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8 Giugno 2020

I ricercatori cercano di capire perché COVID-19 sembra più mortale negli Stati Uniti e in Europa che in Asia

In Cina, dove il SARS-CoV-2 è apparso per la prima volta lo scorso dicembre, sono state registrate meno di 5 mila morti, che corrispondono ad appena 3 morti per milione di abitanti. In Italia, Spagna e Regno Unito sono stati superati i 500 morti per milione di abitanti, negli Stati Uniti sono circa 300, in Germania 100. A cosa si debba questa disparità nella mortalità della COVID-19 è uno degli enigmi che i ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di risolvere.

Trovare una risposta (o meglio, una serie di risposte) non è facile, come spiega un articolo pubblicato sul Washington Post. Molti paesi asiatici hanno reagito più velocemente rispetto all'Europa e agli Stati Uniti, ma i ricercatori non escludono anche altri fattori, come la genetica e le differenze nel sistema immunitario, la diversità culturale, la possibilità dell'esistenza di più ceppi del virus o i livelli di obesità e di salute in generale. Tutti questi fattori possono aver contribuito, ma probabilmente nessuno di questi preso singolarmente è sufficiente a spiegare la diversa mortalità tra paesi.

Partiamo dalla spiegazione più semplice: una risposta più rapida ed efficace. In parte, il motivo dell'elevato numero di decessi negli Stati Uniti e in Europa potrebbe risiedere in un'iniziale riluttanza del mondo Occidentale a reagire a un'epidemia che sembrava lontana e poco minacciosa. Al contrario, in Asia, le precedenti esperienze con le epidemie di SARS e MERS hanno consentito risposte molto più veloci alla nuova minaccia. Taiwan, per esempio, è stata ampiamente elogiata per la sua rapida reazione all'epidemia. Così come la Corea del Sud, che ha creato un vasto programma di test, tracciabilità e isolamento dei pazienti. Questo però non spiega il caso dell'India, un paese molto diverso, che ha registrato una mortalità molto bassa. Una situazione simile si è verificata in Pakistan o nelle Filippine.

In molti hanno pensato, soprattutto agli inizi dell'epidemia, che l'estate avrebbe spazzato via il virus. Sappiamo che non è così, però si pensa che il clima caldo e umido potrebbe essere stato d'aiuto in paesi come la Cambogia, il Vietnam e Singapore. Diversi studi hanno suggerito che, nonostante il calore e l'umidità non siano sufficienti a fermare la diffusione del virus, possono comunque rallentarla. Eppure in alcune regioni equatoriali con questo clima, come in Ecuador e in Brasile, i casi e le morti per COVID-19 sono elevati.

La demografia appare come un fattore importante: la popolazione africana, molto più giovane, potrebbe aver resistito meglio alla malattia rispetto alle popolazioni più anziane del nord Italia, per esempio. Per cui in Giappone, che ha la popolazione più anziana del pianeta, il basso tasso di mortalità sembra essere dovuto ad altre ragioni.

Si pensa che l'igiene e le abitudini sociali dei giapponesi (evitare le strette di mano e il contatto fisico o usare mascherine quando si è ammalati, per esempio) abbiano avuto un effetto positivo. Inoltre il sistema sanitario universale del paese fa della protezione degli anziani una delle sue priorità.

La possibilità di un nuovo ceppo del virus più contagioso e letale è un'ipotesi che va studiata. I dati clinici al momento sono troppo limitati per determinare se la letalità del virus sia cambiata in seguito a una mutazione. Gli esperti dicono che bisogna continuare a esaminare questa possibilità, ma avvisano che a oggi ancora non è chiaro.

Le differenza genetica è un altro fattore al vaglio dei ricercatori. Il medico-scienziato e immunologo giapponese Tasuku Honjo, premio Nobel per la medicina nel 2018, sostiene che europei e asiatici hanno enormi differenze nell'antigene leucocitario umano (HLA), che controlla la risposta del sistema immunitario ai virus. Gli scienziati presso la Chiba University ritengono che esista un'ampia gamma di fattori genetici che possano condizionare la risposta dell'organismo al coronavirus e che, sebbene allo stato attuale delle ricerche non esista alcuna evidenza, è importante studiare questa possibilità.

Anche la diversità dei sistemi immunitari può aver contribuito a una diversa mortalità geografica. Tatsuhiko Kodama dell'Università di Tokio riferisce che studi preliminari mostrano che il sistema immunitario dei giapponesi tende a reagire al SARS-CoV-2 come se fosse stato già esposto al virus in passato. Lo scienziato fa notare che l'Asia orientale per centinaia di anni è stato in contatto con diversi tipi coronavirus e che questa potrebbe essere una delle ragioni. Detto in altro modo, l'enigma del basso tasso di mortalità in Asia orientale potrebbe essere spiegato dalla presenza di un'immunità parziale tra la popolazione.

L'obesità è uno dei principali fattori di rischio per la COVID-19. Poco più del 4% dei giapponesi è classificato come obeso e meno del 5% dei sudcoreani. Ciò si confronta con il 20% o più nell'Europa occidentale e il 36% delle persone negli Stati Uniti, secondo dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

La causa della disparità tra paesi quando si parla della mortalità della COVID-19 non è una sola, ma va cercata nella somma di tutte queste variabili. Inoltre, tutta la ricerca epidemiologica sul nuovo coronavirus deve fare i conti con dati incompleti: le conclusioni tratte guardando le cifre iniziali possono cambiare con l'emergere di nuovi dati, più accurati. Ci troviamo ancora nella fase iniziale della pandemia, secondo gli esperti, e per rispondere a quesiti scientifici di questo tipo occorre tempo e ricerca. [Leggi l’articolo sul Washington Post]

13 Ottobre 2020 17:18
Trump, il super diffusore di disinformazione (con l’aiuto dei media)

Trump non ha bisogno dei russi per diffondere disinformazione. Ci pensano benissimo i media mainstream a dargli una mano. Il voto postale è sicuro, casi di frode sono rarissimi e hanno una portata talmente limitata da essere irrilevanti. Eppure milioni di americani, secondo diversi sondaggi, si sono convinti che il voto postale sia causa di brogli elettorali di massa.
Si potrebbe pensare che sia colpa delle "fake news", dei social media e delle infiltrazioni russe. E invece sorpresa: la principale fonte di disinformazione sul voto postale è il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump. In questo aiutato dai media mainstream di tutto lo spettro politico, che sistematicamente ne amplificano il messaggio. A dimostrarlo un nuovo studio del Berkman Klein Center for Internet and Society at Harvard University, che ha analizzato, quantitativamente e qualitativamente, 55mila storie pubblicate dai media online (inclusi siti online di TV, giornali e radio locali e fonti esclusivamente online, forum di siti che vanno da Huffington Post e Breitbart a Townhall o DailyKos fino a blog personali) attraverso Media Cloud, 5 milioni di tweet attraverso Brandwatch, 75mila post di pagine Facebook usando CrowdTangle, relativi al voto per posta e al rischio brogli, pubblicati fra il 1 marzo e il 31 agosto 2020.

1 Ottobre 2020 17:16
Cosa sappiamo delle prove della virologa cinese, Li-Meng Yan, sul virus fabbricato in laboratorio

A settembre Li-Meng Yan, virologa cinese, intervistata da Fox News, ha raccontato senza dubbi o esitazioni che il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia in corso, è stato creato in laboratorio, come ha cercato poi di dimostrare in un articolo pubblicato su una piattaforma open access. Dall'isolamento del SARS-CoV-2 i tentativi di sostenere che il virus provenisse dal laboratorio di massima sicurezza di Wuhan (WIV) sono stati tanti. Ma erano affermazioni non supportate da evidenze o ricostruzioni pseudo-scientifiche inattendibili, secondo cui era stato disperso per negligenza un virus isolato in natura e studiato al WIV, o che al WIV stavano modificando per motivi sperimentali. Se così fosse stato, quei virus avrebbero riportato nella loro sequenza una precisa impronta molecolare e qualche traccia delle manipolazioni, che SARS-CoV-2 invece non ha. Nell'articolo, Li-Meng Yan costruisce una narrazione molto articolata, cerca di dimostrare con dovizia di dettagli, che chi non ha competenze in biologia molecolare fatica a seguire, come SARS-CoV-2 sia stato (o potrebbe essere stato) creato in laboratorio, per collocare alla fine la pistola fumante nelle mani di Shi ZhengLi, ricercatrice del laboratorio WIV. Ma, a un'analisi attenta, l'articolo risulta pieno di lacune e con chiari intenti politici.

18 Settembre 2020 17:15
Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi: la pandemia sta aggravando le disuguaglianze economiche

Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi. Tra le principali conseguenze negative della pandemia di COVID-19 c'è il rafforzamento delle diseguaglianze economiche. Secondo il Fondo Monetario Internazionali (FMI) nel 2020 la crescita globale prevista sarà di –4,9%, mentre la ripresa dovrebbe essere più graduale di quanto stimato in precedenza. L'FMI spiega inoltre che l'impatto negativo sulle famiglie a basso reddito è particolarmente pesante. Una situazione che mette "a repentaglio i significativi progressi compiuti nella riduzione della povertà estrema nel mondo gli anni '90". L'impatto socio-economico della pandemia COVID-19 rischia di colpire in maniera particolare i minori, secondo l’UNICEF. In particolar modo nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Aumento di disuguaglianze e povertà non sono però fenomeni limitati ai paesi più poveri. Infatti, persone che prima lavoravano e che non si erano mai sentite obbligate a cercare aiuto ora stanno facendo la fila ai banchi alimentari anche ad esempio negli Stati Uniti, in Spagna e in Gran Bretagna.

17 Settembre 2020 17:13
La corsa geopolitica al vaccino che rischia di minare la fiducia dei cittadini

Quando è iniziata la corsa per la produzione dei vaccini per debellare la COVID-19, uno degli scenari più temuti dagli scienziati e dagli esperti di salute pubblica di tutto il mondo era rappresentato dal sacrificio della sicurezza di un eventuale vaccino in nome della velocità. Da subito, politica e scienza hanno parlato linguaggi diversi, tra chi annunciava che avremmo avuto un vaccino “entro 12 o 18 mesi” e chi, invece, predicava prudenza e invitava a non fare proclami, cercando di spiegare quanto fosse lungo l’iter di approvazione di un vaccino. Questo perché creare un vaccino è, per certi versi, la parte più semplice. Dimostrare che è sicuro ed efficace e che può essere usato in grandi fasce della popolazione e in grandi quantità, può richiedere invece anche decenni. «Sembra che ci sia una corsa per comprimere i tempi, sopprimere le scadenze e ignorare i problemi di sicurezza», ha detto Paul Offit, capo del Vaccine Education Center del Children's Hospital di Filadelfia, negli USA. Il risultato è che sempre più persone, non necessariamente antivacciniste, stanno nutrendo dubbi sulla sicurezza di un eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus e non sono predisposte a essere vaccinate, rischiando così di pregiudicare l’efficacia di un’eventuale campagna di vaccinazione.

12 Settembre 2020 17:12
QAnon, la nuova ‘religione’ complottista dell’era Trump nata sul web, entrata nella realtà ed esplosa con la pandemia

Anche se può sembrare strano, il potere negli Stati Uniti non lo esercita il governo federale. Tutt’altro: è in mano ad un’oscura cricca di potenti pedofili che adorano Satana, succhiano il sangue dei bambini per rimanere in salute, e si sono infiltrati in tutti i gangli delle istituzioni politiche, mediatiche e culturali – Hollywood compresa. Fortunatamente, a tenere testa a questo “Stato nello Stato” ci sono Donald Trump e un gruppo di militari sotto copertura. Il presidente e altri “patrioti” stanno segretamente conducendo una guerra contro questa cricca, e tra poco i traditori finiranno a Guantanamo a scontare il resto dei loro giorni. Un anonimo funzionario dell’intelligence, conosciuto come “Q”, racconta questa grande battaglia attraverso messaggi criptici postati online. O almeno, questa è la convinzione centrale di “QAnon”- il nome della più assurda, complicata e diffusa teoria del complotto negli Stati Uniti. Sebbene le teorie del complotto facciano più presa in tempi di grandi sconvolgimenti politici e sociali, secondo diversi esperti QAnon è un qualcosa di profondamente diverso da quanto abbiamo visto finora. “È sicuramente alimentato da paranoia e populismo”, ha scritto la giornalista Adrianne LaFrance, “ma anche dalla fede religiosa. QAnon combina il fascino per il cospirazionismo con l’aspettativa di un futuro radicalmente diverso e migliore”. Preso alla lettera, tuttavia, il futuro di QAnon è apocalittico e violento. Se i tuoi avversari politici smettono di essere tali, e sono raffigurati come adoratori di Satana che bevono il sangue di bambini innocenti, eliminarli fisicamente diventa una soluzione praticabile. E il “Grande Risveglio” – il momento in cui la cricca sarà sconfitta – è di fatto un colpo di stato militare in cui politici e oppositori spariscono in campi di concentramento senza alcun processo. Non a caso, l’FBI l’ha inserito nella lista delle “minacce domestiche”. Nonostante ciò, Donald Trump si è rifiutato di prendere le distanze; anzi, l’ha velatamente supportata, definendo i seguaci della teoria come “persone che amano il loro paese”. In questo lungo articolo abbiamo ripercorso la storia di QAnon, rintracciato i suoi precedenti storici e culturali, e cercato di capire come mai delle previsioni completamente sballate abbiano generato un movimento globale.