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Se i cittadini della Campania e di Salerno sono figli di un Dio minore

9 Marzo 2011 3 min lettura

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Se i cittadini della Campania e di Salerno sono figli di un Dio minore

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Il 12 novembre 2010, dopo 4 giorni di pioggia senza fine che avevano messo in ginocchio la Provincia di Salerno e in particolare la Piana del Sele, terra di caseifici produttori della mozzarella di bufala dop esportata in tutto il mondo, feci il punto della situazione in un articolo pubblicato su Valigiablu.
13 Comuni della Provincia erano rimasti senza acqua a causa di un danno all’acquedotto e numerose aziende avevano subito ingenti danni; solo al ridosso del fiume Sele 26 aziende erano scomparse, sommerse nell’acqua, 14 evacuate e 10mila capi morti o dispersi.

Ecco cosa è accaduto nei mesi successivi l’alluvione che inferse un altro duro colpo all’economia del Sud.
Il “bypass” dell’acquedotto, di cui tanto si parlò durante quei giorni, fu portato a termine più velocemente rispetto al previsto e dopo circa 30 giorni si pose fine all’estenuante isolamento idrico che aveva lasciato a secco i rubinetti di 500mila persone, bloccando ulteriormente il prosieguo delle attività lavorative. Ma i danni, quelli subiti dalle aziende agricole, dovevano ancora essere quantificati e soprattutto si attendeva ancora lo stanziamento dei fondi da parte del Governo.

Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 novembre furono stanzianti 5 milioni di euro. Dopo allora, il nulla per mesi.

Forti le proteste dell’assessore alla Protezione Civile della Provincia di Salerno, Antonio Fasolino, e di Franco Consalvo, ex presidente del Consorzio Mozzarella di Bufala Campana che, a due mesi della calamità, invocarono a gran voce un intervento del Governo: “Ci devono 250 milioni di euro, pensano solo al Nord”, “Qui rischiamo di essere dimenticati, si pensa solo agli interventi per il Veneto”.

Forte si è levata anche la voce dei politici del salernitano che siedono in Parlamento. I deputati del PD Tino Iannuzzi, Fulvio Bonavitacola, Antonio Cuomo e Guglielmo Vaccaro presentarono un’interrogazione al Presidente del Consiglio, al ministro dell'Economia ed al ministro dell'Ambiente, per sollecitare lo stanzimento di fondi per far fronte all’emergenza alluvione.
Al Senato fu parzialmente accolto l’emendamento del senatore del PD Alfonso Andria che presentò un emendamento al Decreto Milleproroghe ottenendo fondi per un totale di 40 milioni di euro per il biennio 2011-2012, divisi in 2 tranches annuali da 20 milioni.
Si sperava nell’assagnazione di altri fondi e in un alleggerimento fiscale per gli territori campani colpiti dalla calamità. I dedutati del PD sopra citati avevano chiesto per il biennio 2011-2012 fondi per 200 milioni di euro, di cui 100 presi dai fondi FAS (Fondi Aree Sviluppate) e 100 dai fondi per la tutela ambientale. La discussione del decreto, tuttavia, si è fermata alla Camera dei Deputati il giorno 25 febbraio con il voto di fiducia chiesto, e vinto, dal Governo Berlusconi.

Un totale di 45 milioni di euro. Ecco quanto, a distanza di 3 mesi, è stato stanziato per far fronte ai danni dell’alluvione che ha colpito il territorio campano nel 2010.
Una cifra minima in confronto ai fondi ottenuti dalle altre regioni italiane.
Il Veneto, in tempi record, a soli 15 giorni dall’evento alluvionale, ottenne lo stanziamento di 300 milioni di euro e una doppia proroga dei termi previsti per gli adempimenti fiscali con l’obiettivo di non gravare ulteriormente sugli imprenditori e i professionisti che avevano subito danni.
La Liguria, tra ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e Decreto Milleproroghe, ha ricevuto in totale 115,5 milioni di euro.

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La cifra ricevuta dalla Campania diventa ancora più irrosoria se si pensa che nessuna facilitazione fiscale è stata concessa agli imprenditori colpiti e che i fondi stanziati per le alluvioni con il Decreto Milleproroghe sono stati presi dai Fondi FAS per il Mezzogiorno, già destinati agli interventi per il risanamento ambientale e il dissesto ideogeologico.

La Campania e Salerno, già fermamente a destra grazie ai presidenti Regionale e Provinciale del PDL Stefano Caldoro ed Edmondo Cirielli, si confermano territori che non destano l’attenzione del Governo il cui interesse è palesemente indirizzato verso il rinsaldamento dei rapporti politici in Regioni che in caso di elezioni potrebbero non andare al PdL.

L’interesse è volto al Veneto, vera roccaforte della Lega, alleata dal pugno di ferro, eternamente ballerina, il cui appoggio rimane vitale per rafforzare una maggioranza già troppo indebolita, soprattutto in un periodo in cui si fa avanti il fantasma del ritorno alle urne per elezioni anticipate.
“Qui non abbiamo bisogno soltanto dell’ennesimo bypass”, scrissi in Novembre, ma in Campania, ancora una volta, tutto ciò che resta è solo l’ennesimo “by-pass”.

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