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Gli effetti nocivi delle discariche nel parco nazionale del Vesuvio

20 Settembre 2010 4 min lettura

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Gli effetti nocivi delle discariche nel parco nazionale del Vesuvio

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Il Vesuvio è un vulcano verde. Lava e detriti hanno nutrito i suoi versanti e fatto nascere coltivazioni pregiatissime.

Non esiste al mondo un posto meno adatto per la costruzione di una discarica: zona protetta dall’Unesco, il Parco Nazionale del Vesuvio è considerato patrimonio dell’umanità per le sue caratteristiche uniche.

La presenza decennale delle discariche gestite dalla camorra nelle cave di imprenditori conniventi che hanno sventrato il Vesuvio di roccia lavica per riempirlo di rifiuti pericolosi è diventata affare di Stato. Il Governo Berlusconi, con il DECRETO-LEGGE del 23 maggio 2008, n. 90 (convertito in Legge 14 luglio 2008, n. 123), ha derogato a tutte le norme di tutela ambientale e della salute umana, permettendo che in una riserva naturale dall’ecosistema delicato venissero scaricati rifiuti solidi urbani indifferenziati, tra cui gran parte dei materiali che fino ad allora erano stati considerati “rifiuti speciali” e la cui neutralizzazione era un processo lungo e delicato.

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Valigia Blu, il movimento di opinione apartitico fondato da Arianna Ciccone, con i giornalisti ed attivisti campani Alessio Viscardi, Vincenzo Sbrizzi, Francesco Micillo e Francesco Servino, in collaborazione con i movimenti territoriali contro le Discariche sul Vesuvio, intendono portare avanti una dettagliata e documentata inchiesta giornalistica che possa finalmente fare luce in maniera adeguata su questa grave emergenza ambientale e sul conflitto sociale che ne deriva.

A due anni di distanza ne paghiamo le conseguenze: la discarica S.A.R.I. 2 appesta l’aria di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase di miasmi fetidi, che causano enormi disagi per la popolazione.

Ma la cosa più inquietante è quello che sta capitando alle colture del Vesuvio. La presenza di stormi di migliaia di gabbiani sta devastando l’ecosistema faunistico della zona.

Il percolato della discarica potrebbe non essere trattato correttamente, tanto è vero che viene asperso dai tubi per la fuga dei gas su tutta la superficie della discarica.

Gli alberi da frutta dei campi limitrofi alla S.A.R.I. stanno restituendo frutta deforme perché probabilmente contaminata.

Dobbiamo fare informazione, contro il silenzio dei media che non parlano delle proteste della popolazione e dei rischi per la salute e l’ambiente.

Non possiamo più sperare che la protesta fermi l’azione di un Governo sempre più decisionista in senso militare. L’esercito presidia le discariche e la polizia reprime a manganellate le contestazioni.

Quali sono i danni che provoca la presenza di una discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio? Quali sono i rischi per la salute delle popolazioni che vivono alle pendici del vulcano, e qual è l’impatto ambientale dello sversamento di rifiuti “tal quale” in terreni non adatti a contenerli?

La cava Sari è una vecchia discarica abusiva, mai del tutto bonificata. Chi la utilizzava prima che il DECRETO-LEGGE del 23 maggio 2008, n. 90 (convertito in Legge 14 luglio 2008, n. 123) imponesse la sua riapertura per porre fine all’emergenza rifiuti?

Quali erano i piani per il Parco Nazionale del Vesuvio andati in fumo a causa dell’apertura della discarica e qual è l’impatto sul turismo (dati di una recessione)?

Chi ha vinto l’appalto per l’autostrada della munnezza, a vicolo cieco, che sarà ultimata quando la SARI sarà colma?

Quali sono gli effetti sulle colture del Vesuvio? Frutta deformata, noci marcite e vino imbevibile? Un danno economico ed un pericolo per la salute? Cosa contengono queste coltivazioni (analisi di laboratorio) e chi le compra (al rifiuto dei mercati subentra la Santa Rosa che fa della frutta deforme della marmellata)?

Le presenza dei gabbiani indica che la discarica Sari (così come affermato da Bertolaso) non è una discarica fatta a norma. Cosa indica la presenza dei gabbiani (parere degli esperti)? Quali sono gli effetti sull’habitat del Vesuvio della presenza di questi Gabbiani?

C’è una falda acquifera sotto la discarica? Uno studio sembra dimostrarne l’esistenza: si sta inquinando? Se sì, quali sono i rischi per la salute umana? Ciò dimostra che lo strato di “barrriera geologia” è inadatto – per la natura vulcanica e friabile del terreno – a contenere il percolato? Cosa intende il “custode di Cava Vitiello” quando solleva dubbi sullo “smaltimento delle acque rosse”?

La Cava Vitiello è ancora attiva? Vi è ancora estrazione di terreno, dopo l’attività deturpante dei decenni scorsi? Tutto questo è legale, dal momento che fenomeni franosi mettono a rischio la stabilità dell’attigua discarica Sari?

Gli interventi “compensatori”, come l’approvazione di Puc ed aree commerciali, sono stati avviati?

Persone da intervistare:

* Sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio

* Sindaco di Boscoreale, Michele Langella

* Ugo Leone, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio

* Raffaele Del Giudice, direttore Legambiente Campania

* Prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento pianificazione del territorio della Federico II

* Prof. Angelo Genovese

* Arch. Antonio Discetti, responsabile interventi per il superamento dell’emergenza rifiuti per la Protezione Civile Campania

* Contadini che vendono la propria frutta deforme

Il prodotto finito sarà multimediale e composto da diversi media: video, audio, testi e foto. Per tanto, sarà possibile pubblicarlo sotto qualsiasi forma (inchiesta video, articolo, fotoreportage, ecc…)

Il progetto sarà economicamente sostenuto direttamente da Valigia Blu per la parte di propria competenza, e dai giornalisti sopramenzionati, attraverso l’ autofinanziamento su Youcapital.it, come di seguito descritto.

Costi dei Cittadini Giornalisti: € 300,00

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