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Viaggio nella politica italiana #9 – Conversazione con Dino Amenduni [podcast]

22 Settembre 2023 2 min lettura

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Viaggio nella politica italiana #9 – Conversazione con Dino Amenduni [podcast]

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"Il trattato di Dublino è preistoria. Regolare il fenomeno facendo riferimento a quegli accordi vuol dire collegare l’Europa con le carrozze a cavallo".

È il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a tratteggiare con una sola frase la portata storica della fase in cui stiamo vivendo.

Le migrazioni sono un fenomeno di massa, di lunga durata, legate a molti fattori che col tempo potrebbero addirittura aggravarsi (guerre, emergenza climatica, povertà). Il dibattito di queste settimane sembra però totalmente orientato alla ricerca di soluzioni a breve termine, se non direttamente allo scaricabarile a paesi o istituzioni vicine. Nessuno, dal Governo alle opposizioni, dai premier alle istituzioni europee sembra avere la minima idea di come gestire queste migrazioni senza trasformarle in un gigantesco atto di discriminazione e xenofobia su larga scala.

Nel frattempo il ministro dell'economia Giorgetti lancia segnali di allarme sempre più preoccupanti in vista della stesura della prossima Finanziaria (la legge di bilancio). Non ci sono i soldi per mantenere tutte le promesse di questi mesi, bisognerà generare un deficit altissimo, non previsto dalle attuali regole europee sul patto di stabilità, e in ogni caso bisognerà "fare delle scelte" come spesso ripete lo stesso Giorgetti: questo vorrà dire scontentare qualcuno. Nei prossimi mesi si vedranno davvero la matrice politica del Governo Meloni e la tenuta del suo consenso dopo che le priorità strategiche dell'esecutivo, che si è insediato esattamente un anno fa, saranno inevitabilmente più definite.

Il Governo, evidentemente, sembra non avere particolare fretta di affrontare la questione e ha buon gioco nel mantenere l'immigrazione al centro del dibattito. Le opposizioni si trovano perciò in una situazione paradossale: dovrebbero concentrarsi sulle materie economiche e non parlare di ciò che sta accadendo nel Mediterraneo, per provare a imporsi nell'agenda-setting, da tempo monopolizzata dalla destra; allo stesso tempo, ignorare un fenomeno storico di questa portata appare impossibile dal punto di vista politico. Il rischio concreto è che sicurezza e immigrazione diventino così i veri temi della campagna elettorale per le Europee che è già iniziata, nonostante manchino 8 mesi e mezzo al voto del 9 giugno 2024, e che appare sin da ora estenuante.

E a proposito di elezioni europee, è utile guardare anche cosa succede in Spagna, Francia e Germania, che insieme all'Italia esprimono il maggior numero di europarlamentari. In Spagna il PSOE di Sanchez è in crescita, in Francia e in Germania avanza invece l'estrema destra. La differenza - cruciale dal punto di vista politico - tra una maggioranza simile a quella attuale (il cosiddetto modello 'Ursula', dal nome della presidente della Commissione Europea Von der Leyen) e una molto più spostata a destra potrebbe dipendere da un numero molto piccolo di eletti a Strasburgo.

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Ne abbiamo parlato con Dino Amenduni, socio e consulente politico dell'agenzia di comunicazione Proforma e docente nei laboratori di comunicazione politica ed elettorale all'Università di Perugia.

Musica: Andrea Farri – Le Gran Vojage (Io Capitano – Soundtrack)

Immagine in anteprima via Altreconomia

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