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La Russia è pronta ad affrontare una crisi economica?

18 Marzo 2022 5 min lettura

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La Russia è pronta ad affrontare una crisi economica?

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Le sanzioni approvate contro la Russia da Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi avranno senza dubbio un impatto enorme sull'economia russa, mentre l'esodo delle compagnie internazionali dal mercato colpirà il tasso di occupazione del paese. Per avere un'idea di come questi cambiamenti influenzeranno la vita delle persone, il sito indipendente russo Meduza ha parlato con Natalia Zubarevich, economista e geografa che ha studiato lo sviluppo economico in Russia e la sua distribuzione nel paese, intervistata da Andrey Pertsev.

Appena un mese fa, nonostante i rapporti abbastanza chiari dell'intelligence americana, poche persone si aspettavano che Vladimir Putin lanciasse un'invasione su larga scala dell'Ucraina - e ancora meno che l’Occidente rispondesse con sanzioni così dure. Ne è risultata un’improvvisa mancanza di accesso a beni e forniture internazionali all’interno del paese, con la Banca Centrale e il Ministero delle Finanze costretti ad affannarsi per ridurre i contraccolpi. In alcuni settori si sono già viste le prime ricadute.

"Il primo settore ad averne risentito è l’industria di assemblaggio degli autoveicoli", spiega l'economista Natalia Zubarevich. "I produttori con stabilimenti nella regione di Kaluga se ne stanno andando. [...] Se vicino a Kaliningrad prima assemblavano anche auto tedesche, ora i macchinari si fermano. Al momento Kaluga e Kaliningrad potrebbero essere le due zone più colpite dell’industria automobilistica.

Un'idea ventilata dalle autorità è quella di rilevare gli impianti e le attività abbandonate dalle imprese straniere. "Ci spaventano con la parola 'nazionalizzazione', ma è più accurato chiamarla 'gestione esternalizzata'", spiega Zubarevich. Secondo l’economista, è probabile che le autorità ricorrano a una strategia impiegata già durante la pandemia di COVID-19: mitigare la disoccupazione mantenendo i lavoratori impiegati nelle fabbriche, pagando loro parte dello stipendio - nonostante non ci sia nulla da assemblare.

Naturalmente ci saranno conseguenze anche per i consumatori. "I prezzi delle auto rimanenti andranno alle stelle. Paesi come la Cina non possono sopperire nell’immediato alle esigenze produttive, e il mercato si contrarrà drammaticamente", prosegue Zubarevich.

Anche l’industria aeronautica ha subito l’impatto delle sanzioni: le compagnie straniere si rifiutano di servire gli aerei russi, e molte aziende europee non possono più vendere pezzi di ricambio. La risposta del governo russo concederà perlomeno una pausa ad alcuni consumatori: la prospettiva è estendere per altri sei mesi l’aeronavigabilità degli aerei russi, scaduta il 1° marzo. Allo stesso tempo, viaggiare fuori dal paese è praticamente impossibile: per effetto delle sanzioni, atterrare su suolo straniero comporterebbe il sequestro dell’aereo.

Per il settore manifatturiero, tuttavia, in gran parte è ancora presto per dire quanto andranno male le cose. “In Russia non c’è industria manifatturiera che non importi attrezzature o parti”, spiega Zubarevich. “L’industria petrolchimica, ad esempio, è piuttosto modesta. L’attrezzatura richiesta per modernizzare le raffinerie di petrolio viene perlopiù dall’Europa, non dalla Cina. Non è dato sapere come questi impianti funzioneranno andando avanti, né è possibile, per almeno un altro mese, avere un quadro completo dell’industria russa in generale”.

Neanche il settore farmaceutico è stato risparmiato dalle sanzioni - e non perché l’Occidente l’abbia preso di mira. “Medicinali, beni di consumo, gadget, apparecchiature, elettrodomestici sono tutti importati attraverso container di spedizione”, fa notare Zubarevich. “Tutte le principali compagnie che li trasportano hanno terminato i contratti con le imprese in Russia”.

Nel frattempo, secondo Zubarevich, il prezzo delle medicine sta aumentando vertiginosamente. "Per rendere l’idea, circa il 55% dei medicinali venduti in Russia è importato. Quanto ai farmaci che produciamo internamente, per gli ingredienti la percentuale sale all’80-85%. Oltre alle interruzioni nelle forniture, ci sono poi problemi nel pagare le merci consegnate - le transazioni bancarie non funzionano molto bene. Tutti questi fattori incidono sul mercato farmaceutico”.

La distribuzione irregolare degli effetti

Chi vive in città subirà maggiormente gli effetti della prossima crisi economica, rispetto a chi vive nei centri minori. Questo perché i primi hanno maggiormente da perdere.

"Il reddito pro capite a Mosca è il doppio della media russa", osserva Zubarevich. "La domanda di consumi nella capitale cambierà non appena l’industria alimentare si contrarrà. Alloggi, servizi e trasporti non andranno da nessuna parte. È troppo presto per fare ulteriori previsioni, perché i modelli di consumo non sono ancora cambiati, ma una cosa è certa. Mosca è sbilanciata verso il settore dei servizi, dove rischi sono abbastanza alti".

C’è invece una categoria che ha meno di cui preoccuparsi: si tratta degli impiegati federali. "A parte l'inflazione, non corrono rischi particolari. Continueranno a essere pagati qualunque cosa accada".

Anche fuori dalle città, dove la gente può coltivare cibo in un fazzoletto di terra, nessuno sarà risparmiato completamente. "Siamo all'inizio di un gigantesco esperimento: come cambieranno i modelli di consumo? I negozi di alimentari non svaniranno, ma tutto il resto è un’incognita", spiega Zubarevich. "Le persone nelle zone rurali hanno giardini e orti. Alcune pianteranno più patate, altre coltiveranno cetrioli e pomodori, altre ancora hanno animali – come polli, maiali. La vita nei paesi è molto più legata alla terra, quindi anche qui le perdite economiche saranno dovute principalmente all'inflazione".

Quanto alle "monocittà" russe, dove quasi tutti lavorano nella stessa industria, le sanzioni avranno sicuramente un costo da sostenere, anche se è troppo presto per fare previsioni.

"Tutte le industrie usano attrezzature importate", aggiunge Zubarevich. "Cosa succederà all’acciaieria Severstal, ora che il suo proprietario, Alexey Mordashov, è stato colpito dalle sanzioni? Difficile dirlo. Che effetto avranno le sanzioni al miliardario Alisher Usmanov sulla città mineraria di Stary Oskol? Anche qui è impossibile fare previsioni”.

Probabilmente, questi oligarchi alla fine troveranno soluzioni per impedire che i loro impianti chiudano i battenti, ma queste soluzioni avranno un costo. "Potrebbero ricorrere a società fittizie per importare attrezzature ed esportare prodotti", osserva Zubarevich. "Ma questa strategia richiede tempo e spese aggiuntive".

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Il rapido giro di vite delle autorità sui media indipendenti, nelle prime settimane di guerra, significa che in Russia gran parte del pubblico ignora la portata di ciò che sta per arrivare. "Gli anziani e le persone di mezza età se ne renderanno conto per gradi, ma sopporteranno e si adatteranno", spiega Zubarevich. I giovani sono più perspicaci - e per loro forse è peggio. "La gioventù russa è a pezzi in questo momento, c’è un motivo se i contenuti più visti sui social media ora come ora sono le conversazioni con gli psichiatri. Le persone capiscono che non c’è nulla da fare, assistono impotenti mentre le loro vite vanno in frantumi”.

Intanto, secondo Zubarevich, l’impatto peggiore per gli anziani riguarda le medicine. “A parte questo, sopravviveranno anche solo con il grano saraceno. Molti di loro si vantano pure, dicono: ‘Abbiamo visto di peggio’”. Solo il tempo dirà se hanno ragione.

Intervista pubblicata sul sito Meduza

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