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Maria De Filippi, le donne e la tv del dopo-Silvio

6 Maggio 2012 9 min lettura

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Maria De Filippi, le donne e la tv del dopo-Silvio

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8 min lettura
Dino Amenduni - @doonie
@valigiablu - Riproduzione consigliata
Sabato sera ho visto Amici. Non è la prima volta, ma sabato ho deciso di armarmi di taccuino e prendere appunti.

Il format quest'anno è cambiato rispetto al passato. Nell'appuntamento serale, ogni sabato su Canale 5 dal 31 marzo, esistono due componenti che si mescolano come non era mai accaduto: accanto alla gara classica tra i giovani talenti del canto e del ballo ammessi a partecipare (qualche anno fa c'era anche la recitazione, ora non più), c'è infatti una gara tra big canori di Amici, i vincitori e i ragazzi più amati delle precedenti edizioni. Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Marco Carta, Pierdavide Carone, Valerio Scanu. Cantano classici, canzoni scritte ancora prima che loro nascessero.  Li guardi e ti rendi improvvisamente conto che questi ragazzi hanno vinto Festival di Sanremo, sono stati glorificati dalla critica, o hanno partecipato come ospiti. Emma e Alessandra hanno addirittura fatto un duetto nell'edizione 2012 del Festival, a mio parere decisivo per il successo finale di Non è l'inferno. I big sono tutti da considerare scoperte di Maria De Filippi. E i ragazzi le sono tutti riconoscenti, non è difficile comprenderlo guardandoli cantare e commuoversi. 
Le due gare intersecate, quelle dei 'grandi' e quelle dei 'giovani', sono regolate dallo stesso meccanismo di voto: un gruppo di giurati, alcuni addetti ai lavori del mondo del canto e del ballo e alcuni personaggi molto popolari nel mondo della televisione commerciale (Platinette, ad esempio), insieme ai talent, tre personaggi famosi che sono anche opinionisti e che cambiano di settimana in settimana, decidono chi deve andare al televoto e chi invece supera indenne la prova settimanale. La terna di talent è uno degli aspetti più significativi del format: abbiamo visto passare personaggi del calibro di Sharon Stone (in lacrime ascoltando Emma Marrone), Dustin Hoffman, Alain Delon o Federica Pellegrini. Sabato i protagonisti sono stati Maurizio Costanzo (il marito di Maria De Filippi, mai dimenticarselo), Geppi Cucciari (anche lei star di Sanremo e in trattativa con Mediaset, secondo alcune indiscrezioni) e Gerry Scotti, uno dei simboli incrollabili di Mediaset, in procinto di andare per tre mesi in viaggio negli Stati Uniti. 
Negli altri giorni della settimana il format resta uguale: i concorrenti, seguiti e 'cazziati' da insegnanti di alto livello sia competenza che di popolarità (cito Rudi Zerbi e Mara Maionchi su tutti) si allenano e si preparano alle varie sfide del sabato sera e tutto va in onda in una striscia quotidiana su Canale5. Lo sponsor, Tezenis, ha finanziato 'contratti di lavoro' per i partecipanti più meritevoli e non si perde occasione per ricordarlo. In tempi di crisi, in tempi in cui format come questi appaiono a molti giovani una specie di 'ultima spiaggia' o di tentativo per sfondare nel mondo della televisione, si rinforza un classico meccanismo di fidelizzazione dei più giovani, lo stesso che la scorsa settimana, a Bari, ha portato 5000 persone in coda per i provini di X-Factor. Quest'anno il programma è diventato ancora più popolare (parliamo di ascolti che ondeggiano intorno al 5 milioni di ascolto e al 25% di share - una percentuale con cui in Italia si potrebbe quasi essere primo partito politico) a causa del chiacchieratissimo triangolo tra Emma Marrone, Belen Rodriguez (ballerina-star non in gara) e Stefano Di Martino, ballerino fidanzato della prima, ma che si esibiva con la seconda la quale, travolta dalla passione, ha mollato Fabrizio Corona per rubare il fidanzato dalla beniamina del pubblico. 
Proprio il pubblico è un fattore determinante per il successo del format. Un gruppo ben nutrito di giovanissimi urla, tifa, si alza in piedi, tributa standing ovation, mette pressione sui giurati, canta in sottofondo, fa da colonna sonora. E rappresenta un'Italia. Questa è la principale componente del successo decennale di Maria De Filippi: la sistematica capacità di rovesciare la piramide gerarchica, almeno apparentemente. Il pubblico in studio smette di essere semplicemente pubblico e diventa protagonista del programma, il pubblico a casa può immedesimarsi con quei tipi umani che si contendono l'uomo, la donna, il contratto di lavoro, il premio. A Uomini e Donne sono gli sconosciuti, gli ultimi, i coatti, gli irregolari a diventare tronisti, corteggiati, sedotti. I 'già famosi' parlano di loro, cedendo il loro ruolo di protagonisti. Ad Amici il cantante di periferia può vincere l'edizione annuale del format, poi vincere Sanremo, poi tornare a casa da star. Il grande musicista (quest'anno sono passati Aznavour e Toquinho, per dirne due) fa un cameo, li accompagna nelle loro performance, ma è di fatto un passo indietro. Il rovesciamento della piramide non ha finalità catartiche (né ha l'ambizione di averle) ma è funzionale al raggiungimento di una fetta di pubblico che concide perfettamente con i due target più ambiti dalla tv commerciale: i giovani, i top spender(con i soldi dei genitori), e gli anziani, che hanno da tempo accettato di essere coccolati, guidati, accompagnati dalla pedagogia televisiva dell'infotainment. La potenza di Maria De Filippi e la sua capacità di muovere questa leva è stata dichiarata da Carlo Freccero qualche giorno fa su GQ: "Maria De Filippi è il mio Censis. Se la vedo capisco cos'è l'Italia e l'Italia arretrata e disperata, garantisco, non è la Bocconi. De Filippi ne radiografa le miserie con rara perizia".
L'altra grande leva su cui Maria De Filippi ha sempre fatto affidamento è la familiarità. In questo caso, questo termine è declinato in una tripla interpretazione. In primo luogo c'è la familiarità che lega i protagonisti al pubblico. Emma Marrone è semplicemente 'Emma', Alessandra Amoroso è semplicemente 'Alessandra'. Sono ragazzi e ragazze di provincia, che hanno fatto gavetta (per davvero) prima del grande successo, sono imperfetti e non lo nascondono, sin dall'abbigliamento e dal trucco, con scelte che quasi esaltano la pancetta, le occhiaie, le rughe. In secondo luogo i protagonisti, sia i big che i concorrenti in gara, sono tra loro amici (con la minuscola), almeno apparentemente. Vivono insieme, si innamorano, litigano, continuano a frequentarsi anche dopo il programma. Sono ragazzi 'normali', o così ci vengono raccontati con sistematica puntualità. Il terzo livello, il più significativo dal punto di vista sociologico, è la familiarità tra i personaggi famosi presenti in studio. Per intenderci, se Emma Marrone è semplicemente 'Emma', anche Maria De Filippi è semplicemente 'Maria'. Questa leva narrativa è stata persino ostentata nella puntata di sabato: Maurizio Costanzo è stato prima di tutto il marito di Maria De Filippi, poi un decano della televisione italiana. Maurizio e Maria (titolari al 50% della società Fascino, produttrice del format, l'altro 50% è di Mediaset) litigano persino sul valore simbolico del voto e del televoto, con il primo che parla della crudeltà del meccanismo del dentro o fuori per ragazzi così giovani e Maria che lo incalza compassionevole. Gerry Scotti, Rudi Zerbi, Maria De Filippi erano i tre giurati nell'altro grande successo di Mediaset di quest'anno, Italia's Got Talent, che tra l'altro è stato condotto da Geppi Cucciari nella prima edizione e con Belen Rodriguez protagonista della seconda. La familiarità dunque è tra pubblico e protagonisti, tra i protagonisti, tra pubblico e personaggi famosi, tra i personaggi famosi. Il format, non a caso, si chiama Amici: è un diamante in cui il pubblico può sentirsi coinvolto a diversi gradi di interazione, anche simultaneamente. 
Senza una profonda analisi del senso di un programma come Amici non si riuscirebbe a spiegare fino in fondo per quale motivo questo benedetto triangolo Emma-Belen-Stefano abbia così tanto funzionato a livello narrativo. Il grado di verità dell'intreccio amoroso, a quello livello, è del tutto irrilevante. Molto si è speculato sull'amore tra Belen e Stefano: è vero o no? Corona c'entra qualcosa? I personaggi di lusso e allo stesso tempo di contorno, cioè lo stesso Corona e Maria De Filippi, hanno creato lo scandalo dal nulla o lo stanno cavalcando? A questo punto non è più così importante. L'obiettivo è già stato raggiunto. In questa storia vera o verosimile esistono sentimenti umani, troppo umani in cui specchiarsi e proiettare le proprie personali disgrazie: l'amore, il tradimento, la seduzione, la confusione. C'è la bellezza vera e quella incerta. Sono sentimenti trasversali, che superano le divisioni sociali, culturali, demografiche, politiche. Ad Amici c'è un'Italia molto più vera della storia tra Belen e Stefano, l'Italia tendenzialmente cattolica e benpensante, che pubblicamente tifa Emma e attacca Belen, a partire dai presenti in studio che rumoreggiando hanno subito stabilito chi è Colpevole e chi è Innocente. Senza appello. La naturale predisposizione umana a stare dalla parte del più debole è poi esaltata dalle due leve costituenti il format. L'Italia, quella di Amici, tifa Emma perché Emma fa parte della famiglia, Belen no. Tifa Emma perché è imperfetta, Belen no. Tifa Emma perché è di provincia, Belen non lo sembra. Tifa Emma perché mostra di avere un talento, mentre Belen mostra di non averlo. Tifa Emma perché sembra più povera di Belen. Tifa Emma perché è italiana, Belen è straniera. È diversa. Non è come chi fa parte del pubblico. Belen, però, è più indispensabile di Emma, perché senza Belen non ci sarebbe il 'nemico', e perché se al posto di Emma ci fosse stata Alessandra non sarebbe cambiato nulla nel gioco delle proiezioni. Rovesciamento della gerarchia e familiarità spostano naturalmente la bilancia dalla parte di Emma, ma Emma diventa così un simbolo, più che una ragazza.
Questa storia è certamente il pepe, il grande attrattore del pubblico davanti allo schermo del sabato sera. Però non è l'aspetto più importante dell'edizione 2012 di Amici, non è il motivo per cui quest'anno è davvero interessante. Il motivo è un altro. Maria De Filippi, dopo dieci anni, sta modificando il suo stesso linguaggio televisivo. Maria De Filippi, più di Mario Monti, potrebbe portare l'Italia oltre Silvio Berlusconi. E lo potrebbe fare lavorando sull'evoluzione del ruolo della donna e aggiornandone il ruolo simbolico. E lo sta facendo lavorando sull'evoluzione del ruolo della donna e aggiornandone il ruolo simbolico. Le nuove donne di Maria De Filippi sono donne finalmente pensanti. Parlano, si espongono si arrabbiano, piangono. La padrona di casa si fa intervistare da Geppi Cucciari, che proprio a Sanremo aveva aperto quel nuovo fronte interpretativo. Nel triangolo Emma-Belen-Stefano, Emma è il simbolo della donna pensante, mentre Belen è il simbolo della donna berlusconiana, quella descritta magistralmente dal "se sei racchia stattene a casa" di Terry De Nicolò. Quel tipo di donna era la protagonista di programmi come Kalispera  (il cui sviluppo narrativo, molto più radicato nel berlusconismo di quanto non sia questa edizione di Amici, avevo analizzato sempre su Valigia Blu, il format di Alfonso Signorini che, non a caso, sta perdendo colpi insieme al suo capo dopo esserne stato il principale epifenomeno. 
Anche le scelte musicali sono coerenti a questa nuova narrazione femminile: Emma Marrone canta Bella senz'anima nella settimana dopo lo scandalo per irridere Belen (a sua volta caricata di un ruolo simbolico che va oltre la sua identità), Un senso (canzone usata da Pier Luigi Bersani durante le Primarie del 2009) nella puntata di sabato. Canta rivendicando la proprietà delle scelte fatte, trasformandosi in leader e relegando Belen in posizione marginale. Maria non le ha mai voltato le spalle, neanche quando Emma è andata ad AnnoZero dal 'nemico' Santoro o ha rappresentato un certo modo di essere donna durante le manifestazioni di Se Non Ora Quando. Il contrario dell'editto bulgaro. Sarà un caso, ma Maria è in scadenza di contratto con Mediaset. Tratta con Sky. Fascino, nelle sue intenzioni, produrrà format per tutte le piattaforme. Per il momento il suo Amici è il primo programma televisivo italiano, dopo chissà quanto tempo, a essere esportato negli Stati Uniti e in Inghilterra. Se dovesse andare via, allora per Berlusconi può essere finita davvero. Perché il narratore si scinderebbe dalla narrazione, per la prima volta. Perché l'idea di Mediaset come enorme cassa di risonanza di un'antropologia culturale funzionale alla costruzione di frame utili a governare l'opinione pubblica del Paese salterebbe. Se Berlusconi e Maria De Filippi avessero un'idea diversa della donna, il primo non l'avrebbe vinta, perché è la seconda che fa gli ascolti. E l'ascolto è tutto nella televisione commerciale. Ma anche se dovesse restare a Mediaset (con più poteri e più autonomia: la trattativa sarà certamente a suo vantaggio), Maria De Filippi dimostrerebbe di essere il più grande personaggio televisivo degli ultimi venti anni di storia d'Italia. Grande perché ha saputo anticipare i tempi. Ancora una volta. L'Italia, infatti, dovrà aspettare almeno le prossime elezioni politiche per potersi emancipare definitivamente, ammesso che ne abbia davvero voglia.

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