"Non è ancora chiaro se si tratta del virus che infetta i polmoni e i vasi sanguigni o se è il sistema immunitario del corpo che va fuori controllo e provoca lesioni ai polmoni e ai vasi sanguigni. Oppure, potrebbe essere una combinazione di entrambi". David Darley, dottore dell'ospedale Saint Vincent di Sydney, è uno dei tanti medici alle prese con i trattamenti per curare le persone che si ammalano di COVID-19. L'evoluzione della malattia è diversa da paziente a paziente e questo rende ancora misterioso il modo in cui il nuovo coronavirus colpisce il corpo umano e ignoti anche gli effetti a lungo termine. "Fino alla fine della prima settimana, i pazienti sono stabili. Poi all'improvviso, hanno questa risposta iperinfiammatoria. Le proteine coinvolte in quell'infiammazione iniziano a circolare nel corpo ad alti livelli", spiega ancora Darley. In questi pazienti, i polmoni iniziano la loro battaglia, la pressione sanguigna si abbassa, altri organi, compresi i reni, vengono coinvolti, si formano coaguli di sangue in tutto il corpo e anche il cervello e l'intestino possono essere colpiti. "Penso che ciò che si sta evolvendo sia un insieme molto specifico di stadi della malattia e, per qualche ragione, non tutti attraversano tutti gli stadi", afferma Darley. “Alcuni, per lo più gli anziani, uomini, con più patologie, passano allo stadio più grave e richiedono supporto respiratorio e ossigeno". Il formarsi di questo tipo di coagulazione nelle malattie respiratorie è molto insolito, spiega il prof. Luciano Gattinoni. "Ciò che è particolarmente sconcertante è che i pazienti presentano scarsa ossigenazione ma danni polmonari ridotti", spiega il professore. "Questo accade di solito con i pazienti che soffrono l'altitudine non con chi è colpito da un'infezione virale. Di conseguenza, i pazienti che sono molto malati potrebbero non avere difficoltà respiratorie, ma essere gravemente privati dell'ossigeno". [Leggi l'articolo sul Guardian]