La maggior parte dei paesi europei stanno vivendo in questo periodo un ritorno graduale delle attività sociali in seguito a misure più o meno restrittive per contrastare la COVID-19. La "nuova normalità" è sicuramente marcata dal distanziamento fisico come regola di base, da una serie di precauzioni e comportamenti che entrano a far parte della nostra quotidianità e, infine, dalla responsabilità e dalle scelte individuali.
Il New York Times ha intervistato 511 epidemiologi per chiedere loro quando pensano di riprendere a svolgere, nelle loro vite private, alcune delle attività a cui abbiamo dovuto rinunciare per via della pandemia. La maggior parte di loro è d'accordo sul fatto che le attività all'aperto in piccoli gruppi sono più sicure di quelle in ambienti chiusi o affollati. Molti di loro, però, in assenza di un vaccino efficace o almeno di un trattamento, aspetteranno più di un anno prima di poter partecipare a concerti, eventi sportivi o funzioni religiose. E alcuni di loro dicono che probabilmente non saluteranno più le persone con abbracci o strette di mano. La maggior parte pensa che l'uso delle mascherine sarà necessario per molto tempo.
Il Times ha selezionato 20 attività per il sondaggio. Le risposte sono opinioni personali di un gruppo di 511 epidemiologi e specialisti in malattie infettive interrogati rispetto alla propria vita quotidiana. Le loro risposte, quindi, non sono da leggere come linee guida destinate ai cittadini o ai governi, ma sono scelte individuali (come quelle che ognuno di noi dovrà prendere nei prossimi mesi). Per cui, possiamo considerarle come decisioni informate di professionisti sanitari che conoscono l'evoluzione della pandemia, le dinamiche di contagio e i rischi che comportano le attività sociali sulle quali sono chiamati a esprimere un parere.
La maggioranza degli intervistati dice che presto (quest'estate) riprenderà a: ritirare la posta in arrivo, fissare un appuntamento con il proprio medico per questioni non urgenti, fare una vacanza con pernottamento a breve distanza in auto, andare a farsi tagliare i capelli.
La maggioranza aspetterà al 2021 per: partecipare a una piccola cena tra amici, organizzare un'escursione o un picnic con amici, mandare i bambini a scuola o all'asilo, lavorare in ufficio, permettere ai propri figli di andare a casa dei loro amici per giocare, prendere la metro o il bus, visitare un parente o un amico anziano, viaggiare in aereo, mangiare in un ristorante, andare in palestra.
La maggioranza pensa che passerà più di un anno prima di: partecipare a un matrimonio o a un funerale, abbracciare o stringere la mano per salutare un amico, uscire con qualcuno che non si conosce bene, andare in chiesa o partecipare a funzioni religiose, smettere di indossare quotidianamente le mascherine, andare a un concerto, una funzione teatrale o un evento sportivo.
Gli epidemiologi intervistati hanno dichiarato di essere guidati nelle loro decisioni dalle informazioni pubbliche che abbiamo attualmente sul virus e che prima di decidere se fare o no un'attività precisa valuteranno se le persone attorno indossano mascherine, se è possibile rispettare la distanza fisica di sicurezza e se ci sono alternative che riducono il rischio (come per esempio lavorare da casa invece di andare in ufficio). E poiché esiste la possibilità di una seconda ondata di contagi, dicono che potrebbero sentirsi meno a loro agio con determinate attività, se la situazione cambia. [Leggi l'articolo sul New York Times]