Ridateci la nostra Rai. Mandate a casa Masi
1 min letturaNon sappiamo quello che accadrà alla politica italiana, alla maggioranza e alle opposizioni. Non sappiamo se si andrà presto al voto o se il governo proseguirà la propria strada. Non sappiamo se l’Italia presto avrà un governo stabile. Non sappiamo quello che sarà il futuro della scuola, dei precari, dei lavoratori, degli studenti, degli immigrati, dei lavoratori che muoiono sul lavoro, dei carcerati che si uccidono.
Giornalisti, operatori, autori, maestranze che sentono la responsabilità di stare in una azienda pubblica che, prima fra tutte, dovrebbe avere la capacità di interpretare la società partendo proprio dal racconto di quello che davvero avviene. Ma a fronte di chi realizza il prodotto con le proprie mani, idee, sforzi e creatività c’è chi, in Rai, elogia e loda chi cancella le notizie, non dà le rettifiche e perde gli ascolti. È il direttore generale della Rai, che perseguita, tenta di cacciare, insulta e infastidisce chi dà le notizie, chi fa le inchieste e chi vorrebbe continuare a fare con onesta, correttezza e oggettività il proprio mestiere.