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Porta a Porta ‘tecnico’: con la crisi meno pensioni e più sesso?

14 Dicembre 2011 3 min lettura

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Porta a Porta ‘tecnico’: con la crisi meno pensioni e più sesso?

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di Fabio Chiusi - @valigiablu riproduzione consigliata

«Cominciamo col problema della vostra pensione», attacca Vespa rivolto agli ospiti di Porta a Porta in studio. Politici? Tecnici? Precari? Imprenditori? Sindacalisti? No, la puntata è social-natalizia. E così, tra un albero di Natale e un addobbo, siede invece buona parte del cast del film, di prossima uscita, Gli immaturi – il viaggio. Ossia tra gli altri Luca e Paolo, Ricky Memphis, Ambra Angiolini, Raoul Bova. Attori sì, magari «ricchi sfondati», ma che «hanno iniziato a lavorare prestissimo», precisa subito il conduttore. Del resto, «anch'io, ricco sfondato, ho iniziato a lavorare a 16 anni». Ambra non perde l'occasione: «Ho versato i primi contributi a 13 anni». Delusione nelle case degli italiani che si aspettavano l'applauso del pubblico.

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Ma il carrozzone continua, sullo sfondo di un gioco di parole che gli autori devono aver trovato degno del servizio pubblico: «Più maturi con la crisi?», campeggia sugli schermi. Perché non chiederlo agli 'Immaturi'?, il sottinteso. Ma Vespa rassicura i pruriti di chi già sprofonda assopito sul divano: «Poi parleremo anche del sesso durante la crisi», promette, lanciando un servizio sulla riforma delle pensioni. Bastone e carota. Noia, ma ringalluzzita. Così che mentre Luca Bizzarri sta dicendo «io faccio un lavoro che mi piace e spero di non andare mai in pensione», entra – immancabile – l'esperto: Paolo Crepet. Che attacca raccontando la barzelletta del tizio che ha scritto sulla lapide 've l'avevo detto che non stavo tanto bene'.

Dopo uno spezzone del film che ha motivato il cocktail di cronaca e salotto (c'è il solito attore che fa il romanaccio che dice in romanaccio a tre operai romeni: «In campana, che prendo tre italiani»), si vira decisamente sul sociale: «Quanti giovani restano a casa perché sono bamboccioni?», chiede Vespa. Un economista politico di Tor Vergata, entrato per parlare del sistema previdenziale, risponde infervorato: «I nostri ragazzi, i nostri imprenditori devono rischiare». Come non fossero già quotidianamente sul ciglio di un burrone. Ma tant'è. Poi ancora si vira sulla politica estera. Chi meglio di Paolo Kessisoglu per commentarla, tra il serio e il faceto. E infatti Vespa lo stuzzica: «Ma voi come la affrontereste, la Merkel?». Crepet lancia un salvagente: «E' un po' come le nostre nonne, la Merkel».

Il conduttore intuisce che è tempo di intrufolarsi tra le lenzuola mentre vanno tutti a letto. E così cambia il cartello, appare una bella coppia ritratta in posa (pre)erotica e Vespa – ridacchiando – domanda: «Più sesso con la crisi?». Gli italiani, finalmente punti sul vivo, drizzano le orecchie: che ne sarà di noi? Ma in studio, a parte concentrare l'attenzione su Ambra, il discorso prende la solita piega socio-psicologica. Quella che porta a domande come «Il tradimento: meglio dirlo o non dirlo?». O anche: «Ma la crisi porta anche alla crisi dell'amore?». Vespa approfondisce, indaga, sorride – sempre in questo clima ovattato da telefilm per tutta la famiglia. L'attenzione raggiunge il culmine quando una imbarazzata Ambra (ha un problema di dipendenza dal sesso?, le era stato chiesto) si alza, raggiunge Vespa al centro dello studio e lo abbraccia. Il conduttore ricambia, visibilmente soddisfatto, e Ambra lo blandisce: «Lei è morbido». Risposta di Vespa, da vero galantuomo: «Anche lei». E così, in un abbraccio, la crisi scompare. Insieme con il servizio pubblico.

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