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9 Giugno 2020

“L’OMS che vorremmo”: più potere, più fondi, più indipendenza

Olivier Nay (politologo alla Sorbona di Parigi), Marie-Paule Kieny (direttrice della ricerca all'Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica francese e, in passato, assistente direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), Lelio Marmora (membro del board del Fondo Globale contro AIDS, tubercolosi e malaria) e Michel Kazatchkine (ex direttore del Fondo globale per la lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria) hanno scritto una lettera su Lancet intitolata "L'OMS che vorremmo" in cui hanno evidenziato alcuni limiti organizzativi e di potere dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e suggerito dove e come intervenire per renderla più efficiente ed efficace nel contrasto di pandemie come SARS-CoV-2.

Negli ultimi anni, scrivono i quattro esperti, l'OMS è stata spesso criticata per ciò che avrebbe dovuto fare o non avrebbe supervisionato, e per la gestione dell'agenzia da parte del suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Nessuno può negare i limiti, le disfunzioni e le procedure burocratiche. Tuttavia, riteniamo che l'OMS debba essere sostenuta nel suo pieno mandato e che il suo ruolo di coordinamento nelle crisi sanitarie internazionali debba essere riaffermato". Una pandemia richiede un approccio multilaterale, prosegue la lettera. "Negli ultimi 20 anni, la cooperazione multilaterale ha aiutato a rispondere efficacemente all'HIV / AIDS, alla tubercolosi e alla malaria e ha spianato la strada a campagne di vaccinazione su larga scala in contesti fragili. Molti paesi a basso e medio reddito sono stati supportati dal multilateralismo per sviluppare strategie sanitarie sostenibili". Per questo motivo, anziché rendere ancora più fragile l'OMS e discutere al ribasso il suo mandato, in questo momento "chiediamo agli Stati membri delle Nazioni Unite di riconoscere i loro ruoli e le proprie responsabilità nella governance dell'OMS. Chiediamo alle nazioni di ripristinare la cooperazione multilaterale rispetto alla salute globale. Tale cooperazione richiederà finanziamenti, pensiero collettivo, leadership politica e rigore tecnico. Abbiamo anche bisogno di investimenti intellettuali e strategici attivi; supporto, non vuota critica; e impegno, non abbandono".

Nel 2005, in seguito alla SARS, gli Stati membri dell'OMS hanno ratificato un trattato giuridicamente vincolante, il Regolamento Sanitario Internazionale, impegnandosi a riferire all'Organizzazione e a prepararsi e a rispondere a qualsiasi epidemia che potesse diventare una minaccia globale per la salute pubblica. Nel 2016, è stato creato il programma di emergenza sanitaria che è servito a contrastare Ebola, le epidemie di febbre gialla, poliomielite, vaiolo e il virus Zika, nonostante gli scarsi finanziamenti. Ma, di fronte a COVID-19, questi strumenti si sono rivelati inadeguati. Il Regolamento Sanitario Internazionale va rafforzato. C'è bisogno di un'OMS più forte e autorevole che abbia "la piena autorità [riconosciuta dagli Stati membri senza considerazioni politiche] per coordinare le emergenze sanitarie globali" e "il potere di imporre la trasparenza dei dati relativi alla sanità inviando osservatori indipendenti nei vari paesi"; che dia "un ruolo equo alla società civile e ad altri attori non governativi nella sua governance" e si concentri "principalmente sul suo mandato di agenzia tecnica sanitaria". C'è bisogno di un'OMS, "il cui finanziamento non dipenda da contributi volontari su cui non ci può fare affidamento".

"L'OMS si evolverà solo se i governi nazionali daranno la priorità a un approccio collettivo globale ai problemi sanitari globali. Tuttavia, questa mossa non è sufficiente. La nuova governance della salute dovrebbe dare lo spazio adeguato alle economie emergenti e ai paesi a basso reddito. L'OMS non recupererà la sua piena autorità se gli Stati membri non rinunceranno ad alcune delle loro prerogative nazionali a beneficio della salute pubblica globale".

Rispetto all'attuale pandemia, "chiediamo all'OMS di fornire raccomandazioni regolarmente aggiornate da comitati di esperti indipendenti su strategie preventive e potenziali trattamenti per COVID-19; proporre metodi universali e standardizzati per la raccolta e la comunicazione dei dati epidemiologici dei diversi paesi; accelerare la valutazione, la selezione e la prequalificazione dei test diagnostici; consolidare le informazioni sui progressi della ricerca sui vaccini contro COVID-19 e lavorare a monte con i partner per garantire un accesso equo a terapie e vaccinazioni non appena saranno disponibili; facilitare il coordinamento logistico e la fornitura di reagenti, dispositivi di protezione individuale e potenziali trattamenti; sostenere i paesi con sistemi sanitari fragili per garantire l'assistenza sanitaria di base e di routine, in particolare per quanto riguarda le malattie croniche". [Leggi la lettera su Lancet]

13 Ottobre 2020 17:18
Trump, il super diffusore di disinformazione (con l’aiuto dei media)

Trump non ha bisogno dei russi per diffondere disinformazione. Ci pensano benissimo i media mainstream a dargli una mano. Il voto postale è sicuro, casi di frode sono rarissimi e hanno una portata talmente limitata da essere irrilevanti. Eppure milioni di americani, secondo diversi sondaggi, si sono convinti che il voto postale sia causa di brogli elettorali di massa.
Si potrebbe pensare che sia colpa delle "fake news", dei social media e delle infiltrazioni russe. E invece sorpresa: la principale fonte di disinformazione sul voto postale è il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump. In questo aiutato dai media mainstream di tutto lo spettro politico, che sistematicamente ne amplificano il messaggio. A dimostrarlo un nuovo studio del Berkman Klein Center for Internet and Society at Harvard University, che ha analizzato, quantitativamente e qualitativamente, 55mila storie pubblicate dai media online (inclusi siti online di TV, giornali e radio locali e fonti esclusivamente online, forum di siti che vanno da Huffington Post e Breitbart a Townhall o DailyKos fino a blog personali) attraverso Media Cloud, 5 milioni di tweet attraverso Brandwatch, 75mila post di pagine Facebook usando CrowdTangle, relativi al voto per posta e al rischio brogli, pubblicati fra il 1 marzo e il 31 agosto 2020.

1 Ottobre 2020 17:16
Cosa sappiamo delle prove della virologa cinese, Li-Meng Yan, sul virus fabbricato in laboratorio

A settembre Li-Meng Yan, virologa cinese, intervistata da Fox News, ha raccontato senza dubbi o esitazioni che il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia in corso, è stato creato in laboratorio, come ha cercato poi di dimostrare in un articolo pubblicato su una piattaforma open access. Dall'isolamento del SARS-CoV-2 i tentativi di sostenere che il virus provenisse dal laboratorio di massima sicurezza di Wuhan (WIV) sono stati tanti. Ma erano affermazioni non supportate da evidenze o ricostruzioni pseudo-scientifiche inattendibili, secondo cui era stato disperso per negligenza un virus isolato in natura e studiato al WIV, o che al WIV stavano modificando per motivi sperimentali. Se così fosse stato, quei virus avrebbero riportato nella loro sequenza una precisa impronta molecolare e qualche traccia delle manipolazioni, che SARS-CoV-2 invece non ha. Nell'articolo, Li-Meng Yan costruisce una narrazione molto articolata, cerca di dimostrare con dovizia di dettagli, che chi non ha competenze in biologia molecolare fatica a seguire, come SARS-CoV-2 sia stato (o potrebbe essere stato) creato in laboratorio, per collocare alla fine la pistola fumante nelle mani di Shi ZhengLi, ricercatrice del laboratorio WIV. Ma, a un'analisi attenta, l'articolo risulta pieno di lacune e con chiari intenti politici.

18 Settembre 2020 17:15
Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi: la pandemia sta aggravando le disuguaglianze economiche

Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi. Tra le principali conseguenze negative della pandemia di COVID-19 c'è il rafforzamento delle diseguaglianze economiche. Secondo il Fondo Monetario Internazionali (FMI) nel 2020 la crescita globale prevista sarà di –4,9%, mentre la ripresa dovrebbe essere più graduale di quanto stimato in precedenza. L'FMI spiega inoltre che l'impatto negativo sulle famiglie a basso reddito è particolarmente pesante. Una situazione che mette "a repentaglio i significativi progressi compiuti nella riduzione della povertà estrema nel mondo gli anni '90". L'impatto socio-economico della pandemia COVID-19 rischia di colpire in maniera particolare i minori, secondo l’UNICEF. In particolar modo nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Aumento di disuguaglianze e povertà non sono però fenomeni limitati ai paesi più poveri. Infatti, persone che prima lavoravano e che non si erano mai sentite obbligate a cercare aiuto ora stanno facendo la fila ai banchi alimentari anche ad esempio negli Stati Uniti, in Spagna e in Gran Bretagna.

17 Settembre 2020 17:13
La corsa geopolitica al vaccino che rischia di minare la fiducia dei cittadini

Quando è iniziata la corsa per la produzione dei vaccini per debellare la COVID-19, uno degli scenari più temuti dagli scienziati e dagli esperti di salute pubblica di tutto il mondo era rappresentato dal sacrificio della sicurezza di un eventuale vaccino in nome della velocità. Da subito, politica e scienza hanno parlato linguaggi diversi, tra chi annunciava che avremmo avuto un vaccino “entro 12 o 18 mesi” e chi, invece, predicava prudenza e invitava a non fare proclami, cercando di spiegare quanto fosse lungo l’iter di approvazione di un vaccino. Questo perché creare un vaccino è, per certi versi, la parte più semplice. Dimostrare che è sicuro ed efficace e che può essere usato in grandi fasce della popolazione e in grandi quantità, può richiedere invece anche decenni. «Sembra che ci sia una corsa per comprimere i tempi, sopprimere le scadenze e ignorare i problemi di sicurezza», ha detto Paul Offit, capo del Vaccine Education Center del Children's Hospital di Filadelfia, negli USA. Il risultato è che sempre più persone, non necessariamente antivacciniste, stanno nutrendo dubbi sulla sicurezza di un eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus e non sono predisposte a essere vaccinate, rischiando così di pregiudicare l’efficacia di un’eventuale campagna di vaccinazione.

12 Settembre 2020 17:12
QAnon, la nuova ‘religione’ complottista dell’era Trump nata sul web, entrata nella realtà ed esplosa con la pandemia

Anche se può sembrare strano, il potere negli Stati Uniti non lo esercita il governo federale. Tutt’altro: è in mano ad un’oscura cricca di potenti pedofili che adorano Satana, succhiano il sangue dei bambini per rimanere in salute, e si sono infiltrati in tutti i gangli delle istituzioni politiche, mediatiche e culturali – Hollywood compresa. Fortunatamente, a tenere testa a questo “Stato nello Stato” ci sono Donald Trump e un gruppo di militari sotto copertura. Il presidente e altri “patrioti” stanno segretamente conducendo una guerra contro questa cricca, e tra poco i traditori finiranno a Guantanamo a scontare il resto dei loro giorni. Un anonimo funzionario dell’intelligence, conosciuto come “Q”, racconta questa grande battaglia attraverso messaggi criptici postati online. O almeno, questa è la convinzione centrale di “QAnon”- il nome della più assurda, complicata e diffusa teoria del complotto negli Stati Uniti. Sebbene le teorie del complotto facciano più presa in tempi di grandi sconvolgimenti politici e sociali, secondo diversi esperti QAnon è un qualcosa di profondamente diverso da quanto abbiamo visto finora. “È sicuramente alimentato da paranoia e populismo”, ha scritto la giornalista Adrianne LaFrance, “ma anche dalla fede religiosa. QAnon combina il fascino per il cospirazionismo con l’aspettativa di un futuro radicalmente diverso e migliore”. Preso alla lettera, tuttavia, il futuro di QAnon è apocalittico e violento. Se i tuoi avversari politici smettono di essere tali, e sono raffigurati come adoratori di Satana che bevono il sangue di bambini innocenti, eliminarli fisicamente diventa una soluzione praticabile. E il “Grande Risveglio” – il momento in cui la cricca sarà sconfitta – è di fatto un colpo di stato militare in cui politici e oppositori spariscono in campi di concentramento senza alcun processo. Non a caso, l’FBI l’ha inserito nella lista delle “minacce domestiche”. Nonostante ciò, Donald Trump si è rifiutato di prendere le distanze; anzi, l’ha velatamente supportata, definendo i seguaci della teoria come “persone che amano il loro paese”. In questo lungo articolo abbiamo ripercorso la storia di QAnon, rintracciato i suoi precedenti storici e culturali, e cercato di capire come mai delle previsioni completamente sballate abbiano generato un movimento globale.