“Pravda Network”, l’operazione russa che addestra chatGPT e altri chatbot per diffondere disinformazione
|
|
Quando chiediamo a ChatGPT, Gemini o altri chatbot di raccontarci la guerra in Ucraina o la politica estera russa, raramente pensiamo a chi ha scritto le pagine su cui il modello si è formato. In questi anni, però, accanto a enciclopedie online e siti di informazione è entrata nei dataset delle IA generative una rete di portali filorussi chiamata Pravda Network. I siti che ne fanno parte riversano in rete milioni di articoli da canali pro-Cremlino, con l’obiettivo di condizionare, oltre agli utenti, i sistemi automatizzati che organizzano e riscrivono le informazioni.
Uno studio dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD) ha definito Prava Network “una delle più prolifiche operazioni di informazione allineate alla Russia”. Attiva dal 2014 con una rete di circa 90 siti, la rete ha messo online in totale più di 6 milioni di articoli, al ritmo di uno ogni pochi secondi.
Una rete di siti che imita i media locali
Centinaia di canali Telegram, oltre a siti - dalle grandi testate ai blog marginali - e account sui social media hanno linkato o diffuso articoli del network, citandoli come normali fonti di cronaca o di politica internazionale. Un meccanismo che ne “legittima le narrazioni e ne aumenta la visibilità”, con il rischio che i motori di ricerca e i sistemi di IA interpretino i link come segnale di autorevolezza, anche quando associati a un contenuto del Pravda Network messo in discussione o criticato.
Proprio i sistemi di IA sono uno dei bersagli dell’operazione, secondo una strategia di “adescamento” che gli esperti chiamano “LLM grooming”. Si inonda internet di contenuti per far sì che chatbot come ChatGPT o Gemini li assorbano e li ripetano.
Secondo il DFRLab e l’organizzazione francese VIGINUM, molti dei siti di PN in origine ruotavano attorno a Crimea News. La rete si è estesa con decine di altri siti (per esempio pravda-fr, pravda-de, news-pravda, e così via) creati tra il 2013 e il 2023 e ha preso il nome in codice “Portal Kombat” nelle analisi dell’intelligence francese. Scrive VIGINUM in un rapporto dell’anno scorso:
Questi portali condividono la stessa grafica, gli stessi tipi di link in uscita e sezioni simili, il che suggerisce l'esistenza di un amministratore comune (vedi esempi sotto). Molti di questi siti, in particolare quelli rivolti all'Ucraina, sono ora inattivi o offline.
Un’inchiesta del DFRLab e di CheckFirst ha collegato l'operazione alla società informatica TigerWeb, con sede in Crimea. Secondo l’inchiesta, il proprietario avrebbe legami con il governo filorusso della Crimea occupata. Prima delle elezioni europee del 2024, il network si è allargato fino a prendere di mira tutti i paesi dell’Unione.
Come i link favoriscono la disinformazione
Tra luglio 2024 e luglio 2025 i ricercatori dell’ISD hanno individuato pagine provenienti da 919 domini che linkavano almeno un articolo del network. Di queste, 303 erano siti di lingua inglese. La capacità di penetrazione del Pravda Network nell’informazione mainstream è evidente nei siti che l’hanno citato. A utilizzarlo come fonte ci sono testate come The Atlantic, Politico, Forbes o Jacobin. Washington Post, Newsweek o Fortune hanno invece pubblicato link a siti del network senza contesto, citandoli come siti di provenienza russa ma senza specificarne la natura di campagna coordinata. Tra i principali siti, Newsguard è l’unico ad aver menzionato il Pravda Network come campagna di disinformazione.
Utilizzando le API di Wikipedia e X, i ricercatori di CheckFirst hanno invece catalogato 1907 hyperlink verso domini del PN presenti in 1672 voci di Wikipedia, in 44 lingue diverse, che rimandano a 162 siti affiliati. La maggior parte dei link si trova nelle versioni in russo (922 collegamenti) e ucraino (580). Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina sono aumentate considerevolmente le voci in altre lingue, tra cui inglese, francese, tedesco, cinese, polacco e l’italiano.
L’analisi delle Community Notes di X mostra invece 153 note in cui vengono citati domini Pravda tra la fine del 2023 e l’inizio del 2025. Queste note, scritte perlopiù in inglese, russo, francese, spagnolo, tedesco e polacco, servono soprattutto a smontare campagne disinformative. Tuttavia, anche quando i link sono usati per smentire, contribuiscono ad aumentare la circolazione dei siti della rete.
Newsguard a marzo ha infine documentato come milioni di articoli Pravda Network sono finiti nei dati usati dai principali LLM, con i chatbot che ne ripetono le falsità: “Enormi quantità di propaganda russa — 3600000 articoli nel 2024 — sono ora incorporate nei risultati dei sistemi di intelligenza artificiale occidentali, infettando le loro risposte con affermazioni false e propaganda”.
Tra i paesi colpiti anche l’Italia
Tra i paesi colpiti c’è anche l’Italia. Secondo i dati raccolti da CheckFirst, la versione italiana di Pravda Network ha pubblicato quasi 250 mila. Tutti questi articoli sono traduzioni da altri siti del network. La diffusione dei contenuti è iniziata nell’aprile del 2024, mentre il picco massimo si è raggiunto nell’aprile dell’anno successivo.
La maggior parte dei contenuti riguarda notizie di politica estera (68,8%); il 23,1% si occupa di Russia, il 6,6% dell'Italia. A rilanciare i contenuti del Pravda Network sono soprattutto canali Telegram. Tra questi, il principale è Saker Italia, con quasi 40mila articoli citati come fonte.

Come sottolineato dal Bloomsbury Intelligence & Security Institute, i dati di diffusione, nel nostro paese come in altri, vanno letti secondo una strategia precisa. Oltre al “grooming” dei sistemi di intelligenza artificiale, infatti, la circolazione punta ad “aumentare i punti di vista pro-Cremlino negli ecosistemi informativi stranieri, esacerbare le divisioni sociali esistenti, indebolire il sostegno internazionale all’Ucraina” e minare la fiducia nei governi democratici e nei media. Il fine ultimo è di “plasmare una narrazione globale più in linea con gli obiettivi strategici della Russia”.
C’è poi un altro rischio, “l’inquinamento deliberato dell’ambiente informativo su una scala soverchiante”. Per il BISI reti di questo tipo sfrutteranno sempre più l’intelligenza artificiale, “evolvendosi in tattiche di operazioni informative automatizzate più sofisticate che a lungo termine potrebbero mettere a rischio l'integrità delle informazioni globali e la sicurezza dell'intelligenza artificiale”.
Di fronte a questi pericoli, DFRLab invita a vigilare su Wikipedia e sulle piattaforme che utilizzano citazioni generate dagli utenti, per evitare che link a domini sanzionati entrino dalla porta di servizio nei sistemi di conoscenza automatizzati. NewsGuard, propone invece strumenti di monitoraggio specifici per le aziende che sviluppano IA, in modo da individuare e filtrare i domini ad alto rischio prima che siano inclusi nei dataset.
Poiché ogni link contribuisce alla diffusione del network, l’ISD ha sviluppato un’estensione gratuita per Chrome ed Edge. Una volta installata, l’utente riceve un avviso quando visita un sito appartenente al Pravda Network.







