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Alzare il tetto del contante a 10mila euro è un favore all’evasione e al riciclaggio

28 Ottobre 2022 7 min lettura

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Alzare il tetto del contante a 10mila euro è un favore all’evasione e al riciclaggio

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Nel giorno della fiducia al Senato della Repubblica il governo di Giorgia Meloni è inciampato nella prima polemica a carattere economico: quella sul limite all’utilizzo del contante. 

A innescare la polemica è stato il senatore della Lega Alberto Bagnai, uno dei fedeli di Salvini, che ha presentato una proposta di legge per innalzare la soglia d’utilizzo del contante a 10,000 euro. Si tratta di uno dei cavalli di battaglia della Lega che anche durante il governo Draghi era riuscita a inserire nel decreto Milleproroghe un rinvio dell’abbassamento del contante previsto per quest’anno. 

Leggi anche >> Vale davvero la pena parlare così tanto di tetto al contante? Una guida al dibattito

È intervenuta nel dibattito anche la Presidente del consiglio Giorgia Meloni che ha chiarito: intervenire sulla soglia d’utilizzo del contante è intenzione del governo. In particolare Giorgia Meloni ha sostenuto che la discussione in Italia è sempre stata “ideologica”, non essendoci alcuna “correlazione tra intensità del limite del contante” e “diffusione dell’economia sommersa”. Per sostenere questa tesi la Presidente ha ripreso le parole dell’ex ministro dell’Economia del governo Renzi, Pier Carlo Padoan, che sosteneva durante la sua esperienza da ministro esattamente quanto detto da Giorgia Meloni. In realtà le dichiarazioni successive di Pier Carlo Padoan vanno nella direzione opposta, dimostrando che la scelta di innalzare la soglia del contante da 1,000 euro a 3,000 fu imposta dal Presidente del consiglio del tempo, Matteo Renzi, più che da serie analisi economiche.

L’opposizione ha fin da subito attaccato il governo, accusandolo di voler fare il gioco degli evasori e dei più abbienti. Carlo Calenda l’ha definita una “stupidaggine” e anche all’interno della maggioranza non tutti sono d’accordo. Proprio Forza Italia, che durante i governi Berlusconi innalzò il tetto al contante voluto dal governo Prodi, attraverso le parole di Giorgio Mulè ha dichiarato che non si tratta di una priorità per il governo. 

L’economia sommersa e il limite ai contanti: com’è la situazione europea?

L’intenzione di innalzare la soglia del contante non può che destare preoccupazione visto il livello di economia non osservata nel nostro paese. La quale comprende quella sommersa e le attività illegali, come traffico di stupefacenti e prostituzione, e ha dimensioni enormi: secondo gli ultimi dati si aggira intorno a 203 miliardi, circa l’11% del PIL. 

Solo per l’IVA, l’Italia è prima in Europa per mancato gettito in valore assoluto - i dati ci dicono 30.1 miliardi di euro, mentre la seconda in Europa, la Germania, 24 miliardi- mentre se consideriamo in percentuale fanno peggio di noi solo Romania e Grecia. 

Soldi, sia chiaro, che sono sottratti a sanità, istruzione, investimenti e che, rappresentando un mancato gettito, concorrono a rendere più difficile il rientro del debito pubblico. 

Proprio perché si tratta di un problema storico che affligge la penisola, il nostro paese è stato tra i primi a introdurre un tetto all’utilizzo del contante nel 1991. In un primo momento fissato a 20 milioni di lire (10,329 euro) , il tetto ha subito varie riforme nel corso degli anni. Con il governo Monti ha toccato il limite di 1,000 euro, in linea con la Francia, poi è stato portato poi a 3,000 dal governo Renzi a partire dal 2016, ed è sceso di nuovo a 2000 con la legge di Bilancio del 2020. 

In altri paesi europei sono stati introdotti limiti anche maggiori rispetto all’Italia sull’utilizzo del contante. In Grecia il limite è fissato a 500 euro, mentre in Spagna e in Francia a 1,000. Ci sono poi paesi come l’Austria, l’Estonia, la Finlandia che non presentano alcun limite all’utilizzo del contante. Tra questi la Svezia, dove però l’esercente può rifiutarsi di prendere contanti. 

Anche la Germania, chiarisce la giornalista di Repubblica Tonia Mastrobuoni, ha passato un limite all’utilizzo di contanti a 10,000 euro.

Che correlazione c’è?

Proprio in virtù di una situazione variegata a livello europeo, Giorgia Meloni ha sostenuto non esserci alcuna correlazione tra l’uso del contante e l’economia sommersa. D’altronde, se si osservano i paesi che presentano soglie all’utilizzo del contante e quelli che non ce l’hanno non sembra esserci alcuna relazione. 

Come abbiamo già visto in altre occasioni, ogni volta che un politico parla di correlazione bisogna prenderlo con le pinze. E infatti negli ultimi anni il mondo delal ricerca, soprattutto dal punto di vista empirico, ha indagato il legame tra utilizzo del contante e transazioni illegali o economia sommersa. 

Il nostro paese, proprio per quanto detto in precedenza, rappresenta un laboratorio straordinario per questo tipo di analisi. La questione è stata affrontata da uno studio pubblicato da ricercatori di Banca d’Italia. Studio che sembra stabilire un nesso causale, invece di una correlazione, tra l’utilizzo del contante e l’economia sommersa. In particolare i ricercatori hanno studiato i dati divisi per provincia tra l’utilizzo del contante e la stima appunto dell’evasione, controllando altre variabili d’interesse: questo permette di isolare l’effetto dell’uso del contante rispetto ad altri fattori che potrebbero influenzare l’evasione. Le loro stime, significative, ci dicono che un aumento dell'1% dell'uso del contante porta a un aumento tra lo 0.8% e l'1.8% di economia sommersa. 

Inoltre, il già citato innalzamento del limite voluto dal governo Renzi nel 2016 mostra in che modo un aumento della soglia d’utilizzo influenza l’economia sommersa, sfruttando una metodologia chiamata Difference in Difference. In questo caso la stima è ancora una volta significativa: l’aumento da 1,000 a 3,000 euro ha portato a un aumento compreso tra lo 0.4% e lo 0.8% dell’economia sommersa. La proposta di Salvini e Meloni di innalzare di 8,000 euro l’uso del contante deve però essere presa con cautela: con un aumento così pronunciato è difficile stabilire l’impatto che questo avrà. 

Lo studio condotto, commentano gli autori, fornisce una giustificazione per limiti stringenti all’uso del contante nel tentativo di limitare l’evasione. Incentivare l’utilizzo del contante rischia poi di favorire anche pratiche di riciclaggio di denaro da parte di associazioni criminali, come ha indagato un'altra pubblicazione della Banca d’Italia.  Anche la Banca Centrale Europea, benché abbia criticato la soglia di Spagna e Grecia, ha chiesto all’Italia di incentivare i pagamenti elettronici anche intervenendo per legge per porre limiti più stringenti all’uso del contante. 

Il nostro paese infatti è storicamente indietro rispetto ai pagamenti elettronici. Oltre l’82% delle transazioni infatti avviene attraverso contanti, il 58% del valore delle transazioni. Nell’eurozona la media è 68% per le transazioni e 51% per i valori: solo la Spagna fa peggio di noi. Negli ultimi anni però, grazie ad esempio alla fatturazione elettronica e l’obbligo di POS, si era assistito a un netto trend positivo che andava migliorando la situazione - anche se, è necessario farlo notare, minore rispetto al resto dell’Eurozona. Le manovre preannunciate dal governo rischiano quindi di vanificare gli sforzi compiuti finora nel nostro paese.

Vi sono poi altre dichiarazioni sul tema che lasciano quantomeno perplessi. Negli scorsi giorni, infatti, la Presidente del consiglio ha dichiarato che l’unica moneta legale sarebbero le banconote, mentre la moneta elettronica sarebbe “privata”. Dal punto di vista tecnico questo è un dibattito in seno alla comunità dell’economia monetaria più profondo rispetto a quanto dichiarato da Giorgia Meloni. 

Il motivo della dichiarazione di Meloni appare invece essere puramente di strategia politica: sfruttare cioè l’elevata sfiducia che gli italiani hanno nei confronti degli istituti bancari per giustificare una manovra che andrà soltanto a favore degli evasori o malavitosi, senza altri particolari benefici.

Lo stesso si dica delle dichiarazioni fatte nel suo discorso d’insediamento alla camera, quando ha parlato di una serrata lotta all’evasione fiscale a partire dalle grandi imprese. In realtà i dati mostrano altro: l’incidenza di evasione più elevata è proprio tra gli autonomi e le piccole imprese, in particolare nel settore dei servizi. Si tratta spesso di settori che Meloni vuole rappresentare dal punto di vista elettorale e non sorprende che voglia usare il guanto di velluto. 

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Anche altre argomentazioni a favore dell’aumento del limite del contante fatte in questi giorni lasciano davvero il tempo che trovano, alcune nel campo del pensiero magico, come quella secondo cui aiuterebbe la povera gente. Senza solide argomentazioni economiche, la maggioranza si è servita della filosofia: “nessuno può dirti come spendere i soldi”, ha dichiarato il Ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani: argomentazione quantomeno discutibile visto che questo già non avviene al di sotto di una certa cifra. Il limite al contante, come abbiamo visto, serve a intervenire contro fenomeni di evasione e riciclaggio che, in ultima analisi, danneggiano tutti. La libertà negativa, su cui si basa l’ideologia libertaria a cui la destra al governo strizza l’occhio, non c’entra nulla in questo caso. 

Gli unici motivi per questa mossa della maggioranza, insomma, sono piuttosto banali. Si tratta di una misura identitaria da offrire alla pancia dell’elettorato: era nel programma elettorale della Lega, mentre in quello di Fratelli di Italia si parlava ambiguamente di un innalzamento allineato "alla media dell'Unione europea". Dietro però promesse di maggior libertà non c’è nulla: anzi, il provvedimento potrebbe aver ricadute pesanti sulla dinamica dell’economia sommersa del nostro paese. Non di certo un ottimo inizio per il governo di Giorgia Meloni.

Immagine in anteprima: Alberto Bagnai, frame video via La7

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