rapida identificazione genomica del virus (due settimane) e la collaborazione internazionale, le efficaci misure di contenimento in tutti i Paesi coinvolti l’isolamento draconiano di certi Istituti, come il prestigioso Tan Tock Seng di Singapore, consentirono di contenere la diffusione del virus senza che mietesse molte vittime. Ma come riassumono ancora più seccamente altri studiosi, tutto questo non sarebbe bastato senza la serendipity, il «volto favorevole» del caso, che non ha lasciato aperti spifferi molecolari nel contenimento locale e globale del patogeno. Proprio quella serendipity ha contribuito alla sottovalutazione di SARS-CoV-2 e a non ascoltare i segnali che pure provenivano già dalla Cina, scrive Sandro Modeo. [Leggi l'articolo sul Corriere]