Sono passati circa sei mesi da quando il SARS-CoV-2 è stato scoperto, a novembre del 2019, a Wuhan. Fin dall'inizio ciò che ha allarmato gli esperti è stato il fatto che si trattasse di un nuovo virus e di una nuova malattia di cui non si sapeva nulla. E dopo mesi di studi sono ancora più le cose che non conosciamo di quelle che abbiamo scoperto. Nei primi mesi di diffusione del virus i sintomi più noti erano familiari, spesso associati a malattie più comuni: febbre, tosse secca, difficolta respiratoria, per esempio. La febbre alta e la difficoltà respiratoria sono stati percepiti da molti come i sintomi più importanti, in assenza dei quali non era necessario rivolgersi a un medico. Oggi conosciamo una realtà diversa, più complessa. Secondo il Journal of the American Medical Association, il 70% dei pazienti ricoverati nella più grande rete ospedaliera dello Stato di New York non presentava febbre. Anche la difficoltà respiratoria sembra essere un sintomo minoritario, che riguarda circa l'11% dei ricoveri, secondo i dati americani. Un articolo di aprile pubblicato della rivista Science pubblica la lista degli organi che possono essere colpiti dal COVID-19: polmoni, cuore, reni, fegato, intestino, occhi, naso, vasi sanguigni e probabilmente anche il cervello. E in alcuni casi il sistema immunitario stesso è il principale responsabile della morte, attraverso una reazione nota come "tempesta di citochine". L'ampio spettro di sintomi che si stanno scoprendo e studiando indica che siamo ancora molto lontani dal sapere come uccide il coronavirus. [Leggi l'articolo sul New York Magazine]