Trump e il progetto di distruzione della ricerca sul clima
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Nei giorni scorsi è stato fatto un altro passo in avanti nell'opera di distruzione della ricerca sul clima negli Stati Uniti, diventata non solo scomoda ma anche eversiva sotto il secondo mandato di un presidente negazionista e pro-combustibili fossili come Donald Trump. La sua Casa Bianca si sta muovendo per smantellare il National Center for Atmospheric Research (NCAR). Finanziato dalla National Science Foundation e gestito da un consorzio di più di un centinaio di università, NCAR è un importante centro di ricerca sul clima con sede a Boulder, nello stato del Colorado, e luogo di lavoro per più di 800 persone.
Il NCAR è stato fondato nel 1960 su impulso della National Academy of Sciences, che qualche anno prima aveva convocato un comitato di scienziati per indagare sullo stato della meteorologia negli Stati Uniti, che allora sembrava carente di risorse e inadeguata per affrontare la complessità della scienza atmosferica nel dopoguerra. Gli scienziati prendevano atto che era necessario investire molto di più nella ricerca di base in questo settore. L’esito di queste iniziative portò alla fondazione di un istituto la cui cui missione sarebbe stata affrontare i problemi fondamentali dell'atmosfera.
Nei laboratori del NCAR si studia la climatologia e meteorologia, gli inquinanti atmosferici, l’idrologia, il Sole e la meteorologia spaziale, che comprende fenomeni come le tempeste solari. Per queste attività, NCAR si avvale di tecnologie come supercomputer e aerei attrezzati per la ricerca. Gestisce un osservatorio solare nelle isole Hawaii. Negli anni ‘60 ha sviluppato il primo modello moderno di una particolare sonda dotata di strumenti per la misurazione di parametri come temperatura, pressione e umidità. Sganciata da un aereo di ricognizione, questa sonda, nella sua caduta fino alla superficie terrestre, può attraversare sistemi temporaleschi e cicloni tropicali e fornire dati critici per il loro studio e monitoraggio. I modelli climatici e di previsione meteorologica elaborati dal NCAR sono un riferimento per la comunità scientifica. Le sue ricerche permettono di migliorare la capacità di prevedere alluvioni, siccità, incendi. Tutti fenomeni che il cambiamento climatico sta aggravando.
Queste attività scientifiche, e quelle loro applicazioni, sono come fumo negli occhi per una presidenza la cui linea ufficiale sul cambiamento climatico è quella negazionista. «La più grande truffa mai perpetrata ai danni del mondo», lo ha definito Donald Trump nel suo discorso alle Nazioni Unite. Ad annunciare la volontà di chiudere il NCAR è stato Russell Vought, direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio che, oltre al supervisionare la distribuzione delle risorse federali, ha il compito di «supervisionare all’attuazione della visione del Presidente» e di assisterlo nel raggiungimento dei suoi obiettivi politici all’interno dell’esecutivo. «Questa struttura [NCAR] è una delle maggiori fonti di allarmismo climatico nel paese», ha scritto Vought sulla piattaforma X. Secondo il deputato repubblicano Scott Perry, il NCAR non starebbe conducendo «innocenti ricerche atmosferiche e meteorologiche», ma sarebbe «un braccio del movimento radicale dietro il Green New Scam [Grande Truffa Verde] e molte altre politiche energetiche contrarie al libero mercato». Il progetto della Casa Bianca sarebbe quello di salvare e trasferire ad altra sede solo i rami del NCAR che si occupano di modelli meteorologici e supercomputer.
Russell Vought è stato direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio anche nella prima presidenza Trump. In passato, ha ricoperto incarichi nel comitato nazionale repubblicano e ha contribuito a lanciare Heritage Action, un ramo della conservatrice Heritage Foundation. È anche un diacono battista. In un suo ritratto pubblicato lo scorso ottobre, intitolato “Il Presidente ombra”, l’organizzazione giornalistica investigativa ProPublica ha scritto che nella visione di Vought per il governo degli Stati Uniti c’è un potere esecutivo onnipotente «in grado di licenziare i lavoratori, cancellare programmi, chiudere agenzie e annullare le normative che regolano la qualità dell'aria e dell'acqua, i mercati finanziari, le tutele sul posto di lavoro e i diritti civili».
Vought è stato tra le persone coinvolte nel Project 2025, un’iniziativa della Heritage Foundation inaugurata nel 2023 in vista di una seconda, possibile, presidenza Trump. Insieme ad altri repubblicani e lobbisti conservatori, Vought ha partecipato alla scrittura di Mandate for Leadership, un documento di quasi 900 pagine in cui si tratteggia un programma di governo di destra radicale. A pagina 675, gli autori scrivevano che la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale per gli oceani e l’atmosfera, un’altra istituzione di riferimento nella ricerca sul clima, è «uno dei principali motori dell’industria dell’allarmismo sul cambiamento climatico» e che «dovrebbe essere smantellata». Sono parole simili a quelle usate da Vought qualche giorno fa annunciando la chiusura del NCAR. “Allarmismo climatico” è anche una delle espressioni più in voga tra i negazionisti per screditare le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale.
Nonostante i tentativi di Trump di prendere la distanze da questo programma estremista durante la campagna elettorale presidenziale, lo scorso aprile la Casa Bianca aveva proposto di ridurre il bilancio della NOAA di circa il 27% e uno sconcertante taglio del 74% al suo ufficio di ricerca, che avrebbe portato alla sua chiusura di fatto. A fine agosto, secondo documento di bilancio visionato dalla rivista Science, l'amministrazione trumpiana aveva predisposto una riduzione del 14% per la divisione di ricerca della NOAA, rispetto al livello stabilito dal Congresso per il 2025, un «anticipo della proposta della Casa Bianca di eliminarla nell'anno fiscale 2026». Non sappiamo ancora con precisione quale sarà il bilancio di questa agenzia per il prossimo anno, ma tutto ciò che è accaduto in questo primo anno di secondo mandato di Trump dimostra la volontà di marciare nell’esatta direzione indicata dal Project 2025 e dalla filosofia di governo di attivisti conservatori come Vought. Un conservatorismo che teorizza e pratica il vandalismo quando si tratta della ricerca sul cambiamento climatico e delle politiche per contrastarlo. La politica di Trump e dei suoi funzionari contro la climatologia è una guerra retorica, ideologica e politica a una singola scienza che non ha praticamente precedenti nell’Occidente contemporaneo.
Come ha scritto la scienziata Robin Tanamachi, «la necessità di comprendere l'atmosfera persisterà finché gli esseri umani respireranno aria. Vandalizzare questa istituzione iconica [NCAR] in nome della vendetta è un torto agli Stati Uniti e all'umanità intera».
Immagine in anteprima: frame video CNN







